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domenica 16 febbraio 2014

L'estronauta e il camaleone - Quinto episodio

Quella sera Giulia era stanca. Aveva vissuto tante emozioni al suo primo saggio di danza e mentre tornava a casa le si chiudevano gli occhi. Il nonno la teneva sulle gambe sul sedile posteriore della macchina.

-Sei stanca piccina? Chiudi gli occhietti e cerca di dormire, poi starai meglio. Io starò vicino a te.

-Sono proprio stanca - disse Giulia al nonno – ma non potrei mai addormentarmi senza aver dato la buonanotte al mio amico Giovanbattistamarialorenzo. Perché non mi racconti una storia? Oggi starò zitta zitta.

-Come vuoi, in effetti le avventure del nostro amico estronauta sono proprio appassionanti, quando me le racconta per telefono sono sempre in ansia.

Giulia guardava il nonno incredula, pensando che la stesse prendendo in giro. Ma proprio in quell'istante, non ci crederete mai, il nonno ricevette una telefonata dal suo amico estronauta che gli chiedeva un consiglio su uno dei più strani e misteriosi esseri che si fossero mai visti sulla Luna: il camaleone!

-Ciao – lo salutò come si fa tra amici – cosa vuoi sapere? Come sarebbe a dire tutto. Capisco, tutto ciò che serve sapere sul camaleone – disse il nonno e cominciò a descrivere il camaleone come può fare solo chi lo conosce bene.

-Il camaleone è una specie di camaleonte che a differenza del suo simile terrestre è molto pericoloso per l'uomo, in particolare per gli esploratori.

-Ma nonno – lo interruppe Giulia – come può essere pericoloso un camaleonte! E intanto rideva e si agitava sulle gambe del nonno.

-Eppure ti garantisco che è proprio così - rispose il nonno distogliendo lo sguardo per non far vedere che anche lui rideva –devi sapere che nel corso delle prime esplorazioni lunari diversi astronauti sono stati ricoverati per lo spavento dovuto all'incontro con il camaleone! Il camaleone è un animale subdolo e...

-Nonno, nonno, cosa significa animale subolodo?

-Si dice subdolo e significa che è un animale che– e fece una pausa per cercare la parola più adatta – che imbroglia, ecco, è un ingannatore. Il camaleone si nasconde dovunque, cambiando il colore della sua pelle e nessuno riesce a vederlo fino a che è troppo tardi, allora attacca le sue prede con la sua grossae lunga lingua appiccicosa. Si nutre di insetti e piccoli animali ma quando è spaventato, magari perché un astronauta si trova nel suo territorio di caccia, lo coglie di sorpresa lanciando alle sue spalle un ruggito più potente di quello dei leoni. Il povero astronauta di solito scappa a gambe levate o muore di spavento.

-E' terribile!DisseGiuliastringendosi le guance tralemani.- Comepotràsopravvivere ilnostroamico Gionzo? Nonno, tu puoi aiutarlo vero?Dimmi che lo farai...

-Non saprei. Io possosolo dirgli di fare molta attenzione.

Nel mentre l'estronauta aveva ascoltato tuttoed era molto preoccupato. Come poteva combattere un pericolo così subdolo comequello del camaleone?

Pensachetiripensa, gli venneinmente chese avesseindossatounpaio di cuffie seppurefosse capitato nel territorio di uncamaleone non si sarebbe spaventato. Però, pensandoci bene, seavesse indossatole cuffie non avrebbe sentitopiù alcun rumore e la cosa potevaessere pericolosa, cisonotantialtri lunimali(così sichiamanocorrettamenteglianimalidellaluna) pericolosi.Allorasi sedette per terra,con le gambe incrociateed indossò il suo nuovo casco potenziante,sperando gli venisse in mente qualche buona ideaedecco,inlontananza, apparirela soluzione. La mente dell'estronauta la inseguì e la catturò...

-Nonno,nonho capitoche cosa inseguìil nostroestronauta.

-Volevo dire che il nostroamico Giovanbattistamarialorenzo trovòuna soluzione al problema del camaleone. Decise infatti di costruire unbel paio di cuffieantiruggito che eliminassero solo i rumori che sembravano dei ruggiti e lasciassero passare tutti gli altri rumori. E devi sapere,mia cara, che le cuffie antiruggito erano anchemolto comode e riparavano le orecchie dalfreddo della sera lunare.

-Bravissimo! Lo sapevo che col casco potenziante avrebbe trovato una soluzione. Glielo stavo per dire anche io di fare così! Disse Giulia molto soddisfatta di se stessa.

-Dunque, dicevo che il nostro amico estronauta, quando si rese conto di essere entrato nel territorio di un terribile camaleone lunare indossò subito le cuffie antiruggito e senza preoccuparsi di essere assalito alle spalle esplorò tutto il territorio. Il camaleone, si trattava di un grosso esemplare, lo inseguì con i suoi occhi multicolore e quando fu alle sue spalle, lanciò un ruggito che avrebbe steso un elefante ma con sua enorme sorpresa non accadde niente. Il nostro estronauta non si accorse di niente.

-Perfetto! - disse Giulia tutta eccitata – lo sapevo che le cuffie avrebbero funzionato contro questo sudobolo lunimale!

-Si dice subdolo – la corresse il nonno. Adesso era il camaleone ad essere nei guai, infatti Gionzo aveva notato delle piccole tracce impresse sulla polvere lunare e cominciò a seguirle pensando che forse sarebbe riuscito a vedere il camaleone.

Ma il camaleone, ripresosi dallo stupore, non si diede per vinto e tese un'altro agguato all'estronauta. Questa volta si avvicinò di più e quando era giunto alle sue spalle lanciò un secondo e un terzo ruggito, ancora più potenti del primo!

-E cosa è successo? Dai nonno, racconta – lo interruppe Giulia visibilmente preoccupata per il suo amico!

-Assolutamenteniente!L'esploratore aveva sentitocomeuna specie di ronziomaniente di più. Lecuffiefunzionavanoallaperfezione. Il povero camaleone era disperato, decise di rischiare il tutto per tutto e si parò davanti al nostro amico rendendosi visibile e, aprendo la bocca come di più non poteva, lanciò il suo quarto e più potente ruggito che avesse mai emesso ma Gionzo, estratto velocemente il suo retino per farfalucciole, lo catturò in un istante.

-Povero camaleone - disse Giulia singhiozzando – che fine farà adesso? Lo metteranno in una gabbia stretta stretta? E i suoi piccoli camaleoncini moriranno di fame? Nonno, non puoi chiedere a Gionzo di liberarlo? Vedrai che d'ora in poi si comporterà bene – e mentre parlava continuava a singhiozzare.

-Stai tranquilla Giulia – disse il nonno in tono rassicurante – il camaleone non aveva figli ma il nostro amico Giovanbattistamarialorenzo pensò esattamente le stesse cose e decise di parlare con il camaleone per spiegargli che se voleva tornare libero, da quel momento in poi avrebbe dovuto comportarsi bene.

Il camaleone accettò di buon grado la sconfitta e divenne un buon amico di Gionzo. Da quel momento i due furono inseparabili e il camaleone,che per la cronaca si chiamava Ruggero,lo seguì ovunque e lo aiutò nelle esplorazioni lunari.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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