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mercoledì 22 agosto 2018

Investire nella cyber israeliana? Diamo uno sguardo alle start up...

Nel mondo attuale, quello caratterizzato dalla presenza invasiva e quasi oppressiva della quinta dimensione (il cyberspace per intenderci), talvolta ci si pone il problema di quale prodotto acquistare per la propria azienda oppure, per gli investitori, quale sia il prodotto o l'azienda sulla quale scommettere.
Gli analisti di mercato o gli esperti del settore sono sicuramente pronti a dare il consiglio giusto al momento giusto, cosi come è previsto, ma esistono degli strumenti che ci danno una mano e, in alcuni casi, sono gratuiti e consultabili on line.
Se è nostra intenzione esplorare il mondo delle nuove tecnologie israeliane in qualche modo connesse al mondo cyber è possibile dare uno sguardo alla mappa dell'IVC Research Center.
IVC Research Center si occupa di raccogliere dati sulle industrie israeliane di alta tecnologia e di fornire dietro pagamento, analisi per aiutare gli investitori. IVC sta infatti per Israeli Venture Capital.
Ora, senza spendere un soldo è possibile dare uno sguardo alla mappa pubblicata sul loro sito.


La mappa si può navigare cliccando sopra ogni suo elemento e fornisce alcune informazioni essenziali quali il nome (pallini verdi) e il tipo di azienda, gli investitori (pallini rossi), il capitale investito e così via.
Ora concentriamoci solo per un attimo sul cerchio verde presente al centro della mappa, clicchiamo sul pallino rosso al centro e vediamo che OCS (nome abbreviato dell'investitore, risulta essere una agenzia governativa israeliana che ha nel suo portfolio
la bellezza di 37 società che si occupano di Cyber.

Ora, giusto per continuare a giocare un po a fare gli OSINT detectives, scegliamo una società dal portafoglio, per esempio la SCADAfence.
Si può notare immediatamente dai collegamenti che diventano visibili che la SCADA fence è cofinanziata da JVP Management e da Microsoft Ventures Accelerator.


 Ora, è possibile proseguire le indagini da soli oppure, se si è interessati seriamente, acquistare i servizi forniti da IVC Research Center, io mi fermo qui!

Un'ultima considerazione, la tecnica di visualizzazione delle mappe esiste da diverso tempo ed è un ottimo strumento di gestione e controllo, forse anche in Italia si potrebbe usare questo strumento per capire come siamo messi in fatto di società cyber e per vedere da chi sono finanziate. Naturalmente questo presuppone che una agenzia governativa investa inizialmente in ricerca e sviluppo e metta in piedi la struttura che si occupa di analisi dei dati, se infatti guardiamo attentamente le Università o i Ministeri potremmo accorgerci che vi sono degli investimenti ad hoc nel settore dell'alta tecnologia per il finanziamento di start up, ma poi manca il controllo e la pubblicizzazione. Una start up vale tanto di più quanto maggiore è la sua capacità di farsi conoscere e apprezzare, ovvero la sua capacità di attrarre capitali.  

Alessandro RUGOLO

Per approfondire:
- https://www.ivc-online.com/
- http://www.ivc-online.com/Research-Center/Industry-Maps/Cyber-Map

mercoledì 15 agosto 2018

Kaspersky cyber-threat real time map

(3 minuti di lettura)

Kaspersky è una società di sicurezza informatica russa, al centro di diverse polemiche negli ultimi tempi in quanto oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti.
Multinazionale fondata in Russia, con sede a Mosca e a Londra, nel 2017 ha avuto incassi per quasi 700 milioni di dollari, impiega circa 4000 persone nel settore della Cybersecurity.
A me oggi preme mostrare un aspetto legato alle informazioni sugli attacchi cyber rilasciate dalla società in tempo reale attraverso uno strumento molto accattivante: Kaspersky cyber-threat real time map.
Si tratta di una rappresentazione tridimensionale (che sicuramente renderà benissimo quando sarà realizata in tecnologia olografica) dello spazio cyber e dei threat principali.


La mappa è interattiva per cui è possibile selezionare una nazione (nel mio caso ho preso l'Italia) e vadere alcune importanti informazion associate tra le quali la posizione nella classifica dei più attaccati. L'Italia, secondo le informazioni disponibili a Karspesky, si trova in 11° posizione, dunque è soggetta ad attacchi numericamente molto rilevanti.
Al primo posto nella graduatoria si trova la Russia mentre al 2° la Germania, gli Stati Uniti sono solo in 6° posizione.

La mappa può essere maneggiata, ingrandita, rimpicciolita e, fornisce molte altre informazioni, soprattutto sulla tipologia di attacchi.

Detto ciò una domanda: ma in Italia si è consapevoli di essere soggetti a così tanti attacchi?
E se la risposta fosse positiva, perchè allora non si sente parlare giornalmente di denunce di furti di dati o di attacchi informatici?
Forse c'è ancora troppo poca consapevolezza e mentre si cerca di capire, c'è chi ogni giorno ci porta via un po di informazioni più o meno importanti!

Buon approfondimento!

Alessandro RUGOLO

- https://cybermap.kaspersky.com/
- https://www.reuters.com/article/us-usa-cyber-kaspersky/trump-signs-into-law-u-s-government-ban-on-kaspersky-lab-software-idUSKBN1E62V4;

Talos intelligence map

(3 minuti di lettura)

Uno degli strumenti open che si possono utilizzare per esplorare la dimensione cyber è Talos.
Ne ho parlato di passaggio qualche tempo fa illustrando Cisco Umbrella ed oggi aggiungo qualche parola per i più curiosi.
La pagina iniziale si presenta così:


si tratta della mappa interattiva del mondo, in cui sono riportati in tempo reale i dati del traffico email mondiale.
La mappa è interattiva per cui se si clicca su un punto che indica la presenza di informazioni è possibile approfondire, per esempio l'immagine successiva è ottenuta cliccando sul segnalino azzurro a destra, in direzione di Pechino:


E' possibile vedere che vi sono online molte informazioni relative a chi produce il traffico email, in questo caso è un traffico legittimo ma è più interessante dare uno sguardo al flusso di email di tipo spam o di tipo malware.
Nell'immagine seguente si vede esplosa la scheda su un caso di traffico email spam generato negli Stati Uniti.


Il blog di Talos naturalmente offre tantissime informazioni, organizzate secondo la barra presente nella parte superiore della pagina, per cui chi è interessato può approfondire da solo sia i prodotti impiegati che le informazioni sulle vulnerabilità.
Buona lettura a tutti!

Alessandro RUGOLO


Per approfondire:
- https://www.talosintelligence.com/

Live Cyber Attack Threat Map

(3 minuti di lettura)

Check Point Software Technologies è una delle più grandi società di inel nformatica multinazionale israeliane.  Fondata nel 1993 da Gil Shwed, Shlomo Kramer e Marius Nacht, ha la sua sede centrale a Ramat Gan, città nel distretto di Tel Aviv, nel 2016 ha totalizzato 1,74 miliardi di dollari di ricavi.
Inutile ed impossibile fare un elenco dei prodotti di sicurezza della società, chi vuole li trova sul loro sito.
Può essere invece interessante dare uno sguardo veloce ad uno strumento che da un impatto visivo della dimensione del cyber space e degli attacchi che ogni giorno vengono condotti.
Live Cyber Attack Threat Map è una mappa interattiva gratuita offerta da check point per dimostrare la potenza e le capacità del prodotto ThreatCloud IntelliStore Cyber Threat Intelligence.
Check Point fornisce infatti oltre che prodotti, servizi di threat intelligence, utilizzabili da una organizzazione per capire come comportarsi in un determinato contesto di rischio. 
La mappa offre una vista d'insieme degli attacchi in corso in tempo reale 

permette anche di selezionare uno stato con il mouse e vedere alcuni dati tra cui qual'è la nazione da cui provengono la maggior parte degli attacchi (nell'immagine qua sotto si vede che in Italia la maggior parte degli attacchi nell'ultimo mese provengono dalla Germania), 



tenendo però sempre presente che quello indicato come attaccante potrebbe essere inconsapevole del suo ruolo (potrebbe fare semplicemente da ripetitore o essere a sua volta stato attaccato e non avere più il controllo delle sue macchine).
Sul lato sinistro dello schermo è presente l'elenco degli stati maggiormente attaccati al momento. Anche quest'elenco è interattivo per cui è possibile vedere le schede degli stati e approfondire.

Naturalmente questo è uno strumento gratuito che, come già detto, ha il solo scopo di far apprezzare le potenzialità di Check Point!

Alessandro Rugolo

Global Conflict Tracker: una guida veloce sulle guerre e sugli interessi americani

(3 minuti di lettura) 


Può capitare di avere la necessità di informazioni in tempo reale su un conflitto o sugli interessi di uno stato, magari semplicemente perchè si sta leggendo un articolo e non si riesce a capire dove sia il bandolo della matassa. 
In certi casi avere a portata di mano uno strumento on line aggiornato può fare la differenza.
Prendiamo per esempio in considerazione il Council on Foreign Relations, una organizzazione indipendente nata nel 1921 che raccoglie politici, militari, personaggi famosi, pensatori, che ha come scopo quello di mettere in contatto persone che hanno a cuore gli interessi americani. 
L'organizzazione annovera tra i suoi membri personaggi del calibro di Robert E. Rubin (uomo politico, segretario al Tesoro US negli anni 1995-99), Condoleezza Rice (Consigliere per la Sicurezza Nazionale dal 2001 al 2005 e poi Segretario di Stato US dal 2005 al 2009), il giornalista Fareed Zakaria, solo per citarne alcuni.
L'organizzazione è attualmente guidata dal diplomatico americano Richard Nathan Haass, mantiene online un interessante strumento informativo: il Global Conflict Tracker
Il sito offre la possibilità di navigazione sulla base di alcuni semplici filtri che consentono di individuare visivamente i conflitti in base all'area in cui si svolgono, alla influenza sugli interessi americani (critico, significante, limitato), alla tipologia di conflitto o allo stato in cui si trova (stabile, miglioramento, peggioramento). Cliccando sul conflitto è posibile leggere una scheda in cui si ttrova la situazione aggiornata e le dichiarazioni ufficiali in merito dei principali organismi politici.
Naturalmente non si può pensare di trovare sul sito tutti i conflitti ma l'attendibilità è elevata e la fonte è affidabile (anche se sicuramente di parte, quella americana!), daltra parte, il Council on Foreign Relations è forse più conosciuto per il suo giornale: Foreign Affairs.

Alessandro Rugolo

 
Per approfondire:

- https://www.cfr.org/about;
- https://www.cfr.org/interactives/global-conflict-tracker#!/global-conflict-tracker;
- https://www.foreignaffairs.com/.

martedì 7 agosto 2018

I MASS MEDIA E LA PROPAGANDA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE


Come tutti sapranno, i mass media, talora chiamati mezzi di comunicazione di massa, sono tutti quegli strumenti utilizzati per la diffusione massiva di notizie e informazioni. Ad essi appartengono oltre che i quotidiani, le riviste e il cinema anche tutta quella serie di tecnologie inventate solamente durante il secolo scorso. Alcuni di questi sono la radio, la televisione o i telefoni cellulari, strumenti che continuano ad essere perfezionati fino al giorno d'oggi.
Partendo dall'etimologia del nome “mass media”, a prima vista, si potrebbe pensare che si tratti di una parola di origine inglese, nata intorno agli anni venti del ventesimo secolo per riferirsi, appunto, alle nuove tecnologie legate alla trasmissione di informazioni che nascevano in quegli anni. In realtà c'è da sottolineare che entrambe le parole derivano dal latino poiché mass deriva da “massa-ae” che significherebbe “massa” mentre media sarebbe il plurale della parola latina “medium” che significa “mezzo” ed ecco che si arriva ad ottenere in questo modo la locuzione di cui parlavamo.
Chiarite queste informazioni di base, cerchiamo ora di affrontare il tema dell'importanza di questi mezzi di comunicazione.
Come si può notare al giorno d'oggi, più che mai, i mass media fanno parte della vita di ognuno di noi. Chi di noi può dire di non essere mai stato influenzato da una pubblicità o da un commento sentito alla radio o in televisione? I mass media riescono ad influire sulla nostra vita di tutti i giorni per il fatto che, grazie a loro, le notizie e le informazioni riescono a raggiungere un vastissimo numero di persone con estrema facilità. I mass media influiscono sulla nostra società anche su tematiche molto importanti arrivando a incidere sul corso degli eventi.
Oggi, fondamentalmente, i mass media vengono utilizzati per fini economici cercando di convincere le persone, attraverso le pubblicità, del fatto che non possano fare a meno di un determinato prodotto. In realtà i mass media venivano precedentemente utilizzati dai governi esclusivamente per assicurarsi il consenso popolare. Si potrebbero fare numerosi esempi, prendendo in considerazione alcuni dei paesi protagonisti della Seconda Guerra Mondiale.
Basti pensare, parlando dell'Italia, all'Istituto LUCE (L'Unione Cinematografica Educativa), la più antica istituzione pubblica destinata alla diffusione cinematografica e uno degli strumenti più efficaci di propaganda utilizzati dal regime fascista durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.
In Italia, l'Istituto Luce nasceva inizialmente da un'impresa cinematografica privata e venne fondata da Benito Mussolini nel 1925 che la sostenne naturalmente sin da subito tant'è vero che fu proprio il Duce a posare, nel 1937, la prima pietra dell'edificio che sarebbe poi stata la sede dell'istituto.

Dopo poco tempo, sempre per volere di Mussolini, alcuni dei più importanti ministeri italiani dell'epoca quali quello dell'Istruzione, della Cultura, dell'Interno e delle Colonie furono invitati a usufruire delle informazioni, riguardanti l'educazione e la propaganda, diramate direttamente da questo istituto. Quest'ultimo infatti si occupava di mettere in circolazione filmati cinematografici al fine di educare il popolo italiano, diffondere la cultura ma in particolare risvegliare negli italiani quel patriottismo che avrebbe dovuto guidare gli eserciti verso la vittoria della guerra. Saranno proprio i cinegiornali (antecedenti dei telegiornali) chiamati Giornale Luce e i documentari a diffondere tutte le informazioni riguardanti la guerra.
Dall'Istituto LUCE nacque, nel 1935, anche l'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC), del quale si ricorda in particolare il film intitolato Scipione l'Africano di Carmine Gallone.
Sebbene l'ENIC fu operativo fino al 1959, l'Istituto LUCE continuò, dopo la guerra a produrre film e documentari. Nel 2009 l'azienda si fuse con Cinecittà Holding S.p.A. Con il nome di Cinecittà Luce S.p.A., nel 2011 il nome venne ulteriormente variato in Istituto Luce Cinecittà e un'ultima curiosità riguarda il fatto che dal 2012 sono disponibili in rete, su YouTube circa 30.000 filmati appartenenti all'archivio dell'istituto.
Un altro importante mass media utilizzato come propaganda in Italia durante il periodo preso in esame è sicuramente la radio alla quale venivano trasmesse oltre che le notizie, anche inni, canzoni di guerra e trasmissioni che si interessavano dei soldati e dell’Esercito Italiano come la Radio del Combattente istituita nel 1942. Inoltre, proprio grazie alle radio, il governo poteva gestire, nella totalità, le ideologie della popolazione in quanto venne negata, con delle multe, la possibilità di ascoltare o diffondere notizie emanate da trasmissioni radiofoniche estere.
Un altra importantissima radio che fu protagonista della Seconda Guerra Mondiale è sicuramente quella inglese (quale? Metti il nome della radio e magari la trasmissione) considerata forse la più attendibile delle radio poiché diffondeva sia notizie riguardanti le vittorie che quelle degli insuccessi dell'esercito inglese.
Stessa cosa non si potrebbe dire della radio giapponese infatti secondo le testimonianze, fino a poco tempo prima della fine della guerra e perciò dello sgancio della bomba atomica sul territorio giapponese, alla popolazione veniva fatto credere che le proprie truppe erano in netto vantaggio e che a breve si sarebbe conclusa la guerra a vantaggio della loro nazione.
Per ciò che riguarda un’altra grande protagonista della seconda guerra mondiale, la Germania, dobbiamo evidenziare il fatto che i mass media e le nuove tecnologie furono utilizzate da Hitler non solo durante la guerra ma anche durante la sua ascesa al potere. Infatti proprio lui, poco tempo prima della sua nomina a cancelliere tedesco, si servì di un importantissima figura di quei tempi per cercare di presentare al popolo tedesco la sua volontà di portare nuovamente gloria alla Germania, sconfitta pochi decenni prima nella Grande Guerra. La figura di cui si sta parlando è Joseph Goebbels, un abile oratore,con un dottorato in letteratura che ben presto, con la nomina a cancelliere di Hitler, sarebbe diventato dal 1933 al 1945 il Ministro della propaganda e della Camera della cultura tedesca avendo in questo modo, concentrato sulle sue mani tutto il potere sui cinema, sulle radio, sulla televisione e sul teatro. La radio fu uno dei primi strumenti di indottrinamento utilizzati dal ministro Goebbels mentre, parlando di propaganda legata ai cinema e alle televisioni, ben presto, furono prodotti i primi film e documentari che presentassero alla Germania le idee del suo fuhrer, basandosi sul Mein Kampf. Forse la più grande opera pensata e messa a punto proprio da Goebbels, per ciò che riguarda la propaganda, fu proprio “Il Trionfo della Volontà”: la ripresa di uno dei più importanti raduni di eserciti e civili arrivati per ammirare Hitler. La regia fu curata a tal punto da presentare il fuhrer come una divinità. Ben presto molti arrivarono a chiamare Goebbels il “padre della comunicazione”.
Con lo scoppio della guerra i temi della propaganda di Goebbels cambiarono: si cercava di risvegliare nella popolazione il coraggio e la rabbia necessari per la lotta al nemico. Il suo successo deriva dalla presentazione alle masse di notizie parzialmente o totalmente false. Nel suo lavoro il ministro prendeva sempre in considerazione undici principi:
  • Identificare nel nemico la causa di tutti i mali;
  • Identificare diversi nemici in un'unica categoria da combattere;
  • Identificare nell'avversario la causa dei propri errori;
  • Adattare la propaganda e semplificarla il più possibile per renderla accessibile a tutta la popolazione;
  • Limitare la propaganda a pochi ideali e concentrarsi su di essi continuamente;
  • Cercare di distrarre in continuazione le masse dagli attacchi del nemico;
  • Costruire informazioni del tutto false per cercare di convincere le masse;
  • Evitare di far trasparire sentimenti di sconforto agli occhi dell'avversario;
  • La propaganda deve partire sempre da idee e pregiudizi nazionali preesistenti;
  • Convincere la popolazione del fatto che le idee propagandistiche proposte siano condivise da un gran numero di persone;
Egli fu inoltre responsabile dell'organizzazione dei famosi roghi dei libri. Persino quando ormai la guerra volgeva al termine si proponevano filmati che avrebbero dovuto invogliare la resistenza dei tedeschi contro il nemico. Infatti proprio nel 1945, per evitare che Berlino cadesse, lo stesso Goebbels divenne Ministro, plenipotenziario, perciò con pieni poteri, per la mobilizzazione della guerra totale e generale delle forze di difesa chiamate Wehrmacht. Tra queste forze vi erano l'Esercito, la Marina Militare e l'Aeronautica Militare. Dopo il suicidio di Hitler, Goebbels divenne cancelliere del Reich, tuttavia dopo due giorni si suicidò con la sua famiglia.


Filippo SCHIRRU


Per approfondire:

Giornale Luce C0202 del 1941 Archivio Storico Luce : http://www.archivioluce.com .
Giornale Luce C0271 del 13/08/1942 Archivio Storico Luce : http://www.archivioluce.com .

sabato 4 agosto 2018

Auto elettriche, la Cina guida. Colpo di fortuna o pianificazione strategica?

Prototipo di SUV elettrico della BYD
Talvolta si sente dire, dall'uomo della strada, "che fortuna", "che colpo", oppure, in maniera forse un po più colorita "che c...". 
Siamo talmente abituati a queste frasi, talvolta usate solo per esaltare l'avvenimento, fortuito o meno che sia, che non ci fermiamo oltre a riflettere.
Oggi, leggendo un bell'articolo su "Le monde diplomatique", a firma Guillaume Piton, sono rimasto colpito dal titolo e mi sono trovato a riflettere sul significato di "colpo di fortuna" a fronte di un molto più probabile colpo di... "pianificazione strategica a medio/lungo termine".
Per farla breve, l'articolo/inchiesta riguarda il presente e soprattutto il futuro dell'auto elettrica nel mondo e pone in evidenza con estrema chiarezza la direzione presa nel campo delle automobili elettriche ed i problemi che le società produttrici di automobili si troveranno ad affrontare da qui ai prossimi 10/20 anni.
Si, perchè nonostante l'automobile elettrica (sembra) sia meno inquinante della automobile a benzina o gasolio (e dico sembra a ragion veduta, in quanto la produzione di batterie elettriche, magneti e componenti elettroniche e il loro riciclo/smaltimento erroneamente non vengono mai calcolati), vi sono alcuni fattori produttivi che non sono stati adeguatamente considerati e che rischiano di diventare l'ennesimo pretesto di guerra economica tra Cina e resto del mondo (leggasi Occidente!).
Il punto principale, ma non l'unico, risiede sul fatto che buona parte delle materie prime utilizzate per la costruzione delle componenti ad alta tecnologia delle auto elettriche si trova nelle mani o sotto il controllo più o meno diretto della Cina che le produce e le vende a chi ne ha bisogno applicando un sovrapprezzo di circa il 20% se l'acquirente non le utilizza per attività produttive localizzate all'interno dei confini dello Stato cinese.
Ciò ha comportato che alcune società straniere si sono precipitare a delocalizzare attività produttive sul territorio cinese (con guadagno cinese in termini di occupazione) e molte altre ci stanno pensando.
Ma come e perchè vi è stato questo impulso verso le auto elettriche?
E cosa centra la pianificazione strategica con la produzione di componenti elettroniche e batterie?
Infine, perchè la Cina guida il settore?
Secondo il giornalista di Le Monde Diplomatique tutto è collegato.
La produzione di gas serra, il riscaldamento globale, la necessità di ridurre l'inquinamento atmosferico, la messa fuori legge di motori a combustione interna da qui a dieci/quindici anni, sono i fattori che come su una scacchiera, consentono a Stati Uniti e Cina (principalmente ma non esclusivamente) di giocare la partita a scacchi più pericolosa della storia industriale recente. 
Si, perchè se eliminiamo la possibilità che si tratti di un caso fortuito, come detto nel titolo dell'articolo originale: "Voiture électrique, une aubaine pour la Chine" (ovvero: Auto elettrica, un colpo di fortuna inaspettato per la Cina), allora dobbiamo pensare che si tratti di pianificazione strategica a medio/lungo termine, pianificazione precisa e andata a buon fine, visti i risultati.
Ma vediamo velocemente le linee essenziali di questa possibile pianificazione. Partendo dalla fine, cioè dall'obiettivo che la Cina si è posta, che supponiamo essere "ottenere il primo posto nella produzione di auto elettriche", vediamo che ha portato avanti in parallelo diverse linee d'azione:
- l'acquisizione delle tecnologie occidentali (fatta attraverso agevolazioni verso le società straniere che impiantano linee di produzione in Cina, ma con la formula di società a compartecipazione statale, ottime per acquisire segreti e brevetti in breve tempo);
- l'acquisizione della supremazia nell'estrazione e controllo delle materie prime rare (metalli rari in particolare), ottenuta per mezzo della grande produttività delle miniere cinesi, a scapito della sicurezza e della salute dei lavoratori;
- massimizzazione della produzione dei componenti in territorio nazionale, ottenuta anche attraverso agevolazioni relative ai prezzi delle materie prime per i produttori che installano le fabbriche in territorio cinese.
- campagna informativa aggressiva nei confronti dei concorrenti, incitati a spingere sull'acceleratore dalla ventilata chiusura del mercato cinese alle auto a combustione interna (benzina e diesel) presumibilmente entro il 2030/2040;
- enormi investimenti in Africa (anche) per garantirsi il diretto controllo di parte delle materie prime pregiate. 
Ora, a ben vedere, dopo aver letto anche con superficialità le precedenti dieci righe, qualcuno può ancora sostenere che si sia trattato di un colpo di fortuna?
Io non lo credo.
E' chiaro che vi è dietro una strategia, di cui le linee da me indicate non sono altro che la punta dell'iceberg.
E noi cosa faremo? Delocalizziamo e finiamo nelle mani della Cina o stiamo dove siamo e paghiamo?
Potremo e dovremo domandarcelo, se avessimo una industria automobilistica...
Oppure potremo chiedere ai nostri ricercatori, alle migliori menti del paese di trovare delle alternative (così magari non se ne vanno!).
L'uomo è in grado di ricreare e migliorare tutto ciò che gli serve se spinto da adeguato stimolo, allora perchè non offrire un premio al ricercatore o laboratorio che trova un materiale sintetizzabile in laboratorio a partire da elementi più comuni ed economici e che possa prendere il posto di quei materiali che sono sotto il controllo della Cina? Troppo complicato?
Alcune volte la soluzione ad un problema è da ricercarsi per strade diverse da quelle già percorse...

Alessandro Rugolo

Per approfondire:
- https://www.monde-diplomatique.fr/2018/08/PITRON/58979;
- https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/cina-auto-elettrica-per-legge;