sabato 27 aprile 2019

Reims, la gemella di Roma...

Mi sono imbattuto per caso, presso un bouquiniste di Parigi, in un libriccino stampato su carta spessa e scura edito dalle Librairie Larousse nel 1933 dal titolo "Vercingétorix, les gestes heroiques", scritto dallo scrittore Charles Gailly de Taurines (1857-1941).
Il libriccino, in lingua francese, racconta appunto le gesta di Vercingetorix, dalla sua gioventù alla fine dei suoi giorni a Roma, attaccato al carro del suo vincitore, Cesare.
Nella lettura del libro mi sono imbattuto in diverse cose interessanti e di una di queste voglio parlare, si tratta della leggenda che parla della fondazione della città di Reims.
Reims è oggi una cittadina francese ma ai tempi di Cesare era una delle città principali dei popoli della gallia belga.
L'autore afferma infatti che sin dai primi tempi in cui Cesare si trovava come proconsole in Gallia, nelle città dei belgi, si cominciava a mormorare che se le Legioni romane avessero cominciato a passare l'inverno sui loro territori dei loro vicini non sarebbero più riusciti a liberarsene e magari un giorno si sarebbero stabilite anche presso di loro.
Poco oltre si fa riferimento al fatto che gli abitanti di Reims inviarono presso Cesare i propri ambasciatori con il seguente messaggio: 
              "In fede del popolo romano, noi vi rimettiamo le nostre città e tutte le nostre ricchezze. Alle richieste pressanti dei nostri fratelli belgi noi abbiamo resistito. Non abbiamo voluto prendere parte alle loro congiure. Noi abbiamo intenzione, invece, a venire in aiuto dei romani con tutto il nostro potere, aprendo le porte delle nostre città e dividendo con essi i nostri viveri e il nostro frumento. Noi amiamo fraternamente i romani, perché noi siamo loro fratelli".
Devo dire che in un primo tempo ho pensato che dovesse trattarsi di un tentativo di inganno ai danni di Cesare ma poi, continuando a leggere mi sono dovuto ricredere infatti gli abitanti di Reims sembra abbiano effettivamente sostenuto i romani.
Ecco la spiegazione dell'autore: secondo una leggenda cara agli abitanti di Reims, il nome della loro città sarebbe derivato da quello di Remo, fratello di Romolo, fondatore di Roma. A seguito del litigio tra i due fratelli riguardo l'interpretazione da dare al volo degli avvoltoi, Remo non sarebbe stato ucciso, come si era creduto, ma portato via segretamente dai suoi compagni egli era riuscito a raggiungere, al di la delle Alpi, la gallia belga, territorio sul quale era stata fondata la città che conservava il suo nome.
Secondo l'autore, a Reims, una porta romana ancora in piedi attestava l'antichità della leggenda. I suoi bassorilievi infatti rappresentavano la lupa romana che allatta i due gemelli e a ricordo del loro padre divino, la porta ha conservato nei secoli il nome di "porta di Marte".
Da quel giorno gli abitanti di Reims furono alleati dei romani e non violarono mai il proprio giuramento.
E' la prima volta che sento parlare di una simile leggenda.
Oggi nella città di Reims è possibile vedere ancora la Porta di Marte, l'unica di quattro porte della città ad essere sopravvissuta ai secoli.
La città ai tempi di Cesare veniva chiamata dai romani "Durocortorum" e la porta sembra sia stata costruita tra il 180 e il 230 dopo Cristo come arco di trionfo.
Che la leggenda abbia o meno un fondo di verità poco importa, certo è che Reims non tradì Cesare e che la città assunse un ruolo importante nei secoli che venirono.

Alessandro Rugolo




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