Su di lui troverete tutte le notizie che volete e anche tutti i suoi libri, le vite parallele in particolare, le più note, ma anche i moralia, meno noti e che parlano di argomenti differenti. Tra queste opere mi interessa una in particolare, chiamata "il volto della luna" in quanto uno degli argomenti trattati in questo dialogo è per l'appunto la presenza di una immagine delineata dai chiaroscuri visibili sulla faccia della luna, un volto di donna i cui colori variano con le stagioni e le ore della notte.
Ma nella parte finale dell'operetta, peraltro incompleta nella versione che ho letto io, si parla di qualcosa di particolare, di un viaggio.
Plutarco cita Aristarco di Samo, astronomo greco antico che visse ed operò tra il 320 e il 230 avanti Cristo e riporta una parte di una sua opera e dice: "Purchè, mio caro, tu non ci intenti un processo per empietà come quello che Cleante pretendeva dai greci contro Aristarco di Samo, che egli accusò di perturbare il focolare dell'universo nel tentativo di salvare i fenomeni con l'ipotesi che il cielo resti immobile mentre la terra percorre un'orbita obliqua rotando al contempo contro il loro asse..."
Aristarco di Samo, 17 secoli prima di Copernico, aveva le idee chiare sui movimenti della Terra e sul sistema solare, non pensate? Le idee sembra non fossero sue ma di un suo predecessore, Eraclide Pontico, filosofo e astronomo greco antico che visse tra il 385 e il 322 avanti Cristo.
Ma questo è veramente niente in confronto a quello che è possibile leggere poche pagine dopo a proposito di isole e terre lontane: "lungi nel mare giace un'isola, Ogigia, a cinque giorni di navigazione dalla Britannia in direzione Occidente. Più in là si trovano altre isole, equidistanti tra loro e da questa, di fatto in linea col tramonto estivo. In una di queste secondo il raccondo degli indigeni si trova Crono imprigionato da Zeus e accanto a lui risiede l'antico Briareo, guardiano delle isole e del mare chiamato Cronio. Il grande continente che circonda l'Oceano dista da Ogigia qualcosa come 5000 stadi, un po meno dalle altre isole, vi si giunge navigando a remi con una traversata resa lenta dal fango dei fiumi. Questi sgorgano dalla ma ssa continentale e con le loro alluvioni riempiono a tal punto il mare di terriccio da aver fatto credere che fosse ghiacciato. La costa del continente è abitata da greci lungo le rive di un golfo che è grande almeno quanto la meotide e sbocca in mare aperto pressappoco alla stessa latitudine dello sbocco del Caspio..."
Il racconto continua nella descrizione di viaggi e terre. E abbastanza chiaro che Plutarco sta parlando di un viaggio compiuto in antichità verso il grande continente americano passando per le isole a nord della Britannia.
Plutarco racconte che una volta un saggio proveniente da questa terra lontanavenne sulla nostra terra che chiama Grande Isola:
"Soggiornò assai a lungo a Caartagine, dato che nel nostro paese Crono gode di un culto speciale, ed anche ritrovò alcune pergamene sacre trafugate segretamente dalla prima città al momento della sua caduta e rimaste a lungo sepolte nel terreno all'insaputa di tutti..."
Che fantastico racconto... eppure nessuno ne parla, perché?
In conclusione, Ulisse e la sua Odissea secondo questo testo hanno viaggiato fuori dal mediterraneo e l'America non è stata scoperta da Colombo. L'America è stata solo riscoperta da Colombo, e questa non è l'unica traccia di un viaggio in America in tempi antichi!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
e ci é piaciuto
RispondiEliminaCaro Alessandro,
RispondiEliminatu dici "Che fantastico racconto... eppure nessuno ne parla, perché?".
Perché il nostro mondo ormai fatto del nulla, non ha tempo d'occuparsi di queste cose fantastiche! Fantastiche esse non sono perl'iomo spocchiso moderno! Dici bene che son cose fantastiche, ma dicendo ciò rischi di essere tacciato quale terrorista dell'amena conoscenza (quella gretta ed insulsa, solo piena delle imbecillità propugnateci da professori univesitari dal pressoché nullo sapere) perché sconvolgi lo status quo!
Bisogna lasciarla in pace questa umana sottospecie che definiamo "uomini moderni"; essi oramai vivono solo per gingillarsi (menandone vanto) con instupidanti congegni elettrotelecomunicativi, oppure gigioneggiare su politica e finanza, senza assolutamente mai, arrivare ad un qualche risultato che interessi tutti gli uomini! Siamo in una morente epoca in cui il narcisegoismo la fa da padrone e non c'è tempo per le scoperte meravigliose!
Ciao, mikkelj.
Affascinante! Certo, che l'america sia stata visitata precedentemente a Colombo mi pare una ipotesi realistica. Certo che sarebbe interessante trovare una prova tangibile. Ho sentito parlare di una statua romana con un anans (!) in mano, ne sai qualche cosa? Il posizionamento di Ogigia poi diventa fondamentale per dare un pochino di riferimenti geografici al racconto. La storia antica non manca mai di stupire con il senso di meraviglia che forse abbiamo un pochino perso.
RispondiEliminaAndrea