venerdì 30 novembre 2018

Marriott international: rubati i dati di 500 milioni di clienti


La Marriott international, multinazionale americana, questa mattina ha ammesso di essere stata

colpita da un attacco hacker che ha compromesso i dati di 500 milioni di clienti dei suoi hotel Starwood in tutto il mondo...  
E' incredibile come un titolo del genere possa essere considerato, ormai, quasi la normalità.
Uno dei sistemi di controllo interno ha identificato un possibile tentativo di accesso al sistema di prenotazione degli Starwood hotel lo scorso 8 settembre. Nelle indagini che sono seguite si è così scoperto che sin dal 2014 il sistema ha registrato degli accessi non autorizzati.
Ciò significa che per circa quattro anni potenzialmente sono stati rubati dati, sicuramente con scopo più o meno illecito!
Questa la dichiarazione della società, riportata da securityweek:

"For approximately 327 million of these guests, the information includes some combination of name, mailing address, phone number, email address, passport number, Starwood Preferred Guest (“SPG”) account information, date of birth, gender, arrival and departure information, reservation date, and communication preferences. For some, the information also includes payment card numbers and payment card expiration dates, but the payment card numbers were encrypted using Advanced Encryption Standard encryption (AES-128). There are two components needed to decrypt the payment card numbers, and at this point, Marriott has not been able to rule out the possibility that both were taken. For the remaining guests, the information was limited to name and sometimes other data such as mailing address, email address, or other information. Marriott reported this incident to law enforcement and continues to support their investigation."

Secondo quanto riportato nell'articolo, la questione non sarà assoggettata al GDPR in quanto ha avuto inizio nel 2014, quando ancora Marriott international non era proprietaria del gruppo Starwood, resta il fatto che la Marriott resta responsabile in quanto l'acquisizione è comunque avvenuta più di due anni fa.  
Ora, posso immaginare che la Marriott investa nel settore sicurezza una parte cospicua dei suoi guadagni, posso anche supporre che il personale del settore sia esperto e che i sistemi impiegati rispettino le normative molto rigide americane, eppure anche loro sono stati colpiti.
Cosa si può dire allora di tutte quelle società medie e piccole italiane che non sanno neppure cosa sia la sicurezza informatica o che, pur sapendolo, si devono barcamenare cercando di portare a casa la giornata?
Siamo sicuri che i nostri dati siano gestiti nel migliore dei modi anche dal supermercato sotto casa che, immancabilmente, ci ha fornito una tessera per la raccolta punti?
Io purtroppo sono scettico, per cui ogni volta che lascio i miei dati a qualcuno considero che andranno immancabilmente persi. 
Che fare allora?
Ognuno può fare una libera scelta se è consapevole di ciò che sta facendo.
Io cerco di fornire meno dati possibile e solo quando realmente necessario... non sarà il massimo ma meglio che niente!
Comunque per tornare alla Marriott, come diretta conseguenza di quanto successo, le quotazioni della società hanno perso circa il 6% nelle prime ore di apertura della borsa.

Alessandro RUGOLO

Per approfondire:
- https://www.securityweek.com/marriott-hit-massive-data-breach-500-million-starwood-customers-impacted
- https://www.independent.co.uk/life-style/gadgets-and-tech/news/marriott-starwood-hack-booking-database-compromised-safety-security-am-i-affected-a8660756.html;
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mercoledì 28 novembre 2018

Tex Willer, settant'anni e non dimostrarli!

Tex Willer, un mito per chi, alla fine degli anni settanta si affacciava al mondo dei fumetti. 
Il mio approccio alla serie di Tex fu caratterizzato da una lettura vorace e poco attenta all'ordine. 
Le avventure di questo tutore della legge che faceva giustizia a modo suo mi appassionavano talmente che mi capitava di leggere per ore senza staccarmi un attimo. 
I suoi personaggi, il navajo Tiger Jack, il "vecchio" Kit Carson (speriamo che non mi senta), il giovane Kit Willer, il saggio studioso orientale col suo lugubre maggiordomo azteco, il terribile Mefisto e suo figlio Yama, accompagnavano e stimolavano la mia fantasia... ma Tex era ed è sempre stato il mio preferito: il ranger senza macchia, difensore dei deboli e tutore della legge. Tex e il suo fedele Dinamite... 
Tex, Aquila della Notte per i suoi Navajos.

Certo, erano altri tempi, ma devo dire onestamente che quando posso mi dedico ancora alla sana lettura di un fumetto.
Così, qualche giorno fa,  all'aeroporto di Fiumicino, mentre cercavo qualcosa da leggere, mi sono imbattuto quasi per caso nel primo numero del nuovo albo a fumetti della Bonelli: Tex Willer, vivo o morto!
Inizialmente ho pensato ad una nuova ristampa ma ben presto mi sono reso conto che si trattava di un inedito. Incuriosito, ho trovato anche il numero mensile, con in omaggio il numero zero della nuova serie.
Non ho certo perso tempo e ho acquistato i nuovi albi, che ho letto durante il viaggio.
Ebbene, Tex Willer, per il suo settantesimo compleanno, ci regala una nuova appassionante serie che promette di esplorare personaggi e momenti della "vita" del mio eroe preferito, talvolta solo sfiorati nella serie principale.
Chi, come me, è cresciuto a pane e Galep non può che esserne contento.

Che dire di più? 

Buona lettura e...
lunga vita a Tex Willer!

Alessandro RUGOLO

giovedì 22 novembre 2018

ITALIA SOTTO ATTACCO

Da tempo l’Italia risulta essere nel mirino degli hacker, eppure, fino a ieri sembrava che nessuno fosse interessato. Ma questa volta è diverso.
Già da qualche giorno circolano voci su un attacco cyber che avrebbe colpito gli uffici giudiziari. Questa volta però alle voci seguono i fatti, e i fatti consistono nella prima conferenza stampa tenuta dal professor Roberto Baldoni, vice direttore generale Cyber del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza.
Questa volta l’attacco è andato a segno e sembra che siano in tanti ad essere preoccupati.
Difesa Online è invitata alla conferenza stampa, come le principali testate giornalistiche. Ci si trova tutti assieme ad aspettare l’arrivo del professor Baldoni, in una sala piccola ma splendida, con il soffitto completamente affrescato, di Palazzo Verospi in via dell’Impresa a Roma.
Oggetto dell’incontro: attacco hacker alle PEC di uffici giudiziari e iniziative in corso della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’incontro è cordiale, il professor Baldoni illustra la situazione. Pochi sono i dettagli. D’altra parte è normale, ci sono delle indagini in corso.
L’occasione, non particolarmente festosa, consente però di fare il punto su un argomento sempre più in voga in Italia e nel mondo: la sicurezza informatica.
Una società fornitrice di servizi di PEC (Posta Elettronica Certificata), alle Pubbliche Amministrazioni ma non solo, si è accorta di essere sotto attacco, sono le 17.15 del 12 novembre.
Per precauzione, in attesa di capire meglio cosa stia succedendo, i servizi vengono bloccati.
Il 13 novembre alle ore 12.00 l’incidente viene notificato al CNAIPIC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) della Polizia Postale. Da quel momento le attività coinvolgono ufficialmente il DIS con le sue strutture.
Tra il 14 e il 15 novembre si informa il presidente del consiglio dei ministri, mentre tutti sono occupati a valutare l’estensione dell’attacco, i rischi, le contromisure da adottare, le misure di contenimento.
Il monitoraggio della situazione è molto importante. Dall’analisi continua si cercherà di capire chi ha condotto l’attacco e soprattutto se si trova ancora dentro i sistemi, dormiente, in attesa di colpire ancora una volta.

Tra il 16 e il 19 novembre proseguono le attività, frenetiche. Il 19 novembre dalle 15.30 alle 17.00 circa si riunisce il CISR tecnico (Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica). Dalla riunione emergono tre azioni urgenti da perseguire:
di carattere normativo, attraverso l’adozione di specifiche misure di protezione cibernetica;
contrattuale, attraverso l’inserimento di apposite misure nei contratti di procurement di beni e servizi in funzione dell’impatto sulla Sicurezza Nazionale;
operativo, con l’avvio del Centro di Valutazione e certificazione Nazionale.
Il briefing, istituzionale ma chiaro, è seguito da una sessione di domande e risposte alle quali il professor Baldoni non si sottrae, anche se non può dare dettagli ne confermare ipotesi o semplici voci raccolte sul web.
C’è chi parla di APT (Advanced Persistent Threat), c’è chi ammette di non essere un esperto e chiede di conoscere il nome della società attaccata, c’è chi chiede di sapere di che tipo di attacco si è trattato.
Il vice direttore generale è chiaro, si è trattato dell’attacco hacker più grosso verificatosi in Italia dal suo insediamento alla guida della nuova struttura del DIS. Un attacco esteso, forse non eccessivamente complesso, ma che ha interessato 30.000 domini, circa 500.000 caselle di posta elettronica, più di 90.000 caselle di PEC, il servizio che consente lo scambio della Posta Elettronica Certificata tra le Pubbliche Amministrazioni, sono stati esfiltrati (leggasi "rubati") dati personali e password (cifrate).
Centinaia di persone, tecnici e non, hanno lavorato in questi giorni per la risoluzione del problema.
Il professore è sicuro che l’attacco sia terminato, noi ce lo auguriamo.
Resta il fatto che Difesa Online da tempo prova a dire la sua, soprattutto sulla mancanza di investimenti istituzionali adeguati e l’occasione è buona per porre la domanda direttamente ai vertici: cosa si pensa di fare per cambiare le cose?
Senza adeguati investimenti non vi sarà mai interesse in Italia a sviluppare una capacità così complessa. I soldi non fanno tutto ma aiutano, muovono le industrie e spingono i singoli a migliorare, studiare ed investire in un futuro da esperto Cyber.
Occorre una industria forte, europea o nazionale, che si prenda a cuore i problemi del settore, ma prima di tutto occorrono persone che ci credano e vogliano una Italia diversa e alla pari degli altri paesi.


Alessandro RUGOLO

Articolo pubblicato anche su difesaonline

domenica 11 novembre 2018

IBM e NVIDIA Tesla forniscono il Super computer Sierra al Lawrence Livermore National Laboratory

Il mondo della Difesa americana è ricco di istituti di ricerca, tra questi, di primaria importanza, possiamo citare il Lawrence Livermore National Laboratory, Istituto di ricerca Federale situato a Livermore, in California.
Il compito principale di questo Istituto consiste nella ricerca e sviluppo nel campo delle scienze e della tecnologia applicate alla Sicurezza Nazionale. Il compito principale è quello di garantire la sicurezza e l'affidabilità degli armamenti nucleari  della nazione americana per mezzo delle scienze avanzate, dell'ingegneria e delle tecnologie. Si occupa inoltre di altri problemi legati alle capacità americane nel campo energetico, ambientale e della competitività economica.  
I laboratori impiegano 5.800 persone circa e possono contare su un budget annuale di 1,5 miliardi di dollari, ecco alcune cifre che fanno capire l'importanza dell'Istituto di ricerca.
In questi giorni è stata annunciata l'acquisizione di una nuova "arma" nell'arsenale dell'Istituto: il Super Computer Sierra, realizzato dalla collaborazione di IBM e Nvidia Tesla. Gli scienziati del programma Advanced Simulation and Computing (ASC) lo utilizzeranno principalmente per misurare le performance delle armi nucleari americane ma anche per le sfide globali che l'America è chiamata ad affrontare, tra queste vengono citate la non proliferazione degli armamenti e il "counter terrorism", in pratica si tratta di analisi e previsioni basate su controllo di grandi quantità di dati, con l'ausilio, probabilmente, dell'Intelligenza Artificiale.
Il nuovo Super computer Sierra si affianca a quelli già in servizio: Sequoia, Catalyst e Vulcan.
Alcune cifre per far capire in che cosa consiste il Super Computer Sierra:

Architettura dei processori: IBM e NVIDIA Volta;
Capacità di calcolo in parallelo;
Velocità di Clock: 3.1 GHz;
Numero di Nodi computazionali: 4.320;
Core per nodo: 44;
Numero di Core totale: 190.080;
Memoria per nodo: 256 GB per CPU e 64 GB per GPU;
Memoria totale: 1.36 Peta Byte.
Potenza: circa 11 Megawatts.

Il Super Computer Sierra risulta essere al terzo posto tra i super computer esistenti al mondo, almeno secondo la lista di top500, pubblicata a giugno 2018.
Nell'elenco, al primo posto si trova il super computer Summit, anch'esso IBM (con NVIDIA Tesla), impiegato dal Departement Of Energy USA presso il Laboratorio Nazionale di Oak Ridge; al secondo posto si trova il Sunway TaihuLight, in servizio dal 2016, sviluppato dal China's Research Center of Parallel Computer Enginering & Technology ed installato presso il National Supercomputing Center di Wuxi.

Dove si posiziona l'Italia in questo settore?
Fa piacere vedere nella lista il Super Computer dell'ENI, in tredicesima posizione nella classifica generale, ma in effetti al sesto posto, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone, Svizzera e Corea del Sud, con il Super Computer HPC4 della Hewlett Packard (società americana). 

Interessante anche notare che, finalmente, ci si comincia a muovere a livello europeo per la creazione di una industria informatica europea, segno che si è finalmente compreso il ruolo strategico del settore. Infatti ad ottobre il Consiglio dei Ministri Europeo ha dato il proprio sostegno al piano di investimento della Commissione Europea che prevede lo stanziamento di un miliardo di euro per la costruzione di una infrastruttura di calcolo europea.  
Attendiamo dunque, nella speranza di vedere prossimamente il primo Super Computer totalmente europeo...

Alessandro Rugolo

Immagini:
- https://www.energy.gov/ea/lawrence-livermore-national-laboratory;
- https://hpc.llnl.gov/hardware/platforms/sierra

Per approfondire:
- https://computation.llnl.gov/computers/sierra
- https://hpc.llnl.gov/hardware/platforms/sierra
- https://www.llnl.gov/news/llnl%E2%80%99s-sierra-third-fastest-supercomputer
- https://www.top500.org/lists/2018/06/
- https://www.cineca.it/it/news/la-commissione-europea-investe-1-miliardo-di-%E2%82%AC-supercomputer-europei-livello-mondiale

domenica 4 novembre 2018

Cybersecurity, cybercrime, cyberwar: fare informazione nell’era delle post verità, dei troll e delle fake news

Questo il titolo del convegno che si terrà il 5 novembre a Bologna presso l'auditorium della Regione Emilia Romagna, organizzato dalla Fondazione Ordine Giornalisti Emilia-Romagna.


Ancora una occasione per discutere e far chiarezza su "vulnerabilità e minacce nell’era dell’informazione digitale e dell’intelligenza artificiale", grazie alle sperienze di operatori provenienti dal mondo istituzionale, accademico, dell’industria e del giornalismo.

Relatori e moderatore ci guidano attraverso il cyberspace. 

Geo Ceccaroli (dirigente Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia-Romagna) parlerà del "fenomeno del Cybercrime e l’impegno quotidiano della Polizia Postale e delle Comunicazioni". 

Gian Piero Siroli (ricercatore Dipartimento di Fisica Unibo e CERN di Ginevra)terrà una relazione su "La Cybersecurity del sistema socio-economico e produttivo, dall’Internet of Things alle fabbriche intelligenti".

Marco Prandini (coordinatore Laboratorio Nazionale di Cybersecurity – nodo di Bologna e docente Master di Digital Tecnology Management/Cybersecurity – Bologna Business School) parlerà della "cybersecurity e Intelligenza Artificiale: il tema della sicurezza in un mondo che è già realtà". 

Andrea Melegari (Marketing & Innovation Officer di CY4Gate, membro CdA Expert System, CY4Gate e Expert System USA) ci introdurrà al difficile compito di "Fare informazione nell’epoca delle post verità, delle fake news, degli hacker e dei troll".

Infine Gianandrea Gaiani (giornalista, scrittore, opinionista, direttore responsabile di Analisi Difesa) ci aiuterà a definire gli aspetti salienti riguardanti i temi della “dimensione cyber” del mondo attuale (security, war, crime) e le minacce alla libertà di in-formazione e di opinione (fake news e post verità).

Difesaonline, sempre attenta a questi eventi, parteciperà in veste di moderatore.

Alessandro RUGOLO

Per iscrizioni e approfondimenti:

http://odg.bo.it/fondazione/calendario/cybersecurity-cybercrime-cyberwar-fare-informazione-nellera-delle-post-verita-dei-troll-e-delle-fake-news/

sabato 3 novembre 2018

Guerra delle Informazioni: il ruolo di Microsoft tra USA e India

E' apparsa qualche giorno fa, su DNAIndia.com, giornale pubblicato a Mumbai
in lingua inglese, la notizia che la Microsoft condivide abitualmente i dati finanziari dei suoi clienti con le agenzie di Intelligence statunitensi.

L'autore del pezzo fa riferimento ad un report della Reserve Bank of India, da cui sembra che tale criticità fosse ben evidenziata e nota alla Banca in questione sin dal momento in cui ha deciso di installare il servizio di gestione di posta elettronica Microsoft Office 365 cloud. Infatti nel documento di analisi dei rischi della Banca, dice l'articolo, questa possibile condivisione di dati era evidenziata. Nell'articolo si pone enfasi sul fatto che gli utenti potevano non essere informati, ma la banca sapeva tutto.
Secondo i dati forniti vi sono più di cento milioni di persone che utilizzano il servizio Microsoft 365 cloud per fini commerciali, potenzialmente dunque, i loro dati finanziari potrebbero essere stati condivisi con agenzie di intelligence statunitensi.

La Microsoft ha replicato affermando che in nessun caso fornisce dati ad agenzie governative di qualunque stato del mondo a meno di richieste effettuate secondo procedure legali previste dalle norme.

Lasciamo ora il caso particolare per alcune considerazioni generali.

In primo luogo, i servizi in cloud sono sicuri? E se si, da quale punto di vista? Il punto di vista utente potrebbe essere molto diverso dal punto di vista della banca o di altri operatori...

La Microsoft ha da tempo intrapreso una strada che porta verso il cloud. Ciò comporta la "condivisione", passatemi il termine, di dati su spazi gestiti e manutenuti da organizzazioni esterne alle aziende e con le quali vi sono dei contratti specifici che garantiscono un determinato livello di servizio e di "sicurezza". Ma quanto questi contratti siano rispettati è una cosa impossibile da verificare, si tratta dunque solo di fiducia? In teoria, in caso di mancato rispetto del contratto è possibile fare causa... ma che senso ha e quali sono le probabilità di vincere una causa internazionale contro un multinazionale? 
La domanda non ha bisogno di analisi per trovare la risposta.

Di contro, c'è da dire che, dal punto di vista tecnico, la complessità dei sistemi informativi attuali richiede per la loro gestione delle strutture (organizzazioni) complesse e dotate di personale altamente specializzato per cui i Data Center delle grandi organizzazioni sono sicuramente più sicuri e meglio gestiti delle piccole sale server.

Cosa è meglio allora?
Cloud o dati custoditi in casa?

Io non ho la risposta. Posso solo dire che in un caso e nell'altro vi sono vantaggi e rischi che vanno analizzati (e non tutti sono in grado di farlo) e gestiti (ed ancora una volta, non tutti sono in grado di farlo).

Per concludere, alcune considerazioni personali, su un altro piano:
Da come la cosa è stata presentata sul giornale indiano, sembra che la guerra delle informazioni abbia raggiunto anche l'India. 
Da dà pensare il momento in cui ciò accade. 
Ricordiamo infatti che fino a qualche mese fa India e Stati Uniti discutevano amichevolmente su come stringere i loro rapporti in ambito Difesa, come condividere dati e informazioni militari e come rinforzare la cooperazione militare in generale. Diversi meeting hanno visto l'interessamento del presidente Trump e del Segretario di Stato Mike Pompeo e del Segretario alla DIfesa Mattis da una parte e il Ministro degli Esteri Sushma Swaraj e il ministro della Difesa Nirmala Sitharaman dall'altra. In settembre è stato firmato un trattato internazionale che faceva prevedere una più stratta collaborazione tra i due paesi. 
Poi però l'India firma un contratto per l'acquisto del sistema antimissile russo S-400 e la cosa non va a genio agli americani che minacciano sanzioni.
Sullo sfondo, ricordiamoci che l'India ha una formidabile industri informatica, basata sull'Università e sulla ricerca, cosa che la pone, potenzialmente, su un piano egualitario con gli USA...
Allora viene da pensare, questa della Microsoft potrebbe essere solo una scaramuccia tra amici-nemici o...

Alessandro RUGOLO

Immagine: www.dnaindia.com

- https://www.dnaindia.com/business/report-dna-money-exclusive-microsoft-shared-indian-bank-customers-data-with-us-intel-2680752;
- http://trak.in/tags/business/2018/11/02/microsoft-shared-financial-data-of-indians-with-us-intelligence-indian-banks-knew-this/
- https://mspoweruser.com/report-microsoft-shares-banking-data-of-indian-customers-with-us-intelligence-agencies/;
- https://www.theinquirer.net/inquirer/news/3065535/microsoft-shared-indian-bank-data-with-us-intelligence-without-warning-customers
- https://www.reuters.com/article/us-india-usa/us-india-seal-military-communications-pact-plan-more-exercises-idUSKCN1LM0PD;
- https://thediplomat.com/2018/08/re-shaping-india-us-defense-cooperation-in-the-indo-pacific/;
- https://www.pbs.org/newshour/world/india-signs-deal-for-russian-air-defense-systems-despite-u-s-sanctions-threat;
- https://edition.cnn.com/2018/10/05/asia/india-s400-deal-intl/index.html;
- https://edition.cnn.com/2018/10/05/asia/india-s400-deal-intl/index.html



giovedì 1 novembre 2018

Francia, Europa, Mondo... come tra le due Guerre!

I francesi questa mattina si sono svegliati con le parole tranquillizzanti del loro
presidente: "Il momento che stiamo vivendo assomiglia a quello tra le due Guerre", riferendosi alle guerre mondiali del secolo scorso.
Le dichiarazioni del presidente francese, comparse in una intervista pubblicata su Ouest France, il quotidiano più letto in Francia (considerato di posizione centrista), il più letto al mondo nella comunità francofona, evocano spettri che fanno ancora parte dell'inconscio collettivo, ma a quale scopo?
La frase in effetti riassume bene la situazione politica in Europa, soprattutto se si legge il resto della sua dichiarazione: "l'Europa affronta un rischio: quello di essere smembrata dai nazionalismi e di finire sotto l'influenza di potenze esterne..." e quindi insiste sulla similitudine tra l'Europa dei nostri giorni e quella degli anni '30, in entrambi i casi l'Europa era divisa dalla paura, dalla ripresa dei nazionalismi, dalle conseguenze della crisi economica. Per il presidente Macron l'Europa sta rivivendo quel periodo...
Le dichiarazioni arrivano in un momento storico molto particolare, la celebrazione del centenario della fine della prima guerra mondiale, celebrazioni che si concluderanno con la cerimonia dell'11 novembre presso l'Arc de Triomphe, alla presenza di un centinaio di dirigenti di tutto il mondo.
Ma non solo, sullo sfondo, poco più distanti, le elezioni Europee del maggio 2019 e la campagna elettorale già cominciata.
Nell'intervista, il presidente Macron va oltre affermando che l'Europa rischia di perdere la propria sovranità. Ovvero la sicurezza europea dipendente dalle scelte americane, avere la Cina sempre più presente nel campo delle infrastrutture essenziali e la Russia sempre più influente sui mercati finanziari che oltrepassano i confini nazionali.
La soluzione, per il presidente francese, è una Europa forte e più indipendente ma unita, in questo senso si capiscono anche altre iniziative come la European Intervention Initiative, solo a titolo d'esempio.
Quanto poi le sue parole siano state influenzate da alcuni avvenimenti recenti in campo industriale, come la scelta del Belgio di acquisire gli F35 dal colosso americano Lockheed Martin, in vece che i Rafale o i Typhoon o dalle perdite della Total a seguito della politica estera USA che questa estate hanno spinto la prima società petrolifera francese ad abbandonare i progetti di investimenti in Iran, questo è tutto da accertare.

Alessandro Rugolo



Immagine: sudouest.fr


Per approfondire:
- https://www.ouest-france.fr/politique/emmanuel-macron/info-ouest-france-emmanuel-macron-le-moment-que-nous-vivons-ressemble-l-entre-deux-guerres-6045961;
- https://www.ouest-france.fr/politique/emmanuel-macron/info-ouest-france-emmanuel-macron-le-moment-que-nous-vivons-ressemble-l-entre-deux-guerres-6045961;
- https://www.huffingtonpost.fr/2018/10/31/macron-frappe-par-le-climat-dentre-deux-guerres-qui-sobserve-en-europe_a_23577348/;
- https://www.sudouest.fr/2018/11/01/emmanuel-macron-le-moment-que-nous-vivons-ressemble-a-l-entre-deux-guerres-5530277-7527.php;
- https://www.lci.fr/politique/dans-ouest-france-emmanuel-macron-met-en-garde-contre-la-lepre-nationaliste-et-compare-l-europe-actuelle-a-celle-de-l-entre-deux-guerres-2103212.html;
- https://actu.orange.fr/politique/ciollomb/le-moment-que-nous-vivons-ressemble-a-l-entre-deux-guerres-alerte-emmanuel-macron-avant-les-commemorations-du-11-novembre-francetv-CNT00000182Qnb.html;
- https://www.theguardian.com/world/2018/jun/25/nine-eu-states-to-sign-off-on-joint-military-intervention-force;
- https://www.lesechos.fr/industrie-services/air-defense/0600034653032-la-belgique-choisit-le-f-35-americain-pour-sa-flotte-davions-de-chasse-2216635.php;
- http://www.businessinsider.fr/us/total-pulls-out-of-48-billion-iranian-oil-project-under-us-pressure-2018-8;