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venerdì 12 ottobre 2007

A.I.D.S. SAPPIAMO DAVVERO COS'E'?

Cominciamo dal nome completo...
ACQUIRED DEFICIENCY SYNDROME (sindrome da immunodeficienza acquisita).
La sindrome è attribita ad un virus specifico, tale HIV ,che causa la progressiva distruzione delle difese anticorporali esponendo così l'organismo ad un elevato rischio di infezioni e di tumori a livello linfatico. Si trasmette per via EMATICA (siringhe, trasfusioni... e NON dando una mano!)per via SPERMATICA (e NON c'è pericolo nel bere un caffè insieme!) e in caso di gravidanza dalla madre al feto.Sono considerati particolarmente esposti al contagio i tossicodipendenti e gli omosessuali,ma questo non esonera tutti gli altri...c'è una paura fondata dalla troppa informazione sbagliata e si tende ad emarginare e a guardarsi da chi ha fatto scelte di vita sbagliate o da chi si è trovato contagiato. Inutile negare il pericolo, la trasmissione è uno dei lati peggiori di questo virus, ma basta un po' di attenzione.
Oggi facendo il turno in ospedale ci è capitato un signore sieropositivo a cui bisognava suturare una semplice ferita alla mano. E' stato un caos, tutti che avevano qualcosa di più urgente da fare, lasciando così un caso 'bianco' per ore ed ore in sala d'aspetto...
è stato demotivante rendersi conto che c'è gente che lavora in ospedale, che a casa ha appesa la laurea in medicina e poi si comporta da bambino... e così mi sono offerta per questa medicazione... e indovinate un po'? Non ho dovuto neanche insistere!!! Era un signore come tanti... anzi... pieno di paure perché consapevole di poter far del male a qualcuno.Non abbiate timore di una possibile trasmissione, perché il contagio più brutto è l'indifferenza e la non accettazione nei loro confronti.
Non so se sono riuscita a convincervi ma credetemi... offrire un sorriso e stringere una mano senza guardare se si hanno ferite fresche non ha prezzo... la dignità umana non ha prezzo, peccato che a volte, troppo spesso lo dimentichiamo...
Adriana Antonelli

giovedì 11 ottobre 2007

Addio Marcello...

(Morte di un Amico)

Proprio ieri pensavo a te,
non so perché mi sei tornato in mente così,
di colpo, dopo tanto tempo!
Amico di tempi passati.

Forse la tua anima ha mandato un ultimo disperato saluto …
e la mia l’'ha ricevuto …
forse nient’altro che una coincidenza,
non la prima, neanche l’ultima!

Eccoci qua, io e la mia penna e i ricordi di allora,
tutti assieme concentrati per porgerti un ultimo saluto, Marcello,
Amico mio dei tempi passati.

E dunque, Addio,
o, forse, è meglio dire …
“A si bbiri …”

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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"A si bbiri" in Sardo significa Arrivederci...

martedì 9 ottobre 2007

L'Amerigo Vespucci a Porto Torres

L'Amerigo Vespucci il 30 settembre è arrivata a Porto Torres in occasione delle manifestazioni per il decennale del parco dell'Asinara... continua




Paola e Gavino FADDA

Leucippo (Mileto V secolo a.C.)

Filosofo greco, apprende da Zenone la filosofia eleatica.
E' autore del saggio "Il grande ordinamento dell'universo" e di un'opera "sulla mente".
Leucippo pare sia stato il primo filosofo greco a considerare gli atomi come elementi costituenti la materia.
Fu maestro di Democrito.

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

domenica 7 ottobre 2007

Le tasse nell’Antico Egitto

Nell’Antico Egitto le tasse erano pagate con il lavoro o in natura.
Considerando che il popolo egiziano apparteneva al re, era a lui che i suoi sudditi dovevano, in cambio del cibo, prestazione lavorativa gratuita.
Solo gli artigiani e i contadini, la parte produttiva egiziana, era soggetta al pagamento delle tasse. Durante l’epoca tinita furono fatti vari censimenti che permettevano di conoscere le future entrate con ampio anticipo. Come avveniva? Si valutava il presunto rendimento dei campi al momento della mietitura, calcolo fatto osservando l’altezza raggiunta dalle piene del Nilo. L’ammontare dell’imposta era poi conteggiato dagli scribi. L’importo delle tasse non era lasciato al potere decisionale degli scribi, ma il tutto era seguito da funzionari che dovevano osservare una prassi determinata. Erano rari i casi in cui un contadino doveva versare un tributo che non era in grado di pagare. Tuttavia gli abusi esistevano. Chi si riteneva vittima poteva fare le sue rimostranze ed era ascoltato. Vista la diversità degli oggetti provenienti dalla riscossione delle tasse, che svariavano dal grano ai pesci, dalle pelli conciate agli incensi, le città erano tutte dotate di grandi magazzini per lo stoccaggio. Anche i templi erano soggetti al pagamento delle imposte, salvo che non fossero in possesso di una carta d’immunità (ar), depositata negli archivi reali, dove erano elencati diritti e doveri.
Frequenti sono le raffigurazioni, tra le pitture tombali, di scene di prelievo delle imposte nei campi e delle bastonature inflitte ai recalcitranti contadini.

Sabrina BOLOGNI

sabato 6 ottobre 2007

Spaghetti alla bottarga... e non solo!

Dopo una dura giornata di lavoro, finalmente, rientro a casa, non vedo l’ora di sedermi a tavola... Apro il frigo e ... mi sento subito male!
Ho dimenticato di fare la spesa! Non so proprio cosa cucinare questa sera, il frigo è praticamente vuoto, si intravede una foglia di sedano sul fondo, un solo (sigh!) pomodoro e ... e poi basta! Dovrò inventarmi qualcosa ... penso ... che faccio?
Sono sul punto di uscire, andrò a mangiare una pizza, poi... ricordo... dovrei avere un barattolo di bottarga[1] in frigo....
Torno verso la cucina e controllo meglio, in effetti è proprio lì, mezzo vasetto di bottarga di muggine...sono salvo!
Così decido di mettermi ai fornelli e, come ho già fatto tante volte, prendo il vecchio mestolo di legno che mi regalò mia nonna Cenza e preparo gli ingredienti per la pasta... Una padella, abbondante olio d’oliva, la foglia di sedano e il pomodoro tagliata a dadetti piccoli...
Come verso l’olio sulla padella il suo intenso profumo mi risveglia l’appetito... aggiungo il sedano e faccio rosolare un attimo... L’acqua per la pasta é pronta, verso gli spaghetti fini, anche perché non ho altro ...
La pasta è al dente, fumante, la scolo velocemente Aggiungo la bottarga all’olio bollente, dieci secondi ed è pronta... verso la pasta e la faccio saltare per un minuto senza farla attaccare... Il piatto é pronto, verso dunque il pomodoro fresco in pezzetti direttamente nel piatto e mescolo il tutto.
Ancora un pizzico di bottarga sul piatto, un filino di olio crudo e due foglie di basilico per completare l’opera.
La cena é servita!
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[1] La bottarga è un prodotto caratteristico della Sardegna, si tratta di uova di pesce (tonno o muggine) lasciate essiccare e poi grattugiate e usate per condire la pasta.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Nuovi collaboratori, Paola e Gavino Fadda


Salve a tutti, Tuttologi, amici dei Tuttologi e lettori,
Oggi vi presento una nuova coppia di collaboratori, Paola e Gavino.

Sono certo che porteranno all'Accademia appassionati contributi.

E allora, ben arrivati...



Alessandro Giovanni Paolo Rugolo