mercoledì 26 febbraio 2014

Alla ricerca delle bianche sorgenti (Decimo episodio)

- Buona sera piccola Giulia, ti ho portato un regalo. Disse il nonno appena varcata la soglia della porta tendendo un pacchetto con tanto di fiocco alla sua nipotina preferita (anche perché era l'unica!).

- Grazie nonno, che cos'è? Urlò felice per la sorpresa, rigirando tra le mani il pacchetto e cominciando a tirare il fiocco in tutte le direzioni tentando di aprirlo.

- Eccoti le forbici – disse la mamma intervenendo opportunamente – ma fai attenzione.

- Grazie nonno! Grazie... urlò ancora una volta stringendo in mano una statuetta che doveva rappresentare Gionzo.

- L'ho fatta con le mie mani – aggiunse il nonno soddisfatto – ti piace? Chiese guardando la nipotina negli occhi.

- E' bellissima... mi devi insegnare a fare le statue un giorno o l'altro, aggiunse la piccola Giulia.

- Certamente tesoro. Non è difficile. Ma ora andiamo in salotto, ti devo raccontare cosa è successo a Gionzo ieri sera.

- Nonno, Gionzo sta bene vero? Disse Giulia con una smorfia di preoccupazione che le oscurava il viso.

- Stai tranquilla, non è successo niente di grave. Sta bene, però Ruggero non si sa bene che fine abbia fatto.

- Ho no, speriamo che non gli succeda niente di grave.

- Ma no, stai tranquilla, ora ti racconto. Mettiti qui seduta e fai attenzione alla statuetta, se cade si rompe. Poggiala sul caminetto se vuoi, così anche lui ascolta la storia.

Giulia poggiò la statuetta dell'estronauta sulla mensola del camino e si sedette affianco al nonno attendendo che lui cominciasse a parlare. Da quando il nonno aveva cominciato a raccontarle le avventure di Gionzo lei aveva imparato tante cose, ma la cosa più importante tra tutte consisteva nell'aver imparato ad ascoltare.

- Ieri sera Giovanbattistamarialorenzo e il suo amico Ruggero il Camaleone si trovavano nei pressi di una enorme cascata lunare. Un fiume di una sostanza bianca e densa colava dall'alto di un burrone cadendo proprio ai loro piedi da cui proseguiva lento e viscoso.

- Ma nonno, l'acqua non è così. E poi cosa vuol dire biscoso? Forse volevi dire biscotto?

- Scusa, hai ragione. Volevo dire proprio viscoso. Viscoso significa un po' appiccicoso, lento, che non scorre bene. E il fiume non era di acqua ma di ricotta.

- Ricotta? Ma la ricotta non può fare un fiume! - Disse Giulia incredula – la ricotta è in vaschette piccoline! Aggiunse ridendo.

- Eppure era proprio ricotta. Ruggero fu il primo a buttarsi in mezzo al fiume e mangiarne a sazietà, poi Gionzo si avvicinò e usò il suo casco potenziante per analizzare la sostanza prima di assaggiarla. Le analisi erano chiarissime, si trattava di ricotta, una ricotta ottima e di latte di capraspina. Gionzo decise immediatamente di scoprire da dove provenisse tutta quella ricotta così decise di risalire la cascata e seguire il flusso del fiume, incuriosito dallo strano fenomeno.

- Che bello un fiume di ricotta. Disse Giulia, portandosi subito le mani alla bocca per far capire che il nonno poteva proseguire il racconto.

- Gionzo decise di risalire la corrente con una canoa a vento lunare che estrasse dal suo zaino e che gonfiò immediatamente.

- Sali a bordo – disse rivolto a Ruggero che però preferì nuotare sulla ricotta seguendo la canoa da vicino e continuare a mangiare di tanto in tanto uno squisito boccone.

Giulia intanto rideva a crepapelle e si teneva la pancia cercando di non fare troppo rumore.

- Naviga naviga, Gionzo giunse in vista di un mulino con la ruota immersa nel fiume di ricotta e pensando di essere arrivato alla sorgente accostò la sua canoa alla riva e si avvicinò al mulino che però sembrava abbandonato.

- Numeri cari, se ci siete mostratevi, io sono un amico. Mi chiamo Gionzo e ecco a voi un passaporto che mi ha rilasciato Zero, del paese dei numeri Arabi. E come finì di parlare immediatamente alcuni strani numeri apparvero di colpo alla vista.

- Buon giorno a te - disse uno di essi rivolgendo il saluto al nuovo arrivato - Io sono Trequarti e sono il proprietario del mulino. Come posso esserti utile?


- Buon giorno a te, Trequarti, io mi chiamo Giovanbattistamarialorenzo, Gionzo per gli amici, e sono un estronauta. Vengo dalla Terra e sono qui in missione esplorativa. Ieri ho notato questo enorme fiume di ricotta di Capraspina e incuriosito dallo strano fenomeno ho deciso di risalire il fiume per capire da dove nasca. Mi sapete dare qualche spiegazione?

- Signor estronauta, noi siamo dei poveri Numeri Frazionari, ci dispiace non poterti aiutare, il fiume è sempre stato qui e noi cerchiamo di fare il nostro lavoro raccogliendo un po di ricotta e trasformandola in formaggio di Capraspina, anche se purtroppo quasi tutte le forme ci scappano non appena le produciamo. Siamo poveri e non possiamo offrirti molto ma chiedi ciò che vuoi, sei nostro ospite. E mentre parlava, Trequarti si chinò in segno di rispetto verso chi aveva conosciuto Zero e Uno, i signori del paese dei Numeri Arabi.

- Ti ringrazio Trequarti, a me e al mio amico Ruggero non occorre niente, però forse posso esservi io stesso d'aiuto. Mi sembra di capire che non riuscite a guadagnare molto con il vostro lavoro perché le forme di formaggio scappano. Ho visto che i vostri amici del paese dei Numeri Arabi usano mettere un collare alle forme prima di terminarle cosicché non possano scappare, se volete vi faccio vedere come si fa, così anche voi potrete godere del vostro lavoro. Come finì di parlare un mormorio si sollevò davanti a lui e di colpo apparvero dal niente tanti altri numeri, sicuramente la famiglia di Trequarti. Potevo intuire i loro nomi solo guardandoli. C'era un grande Quattroterzi, probabilmente il nonno, una bella bambina che si chiamava Duequinti, un piccolo vispo che doveva essere Unterzo e tanti altri piccoli curiosi che mi dissero essere i gemelli Undecimo. Tutti erano curiosi di vedere come si potesse mettere il collare alle forme di formaggio di Capraspina e si avvicinarono a Gionzo chinandosi di fronte a lui.

- Grazie signor estronauta, te ne saremmo molto grati. Disse Trequarti prostrandosi di fronte a Gionzo. Intanto la piccola Giulia che rideva fino ad un istante prima, saltò in piedi apostrofando il nonno.

- Nonno nonnino, cosa significa postandosi?

- Si dice prostrandosi – disse il nonno – e significa inchinandosi fino a terra in segno di rispetto, ma ora torna a sedere. Dicevo dunque che Trequarti si inchinò profondamente verso Gionzo che decise di mostrare subito come mettere il collare alle forme di formaggio per proseguire poi l'esplorazione senza perdere troppo tempo.

- Ecco, Trequarti, dovete fare come vi ho mostrato e le vostre forme non scapperanno più. Ora però devo partire, una missione mi attende, spero di incontrarvi in futuro e abbiate più fiducia in voi stessi. Disse salutando i suoi nuovi amici.

- Ti ringrazio caro amico, ci ricorderemo per sempre del tuo aiuto. In cambio voglio offrirti un consiglio, fai attenzione al fiume di ricotta. Abbiamo visto che viaggi su una piccola canoa ma devi sapere che nella ricotta si possono incontrare degli animali molto pericolosi che aggrediscono tutto ciò che gli capita a tiro. Ti consiglio di proseguire a piedi lungo la riva sinistra. Noi non abbiamo idea di dove si trovino le sorgenti del fiume ma se tu seguirai il nostro consiglio forse riuscirai a raggiungerle. E con questo consiglio si salutarono.

- Giulia, papà, a tavola. I ravioli di ricotta sono pronti. Disse la mamma interrompendo l'esplorazione di Gionzo e rimandandola alla prossima volta.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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