Dio confuse loro le lingue...
e quando si viaggia ci si accorge che è proprio così!
In portoghese con il termine "piripiri" si intende il nostrano peperoncino, in sardo "pibireddu"...
Il tavolo da cucina si chiama invece "mesa" ed in sardo... "mesa"!
La lingua è una caratteristica distintiva fortissima, tanto che noi siamo portati ad individuare la provenienza delle persone sulla base della lingua e dell'accento più che delle sembianze.
La lingua è una componente importantissima della società, magari trascurata o sottovalutata, ma comunque sempre rilevante. Ce ne rendiamo conto purtroppo solitamente troppo tardi! La lingua ci permette di esprimerci e di farci capire, ci consente di fare spese e di viaggiare, ci consente di commerciare, studiare, vivere nel migliore dei modi possibile!
La lingua è un potente strumento di politica estera, è uno strumento usato da tutti i popoli nella colonizzazione di nuove terre. Gli imperi si basavano su una lingua unica che diventava la lingua di corte o ufficiale. Le classi più importanti conoscevano la lingua ufficiale utilizzata internazionalmente e la conoscenza della lingua internazionale permetteva di entrare a far parte di una cerchia ristretta di persone.
Se è vero che la lingua è così importante, appare chiaro che uno stato che coltivi delle ambizioni di un certo livello deve investire sulla sua lingua, sulla sua lingua...
E importante conoscere la lingua internazionalmente riconosciuta ma è altrettanto importante investire sulla propria lingua. Nel mondo odierno chi non conosce l'inglese?
Ma in quello che verrà fra dieci, venti, cinquant'anni... quale lingua dovrà essere conosciuta e studiata? Potrebbe essere la nostra, l'Italiano?
Queste sono domande strategiche, diciamo così, di politica estera! Queste sono domande che richiedono risposte, qualcuno dovrebbe tentare di darle! Io non sono un politico ma mi piace giocare a farlo, tanto non posso fare danni...
Tanto per cominciare, vediamo quali vantaggi si hanno dall'appartenere alla società detentrice della lingua internazionalmente riconosciuta come dominante.
I madre lingua-dominanti godono di una serie di vantaggi non indifferenti, in primo luogo non devono perdere tempo (né come singoli né come società) a tradurre nella loro lingua ciò di nuovo ed interessante che viene prodotto nel mondo, non perdono tempo dunque negli studi linguistici, sarà infatti chi è interessato a dare massima diffusione ad un concetto a preoccuparsi della traduzione, sostenendone anche le spese. Non rischiano di non capire i concetti di traduzioni fatte male. Non possono essere messi in soggezione di fronte ad un pubblico internazionale perché utilizzano la loro lingua. In definitiva godono di vantaggi in tutti i campi, da quello economico a quello scientifico, oltre che politico.
Nel passato lingue dominanti sono state il francese, lo spagnolo, l'arabo, il latino, il greco, l'accadico e sicuramente anche altre a me sconosciute. Oggi pare che sia l'inglese, ma domani? In cosa occorre investire per il futuro? Se io contassi qualcosa mi muoverei su due fronti, in primis, preso atto della scarsa importanza della lingua italiana nel mondo, cercherei di sviluppare una strategia che nel lungo termine faccia si che l'italiano diventi lingua dominante e investirei nelle lingue che a medio termine potrebbero essere quelle dominanti. In particolare, io investire sulla lingua inglese e sul cinese. La lingua inglese è ancora universalmente riconosciuta come necessaria, il cinese è universalmente la più parlata al mondo e chi conosce il cinese possiede le chiavi della comprensione di una civiltà millenaria che oggi conta circa un miliardo e trecento milioni di anime e che si sviluppa ad un tasso di crescita nettamente superiore a noi europei!
Ma come ho detto, queste sono solo fantasie di chi non ha alcuna possibilità di incidere sulla politica estera di un paese... ve la immaginate una Italia in cui, a scuola, si insegna l'inglese e il cinese?
Non so, mi viene difficile pensare ad una simile eventualità... io investirei molto per far si che la lingua italiana sia studiata nel resto del mondo...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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