Se
la sera uscite per Roma può capitare, di tanto in tanto, di
assistere a cerimonie che hanno tutto il sapore del passato!
Ieri,
verso le 17.00, mi trovavo a passare nei pressi del Maxxi, in via
Guido Reni. Di fronte, sull’altro lato della strada, era in corso
la mostra del videogioco. Poco oltre invece, verso la via Flaminia,
si trova la “Basilica di santa Croce a via Flaminia”, e di
quest’ultima che vi parlo.
Io
e mia moglie siamo entrati nella chiesa per vedere quali opere d’arte
conteneva e, di colpo, siamo stati proiettati nel passato… immersi
in un’atmosfera d’altri tempi!
A
destra della navata centrale, nella cappella dedicata a San Giorgio,
aveva corso una cerimonia particolare cui prendevano parte alcuni
cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Poi,
documentandomi, ho scoperto che nella Basilica ha sede la Reale
Deputazione del ramo spagnolo dell’Ordine cavalleresco.
Il
sacerdote e i Cavalieri hanno celebrato la messa, una messa
particolare, nel corso della quale sono stati ricordati i Cavalieri
dell’Ordine ed è stata letta la preghiera del Cavaliere:
“Signore
Gesù, che Vi siete degnato di farmi partecipare alla Milizia dei
Cavalieri Costantiniani di San Giorgio, Vi supplico umilmente, per
intercessione della Beata Vergine di Pompei, Regina delle Vittorie,
del valoroso San Giorgio Martire, Vostro glorioso Cavaliere, e di
tutti i Santi,
di aiutarmi a restare fedele alle tradizioni del nostro Ordine, praticando e difendendo la Santa Religione Cattolica, Apostolica, Romana contro l'assalto dell'empietà. Essa diventi per me armatura di fede e scudo di buona volontà, sicura difesa contro le insidie dei miei nemici, tanto visibili quanto invisibili. Vi prego affinché possa avere la grazia di esercitare la Carità verso il prossimo
e specialmente verso i poveri ed i perseguitati a causa della Giustizia. Datemi infine le virtù necessarie per realizzare secondo lo spirito del Vangelo, con animo disinteressato e profondamente cristiano, questi santi desideri per la maggior Gloria di Dio, la Glorificazione della Santa Croce e la Propaganda della Fede, per la Pace del Mondo ed il bene dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Amen.”
di aiutarmi a restare fedele alle tradizioni del nostro Ordine, praticando e difendendo la Santa Religione Cattolica, Apostolica, Romana contro l'assalto dell'empietà. Essa diventi per me armatura di fede e scudo di buona volontà, sicura difesa contro le insidie dei miei nemici, tanto visibili quanto invisibili. Vi prego affinché possa avere la grazia di esercitare la Carità verso il prossimo
e specialmente verso i poveri ed i perseguitati a causa della Giustizia. Datemi infine le virtù necessarie per realizzare secondo lo spirito del Vangelo, con animo disinteressato e profondamente cristiano, questi santi desideri per la maggior Gloria di Dio, la Glorificazione della Santa Croce e la Propaganda della Fede, per la Pace del Mondo ed il bene dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Amen.”
Nel
corso della messa, cui assistevano pochissimi curiosi, è stata
consegnata una pergamena ad uno dei Cavalieri, chissà per quale
opera di benemerenza.
Durante
il rientro a casa, con mia moglie ci siamo chiesti qual era il
compito dell’Ordine cavalleresco alla sua nascita e quale sia il
compito attuale, nella società moderna.
Alla
prima domanda è semplice rispondere, le informazioni sono reperibili
su internet e il sito ufficiale dell’Ordine ci spiega che “Il
Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un Ordine
Equestre le cui origini, per tradizione, vengono fatte risalire
all’Imperatore Costantino, dopo l’apparizione della Croce a Saxa
Rubra, ed è pertanto considerato uno dei più antichi ordini
cavallereschi. Si propone la propagazione della Fede e la
glorificazione della Croce e dà il suo contributo d’azione e di
attività nelle opere di Assistenza Sociale e Ospedaliera.”
Sul
sito è detto che il più antico documento conosciuto, relativo ai
Cavalieri Costantiniani, risale al 1190 ed è lo statuto riformato
dall’Imperatore d’Oriente Isacco IV Angelo Flavio Comneno.
Il
Gran Magistero passò di padre in figlio nella dinastia dei Comneno
fino all’ultimo di loro, quindi passò al Duca di Parma Francesco
Farnese. Nel 1718 il Papa Clemente XI, con la bolla “Militantis
Ecclesiae”,
pose l’Ordine sotto la protezione della Santa Sede. La suprema
dignità dell’Ordine passò poi ai Borbone. Da allora la famiglia
Reale ne conserva il Gran Magistero.
Dal
14 dicembre del 1900 a causa di dispute interne alla casa borbonica
sulla successione, anche l’ordine si è separato in due rami,
quello franco-napoletano e quello ispano-napoletano. L’attuale
Gran Maestro del
ramo ispano-napoletano è
S.A.R.
don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, duca di Calabria, mentre per
il ramo franco-napoletano è il
Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro. Ho
trovato anche traccia della riconciliazione avvenuta tra le due
casate (nel 2014), ma subito dopo i due rami hanno smentito gli accordi. Dunque oggi esistono ancora i due rami separati.
Questa,
in sintesi, la storia passata, ma non sono riuscito a trovare
risposta alla seconda domanda: qual è il compito, il servizio, che
un antico ordine cavalleresco come questo può rendere oggi alla
società?
Immagino
che la risposta vada cercata tra le parole: “Si propone la
propagazione della Fede e la glorificazione della Croce e dà il suo
contributo d’azione e di attività nelle opere di Assistenza
Sociale e Ospedaliera.”
Eppure
sul sito ufficiale abbiamo cercato di capire quali attività si
svolgono a Roma, anche perché sarei curioso di assistere
(eventualmente partecipare), per quanto nelle mie possibilità. Roma
è grande e immagino che qualcosa tenga occupati i Cavalieri (tempo
addietro mi è capitato di partecipare ad una distribuzione di viveri
ai poveri organizzata dai Cavalieri dell’Ordine di Malta).
Apparentemente
l’unica attività permanente, a Roma, è la celebrazione mensile
della santa Messa.
Forse
un po' poco per un’Ordine Cavalleresco che opera a Roma, ma d’altra
parte non si può pretendere troppo al giorno d’oggi, in una
società ormai priva di valori di carità cristiana e tutta dedicata
ad apparire piuttosto che a fare.
Dove
sono oggi i giovani, quelli che in ogni tempo, hanno costituito il
nerbo degli eserciti e portato avanti le idee nuove mantenendo pure
uno sguardo alla tradizione?
Chi
sono oggi, i Cavalieri della fede?
Chi
è che li guida?
Ha
ancora senso l’appartenenza ad un Ordine Cavalleresco, in una
società come la nostra?
Come
si concilia in ambito ecclesiale la Tradizione con la attuale
posizione della Santa Sede?
Alessandro
RUGOLO
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