Naturalmente lo farò a modo mio, il mio scopo è infatti quello di incuriosire e spingere chi mi legge ad approfondire i testi di cui parlo.
E' curioso leggere di come, in quegli anni, sia nata l'Italia... e dalla nascita burrascosa si può capire tanto di come poi si sia evoluta!
Erano anni in cui vi erano grandi personaggi ma anche, come in ogni tempo, tanti piccoli uomini!
Era quello il tempo di Ferdinando di Borbone, che Montanelli racconta essere stato ben diverso dal padre e dal nonno, poltroni e perditempo. Lo descrive come non troppo istruito ma energico ed entusiasta anche se abbastanza rustico, lui ereditò il regno delle due Sicilie in questo periodo travagliato.
Vi erano le società segrete, quella della carboneria, guidata da Buonarrotti e la giovine Italia, guidata da Mazzini.
Era l'epoca di Garibaldi e delle sue peripezie in giro per il mondo, dopo la fuga dall'Italia a seguito del fallimento dell'insurrezione di Genova.
Il Piemonte aveva salutato Carlo Felice ed era ora guidato da Carlo Alberto, che più tardi sarà costretto ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele.
Faceva la sua comparsa il Benso, Conte di Cavour, che tanta parte avrà nella nascita dell'Italia Unita.
Poi c'erano gli intellettuali, Silvio Pellico, autore di "Le mie prigioni", che avrà tanto successo che il Metternich ne temeva la diffusione. Eppure, l'autore non parla mai di politica... non apertamente almeno, ma col suo scrivere riuscì a diffondere gli ideali di libertà e democrazia più che con l'azione!
E qui faccio una breve digressione, proprio su pellico e sulle sue prigioni, che scaricato da Google Books, sto leggendo proprio in questi giorni... non so se vi farò la recensione come per il libro di Montanelli ma voglio lasciarvi due frasi che mi hanno molto colpito:
"Molti ne abusarono, molti vollero farne un codice d'ingiustizia, una sanzione alle loro passioni scellerate. Ciò è vero: ma siamo sempre lì: di tutto puossi abusare; e quando mai l'abuso di cosa ottima dovrà far dire ch'ella è in se stessa malvagia?"
"Qual sarebbe il più iniquo dei due, uno che ama e dice: non sono cristiano, ovvero uno che dice: sono cristiano, e non ama?"
Con queste due frasi e con l'invito a leggere Montanelli e Pellico vi lascio, amici, sperando di aver presto modo di riprendere questi testi per raccontarvi di come il trentennio 1831 - 1861 portò alla fine all'unità d'Italia.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Nessun commento:
Posta un commento