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sabato 21 novembre 2009

Ciropedia... sull'assistenza ai malati

Precedenti:

Ciropedia, ovvero "Sulla educazione di Ciro", di Senofonte

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Alcune volte si pensa che solo oggi la civiltà umana é riuscita a creare delle istituzioni volte a proteggere i più deboli... penso alla Sanità e alle pensioni. Ma siamo sicuri che sia cosi?
Ancora una volta voglio provare a intervistare un amico, un Maestro che dal passato di tanto in tanto mi viene a trovare dopo che io per primo gli ho aperto la porta.
Parlo di Senofonte...

"Eccomi, sono già qua, ti aspettavo..."

Come sapevi... perdonami, domanda stupida!

"Non preoccuparti Alessandro, chiedi ciò che vuoi, non esistono domande stupide ma solo stupide risposte!"

Grazie Maestro...

"Senofonte!"

Certo, Senofonte... pensavo alle conquiste dei nostri tempi nei campi dell'assistenza ai malati, pensavo che forse ai tuoi tempi le cose erano diverse, molto più difficili...

"Si, la vita era molto più complicata... e allo stesso tempo molto più semplice. Ma rispetto alla tua idea che voi "moderni" abbiate inventato l'assistenza ai più deboli, beh... devo dire che non é proprio così! Ancora una volta ti parlerò di Ciro e della sua saggezza e lungimiranza.
Devi sapere che Ciro osservava il suo popolo, i suoi amici e le loro esigenze, sempre alla ricerca del modo migliore per fare loro del bene, che poi corrisponde al fare del bene a se stessi perché se si fa del bene agli amici si riceve in cambio rispetto e aiuto in caso di necessità..."

Certo...

"e così gli ci volle poco a capire che la maggior parte degli uomini pensa a vivere bene la propria vita senza pensare al fatto che occorre mettere da parte qualcosa per i periodi di malattia e di difficoltà. Ciro, resosi conto di questo, decise di impiegare la sua forza e i suoi beni, ma soprattutto il suo acume e la lungimiranza, per tentare di risolvere questo problema."

Stai dicendo che creò una struttura diretta a garantire la salute?

"Si, forse non come la intendete oggi voi, ma sicuramente utile ed efficace!
Ciro radunò intorno a se i migliori medici, grazie alla paga che era in grado di garantire e si procurò ogni cosa potesse essere utile, strumenti, medicine, pozioni... tutto ciò era accentrato nella reggia e lui cercava di usare quanto aveva per curare gli amici e coloro che potevano essere utili allo Stato...
Certo, non tutti potevano accedere alla Sanità creata da Ciro, ma in molti ne usufruirono!"

Come al solito, mi rendo conto della mia ignoranza solo quando scruto nel passato... difficilmente il presente me ne da occasione!
Senofonte, a nome mio e dei miei amici grazie, per averci aperto gli occhi!

"Figurati, é un piacere parlare con te... torna presto a trovarmi, abbiamo tante cose di cui discutere ancora!"

Non tarderò, te lo prometto...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 14 novembre 2009

Ciropedia, ovvero "Sulla educazione di Ciro", di Senofonte

Senofonte, storico, politico e militare greco vissuto tra il 430 e il 355 a.C. (il circa é però d'obbligo!) ci farà da guida nel mondo dei persiani del VII e VI secolo a.C..
In uno dei suoi numerosi trattati ci parla infatti della educazione e delle imprese di Ciro, figlio di Cambise (re dei persiani del VI sec. a.C.) e di Mandane (figlia di Astiage, re dei Medi).

"Senofonte, posso avere il piacere di parlare con te sulla natura umana e in particolare su Ciro?"

Alessandro, ben trovato... ti aspettavo! Mi chiedevo infatti quando saresti arrivato a me attraverso i miei scritti. So che hai già conosciuto Erodoto, Platone, Socrate, che conobbi anche io...

"Perdonami Maestro, cerco di dedicare tutto il tempo libero ai miei studi... ma il mio maestro è 'Tempo' e la mia guida é 'Curiosità'... per cui non sempre arrivo dove dovrei e nel tempo previsto...!"

Figurati... io e i miei amici ti conosciamo da tanto tempo ormai, non devi giustificarti.

"Grazie Maestro... posso chiederti per iniziare di parlarmi della natura umana e dell'attitudine o meno all'ubbidienza?"

Sai Alessandro, in primo luogo smetti di chiamarmi Maestro, io non lo sono... e poi altrimenti mi costringi a cercare un appellativo anche per te!
Veniamo alla domanda che mi hai fatto. So bene che hai appena finito di leggere il mio scritto "Sull'Educazione di Ciro" per cui ti risponderò volentieri, convinto come sono che discutere sopra ciò che si é letto fa bene e aiuta a capire meglio... Come ben sai tutti coloro che chiamiamo "pastori" possono essere considerati dei capi, i bovari per i buoi, i palafrenieri per i cavalli e così via. Ebbene, il mio libro su Ciro nasce proprio mentre discutevo e riflettevo sul fatto che gli animali sono sempre ben disposte ad obbedire al loro pastore, molto più di quanto gli uomini non siano disposti ad obbedire ai propri capi. Anzi sembrava proprio che gli uomini cospirino soprattutto contro chi aspiri a diventare loro capo. Ecco perché asserisco che la natura umana é tale per cui ad un uomo riesce più facile comandare su tutti gli animali che non sui suoi simili! E' chiaro che questa é una regola generale e prova ne é, ed io la chiamo a testimone 'Storia'! E sempre 'Storia' chiamo a testimone per raccontarci di una eccezione, un uomo che riuscì non solo a comandare con correttezza i popoli sottomessi ma a far si che molti fossero coloro che preferivano avere lui come capo che 'Libertà'!

"Tu parli di Ciro, Senofonte, é corretto?"

Si Alessandro, parlo di Ciro, figlio e nipote di re, e re a sua volta...
Ciro fu capace di governare su tutti i popoli dell'Asia e ciò avvenne, secondo me, per le sue doti naturali ma anche grazie all'educazione che ricevette. Ciro infatti fu educato secondo le leggi della Persia in quanto persiano ma ricevette anche gli insegnamenti dei Medi, grazie a suo nonno Astiage. Ciro fu educato secondo le leggi persiane, leggi che dato il loro carattere preventivo si preoccupano che i cittadini sin dall'inizio della loro formazione siano incapaci di desiderare di compiere azioni malvagie o disonorevoli. Almeno così era ai tempi di Ciro, già quando vissi io le cose erano purtroppo molto diverse, ma questa é un'altra storia!
Devi sapere, Alessandro, che in quei tempi il popolo di Persia era diviso in quattro classi sulla base dell'età e della preparazione. Vi erano i fanciulli, gli efebi, gli adulti e gli anziani... ogni classe aveva i suoi compiti da svolgere e tutti crescevano forti e saggi. A dir la verità, non tutti... perché non tutti potevano studiare, la vita era difficile e per vivere occorreva lavorare. Ma anche oggi é così, mi sembra almeno!

"Si Senofonte, anche oggi é così..."

Capisco...
I giovani venivano educati a rispettare gli anziani, a combattere, ad allontanare l'ingratitudine dal loro cuore. Pensa che chi era in grado di ricambiare un favore e non lo faceva, veniva punito. Questo perché l'ingratitudine era considerata alla base della trascuratezza verso gli Dei, i genitori, la Patria e gli amici!
La caccia era alla base della preparazione fisica e della guerra e doveva essere esercitata tanto dal re che da tutti gli efebi. La caccia serviva a temprare il fisico e gli animi.
Anche sul mangiare i persiani erano moderati, essi mangiavano solo dopo aver fatto attività fisica e si nutrivano per vivere e non per provare piacere. Da questo punto di vista erano esattamente l'opposto dei Medi di Astiage...

"Quindi Ciro fu educato secondo questi principi... ma chi fu il suo educatore?"

Ciro Era figlio di Re e nipote di Re... i suoi educatori furono tanti, alcuni se li procurava lui stesso, ma i migliori educatori furono i suoi genitori e il nonno.
Il padre Cambise fu il suo insegnante di strategia... almeno dal momento in cui si rese conto che l'insegnante che il giovane Ciro pagava non era un granché! Un giorno Ciro chiese al padre dei soldi per pagare gli insegnamenti di strategia che aveva ricevuto e il padre saggiamente lo interrogò più o meno in questi termini: "Figliolo, l'uomo al quale paghi l'onorario in materia di strategia ti ha dato qualche infarinatura di economia? Ti ha parlato di salute e di forza? Ti ha spiegato come infondere coraggio nelle truppe? Ti ha parlato dell'obbedienza e di come ottenerla dagli uomini?"
Ciro rispose che queste cose non gli erano state spiegate e disse che gli era stata spiegata solo la tattica.
Il padre allora chiese: "Dimmi, a cosa serve la tattica se non ci sono provvigioni, se non c'é la salute, se non si conoscono gli stratagemmi per condurre la guerra... Quanto può valere la tattica se non c'é l'obbedienza?"

"Sembra proprio che Cambise fosse un uomo molto saggio... un vero Re!"

Si, doveva esserlo, e suo figlio sarebbe diventato molto più grande, forse perché ascoltò i suoi insegnamenti! Cambise spiegò al figlio che occorre sempre prevenire le malattie con una vita corretta e con il movimento per evitare che le truppe si ammalino, gli spiegò che un capo deve preservare la sua credibilità astenendosi sempre dal parlare di cose che non si conoscono o non sono sicure e che infine occorre sempre incentivare l'obbedienza con riconoscimenti, lodi e onori e punire la disobbedienza con disonore e biasimo! E ancora gli spiegò che l'obbedienza può ottenersi con la forza ma che é molto meglio ottenerla spontaneamente...

"gli uomini infatti obbediscono molto più volentieri a chi appaia più accorto di loro quando si tratta dei loro stessi interessi... dunque per ottenere obbedienza occorre apparire più saggio di chi deve obbedire e il modo migliore per apparire più saggio degli altri é esserlo!"

Queste furono le parole di Cambise al figlio Ciro...

"Grazie Senofonte... grazie per ciò che hai voluto raccontare... grazie per i tuoi insegnamenti, Maestro! E se me lo permettete voglio ringraziare anche 'Tempo' e 'Storia' per il loro intervento a mio favore. Ora devo andare Senofonte, ma tornerò presto a trovarti ora che conosco la strada."

Grazie a te Alessandro per avermi dato la parola e ti aspetto... non tardare troppo però, ho ancora tante cose da raccontare!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 1 novembre 2009

L'enigma della lingua Etrusca... prime curiosità!

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Necropoli di Cerveteri

Mostra "Gli Etruschi e la Sardegna"

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Ieri ho iniziato a leggere un libro comprato l'anno scorso durante la visita ad una mostra sugli Etruschi, mostra che si teneva in Sardegna... Sardi ed Etruschi accomunati dal mistero del loro passato!

Il libro ci parla della lingua Etrusca e dei testi sopravvissuti al tempo. Spesso si tratta di testi funerari e le parole usate sono quasi sempre le stesse... ma meglio che niente!
Dall'Egitto arriva il cosiddetto "libro di Zagabria"... un rotolo di lino scritto in Etrusco usato per avvolgere una mummia di una donna Egizia risalente ad un periodo tra il I° secolo a.C. e il I secolo d. C., ora custodita a Zagabria.
Alcuni testi bilingue aiutano la traduzione... uno di questi é conosciuto col nome di "lamina di Pyrgi" e vi si può leggere una iscrizione in Etrusco e Fenicio.
Da una tavoletta per la scrittura, detta Marsiliana d'Albegna, sappiamo che l'alfabeto Etrusco aveva 26 lettere...
Generalmente i testi si scrivevano (e leggevano) da destra a sinistra, anche se vi sono delle eccezioni!
Sembra che nell'Isola di Lemno vi fosse un gruppo che usava una lingua molto simile all'Etrusco. Esistono anche delle testimonianze antiche che fanno risalire gli Etruschi ad una popolazione proveniente dall'area greco/turca... ne parlarono Erodoto, che li chiamava Tirreni, Tucidide e Dionigi di Alicarnasso che ci riferisce di una leggenda che vede gli Etruschi partire da Lemno per arrivare prima a Crotone, ora Cortona, per poi occupare buona parte della penisola... secondo i racconti riportati da vari storici che lo precedettero gli Etruschi o Tirreni sarebbero quelli che i greci conoscono come Pelasgi. Dionigi di Alicarnasso però non condivide questa teoria e afferma che gli Etruschi o Tusci, così chiamati dai Romani, si davano il nome di "Rasenna", da uno dei loro capi.
Potrei continuare citando altre curiosità sia sulla lingua che sulla storia ma per ora é tutto!
Alla prossima.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 29 ottobre 2009

Perdono

Ad un figlio mai nato

voglio chiedere perdono.


A lui

che è stato concepito senza chiederlo

e gli è stata negata la vita.


Che nessuno voleva

pur essendo frutto

di un atto d’amore.


Che

non ho avuto la forza d’amare abbastanza

per farlo crescere nel mio grembo.


Ad un figlio

che aveva un cuore e gli è stato strappato

lasciando nella mia anima,

una ferita sanguinante.


Che

che poteva essere gioia

ed è stato dolore.


Ad un figlio

che non potrò mai guardare negli occhi

voglio chiedere

perdono.


Maria Piera Pacione

mercoledì 28 ottobre 2009

I "Fenici" non sono mai esistiti... Abstract

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I “Fenici” non sono mai esistiti...

Kircandesossardos di Mikkelj Tzoroddu

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Voglio tornare ancora una volta sull'argomento dei Fenici perché la cosa mi appassiona...
Lo farò semplicemente pubblicando la sintesi dell'intervento di Mjkkeli al prossimo Convegno.
Credo che in parte chiarisca il suo pensiero sui Fenici.
Chi vorrà approfondire lo potrà fare partecipando al Convegno o, fra qualche tempo, leggendo gli atti del Convegno stesso.
Ma ora lascio la parola all'amico e studioso Mjkkeli.

"...E’ l’estratto di un lavoro che porta nulla di nuovo nel panorama storico che accomuna gli accadimenti che presero vita fra il II ed il I millennio a.C. Infatti, tutto ciò che è qui evidenziato, da sempre trovasi presente nei testi adibiti allo studio, ma gli esploratori del passato hanno un limitato interesse: propugnare le loro acquisizioni portandovi col tempo piccole modifiche, senza mettere in discussione quanto propugnato dalla propria scuola. I lettori, indifesi, tendono a dare il più grande credito agli scritti a motivo dell’alto pulpito che li genera, senza mai immaginare quanta insicurezza alberghi nel sapere dei più alti.

Qui si decide di attivare una ricerca che ripercorre gli ultimi ottanta anni, onde valutare quanto vi sia di accettabile sul piano dei principi rigorosamente logici. Si tratta di una autopsia, pressante ed impietosa, di testi ritenuti più significativi, che evidenzia incongruenze, inesattezze, errate deduzioni, paradossali determinazioni degli autori, scoprendosi un modello di scientifico incedere, decisamente fuori dalle regole.

Essenziale motivo della dimostrazione trovasi nella dottrina dispensata dal più grande studioso italiano della materia, Sabatino Moscati. Proprio quando egli decide di tacitare i suoi dubbi reconditi ed il numero sempre crescente di voci avverse, con un testo che tende proprio a dimostrare chi fossero i Fenici, produce il naufragio delle sue posizioni sulla esistenza di un popolo fenicio e di una nazione fenicia."

Ora, detto questo, a voi tutti é data la possibilità di approfondire...

Ricordate, il V Convegno ICHNUSA si terrà il prossimo 1° novembre alle ore 15,30 a Decimomannu (CA) in via A. Moro (snc), nella sede dell’Associazione Athenaeum.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 25 ottobre 2009

Sicilia: 11 gennaio 1693

Questa data non portò fortuna alla Sicilia!

Un terremoto di enorme potenza distrusse città e paesi della regione, tra queste Siracusa, Augusta e Messina.
Solo due giorni prima un altro terremoto aveva sconquassato la val di Noto e il paese era stato distrutto e ricostruito poi in una posizione differente.

Santi Correnti nel suo libro "Storia di Sicilia" ci dice che Catania aveva a quei tempi circa ventisettemila abitanti, di questi diciottomila morirono!

Ad Acireale un canto popolare conserva il ricordo di ciò che accadde in quei tempi lontani...

"All'ùnnici jnnaru e non ni stornu
pp'aviri offisu a Diu tantu supernu
'n tempo 'n mumentu, si vitti 'ntro 'n gnornu,
Morti, giudiziu, Paradisu e 'Nfernu.
L'ùnnici jnnaru a vintun'ura
a Jaci senza sonu s'abballava!
Cu' sutta petri, cu' sutta li mura,
e cu' misericordia chiamava!
Santa Vénnira, nostra prutittura,
sutta di lu sò mantu ni sarvava."

Auguriamoci di non vivere mai una cosa del genere e studiamo la storia per evitare errori già fatti da altri!

Anche Messina venne danneggiata durante il terremoto, ricostruita riprese per un certo periodo la sua floridità ma solo novanta anni dopo (1783) un nuovo terremoto la distrusse nuovamente...

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 24 ottobre 2009

Visita a Lucerna

Lucerna...

o Luzern come dicono i suoi abitanti...

splendida cittadina sul lago Vierwaldstattersee ovvero "Lago dei quattro Cantoni"!

Nel XIV secolo venne costruito il Kapellbrücke, ponte di legno coperto, al suo interno é possibile osservare diversi pannelli in legno con le immagini dei tempi antichi.

Poco oltre, un altro ponte, anch'esso in legno, chiamato Spreuerbrucke, chiamato anche "Ponte della danza della morte" per i tanti pannelli raffiguranti immagini raccapriccianti di scheletri in mezzo alla gente... forse ricordo di una peste o di qualche tragico accadimento...

Il simbolo della città é la "Torre dell'Acqua", costruita nel 1300...

Passeggiare per le vie di Lucerna é un piacere per gli occhi e per il palato...
e non potrete andar via senza avere assaggiato un Bretzel originale!

Sopra la città si possono ancora visitare le mura di Musegg e alcune torri della vecchia fortificazione, e che panorama da lassù!

Il lago é abitato da pesci e animali di vario genere, bellissimi cigni curiosi e affamati vi saluteranno rumorosamente... a patto che gli diate qualcosa da mangiare!

Lucerna... bellissima perla di lago,


addio,
anzi no, arrivederci...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO