sabato 29 giugno 2013

Gita in ciociaria: Isola del Liri e Arpino

La ciociaria è una splendida area del Lazio, ricca di storia e di bellezze naturali.
Oggi siamo stati a Isola del Liri, una piccola cittadina costruita su un'isola naturale del fiume Liri... ecco il risultato, al centro del paese!
L'aria è fresca, piccole gocce d'acqua danzano intorno alla cascata creando splendidi giochi di luce e colori.
Facciamo quattro passi per le strade del paese, lungo i fiumi, poi dopo aver gustato una ottima pizzetta al taglio proseguiamo il nostro viaggio, prossima meta la cittadina di Arpino, più nota anche perchè diede i natali al famoso oratore latino Cicerone, ma anche al sette volte Console di Roma Caio Mario.
Arpino si trova a soli sette chilometri da Isola del Liri per cui non facciamo neanche in tempo a partire che siamo arrivati. Lungo la strada notiamo una Abbazia cistercense, Casamari, decidiamo di fermarci a visitarla al ritorno in quanto al momento si stà celebrando un matrimonio.

Arriviamo ad Arpino.

Una passeggiata per le strade strette ci fa capire che la cittadina in passato dovette essere importante, gli stemmi di famiglia sui portoni delle case ne testimoniano un passato interessante.
Dall'alto si gode uno splendido panorama e il silenzio e la calma rendono la visita stupenda.
Le vie sono ricche di testimonianze artistiche, in tante lingue diverse.
La fontana dell'acquila è splendida e il sole ne risalta le forme...
Ci fermiamo a mangiare in un ristorantino nascosto in una viuzza del centro, l'Ottavo vizio, che merita l'attenzione di una nuova visita.
Ottimi gli antipasti, prosciutto e formaggio, bruschetta al pomodoro e zuppa di cozze. E per primo spaghetti cacio e pepe e fini fini al pomodoro. Il tutto annaffiato con un vino rosso di quelli che macchiano il bicchiere...
Ci alziamo satolli e segnamo l'indirizzo sulla agenda per la prossima visita.
E' tempo di rientrare.
Saliamo in macchina e facciamo la stessa strada per visitare il monastero.

Bellissimo!

Un piccolo museo al suo interno ci lascia a bocca aperta.
In una teca all'ingresso due enormi zanne fossili appartenute a uno splendido esemplare di elefante preistorico.
Leggiamo con interesse le didascalie che ci raccontano di un tempo in cui la zona era abitata da bestie feroci...
Un piccolo museo ma veramente ben tenuto.
L'abbazia si può visitare e così ci addentriamo nel suo interno, visitiamo il chiosco e godiamo dei colori e dei profumi dei fiori.

Ma come tutte le cose belle anche questa gita è giunta al termine.
Alla prossima.


Alessandro Giovanni Paolo Rugolo




domenica 9 giugno 2013

Il padre dell'atomismo, secondo gli antichi

Se si da retta a quanto ci dicono scuola e anche a quanto si legge nei saggi, l'atomismo è nato in grecia con Leucippo e il suo discepolo Democrito,

Ma siamo poi certi che le cose siano andate in questo modo?
Camillo Minieri Riccio nel "Catalogo di MSS di Camillo Minieri Riccio" (vol 3° 1869 ) riporta il libro primo dell'opera di Pietro Giannone, nelle prime pagine si parla di problematiche relative alla cronologia e poi si parla di come i Teologi del suo tempo avessero cominciato a dire che Mosè non era altri che Moco o Mosco, filosofo e autore della dottrina Atomistica vissuto prima della guerra di Troia. Sembra che tale idea fosse abbastanza diffusa anche se come al solito c'era chi invece combatteva la cosa come assurda. Senza prendere posizione nella diatriba, vediamo di capire di che si tratta. Ma sentiamo cosa ci dice il nostro Pietro Giannone che non credeva nella identificazione di Moco con Mosè.

"Di questo Mosco Fisiologo fa memoria Jamblico nella vita di Pitagora dicendo che costui essendo in Sidone ebbe dispute in Filosofia co successori di Mosco Fisiologo. Strabone eziandio filosofando di questo Mosco che lo chiama Mascusu Sidonem dice che trattò di fisica e che fu assai più antico dell'eccidio di Troja. Imo si Posidonio credimus antiquum de Atomis dogma Monchi est hominis Sidoni qui ante Trojani belli tempus vixit.
Ne fa anche menzione Sesto Empirico facendolo per Autore della dottrina degli Àtomi dicendo: Democritus et Epicurus Athomos, nisi haec opinio statuendo sit antiquior et uì Stoicus dicebat Pòsidonius deducta a Mocho quodam Phoenice.
Ne paralarono ancora Taziano, Ateneo, Clemente Alessandrino, Eusebio, Cedreno ed altri fra moderni come Sincello Heisnero e Seldeno.
Alcuni credettero che Flavio Giuseppe parlasse quasi di questo Mosco ma s'ingannano poiché egli intende dell'altro Mosco Istorico e non di questo Fisiologo. Or nel nostro Wezio venne fantasia di emendare il luogo di Jamblico ed in vece di Mosco vuol che si debba leggere Moses. Non gli fa niuna difficoltà che Jamblico e Strabone non potevano intendere di Mosè Ebreo facendo quel Mosco Sidone perchè si dice non sapevano costoro la vera Patria di Mosè: oppure essendo i Fenici e gli Ebrei molto vicini poterono facilmente confondere la Patria."

Appare chiaro che la figura di Moco o Mosco era conosciuta già in antichità.

Iniziamo dunque da Giamblico (Jamblico, 240-325 d.C.) la ricerca di informazioni su Moco.
Giamblico nella vita Pitagorica ci dice che Pitagora (570 - 495 a.C.) era di Sidone e che "a Sidone si incontrò con i discendenti del profeta e studioso di cose della natura Moco e con gli altri ierofanti fenici, e si iniziò a tutti i misteri particolarmente celebrati a Biblo, a Tiro e in molte parti della Siria; e questo non certo per superstizione , come ingenuamente si potrebbe supporre, bensì per amore e desiderio di conoscenza, oltre che per timore di restare all'oscuro di quanto, custodito nei riti arcani degli dei o nelle cerimonie misteriche, fosse degno di essere appreso."

Giamblico prosegue nel racconto della vita di Pitagora dicendo che Pitagora sapeva che i riti fenici discendevano in un certo senso da quelli Egizi, più antichi. Non ho trovato però riferimenti alla dottrina atomistica, dunque proseguiamo il nostro viaggio nel tempo.

Lasciamo Giamblico per proseguire la ricerca andando a disturbare Strabone (60 a.C. - 23 d.C. circa) il quale lo cita nella sua opera "geografia" al vol. XVI, descrivendo la fenicia, dicendo che ne parlava Posidonio (135 - 50 a.C.), ma vediamo che cosa dice:

"Et, se habbiamo à credere a Posidonio l'antica opinione degli atomi fu d'un huomo di Sidonia chiamato Mosco il quale fu inanzi la guerra di Troia."

Poco dopo Strabone operava e scriveva un tale Taziano l'Assiro (120 - 180 d.C.), anche lui parla di Moco annoverandolo tra gli storici della Fenicia assieme a Teodoto e Ipsicrate.

Procopio di Cesarea, nel suo "Guerre persiane e vandaliche" riporta pari pari l'opinione di Posidonio...

Ma vedo che la ricerca si fa più lunga e interessante di quanto potessi immaginare... dunque mi fermo qui, per ora.
Tornerò presto sull'argomento...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO