Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
domenica 22 agosto 2010
giovedì 19 agosto 2010
Antica Civiltà e ruolo dei Shardana-Tirreni
... di Francesco Verona.
Ho appena terminato di leggere il libro... e devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso!
E si, sorpreso... per tanti motivi!
Prima di tutto perché l'autore, Francesco Verona, inizia il suo libro con un primo capitolo dal titolo: Enoch!
Ed avendo letto l'anno scorso il libro di Enoch ero curioso di vedere per quale motivo in un libro sui Shardana si dovesse far ricorso ad Enoch... qual'é il legame sottile che lega Enoch al popolo chiamato Shardana?
E così, spinto dalla curiosità, ho acquistato il libro e l'ho letto immediatamente.
Non é stato difficile... grazie all'autore!
E così scorrono le pagine... passando dal libro di Enoch al significato di "Tirreni", ad una possibile etimologia di Nuraghe (da Nur-Hag = casa del fuoco)... ai Fenici (ma saranno mai esistiti?).
E poi si arriva a Iolao... vi ricordate la storia di Iolao?
Ne avevo parlato tempo fa in alcuni articoli su Pausania il periegeta e Diodoro Siculo:
Poi ci parlerà del significato dei "Sinti" di Omero... Odissea VIII,294: "... fra i Sinti dal rozzo linguaggio"! Cosa significa?
Dovrete scoprirlo da soli...come il significato della scritta sulla stele di NORA!
Un'ultima cosa, all'autore un grazie per la chiarezza...
e ai futuri lettori: il libro é l'inizio di un percorso... non l'arrivo!
Ma é un ottimo inizio...
Sono ancora tante le cose da scoprire... sulla Sardegna!
Ho appena terminato di leggere il libro... e devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso!
E si, sorpreso... per tanti motivi!
Prima di tutto perché l'autore, Francesco Verona, inizia il suo libro con un primo capitolo dal titolo: Enoch!
Ed avendo letto l'anno scorso il libro di Enoch ero curioso di vedere per quale motivo in un libro sui Shardana si dovesse far ricorso ad Enoch... qual'é il legame sottile che lega Enoch al popolo chiamato Shardana?
E così, spinto dalla curiosità, ho acquistato il libro e l'ho letto immediatamente.
Non é stato difficile... grazie all'autore!
E così scorrono le pagine... passando dal libro di Enoch al significato di "Tirreni", ad una possibile etimologia di Nuraghe (da Nur-Hag = casa del fuoco)... ai Fenici (ma saranno mai esistiti?).
E poi si arriva a Iolao... vi ricordate la storia di Iolao?
Ne avevo parlato tempo fa in alcuni articoli su Pausania il periegeta e Diodoro Siculo:
- Pausania il periegeta (110-180 d.C.)e la storia della Sardegna;
- Diodoro Siculo & Pausania: Iolao e la Sardegna;
Poi ci parlerà del significato dei "Sinti" di Omero... Odissea VIII,294: "... fra i Sinti dal rozzo linguaggio"! Cosa significa?
Dovrete scoprirlo da soli...come il significato della scritta sulla stele di NORA!
Un'ultima cosa, all'autore un grazie per la chiarezza...
e ai futuri lettori: il libro é l'inizio di un percorso... non l'arrivo!
Ma é un ottimo inizio...
Sono ancora tante le cose da scoprire... sulla Sardegna!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Dalla prima lettera di Alessandro agli emigrati Sardi...
Sardegna...
la nostra Terra!
Nostra perché anche io sono emigrato, girovago per l'Italia da anni ormai, approfittando di ogni valido motivo per tornare nella mia Terra e poi...
E poi sono combattuto, ogni giorno, per le cose che vedo, che sento, che provo. Amore per la mia Terra ma anche delusione perché ogni anno mi sembra sempre peggio! E poi, talvolta, mi sento come se l'avessi tradita... la mia Terra, emigrando!
In questi momenti vorrei tornare e fare qualcosa, tutto ciò che posso, per aiutare un'Isola povera e maltrattata ad uscire dal passato. Ma come posso fare?
Sono solo... devo lavorare... ho una famiglia... e allora penso e ripenso, in cerca di una idea... in cerca della soluzione.
Soluzione... forse non esiste una soluzione unica ad un problema con così tante variabili e incognite... forse la matematica mi può venire in aiuto... forse esistono tante soluzioni!
Si, forse... e se fosse proprio questa la soluzione? Non é vero che sono solo... io, come Alessandro, sono solo, ma come emigrato? Come emigrato non lo sono più!
Quanti siamo, a sentirci ancora Sardi dentro, a provare le mie stesse emozioni contrastanti... ad amare la Sardegna?
Quanti siamo a sentire una stretta al cuore al solo sentirla nominare?
Quanti siamo a sentire la stessa stretta al cuore quando percorrendo la SS 131 vediamo tutte le piazzole di sosta deturpate dall'immondezza? E chiamarla "aliga" non nasconde la verità!
Quanti siamo ad amare il colore del cielo... il bronzo della pelle dopo una settimana di sole... i profumi di erbe selvatiche che ormai non esistono più altrove... il sapore forte dei pomodori coltivati a secco... lo scrocchiare del pane carasau... il maialetto arrosto!?!
Quanti siamo, allora?!?
Ecco quindi la soluzione... uniamoci, virtualmente, cerchiamo di aiutare la Sardegna da lontano... dedichiamo qualche minuto del nostro tempo alla nostra Isola... quell'Isola che nel tempo é stata tante volte oggetto di conquista... sedotta e abbandonata!?!
Se siete con me, se avete voglia e tempo per fare qualcosa, anche piccola per la nostra Terra, allora unitevi al mio gruppo: Emigrati Sardi, uniamoci!
Se non avete tempo, voglia, o se non vi sentite più Sardi... lasciate perdere, il gruppo non fa per voi!
Vi aspetto numerosi... tutti!
la nostra Terra!
Nostra perché anche io sono emigrato, girovago per l'Italia da anni ormai, approfittando di ogni valido motivo per tornare nella mia Terra e poi...
E poi sono combattuto, ogni giorno, per le cose che vedo, che sento, che provo. Amore per la mia Terra ma anche delusione perché ogni anno mi sembra sempre peggio! E poi, talvolta, mi sento come se l'avessi tradita... la mia Terra, emigrando!
In questi momenti vorrei tornare e fare qualcosa, tutto ciò che posso, per aiutare un'Isola povera e maltrattata ad uscire dal passato. Ma come posso fare?
Sono solo... devo lavorare... ho una famiglia... e allora penso e ripenso, in cerca di una idea... in cerca della soluzione.
Soluzione... forse non esiste una soluzione unica ad un problema con così tante variabili e incognite... forse la matematica mi può venire in aiuto... forse esistono tante soluzioni!
Si, forse... e se fosse proprio questa la soluzione? Non é vero che sono solo... io, come Alessandro, sono solo, ma come emigrato? Come emigrato non lo sono più!
Quanti siamo, a sentirci ancora Sardi dentro, a provare le mie stesse emozioni contrastanti... ad amare la Sardegna?
Quanti siamo a sentire una stretta al cuore al solo sentirla nominare?
Quanti siamo a sentire la stessa stretta al cuore quando percorrendo la SS 131 vediamo tutte le piazzole di sosta deturpate dall'immondezza? E chiamarla "aliga" non nasconde la verità!
Quanti siamo ad amare il colore del cielo... il bronzo della pelle dopo una settimana di sole... i profumi di erbe selvatiche che ormai non esistono più altrove... il sapore forte dei pomodori coltivati a secco... lo scrocchiare del pane carasau... il maialetto arrosto!?!
Quanti siamo, allora?!?
Ecco quindi la soluzione... uniamoci, virtualmente, cerchiamo di aiutare la Sardegna da lontano... dedichiamo qualche minuto del nostro tempo alla nostra Isola... quell'Isola che nel tempo é stata tante volte oggetto di conquista... sedotta e abbandonata!?!
Se siete con me, se avete voglia e tempo per fare qualcosa, anche piccola per la nostra Terra, allora unitevi al mio gruppo: Emigrati Sardi, uniamoci!
Se non avete tempo, voglia, o se non vi sentite più Sardi... lasciate perdere, il gruppo non fa per voi!
Vi aspetto numerosi... tutti!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
mercoledì 18 agosto 2010
Un pensiero...
La vita é troppo breve per viverla ignorandosi e odiandosi vicendevolmente. Anche l'odio, come tutte le cose, alla nostra morte resterà sulla Terra.
Allora amiamo il nostro prossimo così alla nostra morte lasceremo sulla Terra qualcosa di buono!
Allora amiamo il nostro prossimo così alla nostra morte lasceremo sulla Terra qualcosa di buono!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
martedì 17 agosto 2010
Addio Presidente Cossiga...
Un saluto anche da parte mia, Signor Presidente Francesco Cossiga...
L'ultimo saluto ad un Uomo, Sardo, che ha fatto l'Italia,
che ci ha creduto fino alla fine.
Sentiremo la Sua mancanza, Presidente.
Sentite condoglianze alla sua famiglia per la grande perdita.
Scusatemi per le poche parole, ma credo che siano nel suo stile,
poche ma importanti...
L'ultimo saluto ad un Uomo, Sardo, che ha fatto l'Italia,
che ci ha creduto fino alla fine.
Sentiremo la Sua mancanza, Presidente.
Sentite condoglianze alla sua famiglia per la grande perdita.
Scusatemi per le poche parole, ma credo che siano nel suo stile,
poche ma importanti...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
giovedì 12 agosto 2010
Dalla prima lettera di Alessandro agli italiani: sul federalismo.
Un giorno qualcuno disse: "in periodo di crisi occorre accentrare..." per spendere meno e gestire meglio l'organizzazione, aggiungo io!
Ma come si può far convivere l'accentramento necessario per superare la crisi (perché, ormai é dato per assodato, siamo in crisi!) con l'idea del federalismo?
Per intenderci, della lotta a parole tra i vari partiti politici italiani non mi interessa niente: cerco solo di ragionare con la mia testa.
Chiarito il soggetto di questa mia prima lettera: crisi e federalismo, cerchiamo di chiarire perché in Italia di questi tempi il federalismo non può essere applicato.
In molti pensano che con il federalismo si possa risparmiare sulle tasse o, quanto meno, si possa penalizzare quella parte di nazione Italia considerata "sprecona"; se siete tra coloro che credono in queste favole mi dispiace deludervi: non é così e ve lo dimostro! Lo stato italiano incamera attualmente circa il 40 % del reddito di un lavoratore per fornire i servizi di base che noi tutti possiamo vedere... eppure già adesso parte delle competenze sono devolute a Regioni, Province, Comuni e altre Autorità e Organizzazioni di ogni tipo... queste funzionano perché ricevono parte degli introiti dello Stato. Negli ultimi anni però (a causa forse della rapacità dei politici o del loro incremento) il trasferimento di fondi verso la periferia é andato via via diminuendo... lasciando il posto ai debiti!
Ma cosa significa tutto ciò, vi chiederete?!?
Semplice: se Regioni, Province e Comuni, Autorità e Autonomie di ogni genere e grado, vorranno in futuro rendere dei servizi al cittadino dovranno imporre delle proprie tasse! E con ciò credo di avervi dimostrato che il "federalismo all'italiana" non permetta di diminuire le tasse ma, al contrario, causerà un aumento "non omogeneo sul territorio nazionale" delle stesse.
Secondo punto: il federalismo servirà almeno a penalizzare l'Italia "sprecona" o "ladrona", come dicono alcuni.
Mi dispiace ma ancora una volta non condivido. il federalismo non penalizza quella parte d'Italia ma "tutta l'Italia"! e ve lo dimostro in due righe: chi sentirà la necessità di servizi di cui non può fere a meno (il Nord Italia?!?) si imporrà delle nuove tasse con le quali organizzare i servizi non più forniti dallo Stato, chi non ne sentirà la necessità perché abituato a non avere servizi (il Sud Italia?!?) semplicemente non lo farà!
Risultato? Nessun cambiamento in meglio; in media più tasse e meno servizi: fallimento della società!
Ma quali saranno le conseguenze sulla Nazione Italia? Terribili...
- aumento della delinquenza;
- sfiducia nel futuro;
- impossibilità a fornire i servizi essenziali per uno Stato, quali "Salute", "Scuola" e "Sicurezza"...
Dove porta tutto ciò?
... dipende da noi italiani... dalle nostre scelte... dalla nostra capacità di capire che il federalismo é solo il primo passo al ritorno al passato, un passato fatto di Signorie e Comuni indipendenti, fatto di lotte fratricide, di guerre e sangue...
Per concludere: federalismo? Inutile al momento, inapplicabile in ogni caso, pericoloso per la Nazione, senza dubbio!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
martedì 10 agosto 2010
Lettera aperta al ministro bondi: "I Giganti di Mont'e Prama"
Leggevo giusto ieri, in spiaggia, un articolo de "la Repubblica" firmato da Dario Pappalardo dal titolo
"NO AI CAPOLAVORI IN TOUR
BONDI BOCCIA L'IDEA
RESCA: OBBEDISCO"
e così, pur non essendo uno studioso, ma in quanto semplice "consumatore" di cultura, ho pensato di prender parte alla discussione in corso con questa lettera aperta al Ministro Bondi.
Grazie!
Non capita spesso, infatti, che la Sardegna e la sua storia assurga a "caso nazionale"... i Giganti di Mont'e Prama sono riusciti nell'impresa...
Certo, la proposta del direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale ha sollevato un polverone per la sua novità... ma quantomeno, come lui stesso ha riconosciuto, ha contribuito a sollevare anche il pesante telo di indifferenza e ignoranza che ricopriva da decenni le stupende statue!
Portare le statue in Tour ha destato un certo malumore, visto che quasi nessuno in Sardegna le ha potute ancora ammirare... così l'opinione pubblica si é mobilitata fino a giungere all'intervento del Ministro Bondi.
Ed ora, chiarito che le statue resteranno in Sardegna, cosa accadrà?
Ora che la "stravagante idea" del dottor Resca é stata bocciata, cosa ne sarà delle statue dei Giganti di Mont'e Prama?
Torneranno forse a scomparire sotto centimetri di polvere fino ad essere nuovamente dimenticate magari per sempre?!?
E ancora ci chiediamo: non sarebbe possibile, per una volta, discutere liberamente e apertamente del patrimonio culturale della nostra Isola? Senza polemiche?
E allora grazie, grazie di cuore al Ministro bondi e al direttore generale Resca, per averne parlato, ma un grazie ancora più forte per il futuro, affinché non ci si dimentichi di quei Giganti che affiancati ai Nuraghes e ai bronzetti rappresentano un pezzo di storia e di cultura della nostra splendida isola... la Sardegna!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
P.S.
Una domanda sorge spontanea: quanto ancora dovremo aspettare per avere i risultati degli studi che sicuramente sono stati compiuti in questi anni?
A che periodo risalgono le statue?
Di quale civiltà fanno parte?
Di queste domande attendiamo la risposta dagli studiosi dell'isola (e non solo...). Dove poi collocarle, se a Mont'e Prama, a Cagliari o a Porto Torres, é importante da sapere... ma viene dopo!
Per saperne di più visitate il sito sui Giganti di Monte 'e Prama!
giovedì 5 agosto 2010
Colori di Sardegna...
Sardegna...
isola felice e triste allo stesso tempo...
ricca di colori, odori, sapori...
antichi quanto la Terra.
Graniti rosa consumati dal tempo e dalle acque di un blu profondo...
bellissime quanto pericolose...
immagini di una natura ancora selvaggia...
ricca di macchia mediterranea...
addio... Costa Paradiso...
addio Rena Majore...
o, come diciamo noi Sardi...
a si bbiri!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
lunedì 2 agosto 2010
Gita a Mamoiada: le maschere della tradizione
Mamoiada, piccolo centro del nuorese dedito alla pastorizia e alla viticoltura, ricco di tradizioni antiche e ancora per tanti aspetti misteriose...Per le sagre e nelle grandi feste della Sardegna Mamoiada é sempre presente con le sue tipiche maschere particolari e quasi uniche... i Mamuthones
e gli "Issohadores"
Le due maschere provengono dalla tradizione carnevalesca locale e sfilano generalmente assieme per le vie dei paesi. Cosa esse rappresentino non é ancora chiaro, esistono diverse ipotesi che le fanno risalire al periodo nuragico... io mi accontento di ammirarle!
All'ingresso del paese vi é un piccolo museo in cui si conservano le maschere di Mamoiada e dei paesi vicini, lambiente é ben curato e la visita é d'obbligo. Ne vale realmente la pena...
la visita é guidata e le tradizioni carnevalesche del luogo sono ben rappresentate attraverso una rappresentazione multimediale iniziale in cui il visitatore viene introdotto alle tradizioni Mamoiadine e la successiva visita agli ambienti che contengono le maschere...
Tra le maschere esposte é possibile riconoscere anche quelle tipiche della tradizione di un altro paese del nuorese, Ottana. Queste sono i "Boes e Merdules".
Il museo conserva inoltre le maschere delle aree del mediterraneo che in qualche modo presentano delle similitudini con le maschere del luogo, si possono ammirare esemplari del nord Italia come della Grecia...
A Mamoiada va riconosciuto il merito di aver saputo valorizzare le proprie tradizioni... complimenti vivissimi!
E chissà che un giorno non si possa prender parte al vostro carnevale!
Lasciamo il museo per recarci a vedere un menhir in granito inciso che pare risalga al III millennio a.C., "sa Perda Pintà".
Ci fermiamo a mangiare qualcosa nel vicino santuario dei Santi Cosma e Damiano all'ombra delle querce e poi si parte per il rientro...
Lungo la strada ci fermiamo ad Ottana, dove é possibile ammirare belle belle immagini delle loro maschere, e magari acquistarne una da un artigiano locale, da appendere alla parete di casa come ricordo... Rientrando sulla SS 131, la principale via di comunicazione della Sardegna, ci fermiamo ancora ad ammirare la chiesetta di Santa Sabina... purtroppo chiusa,
e il nuraghe che vi sta affianco... questo invece aperto e visitabile...
E la nostra gita finisce... lasciandoci l'impressione di un luogo antico e silenzioso... immutato nel tempo!
e gli "Issohadores"
Le due maschere provengono dalla tradizione carnevalesca locale e sfilano generalmente assieme per le vie dei paesi. Cosa esse rappresentino non é ancora chiaro, esistono diverse ipotesi che le fanno risalire al periodo nuragico... io mi accontento di ammirarle!
All'ingresso del paese vi é un piccolo museo in cui si conservano le maschere di Mamoiada e dei paesi vicini, lambiente é ben curato e la visita é d'obbligo. Ne vale realmente la pena...
la visita é guidata e le tradizioni carnevalesche del luogo sono ben rappresentate attraverso una rappresentazione multimediale iniziale in cui il visitatore viene introdotto alle tradizioni Mamoiadine e la successiva visita agli ambienti che contengono le maschere...
Tra le maschere esposte é possibile riconoscere anche quelle tipiche della tradizione di un altro paese del nuorese, Ottana. Queste sono i "Boes e Merdules".
Il museo conserva inoltre le maschere delle aree del mediterraneo che in qualche modo presentano delle similitudini con le maschere del luogo, si possono ammirare esemplari del nord Italia come della Grecia...
A Mamoiada va riconosciuto il merito di aver saputo valorizzare le proprie tradizioni... complimenti vivissimi!
E chissà che un giorno non si possa prender parte al vostro carnevale!
Lasciamo il museo per recarci a vedere un menhir in granito inciso che pare risalga al III millennio a.C., "sa Perda Pintà".
Ci fermiamo a mangiare qualcosa nel vicino santuario dei Santi Cosma e Damiano all'ombra delle querce e poi si parte per il rientro...
Lungo la strada ci fermiamo ad Ottana, dove é possibile ammirare belle belle immagini delle loro maschere, e magari acquistarne una da un artigiano locale, da appendere alla parete di casa come ricordo... Rientrando sulla SS 131, la principale via di comunicazione della Sardegna, ci fermiamo ancora ad ammirare la chiesetta di Santa Sabina... purtroppo chiusa,
e il nuraghe che vi sta affianco... questo invece aperto e visitabile...
E la nostra gita finisce... lasciandoci l'impressione di un luogo antico e silenzioso... immutato nel tempo!