venerdì 22 novembre 2019

La Brigata dei "guerrieri ombra"


É di qualche giorno fa la notizia circa la costituzione del 127th Cyber Battalion della Army National Guard dello Stato dell'Indiana. La nuova unità, basata a circa 75 miglia da Indianapolis, è il quinto battaglione di questa tipologia costituito negli ultimissimi anni, unitamente al 123rd e al 124th, entrambi basati in Virginia e al 125th e 126th, rispettivamente ubicati in Columbia e South Carolina. Tali reparti hanno in comune lo stesso comando sovraordinato, ossia la 91st Cyber Brigade, costituita nel febbraio 2017 in Virginia, dopo appena sette mesi dall'avvio del relativo progetto. Traendo spunto dalla citata notizia, vediamo di seguito in cosa consiste proprio la Brigata cyber dei "guerrieri ombra" (dal relativo motto "umbra bellatores"), ovvero come è articolata e che capacità è in grado di esprimere.
Innanzitutto va detto che le capacità cyber della 91st Cyber Brigade, unità della National Guard, si inquadrano in un contesto molto più ampio, composto dalle capacità delle Forze Armate formate da militari professionisti full time, che fanno capo ai Cyber Command di Esercito, Aeronautica, Marina e Corpo dei Marines, riuniti sotto lo U.S. Cyber Command. Esistono poi anche le capacità espresse dalle numerose Agenzie federali di intelligence e di law enforcement (NSA, CIA, FBI, ecc.). In generale, ciò che distingue le unità cyber della Guardia Nazionale, oltre allo status di cittadini-soldati "part time" dei suoi componenti, è l'orientamento delle capacità espresse: se le unità cyber delle Forze Armate sono orientate a compiere tutto lo spettro delle operazioni nel cyberspace, la Brigata dei guerrieri ombra, pur essendo anche lei in grado di esprimere l’intera gamma capacità cyber, ha il compito primario di pianificare e condurre operazioni prevalentemente difensive sul territorio nazionale, mediante le unità dipendenti dai Battaglioni come il citato 127th.
Ognuno dei cinque Battaglioni sin qui costituiti è capace di operare sulle reti e sui sistemi informatici militari, su quelli del Ministero della Difesa o su quelli appartenenti a qualsiasi altra struttura statale o privata ed è formato da quattro unità subordinate, ossia: una Compagnia di cyber security, una Compagnia di cyber warfare e due Cyber Protection Team (CPT), per un totale di circa cento, tra uomini e donne della Army National Guard. Nello specifico, le Compagnie di cyber security conducono attività di vulnerability assessment (ricerca dei “punti deboli” - errori di programmazione o di configurazione - di reti e sistemi informatici), analisi forensi a seguito di eventi o incidenti di sicurezza (analisi volte a individuare le caratteristiche degli attacchi informatici, quali: tecniche utilizzate, origine, presumibile scopo, ecc.) valutazioni della sicurezza e supporto agli operatori di infrastrutture critiche (impianti di produzione di energia elettrica, gestori di reti idriche, ospedali, ecc.) e, infine, consulenza nel campo della cyber security in generale. Le Compagnie di questo tipo, attraverso il rispettivo Comandante, esercitano l’autorità necessaria per l’assolvimento delle missioni assegnate nei confronti dei dipendenti team di cyber security, di supporto alla cyber security o di supporto alle infrastrutture critiche, nel quadro di operazioni difensive nello spazio cibernetico. Le Compagnie di cyber warfare, invece, sono in grado di ricoprire o di supportare il ruolo di opposing force (i “cattivi”) nell’ambito di esercitazioni cyber, di condurre tutto il ventaglio di attività militari nel cyberspace, ivi comprese quelle di ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance). Tali unità sono in grado di enucleare team di network warfare, di cyber analisi e di cyber support, esercitando su di essi la direzione e l'indirizzo per la condotta di tutte le tipologie di cyber operations (quindi anche di quelle offensive). Infine, i CPT hanno il compito di condurre operazioni cyber difensive su reti militari, che possono comprendere anche la fornitura di servizi e di consulenza in conformità al quadro normativo federale e dei rispettivi Stati di appartenenza, quali validazioni/ispezioni ai Comandi militari, vulnerability assessment, opposing forces, critical infrastructure assessment, supporto per attività di theater security cooperation e supporto per addestramento e advisory and assistance. È interessante notare che i CPT hanno il compito di intervenire entro quattro ore dall'attivazione da parte del Comando superiore, in caso di una crisi cibernetica. Inoltre, i CPT dei Battaglioni già operativi, come ad esempio il 169th CPT basato a Baltimora, sono impiegati stabilmente in operazioni e partecipano attivamente anche a tutte le principali esercitazioni cyber.
Tornando alla notizia di apertura, in una recente intervista il Brig. Gen. Lyles dell'Indiana National Guard ha illustrato gli ulteriori passi da compiere affinché il 127th Cyber Battalion diventi pienamente operativo e ha sottolineato alcuni aspetti interessanti del progetto. In particolare, l'alto Ufficiale ha evidenziato che l'organico del Battaglione sarà completato nei prossimi due anni sia convertendo ai nuovi incarichi cyber personale già arruolato nella National Guard sia arruolando "nuovi talenti" direttamente dal mondo civile. Nel contempo l'unità riceverà il necessario addestramento e sarà equipaggiata con materiali peculiari, al fine di raggiungere gli standard operativi previsti. Il Generale Lyles ha anche posto l'attenzione su come la scelta della sede in cui è stato costituito il Battaglione non sia stata casuale, bensì ben ponderata. È stato scelto lo Stato dell'Indiana in quanto si tratta di un ambiente particolarmente "fertile" per la cyber: sul suo territorio sono presenti molte professionalità sia militari che civili, nonché Università e centri di ricerca operanti nello specifico settore. In buona sostanza, questo ambiente favorevole, non solo ha consentito di formare la nuova unità con una relativa facilità ma consentirà alla stessa di implementare le sue capacità altrettanto rapidamente, generando un circolo virtuoso tra il mondo militare e quello civile, accademico e industriale.
Al riguardo, giova evidenziare che quanto si sta realizzando nella National Guard potrebbe costituire un valido riferimento a cui le nostre Forze Armate potrebbero ispirarsi, con le dovute proporzioni, allo scopo di dotarsi rapidamente di capacità cyber, assumendo un ruolo di primo piano nel rafforzamento del Paese in tale settore. D'altronde qualcosa di analogo è già stato posto in essere in Francia, Nazione molto più vicina alla nostra realtà, in cui ai militari professionisti delle unità cyber delle Forze Armate, molto simili per struttura e compiti ai Cyber Battalion statunitensi, si aggiungono riservisti "a contratto determinato" e riservisti che prestano servizio a titolo gratuito. In particolare, gli elementi che potrebbero essere presi a modello sono: l'orientamento prevalentemente difensivo delle unità cyber, comunque in grado di condurre ogni tipo di operazione, che operano a supporto delle attività militari e, qualora richiesto, anche nei confronti di reti e sistemi appartenenti ad altre Amministrazioni dello Stato e/o agli operatori di infrastrutture critiche; la fisionomia e il concetto di impiego dei CPT; il ricorso a professionalità già esistenti sul territorio, ancorché non a carattere continuativo. Tutto ciò, applicato nel nostro Paese, consentirebbe di creare un "bacino" di esperti militari del settore, di professione o meno, sempre aggiornati e prontamente impiegabili sia in Patria che nei Teatri Operativi. Inoltre, tale potenziale della Difesa potrebbe essere messo immediatamente a disposizione dell'intera Nazione in un'ottica realmente dual use che, date le caratteristiche trasversali del cyberspace, connota naturalmente tanto le minacce quanto le capacità cyber volte a contrastarle. In definitiva, si tratterebbe di una risorsa molto preziosa per il nostro Paese, che non necessariamente entrerebbe in gioco soltanto in caso di crisi cibernetica ma che, al contrario, potrebbe funzionare da catalizzatore affinché la Nazione cresca rapidamente nel settore della cyber security, sempre più cruciale per l'economia, la società e la sicurezza.

Ciro Metaggiata

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