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sabato 21 aprile 2018

40 gradi celsius, 45 percepiti!

Mi chiedevo cos'era accaduto al mio spirito d'avventura!

Si, è vero, forse si trattava della logica conseguenza dell'età che avanzava, forse era quella strana malattia che i filosofi hanno definito variamente: ozio, poltronite, apatia, morte dell'anima...
Qualunque fosse il motivo mi rendevo conto di essere cambiato e questo era un dato di fatto.

Tutto ebbe inizio qualche anno prima, non ricordo quando di preciso ma ricordo che era una sera di mezza estate. 
La temperatura era sufficientemente alta da essere fastidiosa anche dopo il calar del sole. In città l'afa era terribile e i 40 gradi diventavano "47 gradi percepiti", com'era invalsa la moda di dire. Come venissero calcolati i gradi percepiti era però un  mistero, come era un mistero chi fosse colui che "li percepiva".

Ebbene, quello ero io!

Lavoravo da tempo per una rete televisiva nazionale, la più importante che vi fosse in Italia tra le reti private e amavo il mio lavoro.
Io mi occupavo di portare da bere e da mangiare a quelli che andavano sul teleschermo. Quando avevano sete o fame mi chiamavano e io, di corsa, raggiungevo il bar più vicino allo studio e tornavo indietro con l'oggetto del desiderio del tale giornalista o del talaltro presentatore o ancora della talaltra valletta televisiva.
Uscivo di corsa e tornavo di corsa, trafelato e spesso sudato, soprattutto in estate, ma nessuno si curava di me. Io ero semplicemente "quello delle commissioni", oppure il "ragazzo".
Erano in pochi a conoscere il mio nome ma in tanti avevano preso l'abitudine di chiamarmi con un nomignolo preso in prestito (neanche a dirlo!) da uno spot pubblicitario, per cui io ero ormai "Ambrogio".

Un giorno una presentatrice famosa (non vi posso dire il nome ma vi posso dire che era veramente una diva!) mi chiamò.
- Ambrogio... cortesemente un'acqua frizzante.
Partii come mio solito e qualche minuto dopo ero di nuovo nello studio, con la sua bella bottiglia d'acqua frizzante.
Gliela porsi e stavo per andar via quando la diva mi fermò e mi porse il suo fazzoletto:
- Tieni Ambrogio - disse - asciugati la fronte, sei tutto sudato.
La guardai e ringraziai con lo sguardo.
- Ci sono 40 gradi la fuori, aggiunse lei...
Ed io quella volta non riuscii a fare come avevo sempre fatto, cioè ringraziare e allontanarmi.
La guardai fisso negli occhi e risposi: 
- Saranno pure 40 ma io ne ho percepiti 45!

Lei mi guardò stupita, come di chi si accorgesse per la prima volta di avere a che fare con una persona in carne ed ossa e non con un robot.
Stavo già per allontanarmi, pentito di aver parlato, di aver osato interrompere la regina della televisione con le mie stupide battute da bar. Già pensavo che quella battuta mi sarebbe costata cara. Mi vedevo di fronte al mio capo che sbraitava che non mi dovevo permettere, dove credevo di essere eccetera eccetera... fino alla logica conseguenza... L I C E N Z I A T O... lei è licenziato!

- Ambrogio...

Ecco, pensai, ora inizia a urlare...

- Ambrogio, scusa, puoi ripetere ciò che hai detto?

Lo sapevo, pensai, ora vuol sentire nuovamente la mia battuta per sbattermela in faccia. Poi inizierà ad urlare... poi...
Ero sbiancato in viso e quasi non respiravo più. Forse anche a causa del caldo... 

- Ambrogio, stai bene? Per favore puoi ripetere ciò che hai detto? Ripeté la signora.

Mi feci coraggio. Ormai il danno era fatto. Era inutile attendere oltre, l'avrei solo indispettita ulteriormente.

- Si signora - biascicai con un filo di voce - ho detto che saranno pure 40 gradi la fuori, ma io ne ho percepiti 45!
Le chiedo scusa signora, non volevo importunarla... chinai lo sguardo e feci per allontanarmi.

- Ambrogio, insistette lei, fermati un attimo. Noi non abbiamo mai parlato, ma tu sei qui da così tanto tempo che a volte ti considero come l'arredamento...

Ecco, pensai, ora mi butta fuori, come un letto vecchio quando si cambia arredamento! Peggio per me, linguaccia lunga maledetta...

- Ambrogio, ma poi ti chiami veramente Ambrogio? 
Il tuo accento mi è sembrato romano e non ho mai conosciuto un romano con questo nome. Dimmi, come ti chiami?

- Mi chiamo Pietro, signora. Dissi con voce quasi normale. Se mi avesse voluto cacciare l'avrebbe già fatto, pensai.

- Pietro, posso chiederti una cortesia?

- Mi dica signora, per Lei qualunque cosa...

- Allora d'ora in poi, quando leggerò le previsioni del tempo della città di Roma ti chiedo la cortesia di uscire a prendermi l'acqua fresca e, al tuo ritorno mi dirai qual'è la temperatura percepita nel percorso. 
Naturalmente riceverai un compenso aggiuntivo per il tuo servizio.

- Naturalmente Signora, nessun problema...

Così da quel giorno era cambiato tutto. 
Io ero diventato Pietro e non più Ambrogio, che mi stava pure antipatico come nome, avevo avuto un aumento di stipendio e si sa, di soldi non ce n'è mai abbastanza e in più la mia battuta era diventata famosa.

Ora si sente spesso dire: 40 gradi ma 46 percepiti, oppure 2 gradi ma - 4 percepiti.

Beh, ora sapete anche che quello che li percepisce sono io, anche se da allora ne ho fatto di strada e l'acqua frizzante per la signora e per me ora la porta un ragazzo nuovo appena arrivato, che se non sbaglio si chiama Ambrogio...

Alessandro Rugolo

Racconto imperfetto...

Era una notte scura e senza luna.
Le stelle pallide, dietro un sottile velo di foschia, erano l'unica fonte di luce.
Camminavo a tentoni in mezzo al campo, inciampando di tanto in tanto in qualche radice o cespuglio invisibile ai miei occhi. Ripensandoci oggi, a distanza di tanto tempo, sento ancora i brividi di paura.
Il freddo intenso...

- Ma cosa sto scrivendo?

Paolo strappò il foglio dalla macchina da scrivere e lo buttò nel cestino, o quanto meno ci provò.
Quella sera il pavimento era cosparso di prove e tentativi. Prove di scrittura e tentativi di azzeccare il cestino!
Il risultato era disseminato sul pavimento della veranda.

Fuori era una bella serata di primavera.
La luna illuminava una striscia di mare poco profondo che restituiva a chi osservava la vista di un'acqua trasparente che solo in Sardegna si poteva trovare.
L'aria era calma e fresca, piacevole. Ancora non c'erano state quelle giornate di caldo intenso che lasciavano l'aria piena di umidità, tipiche dei mesi di luglio e agosto.

Paolo si alzò dalla scrivania e uscì in veranda. Una boccata d'aria, forse, gli avrebbe permesso di sbloccarsi e trovare un attacco degno di questo nome per il suo prossimo racconto.

Erano mesi che scriveva quasi senza interruzione, ma l'ultima settimana era stata tragica!

Il suo editore attendeva e il suo pubblico ancora di più, a detta sua, e Paolo non voleva farli attendere anche perchè aveva bisogno di soldi!
Quelli servivano sempre e lui non riusciva a tenerne mai da parte a sufficienza per soddisfare le sue spese, le sue necessità e i suoi capricci... soprattutto i capricci gli costavano cari.
L'anno prima aveva acquistato una splendida Ferrari che aveva dato fondo agli incassi del suo ultimo romanzo.
Due anni prima era stata la volta dell'appartamento a Parigi... per non parlare delle sue "amiche" che l'avevano circondato di "attenzioni".
Quest'anno invece non poteva permettersi alcuna pazzia!
La villa in Sardegna aveva bisogno di manutenzione...

La veranda era ampia e spaziosa, costruita in legno d'olivo quasi sopra il mare. L'aveva fatta realizzare, subito dopo aver acquistato la casa, da un falegname del luogo che si era dimostrato all'altezza della sua fama, ma molto più costoso di quanto immaginabile.
Il legno era bello ma necessitava di continua manutenzione e all'inizio della primavera, come ogni anno, Paolo aveva chiamato Giovanni, un amico che al contrario di lui aveva il dono della manualità per effettuare i soliti piccoli ritocchi.
Giovanni si era occupato di qualche  riparazione e di riverniciare la veranda che era tornata come nuova.
Si sentiva ancora l'odore della vernice fresca.

Poco lontano, sulla destra, si intravvedeva la lunga distesa di spiaggia di Platamona con le sagome scure dei pescatori che si stagliavano ben definite sulla spiaggia bianca.
Sulla sinistra, immersa nell'oscurità delle rocce, era possibile distinguere la torre spagnola, una delle tante ancora in piedi lungo le coste.

La brezza leggera portava con se profumi e rumori.
Il profumo di pesce arrostito sulla spiaggia e il rumore di un gruppo di ragazzi che festeggiavano chissà cosa. Beata gioventù!

Paolo respirò a fondo cercando di trovare l'ispirazione che sembrava essere scappata proprio nel momento del bisogno. Diede un'ultima occhiata al mare e si voltò per tornare alla sua scrivania in legno, sulla quale stava poggiata la macchina da scrivere e una pila di fogli bianchi.
Mentre si girava udì un rumore provenire dalla spiaggia, come di qualcuno che corresse, quindi uno sparo, un colpo di pistola, poi un altro e un terzo.

Di colpo intorno a lui tutto  si fece scuro...

Cadde a terra, faccia in avanti, ma non sentì dolore.

Prima di chiudere gli occhi, sentì l'odore dolciastro del sangue sul legno del pavimento e vide, o forse percepì soltanto, una macchia scura che si allargava in cerchio attorno alla sua faccia...

- No! Non va bene. Chi vuoi che legga un romanzo in cui il personaggio principale è uno scrittore mezzo fallito che scrive ancora con la macchina da scrivere?
- Per carità!

Alessandro chiuse il file senza salvarlo, colto da un momento di nervosismo, un momento che però ormai durava da diverse settimane.
Non riusciva proprio a scrivere.
Forse era l'ambiente.

Per fortuna non aveva problemi di soldi.
I suoi precedenti romanzi avevano avuto un discreto successo di pubblico ed erano stati venduti in diversi stati.
L'idea di scrivere in spagnolo era stata vincente.
La maggior parte dei colleghi continuava a scrivere in inglese dimostrando di non essere in grado di capire che i tempi erano cambiati.
Alessandro aveva un Dottorato in Economics che gli aveva sempre consentito di trovarsi un passo avanti rispetto agli altri.
L'analisi dei mercati gli aveva mostrato che i libri in lingua inglese erano un business solo per chi aveva già avuto un certo successo.
Era molto difficile conquistare una fetta di mercato che andava strappata a qualche scrittore troppo famoso per lui. Invece il mercato dei libri in lingua spagnola era in crescita e gli scrittori erano pochi se paragonati agli inglesofoni.
Si poteva provare.
Il suo primo romanzo aveva venduto due milioni di copie. Un successo subitaneo quanto inaspettato!

- Domani parto, pensò a voce alta.
- Spero proprio di ritrovare la vena.

Il volo per la Sardegna partiva alle 10 del mattino.
La stanza a Orgosolo era già prenotata per un mese.

- Bene, ora sarà meglio andare a dormire.

La mattina dopo prese l'aereo per Olbia.
All'aeroporto lo attendeva un ragazzo del paese con una vecchia utilitaria che guidava come fosse una ferrari.
Nelle curve che si arrampicavano su per le montagne di Orgosolo più d'una volta temette di finire giù per un burrone.
Le strade erano strette e tutte curve e i muretti in pietra che fungevano da protezione non davano alcuna garanzia di sicurezza.
Chiuse gli occhi, un po per cercare di riposare, un po per evitare di pensare alla morte che potenzialmente lo attendeva dietro ogni curva.
Aveva provato a protestare ma il ragazzo rallentava per un attimo e poi riprendeva a correre più forte di prima.
Meglio lasciar fare e sperare...

Arrivarono al suo B&B verso le tre del pomeriggio. La sua stanza era pronta, comoda e confortevole.
Nell'aria si sentiva ancora l'odore della carne arrosto del pranzo appena concluso e del mirto fresco. La corsa in macchina gli aveva tolto l'appetito, ma a certi odori non si può resistere.
Un bicchiere di vino nero, cannonau fatto in casa, lo aveva subito rivitalizzato così decise di assaggiare un dolce tipico di cui però non ricordava il nome, di un gusto particolare, a base di formaggio e miele.
Il resto della serata lo passò a disfare la valigia e a sistemare la sua postazione di lavoro. Era un metodico e ogni cosa doveva essere al suo posto prima di cominciare a lavorare.

La stanza era ampia, un letto rustico ad una piazza e mezza in legno d'olivo occupava la parete sinistra della stanza, in fondo si trovava un bagno semplice ma comodo e pulito.
Sulla destra vi era un piccolo frigo e la scrivania che occupava tutta la parete, ampia quasi quanto il letto, con in un angolo una grossa e luminosa lampada da lettura.
Alessandro vi posizionò il suo laptop e i libri che lo seguivano ovunque, una copia dell'Odissea, un vecchio volume di Erodoto e un libro di fantascienza di Isaac Asimov, il suo scrittore preferito. Agenda, penne, matita e gomma completavano l'arredamento.

Il tempo era bello. L'aria di montagna fine e ricca di ossigeno era impregnata di profumi di fiori selvatici.
Di tanto in tanto si sentiva lo scampanio di qualche capo di bestiame che vagava libero per i dirupi...

- Basta! Non mi piace, disse la ragazzina bionda al ragazzo che le stava seduto a fianco e leggeva a voce alta.
- Questo romanzo non dice niente, e poi sono stanca di stare seduta qui...
Andiamo a prenderci un gelato? E senza aspettare la risposta balzò in piedi e si diresse al vicono carretto dei gelati.
Il ragazzo annui. Poggiò il libro sulla panchina, esattamente dove l'aveva trovato. Guardò ancora una volta la copertina consumata dal tempo prima di abbandonarlo nuovamente... "Racconto Imperfetto", recitava il titolo.

- Si, è proprio vero! E' proprio un racconto imperfetto...", aggiunse ridendo, mentre le correva appresso.

Il libro restò li, abbandonato sulla panchina, ancora una volta, aperto a metà, in attesa che qualcuno lo trovasse e, magari, apprezzandolo, lo portasse con se in casa, in mezzo ad altri libri come lui... imperfetti forse, ma più fortunati!


Alessandro Rugolo

venerdì 20 aprile 2018

IoT e Cybersecurity


Ogni salto evolutivo nella società umana è caratterizzato da un fattore discriminante che la identifica in modo univoco da quella precedente. La figura sottostante riassume le rivoluzioni susseguitisi negli ultimi 200 anni, come l’introduzione della macchina a vapore, la produzione di massa, l’elettronica di potenza e la microelettronica. Attualmente viviamo un periodo storico definito come Quarta Rivoluzione o Industry 4.0 la cui origine si può ricondurre a scelte attuate dalla Germania.
Industry 4.0 è un insieme di strumenti e tecnologie dedicate e sviluppate per il settore industriale e identificate dai seguenti termini: CyberSecurity, Big Data, Cloud Computing, Augmented Reality, Robotics, 3D Print, Radio Frequency Identification, IoT.

Queste tecnologie stanno rivoluzionando in modo significativo il nostro modo di vivere, di condividere informazioni e prendere decisioni.
L’elemento fondante di queste aree in crescente sviluppo è la tecnologia digitale, sviluppata durante la terza Rivoluzione Industriale, che permette di trasmettere, trasformare, conservare e accedere, in tempi relativamente brevi, all’informazione in qualsiasi punto dello spazio.
Questi strumenti offrono una capacità di archiviazione ed elaborazione che cresce di minuto in minuto. Si stima che attualmente la biblioteca di Alessandria contenga una quantità di informazioni pari ad una frazione infinitesimale se paragonata a quella disponibile sul Web. Queste stime sono destinate a crescere nel prossimo decennio grazie alla Tecnologia IoT, che non appena commercializzato il 5G definito come fattore abilitante, porterà all’automazione di una serie processi legati ad attività produttive e non.
Ma che cosa è l'IoT e come modificherà le nostre vite?
IoT (Internet of Things) è un termine relativamente recente che si riferisce all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi. Attraverso i sensori, gli oggetti sono in grado di interagire tra loro e con la realtà fisica. Un’interfaccia di rete e un software specifici caricati nel dispositivo per l’IoT, permetteranno di rendere accessibili dati da remoto e attraverso la connessione di rete offrire dei servizi. Ad esempio:
un frigorifero in grado di rilevare gli alimenti in esso conservati ed effettuare un ordine al negoziante in autonomia in caso venisse a mancare qualcosa.
un termostato che consenta di ottimizzare i consumi energetici modificando la temperatura dell’ambiente, adattandosi allo stile di vita degli utenti.
un’ automobile in grado di rilevare un potenziale guasto ad un suo componente ed effettuare l’ordine in autonomia per rendere il pezzo disponibile e pronto per la sostituzione.
L’evoluzione della trasformazione digitale non si limita quindi alla capacità dei dispositivi di collegarsi tra loro ma alla capacità di risolvere problemi e innescare un processo di risoluzione gestito in autonomia per mezzo di un dialogo diretto con la rete, usando quindi un principio noto in automatica come feedback e un processo comunicativo che si avvicina a quello umano.
Questi dispositivi sempre connessi alla rete, usati per trattare informazioni sensibili e in grado di effettuare operazioni e prendere decisioni potenzialmente delicate hanno la necessità di essere resi sicuri e robusti. Se mal progettati o mal configurati possono costituire una grave minaccia per la privacy e la sicurezza degli utenti. E’ noto il caso di due ricercatori informatici che hanno pubblicato i risultati di un test condotto su diverse autovetture, spiegando come sia possibile con un notebook ed un cellulare prendere il controllo di una moderna autovettura, da remoto e via internet, senza nessun tipo di autorizzazione. Sfruttando un bug nel software di sicurezza i due ricercatori hanno dimostrato come sia possibile provocare l’accensione dell’aria condizionata della radio e l’attivazione dei tergicristalli. Caricando invece un firmware modificato sono riusciti a prendere il controllo del volante e disattivare l’impianto frenante da remoto.
L’IoT è destinato dunque ad essere un fattore in grado di rivoluzionare le nostre vite, i processi d’impresa, il manifatturiero, la sanità, l’agricoltura, l'educazione e la società nel suo complesso. Si prevede un quantitativo di dispositivi pari a 25 miliardi entro il 2020. Ma siamo pronti a gestire questo nuovo e ulteriore cambiamento a livello sociale? Normative relativamente recenti, come il GDPR che entrerà in vigore nel mese di maggio, in che modo influenzeranno le future politiche relative alla sicurezza a seguito dell’integrazione dell’IoT nella vita quotidiana e nei processi produttivi?

Francesco Bongiovanni

Per approfondimenti:


Microsoft: Security News 2018
https://news.microsoft.com/securitynews2018/
Le quattro rivoluzioni Industriali
Il modello tedesco fa scuola per Industry 4.0
IoT, il fattore sicurezza frena lo sviluppo
Can we secure the internet of things in time to prevent another cyber-attack?

CYBERSECURITY AND THE INTERNET OF THINGS

The Internet of Things Is Going to Change Everything About Cybersecurity

IoT Expo

Cybersecurity and the internet of Things

New measures to boost cyber security in millions of internet-connected devices
https://www.gov.uk/government/news/new-measures-to-boost-cyber-security-in-millions-of-internet-connected-devices
How does it work IoT?

What does the IoT means?

Cyber Laws

Cyber Laws : internet Of Things