martedì 10 agosto 2010

Lettera aperta al ministro bondi: "I Giganti di Mont'e Prama"

Leggevo giusto ieri, in spiaggia, un articolo de "la Repubblica" firmato da Dario Pappalardo dal titolo

"NO AI CAPOLAVORI IN TOUR 
BONDI BOCCIA L'IDEA 
RESCA: OBBEDISCO"

e così, pur non essendo uno studioso, ma in quanto semplice "consumatore" di cultura, ho pensato di prender parte alla discussione in corso con questa lettera aperta al Ministro Bondi.

Grazie!
Non capita spesso, infatti, che la Sardegna e la sua storia assurga a "caso nazionale"... i Giganti di Mont'e Prama sono riusciti nell'impresa...

Certo, la proposta del direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale ha sollevato un polverone per la sua novità... ma quantomeno, come lui stesso ha riconosciuto, ha contribuito a sollevare anche il pesante telo di indifferenza e ignoranza che ricopriva da decenni le stupende statue!

Portare le statue in Tour ha destato un certo malumore, visto che quasi nessuno in Sardegna le ha potute ancora ammirare... così l'opinione pubblica si é mobilitata fino a giungere all'intervento del Ministro Bondi.

Ed ora, chiarito che le statue resteranno in Sardegna, cosa accadrà?
Ora che la "stravagante idea" del dottor Resca é stata bocciata, cosa ne sarà delle statue dei Giganti di Mont'e Prama?
Torneranno forse a scomparire sotto centimetri di polvere fino ad essere nuovamente dimenticate magari per sempre?!?

E ancora ci chiediamo: non sarebbe possibile, per una volta, discutere liberamente e apertamente del patrimonio culturale della nostra Isola? Senza polemiche?

E allora grazie, grazie di cuore al Ministro bondi e al direttore generale Resca, per averne parlato, ma un grazie ancora più forte per il futuro, affinché non ci si dimentichi di quei Giganti che affiancati ai Nuraghes e ai bronzetti rappresentano un pezzo di storia e di cultura della nostra splendida isola... la Sardegna!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

P.S.
Una domanda sorge spontanea: quanto ancora dovremo aspettare per avere i risultati degli studi che sicuramente sono stati compiuti in questi anni? 
A che periodo risalgono le statue?
Di quale civiltà fanno parte?

Di queste domande attendiamo la risposta dagli studiosi dell'isola (e non solo...). Dove poi collocarle, se a Mont'e Prama, a Cagliari o a Porto Torres, é importante da sapere... ma viene dopo!

La nostra personale opinione é che debbano stare il più vicino possibile al luogo del ritrovamento, ma noi non ci opponiamo a che la civiltà sarda faccia un Tour per il mondo... anche in considerazione degli ovvii ritorni di immagine ed economici che potrebbero esserci per l'Isola!

Per saperne di più visitate il sito sui Giganti di Monte 'e Prama!

5 commenti:

  1. Caro Alessandro, concordo in pieno con la tua opinione in merito ai Giganti di Mont'e Prama e con l'operato del Ministro Bondi.
    Sono anche convinto però che ritrovamenti come questi, pian piano sgretolino parecchie teorie dei nostri archeologi e che costringeranno prima o poi, probabilmente la prossima generazione di studiosi, a riscrivere buona parte della storia della nostra isola e di conseguenza una parte della storia del Mediterraneo. Probabilmente anche oggi a scuola, i nostri ragazzi apprendono che la Sardegna era un'isola abitata da popolazioni chiuse che non sapevano navigare e che nel tempo sono state conquistate da tutti...
    Spero che al più presto parta una revisione della storia della Nostra Isola, solo allora i Giganti potranno uscire veramente dall'oblio, dalla seconda sepoltura in uno squallido scantinato della Sopraintendenza!
    Saluti, Stefano Bullita

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  2. Caro Alessandro condivido il tuo pensiero a proposito dei Giganti di Mont'e Prama,penso che solo quando saranno riscritte nuove pagine della storia della Sardegna si comincerà ad avvicinarsi alla cultura del popolo sardo.Attraverso la scuola.(elemento molto importante per la diffusione della storia dei Giganti.La scuola è il momento per eccellenza della diffusione della cultura. Ecco il motivo per cui ,mentre condivido il tuo pensiero, non concordo col governo che continua a mortificare la scuola e gli insegnanti con le "finanziarie"

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  3. Un Tour sarebbe interessane per i ritorni economici e di immagine della Sardegna e quindi dell'Italia stessa, ma soprattutto per investire sia nella ricerca storica delle origini sarde, sia nel restauro e nel mantenimento di questi meravigliosi tesori.

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  4. Riguardo le statue di Monti Prama dovrei essere l’ultimo a parlare causa la mia ignoranza in materia. E non parlerò in termini tecnici, ma con semplici poche parole cercherò di descrivere la tristissima vicenda che accompagna questi meravigliosi vestigi del nostro illustre passato.
    Le statue di Monti Prama sono un figlio che una madre, l’archeologia sarda, non avrebbe mai voluto avere. Quando furono scoperte dal contadino nel 1974, su una collinetta sopra lo stagno di Cabras, in un contesto archeologico già di per sé interessante, egli che conosceva l’ispettore archeolo responsabile dell’area, il signore Giuseppe Atzori, subito lo avvertì. Quest’ultimo si rese immediatamente conto della incommensurabile straordinarietà della scoperta e ne avvertì immediatamente il Lilliu e la Soprintendenza di Cagliari. Invano attese il loro interessamento. Stette due lunghi anni pregando quei signori di muoversi per vedere, verificare, valutare tali particolarissimi reperti. Senza risultato. Intanto, si accorse e gli veniva riferito, che andavano sul posto individui ben più interessati a caricare carri e carri di reperti per il proprio uso e consumo. Quando l’ispettore minacciò di scaricare ciò che era rimasto, davanti alla Soprintendenza, qualcuno si mosse ed i reperti residui, certo i meno appariscenti ed i meno integri, furono portati a Cagliari. Ivi, poiché come detto, erano un figlio non atteso e che nessuno doveva neanche vedere, furono chiusi e nascosti in uno scantinato per trenta anni.
    Ora che le incomplete trent’otto statue rimaste sono “restaurate”, mi sembra naturale che siano restituite al territorio che le ha generate e custodite per 35 secoli. Esiste già un museo a Cabras. Ma restituirli alla collinetta ove sono sempre stati, ritengo idea certo molto appropriata.
    Riguardo ad aspetti meramente economici ricavabili da questo portentoso pezzo del nostro passato, ritengo l’argomento indegno della minima considerazione. Meglio sarebbe pretendere di far sovvenzionare un gruppo multidisciplinare di studio perché ci dica cosa rappresentino quelle statue, da chi furono erette, perché, quando. E qui certo torna in ballo il Ministro Bondi, non fosse altro per discolparsi del dissennato finanziamento di 850.000 euro che ebbe inopinatamente ad elargire per cambiare, udite, udite, la denominazione del Golfo di Oristano in “Golfo dei Fenici”. Suvvia Ministro, si faccia perdonare dalla quasi totalità dei Sardi, anche perché personalmente la avvertii due volte che i fenici non sono mai esistiti, invitandola a chiamarmi per poterLe inviare il libro che lo dimostrava.
    Ma sulle statue, ho la pretesa di dire la mia opinione, pur solo nell’ottica della loro datazione:
    la indicazione, da parte degli studiosi accreditati che se ne sono interessati, dell’VIII secolo a.C., reputo decisamente puerile, pur comprendendo essere questo, un necessario esito conseguente all’atto di nascondere il figlio non voluto; è fin anche troppo palese che quando qualcuno si dipartirà, verranno alla luce molti segreti e verità nascoste, essendone dispensatori, attuali silenti ed ossequiosi individui.
    Grazie, mikkelj tzoroddu

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  5. Bene ,spero che si parta da questi ritrovamenti per iniziare a riscrivere la storia della Sardegna.

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