Giamblico é una fonte inesauribile di sorprese!
Ma questo lo sapevo...
Oggi non vi parlo di lui, anche se lo meriterebbe, chi vuole può leggere qualche cenno biografico e qualche curiosità su:
Giamblico - I misteri dell'Egitto
Giamblico e la forza di gravità.
Già tante volte ho scritto articoli sulle conoscenze scientifiche degli antichi ma pare che le sorprese non finiscano mai, ancora una volta devo ringraziare Giamblico per le interessanti notizie...
Giamblico tra le sue opere ha scritto una "vita Pitagorica".
Pitagora visse approssimativamente nel VI° secolo a.C. tra Samo (piccola isola dell'Egeo) e quella parte del sud Italia che forse proprio da lui prese il nome di Magna Grecia, in particolare nella città di Crotone (in Calabria).
Ma prima di arrivare a Crotone, durante la 62a Olimpiade, visitò e studiò a Mileto, a Sidone (in Fenicia) sua città natale secondo Giamblico, in Egitto dove passò 22 anni e poi quindi a Babilonia dove passò altri 12 anni "ospite"di Cambise. In Egitto studiò astronomia e geometria e tutti i misteri divini, a Babilonia frequentò i Magi...
Alla veneranda età di 56 anni tornò in quella che considerava la sua patria, Samo, portando con se le conoscenze acquisite durante i lunghi anni di lontananza e i suoi viaggi...
Giamblico ce ne parla dunque come di un uomo dedito allo studio e alla ricerca e con un gran senso di rispetto:
Giamblico in un altro passo ci dice che Empedocle, parlando di Pitagora e della perfezione dei suoi organi, vero dono divino, diceva:
Al di la della sapienza, cosa significa
"quando tendeva tutte le forze della mente, agevolmente scorgeva ciascuna delle cose che sono, in dieci, e in venti generazioni umane"?
Forse che Pitagora era uno storico?
Non mi sembra...
Cosa significa "perfezione dei suoi organi"?
Non saprei...
A Crotone Pitagora ebbe l'opportunità di conoscere Abari lo scita, venuto dal paese degli Iperborei in qualità di sacerdote del dio Apollo venerato nel suo paese. Abari era un sacerdote anziano e fu ammesso senza indugi alla presenza e agli insegnamenti di Pitagora. Così trovò che Pitagora era "in tutto somigliante al dio di cui era sacerdote".
Il sacerdote Abari aveva con se uno strumento particolare che lo aiutava a compiere il suo viaggio, strumento che Giamblico chiama "freccia".
Il sacerdote Abari "viaggiando a cavallo della freccia attraversava anche i luoghi inaccessibili (fiumi paludi, stagni, monti e simili...)".
Ancora una volta, di che si tratta?
Giamblico ce ne parla ancora, poco più avanti quando parla delle favolose capacita di Pitagora che "nel medesimo giorno fù a Metaponto in Italia e a Tauromenio in Sicilia, e in entrambi i luoghi rivolse la parola ai suoi discepoli"
ed ancora,
"Empedocle era soprannominato colui che storna i venti, e purificatore Epimenide, e colui che viaggia in cielo Abari perché a cavallo della freccia di Apollo Iperboreo che aveva ricevuto in dono, superava fiumi, mari e luoghi altrimenti invalicabili, appunto viaggiando in cielo in modo arcano. La stessa cosa alcuni pensano sia capitata anche a Pitagora..."
Cosa é questa "freccia" del sacerdote Abari?
Solo fantasie?
Oppure, come sembrerebbe, un qualche "arcano" mezzo di locomozione?
Chissà!
Giamblico ci dice che il sacerdote, avendo riconosciuto in Pitagora il suo dio, gli restituisce la "freccia". Il sacerdote Abari, pare, decise di restare al fianco di Pitagora...
Ma non é finita.
Giamblico ci racconta ancora che Pitagora "era teso nello sforzo di riflettere e calcolare se gli fosse possibile escogitare uno strumento che offrisse all'udito un sicuro e infallibile aiuto, quale davano alla vista il compasso, il regolo o la diottra, ovvero la bilancia e l'invenzione delle misure al tatto..."
Pitagora cercava qualche cosa che aiutasse l'udito, che lo migliorasse forse, che gli permettesse di distinguere, misurare i suoni, le frequenze... e qualcosa in effetti inventò!
Ma io sono interessato a ciò che viene dato per scontato in quanto già esistente... la "diottra" in particolare...
Di che cosa si tratta?
Ma questo lo sapevo...
Oggi non vi parlo di lui, anche se lo meriterebbe, chi vuole può leggere qualche cenno biografico e qualche curiosità su:
Giamblico - I misteri dell'Egitto
Giamblico e la forza di gravità.
Già tante volte ho scritto articoli sulle conoscenze scientifiche degli antichi ma pare che le sorprese non finiscano mai, ancora una volta devo ringraziare Giamblico per le interessanti notizie...
Giamblico tra le sue opere ha scritto una "vita Pitagorica".
Pitagora visse approssimativamente nel VI° secolo a.C. tra Samo (piccola isola dell'Egeo) e quella parte del sud Italia che forse proprio da lui prese il nome di Magna Grecia, in particolare nella città di Crotone (in Calabria).
Ma prima di arrivare a Crotone, durante la 62a Olimpiade, visitò e studiò a Mileto, a Sidone (in Fenicia) sua città natale secondo Giamblico, in Egitto dove passò 22 anni e poi quindi a Babilonia dove passò altri 12 anni "ospite"di Cambise. In Egitto studiò astronomia e geometria e tutti i misteri divini, a Babilonia frequentò i Magi...
Alla veneranda età di 56 anni tornò in quella che considerava la sua patria, Samo, portando con se le conoscenze acquisite durante i lunghi anni di lontananza e i suoi viaggi...
Giamblico ce ne parla dunque come di un uomo dedito allo studio e alla ricerca e con un gran senso di rispetto:
"e la sua superiorità rispetto a quanti successivamente adottarono le sue dottrine risiedette nel fatto che questi diventarono fieri oltre misura di studi di poco conto, laddove egli diede fondo alla scienza delle cose celesti, giungendo a comprenderla appieno con compiute dimostrazioni aritmetiche e geometriche."
Giamblico in un altro passo ci dice che Empedocle, parlando di Pitagora e della perfezione dei suoi organi, vero dono divino, diceva:
"V'era tra quelli un uomo di straordinaria conoscenza, il quale possedeva un'immensa ricchezza d'ingegno, e in sommo grado padroneggiava ogni sorta d'opere di sapienza. E quando tendeva tutte le forze della mente, agevolmente scorgeva ciascuna delle cose che sono, in dieci, e in venti generazioni umane."
Al di la della sapienza, cosa significa
"quando tendeva tutte le forze della mente, agevolmente scorgeva ciascuna delle cose che sono, in dieci, e in venti generazioni umane"?
Forse che Pitagora era uno storico?
Non mi sembra...
Cosa significa "perfezione dei suoi organi"?
Non saprei...
A Crotone Pitagora ebbe l'opportunità di conoscere Abari lo scita, venuto dal paese degli Iperborei in qualità di sacerdote del dio Apollo venerato nel suo paese. Abari era un sacerdote anziano e fu ammesso senza indugi alla presenza e agli insegnamenti di Pitagora. Così trovò che Pitagora era "in tutto somigliante al dio di cui era sacerdote".
Il sacerdote Abari aveva con se uno strumento particolare che lo aiutava a compiere il suo viaggio, strumento che Giamblico chiama "freccia".
Il sacerdote Abari "viaggiando a cavallo della freccia attraversava anche i luoghi inaccessibili (fiumi paludi, stagni, monti e simili...)".
Ancora una volta, di che si tratta?
Giamblico ce ne parla ancora, poco più avanti quando parla delle favolose capacita di Pitagora che "nel medesimo giorno fù a Metaponto in Italia e a Tauromenio in Sicilia, e in entrambi i luoghi rivolse la parola ai suoi discepoli"
ed ancora,
"Empedocle era soprannominato colui che storna i venti, e purificatore Epimenide, e colui che viaggia in cielo Abari perché a cavallo della freccia di Apollo Iperboreo che aveva ricevuto in dono, superava fiumi, mari e luoghi altrimenti invalicabili, appunto viaggiando in cielo in modo arcano. La stessa cosa alcuni pensano sia capitata anche a Pitagora..."
Cosa é questa "freccia" del sacerdote Abari?
Solo fantasie?
Oppure, come sembrerebbe, un qualche "arcano" mezzo di locomozione?
Chissà!
Giamblico ci dice che il sacerdote, avendo riconosciuto in Pitagora il suo dio, gli restituisce la "freccia". Il sacerdote Abari, pare, decise di restare al fianco di Pitagora...
Ma non é finita.
Giamblico ci racconta ancora che Pitagora "era teso nello sforzo di riflettere e calcolare se gli fosse possibile escogitare uno strumento che offrisse all'udito un sicuro e infallibile aiuto, quale davano alla vista il compasso, il regolo o la diottra, ovvero la bilancia e l'invenzione delle misure al tatto..."
Pitagora cercava qualche cosa che aiutasse l'udito, che lo migliorasse forse, che gli permettesse di distinguere, misurare i suoni, le frequenze... e qualcosa in effetti inventò!
Ma io sono interessato a ciò che viene dato per scontato in quanto già esistente... la "diottra" in particolare...
Di che cosa si tratta?
Era un qualcosa che offriva aiuto sicuro alla vista, questo ce lo dice lo stesso Giamblico, ma in che senso?
Era forse una specie di occhiale?
Ma lenti e occhiali non vennero inventati molto tempo dopo?
Ma quando?
Ma siamo sicuri?
Era forse una specie di occhiale?
Ma lenti e occhiali non vennero inventati molto tempo dopo?
Ma quando?
Ma siamo sicuri?
Leggendo un libro sulla vita di Galileo Galilei avevo già notato che il cannocchiale non era stato inventato da lui, ma solo perfezionato, ma prendendo spunto da quali precedenti studiosi?
Uno di questi poteva forse essere il francescano Ruggero Bacone?
Alcuni passi dell'opera del celebre doctor Mirabilis, meglio noto forse col nome di Roger Bacon italianizzato in Ruggero Bacone, fanno pensare che lui conoscesse i principi dell'ottica e teoricamente era forse in grado di costruire occhiali, telescopi e microscopi... ma era il primo?
Forse no, altri prima di lui parlarono di strumenti per la correzione della vista.
Su wikipedia trovo che Seneca il giovane abbia scritto: "Lettere, anche se piccole e indistinte, si possono vedere ingrandite e molto chiare attraverso l'uso di un globo di vetro riempito d'acqua".
Sempre secondo wikipedia (versione inglese!) pare che il primi semplici esempi di strumenti per l'ingrandimento possano trovarsi già in alcuni geroglifici dell'antico Egitto, risalenti all'ottavo secolo A.C.!
Bene... anche senza credere a tutto ciò che ho scritto e letto, credo ci sia abbastanza materiale per stimolare la curiosità di tutti!
E allora che aspettate?
Io, da parte mia vado avanti e se troverò qualcosa di interessante, come al solito, ve lo farò sapere...
Uno di questi poteva forse essere il francescano Ruggero Bacone?
Alcuni passi dell'opera del celebre doctor Mirabilis, meglio noto forse col nome di Roger Bacon italianizzato in Ruggero Bacone, fanno pensare che lui conoscesse i principi dell'ottica e teoricamente era forse in grado di costruire occhiali, telescopi e microscopi... ma era il primo?
Forse no, altri prima di lui parlarono di strumenti per la correzione della vista.
Su wikipedia trovo che Seneca il giovane abbia scritto: "Lettere, anche se piccole e indistinte, si possono vedere ingrandite e molto chiare attraverso l'uso di un globo di vetro riempito d'acqua".
Sempre secondo wikipedia (versione inglese!) pare che il primi semplici esempi di strumenti per l'ingrandimento possano trovarsi già in alcuni geroglifici dell'antico Egitto, risalenti all'ottavo secolo A.C.!
Bene... anche senza credere a tutto ciò che ho scritto e letto, credo ci sia abbastanza materiale per stimolare la curiosità di tutti!
E allora che aspettate?
Io, da parte mia vado avanti e se troverò qualcosa di interessante, come al solito, ve lo farò sapere...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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