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domenica 29 gennaio 2012

Testimonianze dal passato: i Giudici in Sardegna

Ci fu un periodo in cui i Giudici governavano la Sardegna.
Erano quattro e si spartivano l'Isola.
Ma quando e chi ci testimonia la loro presenza?
La notizia più antica che ci è giunta riguarda una lettera di Papa Gregorio VII che scrive ai Giudici intorno all'anno 1079 d.C. per presentare il nuovo arcivescovo di Torres, Costantino, da lui appena nominato. Ma vediamo cosa ci ha lasciato scritto Gaetano Moroni, primo aiutante di camera si sua santità, nel suo "Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni", pubblicato a Venezia nel 1845.

"Rivolgendo i suoi sguardi alla Sardegna Gregorio VII consacrò in Capua arcivescovo di Torres Costantino e lo munì d una lettera pei così detti giudici o sovrani dell'isola per far rivivere in quel popolo l'antica affezione alla santa Sede e ristabilire tra la chiesa di Roma e gl'isolani quella concordia ch'erasi con grave detrimento del culto guastata promettendo loro di spedirgli quanto prima un legato per istruirli delle sue ulteriori determinazioni. Costantino ricevette pure l'incarico di predisporre gli animi del popolo a risguardar la Sardegna quale immediato antico dominio della santa Sede e di guadagnarsi i nobili e i più autorevoli giudici. Ma costoro imponendo silenzio a Costantino vollero che un di loro per nome Orzocco giudice di Cagliari trattasse direttamente col Papa il quale volle che tutti i giudici fossero chiamati a deliberare e che gli si comunicassero le risoluzioni dell adunanza che se nel termine d'un anno non gli davano soddisfacente risposta egli farebbe valere i diritti della Chiesa. E in fatti al principio del 1080 il vescovo di Populonia fu mandato legato apostolico a trattare con Orzocco il quale lo accolse con onore e si sottomise quietamente ai voleri del Papa. Questi allora dichiarò agl'isolani che già da gran tempo i normanni, i toscani, i lombardi e perfino parecchie tribù montanare andavano implorando alla santa Sede la permissione di conquistar la Sardegna, promettendo fede e tributi da vassalli in compenso della bramata licenza, ch'egli non aveva voluto cedere alle istanze di alcuno prima di essere dai suoi legati istruito qual fosse l'animo dei sardi verso la Chiesa, che adesso essendosi ricoverati sotto la protezione di s. Pietro e fatti pupilli del romano Pontefice si tenessero sicuri da ogni offesa per degli stranieri. All'arcivescovo poi di Cagliari, Giacobbe, ed al suo clero impose di radersi la barba per uniformarsi al costume della chiesa occidentale."

Ecco dunque le prime tracce di questi Giudici dell Sardegna.
Proverò a seguirle per vedere dove portano, anche se per ora sembra chiaro...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 27 gennaio 2012

Antichi nomi greco-romano-illirici nel mondo

(e il loro significato in albanese)

Questo il titolo del libro che ho ricevuto dall'amico Skender Hushi, questo il libro che oggi voglio presentarvi in un modo un po particolare.
Come? 
E' presto detto, con l'introduzione al libro... scritta da me tempo fa!

E allora buona lettura, e i migliori successi a Skender!


"A volte capita, per caso, di conoscere qualcuno che ha i tuoi stessi interessi, a volte la vita passa senza che ciò accada...
Qualche tempo fa, su facebook, ho postato una foto rappresentante una tipica maschera della Sardegna, di Mamoiada per la precisione, una maschera conosciuta col nome di "Mamuthone". Skender ha commentato quella foto, facendomi notare che anche da loro vi erano delle maschere molto simili. 
Così, per caso, è nata una amicizia e una collaborazione basata sulla comune passione per l'antico e sulla ricerca di un nuovo modo di leggere la storia antica.
Quanto ha influito la lingua Albanese sulle lingue oggigiorno in uso in Europa?
Quante parole, toponimi e nomi di persona riprendono vita e significato se interpretate con l'uso della antica lingua Albanese e dei suoi ancor più particolari dialetti?
Domande cui solo in parte si è data risposta.
Domande spesso ignorate dagli studiosi delle lingue europee ma che nel libro di Skender Hushi, "Antichi Nomi greco-romano-illirici nel mondo (e loro significato in Albanese)", trovano risposte e aprono nuovi interrogativi!

Leggendo le prime pagine mi sono imbattuto in curiosità che meritano di essere approfondite e studiate. Per fare un esempio per tutti, la parola "Egiziano", E-giz-ian, e-gjis-jane, secondo Skender assume il significato di: “sono parte della nostra famiglia“. 
Se si pensa a quali siano stati i rapporti tra gli Egizi antichi e tutti i popoli del mediterraneo, che si recavano in Egitto per studiare e apprendere i misteri delle antichità, ciò assume un particolare significato.
Così, pagina dopo pagina, mi sono reso conto di quale enorme patrimonio linguistico sia ancora esistente a pochi chilometri da noi italiani, dall'altra parte dell'Adriatico... in Albania.
Nomi di persona trovano finalmente un senso a riprova della antichità della lingua Albanese che, secondo Skender, è ciò che resta di una lingua molto antica, la lingua di un popolo scomparso da tempo ma  presente nelle leggende e nei dialoghi più interessanti e misteriosi di Platone, il Timeo e il Crizia: la lingua del popolo di Atlantide.
Che dire ancora?
In bocca al lupo Skender, a te e al tuo popolo e alla tua lingua, così particolare e così antica... e chissà se, un giorno, anche io riuscirò a capirla e apprezzarla."



Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


mercoledì 25 gennaio 2012

Incongruenze...

Quando sei piccolo ti spiegano le cose in modo semplice,
affinché tu acquisisca certezze...

Quando cresci ti rendi conto che la realtà è molto più complessa di ciò che ti era stato detto,
così acquisisci la capacità di dubitare!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 20 gennaio 2012

Storia d'Italia 1831 - 1861

Chi, come me, è nato negli anni '70 ha certamente sentito parlare di Indro Montanelli, grande giornalista e autore di tantissimi libri tra cui "L'Italia del Risorgimento", di questo libro e del periodo cui si riferisce cercherò brevemente di parlarvi.
Naturalmente lo farò a modo mio, il mio scopo è infatti quello di incuriosire e spingere chi mi legge ad approfondire i testi di cui parlo.
E' curioso leggere di come, in quegli anni, sia nata l'Italia... e dalla nascita burrascosa si può capire tanto di come poi si sia evoluta!
Erano anni in cui vi erano grandi personaggi ma anche, come in ogni tempo, tanti piccoli uomini!
Era quello il tempo di Ferdinando di Borbone, che Montanelli racconta essere stato ben diverso dal padre e dal nonno, poltroni e perditempo. Lo descrive come non troppo istruito ma energico ed entusiasta anche se abbastanza rustico, lui ereditò il regno delle due Sicilie in questo periodo travagliato.
Vi erano le società segrete, quella della carboneria, guidata da Buonarrotti e la giovine Italia, guidata da Mazzini.
Era l'epoca di Garibaldi e delle sue peripezie in giro per il mondo, dopo la fuga dall'Italia a seguito del fallimento dell'insurrezione di Genova.
Il Piemonte aveva salutato Carlo Felice ed era ora guidato da Carlo Alberto, che più tardi sarà costretto ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele.
Faceva la sua comparsa il Benso, Conte di Cavour, che tanta parte avrà nella nascita dell'Italia Unita.
Poi c'erano gli intellettuali, Silvio Pellico, autore di "Le mie prigioni", che avrà tanto successo che il Metternich ne temeva la diffusione. Eppure, l'autore non parla mai di politica... non apertamente almeno, ma col suo scrivere riuscì a diffondere gli ideali di libertà e democrazia più che con l'azione!
E qui faccio una breve digressione, proprio su pellico e sulle sue prigioni, che scaricato da Google Books, sto leggendo proprio in questi giorni... non so se vi farò la recensione come per il libro di Montanelli ma voglio lasciarvi due frasi che mi hanno molto colpito:

"Molti ne abusarono, molti vollero farne un codice d'ingiustizia, una sanzione alle loro passioni scellerate. Ciò è vero: ma siamo sempre lì: di tutto puossi abusare; e quando mai l'abuso di cosa ottima dovrà far dire ch'ella è in se stessa malvagia?"

"Qual sarebbe il più iniquo dei due, uno che ama e dice: non sono cristiano, ovvero uno che dice: sono cristiano, e non ama?"

Con queste due frasi e con l'invito a leggere Montanelli e Pellico vi lascio, amici, sperando di aver presto modo di riprendere questi testi per raccontarvi di come il trentennio 1831 - 1861 portò alla fine all'unità d'Italia.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 16 gennaio 2012

1984 (di George Orwell)

Quest'anno ho letto poco... ma in questi giorni di festa ho cercato di recuperare e così, dopo aver fatto un giro per varie librerie, mi sono soffermato su una copertina che da tempo mi incuriosiva, quella del libro di Orwell, 1984.
Si tratta di un'immagine che mi ha sempre incuriosito e così, infine, mi sono comprato il libro. Anche se il libro originale in lingua inglese aveva una copertina molto diversa, quest'immagine sembra fatta apposta per descriverlo... un mondo particolare, se così si può dire!
George orwell, al secolo Eric Arthur Blair, scrisse questo romanzo nel 1948 e fu subito un successo.
Il personaggio principale, Winston Smith, è un uomo schiacciato dal peso di una società governata dall'odio e dal terrore, il cui leader, the Big Brother, ne riassume l'essenza.
E' un mondo in cui non esiste più amore, non esiste famiglia, non esiste individualismo nè libertà. Esiste solo il Partito, i due minuti d'Odio, la propaganda e la cancellazione o riscrittura  della storia passata...
Uno degli strumenti di controllo delle persone è il teleschermo, presente in tutte le case, per le strade e in ogni luogo in cui le persone si ritrovano. Attraverso esso il Partito controlla il comportamento di tutti, alla ricerca di traditori e spie da catturare, arrestare e, se necessario, eliminare dal mondo e dalla storia cancellandone ogni minima traccia. Winston si occupa proprio di questo, riscrivere il passato quando necessario.
Il suo è un mondo al contrario, in cui il Ministero della Verità si occupa di falsificare il passato cancellandolo di fatto; il Ministero della Pace si occupa della guerra; il Ministero dell'Amore si occupa della Legge e dell'ordine pubblico e il Ministero dell'Abbondanza fa in modo di mantenere l'economia e lo sviluppo al livello corretto. Perché, vi chiederete...

LA GUERRA E' PACE
LA LIBERTA' E' SCHIAVITU'
L'IGNORANZA E' FORZA

questi gli slogan del Partito, massima espressione di bipensiero.

4 aprile 1984, una data memorabile per Winston, la data in cui inizia la sua ribellione al sistema, la data che lui scrive nella prima pagina del suo diario!
Un diario a cui consegnare i suoi pensieri più reconditi...

Poi un giorno, inaspettata, arriva Julia, ed è l'inizio di una nuova vita, una vita però senza speranza. Lei indossava sempre una sottile fascia scarlatta, simbolo della Lega Giovanile Antisesso...

O'Brien era invece un membro importante del Partito Interno... Winston lo incontrò diverse volte...

Questi i personaggi principali della storia... un incubo socio-psico-politico! Eppure, a pensarci bene, in parte potrebbe essere il mondo reale... e forse lo è stato!

In questo mondo si muovono i nostri personaggi e per chi sbaglia c'è il ricondizionamento: apprendimento, comprensione, accettazione, fino alla rimozione dalla memoria di tutto ciò che non è in linea con il pensiero del Partito, fino a dire che 2+2=5, credendoci fermamente. Fino al tradimento finale delle proprie idee, del proprio credo, del proprio amore... fino a dire "fatelo a lui, non a me".

Un incubo d'altri tempi?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 27 dicembre 2011

Preghiera di un trasmettitore alpino


A te, Maria madre di Dio,
a te, Dio Padre Onnipotente,
a te, Gabriele, ci rivolgiamo.
A te, Annunciatore, che fosti il primo messaggero di buona Novella
volgiamo lo sguardo e la nostra preghiera.

Tu che negli spazi corri veloce
per recare messaggi di gioia
tu che sovrasti le nostre montagne,
fai sì che il nostro messaggio giunga sicuro a destinazione.

Tu, Gabriele, che superi le distanze in un istante
aiutaci in pace e in guerra
a compiere il nostro dovere per la Patria Italia
senza timore alcuno.

Tu che siedi affianco a Dio Padre,
proteggi noi trasmettitori alpini e le nostre famiglie,
e guidaci con passo sicuro e senza esitazione
verso il nostro futuro.

Amen.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(25 dicembre 2011)

venerdì 23 dicembre 2011

Bianco Natale

Dai vetri appannati di una finestra
intravvedo i fiocchi cadere,
ricoprendo la terra di una soffice e bianca coltre di neve.

Stelle comete abbelliscono le finestre
del paese, ancora oggi,
come quando ero bambino.

L'aroma della cioccolata calda
si diffonde per le strade,
mischiandosi con il profumo delle caldarroste.

Impronte di bimbi che corrono allegri
si incrociano sui marciapiedi
coperti di neve fresca.

E le nonne di oggi,
come le mie un tempo lontano,
preparano dolci manicaretti per i loro nipoti...

Così ricordo i tanti natali passati,
e a te, Memoria, chiedo conforto...

annulla, se puoi le distanze tra me e i miei cari.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO