martedì 27 dicembre 2011

Preghiera di un trasmettitore alpino


A te, Maria madre di Dio,
a te, Dio Padre Onnipotente,
a te, Gabriele, ci rivolgiamo.
A te, Annunciatore, che fosti il primo messaggero di buona Novella
volgiamo lo sguardo e la nostra preghiera.

Tu che negli spazi corri veloce
per recare messaggi di gioia
tu che sovrasti le nostre montagne,
fai sì che il nostro messaggio giunga sicuro a destinazione.

Tu, Gabriele, che superi le distanze in un istante
aiutaci in pace e in guerra
a compiere il nostro dovere per la Patria Italia
senza timore alcuno.

Tu che siedi affianco a Dio Padre,
proteggi noi trasmettitori alpini e le nostre famiglie,
e guidaci con passo sicuro e senza esitazione
verso il nostro futuro.

Amen.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(25 dicembre 2011)

venerdì 23 dicembre 2011

Bianco Natale

Dai vetri appannati di una finestra
intravvedo i fiocchi cadere,
ricoprendo la terra di una soffice e bianca coltre di neve.

Stelle comete abbelliscono le finestre
del paese, ancora oggi,
come quando ero bambino.

L'aroma della cioccolata calda
si diffonde per le strade,
mischiandosi con il profumo delle caldarroste.

Impronte di bimbi che corrono allegri
si incrociano sui marciapiedi
coperti di neve fresca.

E le nonne di oggi,
come le mie un tempo lontano,
preparano dolci manicaretti per i loro nipoti...

Così ricordo i tanti natali passati,
e a te, Memoria, chiedo conforto...

annulla, se puoi le distanze tra me e i miei cari.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 16 dicembre 2011

E penso...

Ancora una notte,
in un paese straniero,
alzo lo sguardo al cielo...

ammiro l'immensità del buio profondo,
ammiro le stelle splendenti lontane,
ammiro la luna complice e pallida
e penso...

al tempo passato,
al futuro inconoscibile,
alla famiglia lontana...

e penso...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 20 novembre 2011

Com'è strana la vita...

Un giorno di tanti anni fa io e mio figlio trovammo un gattino, fradicio, ferito sul labbro e spaventato. Sarebbe morto di li a poco, forse... ma qualcosa o qualcuno decise per lui un destino differente, sarebbe diventato il nostro "micio".
Ricordo ancora quel giorno... e quelli seguenti. Era un bel micio e giorno dopo giorno cresceva con noi. Aveva degli artigli delicati ma affilatissimi, come i dentini.
Si riconosceva da lontano per il miagolio, aveva infatti una voce sottile e delicata... così micio divenne uno di famiglia.
Ci seguì in giro per l'Italia, durante i nostri trasferimenti, viaggiò in macchina, treno, nave... era il nostro micio!
Quando uscivamo a passeggio la sera veniva con noi. Ci seguiva senza allontanarsi, correndo tra i nostri piedi senza mai inciampare, sembrava volasse... ci capiva e noi capivamo lui!
Poi un giorno, forse inconsapevolmente, ha scelto la libertà. E' uscito, come faceva sempre, ma non è tornato a casa. Noi la mattina dopo partimmo per il Continente, lui restò in Sardegna, solo, per tutto l'inverno.
Dovette arrangiarsi, non fu facile, ma sopravvisse.
L'estate dopo tornammo a casa. Poche ore dopo il nostro arrivo micio si presentò di fronte a casa, ci vide, ci riconobbe... era arrabbiatissimo e ce ne accorgemmo subito. Si avvicinò e ci guardò come ti guarderebbe una persona di famiglia che tu hai tradito e abbandonato... ma poi tornò ad essere micio, anche se gli ci volle un po di tempo a recuperare la fiducia in noi. Ogni giorno veniva a trovarci, mangiava qualcosa, si sdraiava in terra sotto la macchina. Di tanto in tanto ci permetteva di coccolarlo, come facevamo quando era piccolo.
Poi, in autunno partivamo, lui passava l'inverno da solo, da gatto libero come ormai era. Faceva le sue esperienze, litigava con altri gatti, soffriva, dimagriva, si faceva una sua posizione tra i gatti del quartiere, cresceva, viveva.
Poi, l'anno scorso, micio mostrava di essere diventato vecchio, zoppicava vistosamente, era dimagrito e non aveva più voglia di farsi coccolare. Sapevamo che forse sarebbe stata l'ultima estate assieme e forse se ne rendeva conto anche lui.
Quest'anno micio non è venuto a trovarci, non c'è più!
Siamo dispiaciuti, ma è la natura, si nasce, si cresce, si vive e si muore.
Se sei fortunato lasci qualcuno al mondo che si ricorderà di te, di tanto in tanto, con una lacrima sugli occhi ed un nodo in gola, magari...
Poi stasera mia moglie mi ha detto che rientrando a casa ha sentito un miagolio, sembrava micio...
Un gattino piccolo ma identico al nostro sbuca fuori dal cortile dei vicini, piccolo, vispo, sembrava micio come l'avevamo conosciuto noi, tanti anni prima. Corre, salta tra le gambe, fa le feste, miagola... sembra proprio lui. Forse la natura ha fatto il suo corso e di fronte c'era il ricordo più bello che ci ha potuto lasciare, un piccolo "micio"...
Ciao, micio, dovunque tu sia noi ci ricorderemo sempre di te... 

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 18 novembre 2011

Equilibrio

(Roma, 28 settembre 2011)



Se esistere nell’oscuro passaggio

Della vita sommo inganno dei sensi

Percepisci vero o falso del caldo

Del sole lontano seguito dal gelo

D’ottobre maldestro solstizio

Di piante già spoglie e invisibile vento

Se la notte trascorre veloce alterna

Al giorno infinito vuoto a prendere

Di cose lasciate o trovate il sorriso

In fondo alla strada e il bacio silenzioso

Memento di sole vicino e caldo

E del mare abisso in cui la volontà scompare.

… non ci rimane – adesso - che raccontare

una storia diversa ai nostri figli

sfidando l’evidenza nera e cruda ma

mai la Ragione nostra che non possono offendere,

che non è neppure in vendita

in qualche luccicante vetrina del centro…



Giuseppe Marchi

Fuori dalla realtà...

A volte la vita riserva strane sorprese...
Un giorno sei a casa tua, tra le comodità e la famiglia, il giorno dopo ti trovi a migliaia di chilometri di distanza, solo tra tanti.
Così pensi...
Quante cose si danno per scontate, agi, lusso, comodità, il pane fresco di ogni giorno o poter acquistare un gelato al chiosco durante la passeggiata serale.
Quante cose non sono scontate per altri uomini, in altri luoghi, concentrati nell'unica cosa che veramente conta: sopravvivere!
Sento il telegiornale italiano sotto un tetto di stelle quasi sconosciuto, sento dei problemi, dei litigi, degli scontri politici... e sorrido, amaramente.

Quanto sono fuori dalla realtà... gli italiani!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 13 settembre 2011

I custodi del cosmo e la storia precessionale... di Massimo Fraticelli

Intanto grazie, a Massimo...
per aver scritto un libro veramente interessante!
Un libro che già dal titolo lascia pochi dubbi su quali argomenti vi sono trattati... almeno se si è appassionati della storia antica, di miti e leggende, di archeologia e archeoastronomia!
In secondo luogo, come sempre dico, questa non è una recensione secondo quelli che sono i canoni giornalistici, d'altra parte io non sono un giornalista per cui spero mi perdonerete. Questo è un omaggio all'autore che spero riesca ad incuriosire voi tutti amici e lettori...

Appena preso il libro tra le mani, mentre leggevo le prime pagine, mi rendevo conto che l'autore ed io avevamo qualcosa in comune, decine e decine di testi scritti da antichi autori! Da Esiodo a Giamblico, da Platone ad Orfeo, da Eusebio a Macrobio... e così, sempre più incuriosito, proseguivo la lettura rileggendo brani letti in passato, riportando alla mente frasi e testimonianze antiche ma soprattutto aggiungendo alle mie conoscenze nuovi autori ancora sconosciuti. E' proprio vero, non si finisce mai di imparare!

Vi starete chiedendo quando inizierò a raccontarvi di cosa parla il libro ed io vi rispondo, con tutta sincerità, che lo sto già facendo!

Il nostro autore comincia dalla spiegazione di un fenomeno naturale poco conosciuto al grande pubblico, la precessione degli equinozi e utilizza tale fenomeno per cercare di datare eventi e avvenimenti antichi considerati talvolta semplici miti... "semplici miti"... se mi sentisse de Santillana o la von Dechend chissà cosa direbbero!
I miti e le leggende sono sicuramente il metodo più efficacie ed efficiente per trasmettere delle conoscenze importanti nel tempo... ed è così che tutti i  popoli del mondo hanno trasmesso alle popolazioni attuali la catastrofe del Diluvio Universale!
Quanti secoli sono passati dall'ultimo diluvio?
Quanto tempo è passato dalla caduta di uno sciame di meteoriti che probabilmente ha distrutto la civiltà egizia?
Quanti anni intercorsero tra la visita di Erodoto in Egitto ed Ercole egizio (non l'Ercole greco)?
Massimo Fraticelli prova a dar risposta a questi e altri quesiti nel tentativo di riscrivere una storia antica ormai dimenticata... e lo fa magistralmente, trascinando il lettore attraverso i secoli, dietro la guida delle costellazioni e per mezzo del fenomeno della precessione, dei testi delle religioni del mondo, dei reperti archeologici non ancora spiegati dalla scienza ufficiale.

Che dire di più? Leggete il libro se volete scoprire altro, io vi lascia solo un ultimo spunto di riflessione:

"Emoi genoz ouranion"... ovvero, "la mia stirpe è celeste"!

A presto,

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 10 settembre 2011

Gargantua e Pantagruele - parte seconda

Avete letto l'introduzione al libro di Rabelais?
Se non l'avete ancora fatto eccovi il link:

Gargantua e Pantagruele... Fraçois Rabelais


Se invece l'avete già fatto, ecco alcune nuove chicche tratte dallo stesso autore.
Libro terzo, Capitolo primo: "Come Pantagruele trasferì una colonia di Utopiensi in Dipsodia.
Rabelais, in questo capitolo, da una magistrale lezione di strategia sul come si mantiene un paese conquistato di recente, lezione che ai nostri tempi è evidentemente completamente dimenticata. Allora vediamo cosa ci dice e, chi è nella posizione, ne tenga conto se può!

"... il modo di conservare e mantenere paesi conquistati di fresco non è (come è stata erronea opinione di certi cervelli tirannici, a loro danno e disdoro), saccheggiando i popoli, facendo violenze, angherie, rovine, vessazioni, e reggendoli col pugno di ferro: insomma, mangiando e divorando i popoli così come Omero chiama il re iniquo Demovoro, che vuol dire mangiatore del popolo [..] Anzi, come bambini da poco nati, bisogna allattarli, cullarli, farli giocare; come alberi da poco piantati, bisogna sostenerli, assisterli, difenderli dalle gelate, ingiurie e calamità; come persone scampate a lunga e dura malattia, e che entrano in convalescenza, bisogna coccolarli, risparmiarli, ristorarli: in modo che cresca in loro questa opinione, che non esiste al mondo un re né un principe di cui vogliano maggiormente fuggir l'inimicizia, e conquistarsi la benevolenza."

Ecco dunque la ricetta di Rabelais. Niente di così difficile, in teoria... poi, di seguito, ecco alcuni interessanti esempi tratti dalla storia passata, a supporto della teoria appena esposta. Il primo esempio riguarda l'Egitto, si parla infatti di Osiride...

"Così Osiride, quel gran re degli Egiziani, conquistò tutta la terra, non tanto a forza d'armi quanto con l'alleviare d'ogni angheria, insegnare a vivere bene e sanamente, e dare leggi comode, e dispensar grazie e benefici. E così, dal mondo intero fu soprannominato gran re Evergete (che vuol dire benefattore), secondo l'ordine che fu dato da Giove ad una certa Pamila..."

E dunque, se Osiride comportandosi così saggiamente è stato innalzato al rango di dio ed ancor oggi ricordato, perchè è così difficile capire una lezione tanto semplice? Stupidità umana?
Chissà... ma ora vi lascio sperando che abbiate modo e voglia di leggere voi stessi il libro di Rabelais!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 
 

venerdì 26 agosto 2011

DAI DELEGATI SANITARI DEL PUNTLAND I PRIMI AIUTI UMANITARI DELL’ITALIA ALLA SOMALIA

Sono partiti dal porto di Ancona i primi due container di aiuti umanitari per la Somalia
organizzati dall’Associazione Perigeo Onlus, con destino il porto di Bosaso nel Puntland
somalo.
I container carichi di medicinali, apparecchiature sanitarie, cibo e beni di prima necessità
saranno destinati a due strutture ospedaliere della Somalia, una nel Puntland Somalo, l’altra a
Mogadiscio.
Il Dr. Gianluca Frinchillucci, Direttore della Perigeo e delegato culturale e sanitario del
Puntland per l’Italia e l’Europa spiega: “L’invio dei container è la nostra prima concreta risposta
all’emergenza umanitaria in Somalia. Non potevamo non essere tra i primi dato il nostro
importante impegno istituzionale nei confronti del Puntland e dell’intera Somalia” e aggiunge:
“Sarà lo stessoMinistro della Sanità del Puntland, On. Ali Abdullahi Warsame, di cui siamo i
rappresentanti in Italia ed Europa, che si prenderà carico del ricevimento dei due container. Uno
rimarrà nel Puntland all’ospedale generale del Mudug di Galkayo, mentre l’atro sarà mandato a
Mogadiscio grazie ai contatti con il Governo di Transizione Somalo.”
“Anche il Vescovo di Gibuti e Amministratore apostolico di Mogadiscio, Mons. Bertin, sostiene il
progetto attraverso il suo appoggio e la collaborazione di Caritas Somalia” aggiunge Laura
Bacalini, Direttrice dei progetti della Perigeo e coordinatrice dell’emergenza umanitaria per il
Corno D’Africa. “Il ponte di aiuti umanitari, coordinato dalla Perigeo, si sta costituendo come una
vera e propria rete di enti che collaborano da tutta Italia: dalla Cgil Marche, al Comitato per la
lotta contro la fame di Forlì, al Banco Farmaceutico di Milano, il Dipartimento di Scienze dei
materiali dentali dell’Università di Chieti, ecc. Il nostro impegno continuerà anche nei prossimi
mesi con altri container per la Somalia e per il Corno d’Africa.
Chiunque volesse aiutarci potrà contattarci al 334.8434719 o via mail a progetti@perigeo.org”.
_______________________________________________________
Dott.ssa Laura Bacalini
Associazione Perigeo - International People Community Onlus (www.perigeo.org)
Responsabile dei Progetti
tel. +39 334 9434719 fax +39 0733 669332

Dott.ssa Alessandra Poggi
Associazione Perigeo - International People Community Onlus (www.perigeo.org)
Responsabile per le relazioni esterne e istituzionali, analista politica e press officer
tel. +393282617058 +393938829149  fax  +390670495701

lunedì 22 agosto 2011

Gargantua e Pantagruele... Fraçois Rabelais

Era tanto che cercavo il libro di Rabelais, spinto dalla curiosità dovuta alla lettura di una paginetta dell'antologia di quando studiavo ancora...
Venti cinque anni sono passati da allora ma non mi era mai capitato di trovare il testo nelle bancarelle dei mercatini dell'usato così quando qualche settimana fa mi sono imbattuto in un librone usato ma in buone condizioni non ho resistito alla tentazione e l'ho comprato!
Ma chi era Rabelais e chi erano Gargantua e Pantagruele?
Oggi, dopo aver letto i primi due libri su cinque, posso iniziare a rispondere... senza garantire sul contenuto però!
Rabelais nacque verso la fine del 1400, forse nel 1494, a Chinon, in Francia. Dovrebbe essere entrato nell'ordine dei Francescani e poi passato all'ordine dei Benedettini. Qualche anno dopo, intorno al 1526 Rabelais  inizia a girovagare e studia medicina. Inizia a scrivere opere erudite e tra queste, anche se difficile da credere a primo acchito, scrive cinque libri di carattere erudito e burlesco... Gargantua e Pantagruele, per l'appunto! In questi libri, entra spesso in polemica con la Sorbona, che li condannerà puntualmente.
Ma credo che sia più che sufficiente per chi è poco interessato alla vita dell'autore, mentre vuol sapere qualcosa di questi Gargantua e Pantagruele, dei quali ancora non ho detto niente.
Ecco, ora vi presento il Libro Primo, così come Rabelais l'ha presentato ai suoi lettori poco meno di cinquecento anni addietro.

Libro Primo
La molto orrifica vita del grande Gargantua
padre di Pantagruele
già composta da Mastro Alcofribas Astrattore di Quintessenza
Libro pieno di Pantagruelismo

Ora le cose son due, letto questo potrete decidere di andare avanti oppure buttare il libro da una parte, io sono andato avanti e così ho scoperto un mondo nuovo!
Rabelais stesso, ben sapendo che i suoi libri sarebbero stati "particolari", aggiunge un avviso ai lettori che mira proprio a spingere i lettori a non giudicare subito ma ad insistere nella lettura...

Lettori amici, voi che m'accostate,
Liberatevi d'ogni passione,
e leggendo non vi scandalizzate:
Qui non si trova male ne infezione
E' pur vero che poca perfezione
apprenderete, se non sia per ridere:
altra cosa non può il mio cuore esprimere
vedendo il lutto che da voi promana:
meglio è di risa che di pianti scrivere
ché rider soprattutto è cosa umana.

Da queste poche righe si capisce che i libri sono ricchi di un linguaggio volgare e scurrile ma allo stesso tempo sono scritti per far ridere... e per insegnare, ma questo lo scopre solo chi ha la pazienza e l'ardire di affrontare la lettura!
Così, se avrete la pazienza di seguirmi, vi racconterò nei prossimi giorni quelle cose che a me sono saltate all'occhio, nascoste in mezzo a tonnellate di...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 





lunedì 15 agosto 2011

Crisi mondiale, ma l'Italia non cambia!

Il mio parere?
Forse non interessa a nessuno ma io vi dico ugualmente ciò che penso.

Sulla scia del crollo delle borse mondiali i nostri politici hanno in fretta e furia preparato l'ennesima manovra che dovrebbe servire a "salvare l'Italia".
Giornale alla mano diamo uno sguardo alle novità e cerchiamo di capire se e come potranno agire sull'enorme debito pubblico, ritenuto responsabile della nostra situazione ballerina.

Iniziamo col dire che questa manovra prevede tagli per i prossimi tre anni, almeno su alcuni aspetti, tra questi il contributo di solidarietà dei ricchi. Ma chi sono i ricchi? E' qui ci sarà il primo problema, individuare i ricchi. Come al solito sarà facile effettuare il prelievo su coloro che, in quanto dipendenti statali, dichiarano tutto. Molto più difficile sarà individuare tutti gli altri... Ma poco importa, infatti il contributo di solidarietà non è e non potrà mai essere considerato come un intervento strutturale, in pratica serve solo a raschiare dal fondo delle tasche degli italiani un'altra manciata di soldi, ma non cambierà niente.

Però il Governo ha sbandierato i tagli alle province e ai comuni come la soluzione strutturale capace di risolvere tutti i problemi. Sono d'accordo sui tagli e sugli accorpamenti, ma qualcuno di voi lettori ha visto un progetto? Stiamo parlando, in teoria, di un cambio epocale, che dovrebbe essere attuato secondo una pianificazione precisa e puntuale e dovrebbe prevedere tempi certi e chiarezza d'intenti. L'unica cosa che sono riuscito a capire è che i comuni piccoli verranno accorpati ad altri più grandi... ma ciò, di per se, non diminuisce le spese. Infatti i nuovi comuni ingranditi avranno da sostenere spese maggiori. Inoltre le spese per il personale saranno le stesse, non potendosi licenziare da un giorno all'altro tutti coloro che lavorano per i comuni piccoli. Cosa cambia allora? Ciò che cambia è che avremo un certo numero di Sindaci, assessori e consiglieri comunali in meno. Anche in questo caso, a mio parere, si tratta di risparmi irrilevanti, a fronte di spese e rischi non facilmente individuabili e quantificabili. 
Però in compenso il Governo ha pensato bene di aumentare il numero dei giochi a premio in quanto fonte di gettito continuo... ma ci rendiamo conto che incitare la gente a giocare è il contrario di ciò che occorrerebbe in tempi di crisi? Occorre incentivare la gente a lavorare e a far figli, non a giocare! 
E poi le pensioni, tutti devono lavorare di più! Così è stato deciso... soprattutto perché lo Stato non potrebbe altrimenti garantire le pensioni e la buonuscita (e infatti anche questa è in ballo!). Allora tutti al lavoro fino ai 65 anni (e magari l'anno prossimo con una nuova manovra solleveranno il tetto a 70 anni!). Ma ci si rende conto che agire così è sbagliato? In primo luogo perché se si bloccano i pensionamenti i giovani disoccupati aumentano... e ciò ha conseguenze sociali inimmaginabili. I giovani sono coloro che se lasciati senza lavoro possono causare grossi problemi e non è il caso di andar oltre, credo sia abbastanza facile guardarsi intorno e capire cosa può accadere...
Ma pensiamo alle famiglie dei giovani di oggi, lavori part time e comunque insufficienti a garantire l'accesso ai mutui, significa in definitiva impossibilità a crearsi una famiglia e dipendenza dai genitori o dalle strutture sociali che pian piano vengono meno... fino a quando questa situazione potrà essere sopportata?

Basta così, credo sia chiaro che questa manovra non trova il mio consenso... per me è poco seria, come tante cose che sono state fatte in questi anni. Ma non vi preoccupate, sicuramente mi sbaglio, come mi sbagliavo quando dicevo che c'era la crisi mentre i nostri politici insistevano a dire che la crisi non c'era!

Alessandro Giovanni paolo Rugolo     

sabato 25 giugno 2011

Spire...

Nel seminterrato del garage c'era poca luce... come sempre peraltro!

Dalle grate sopra la nostra testa  filtrava qualche raggio isolato.
Il pulviscolo sembrava danzare... come se i fotoni, colpendolo, trasmettessero parte della loro energia a quelle minuscole sfere di polvere.
Poteva sembrare un gioco... un immenso biliardo tridimensionale!

"Che strano odore c'è oggi... sembra muffa". Disse mia moglie...

Era vero, proprio strano. Solitamente nonostante l'umidità non si sentivano odori...

"Cos'è quello?". Urlò preoccupata...

"Cosa?"
Non vedevo niente di strano...

"Guarda là, in terra, nell'angolo a sinistra..."
e intanto indicava con la mano tesa una massa scura, immobile, appoggiata alla parete.

"E'... sembra... un serpente morto. Che schifo..."

Ora vedevo meglio... non era un serpente, sembrava una grossa sogliola un poco più allungata.
Qualunque cosa fosse sembrava morta... e ora che mi ci trovavo vicino mi rendevo conto che l'odore di muffa che avevamo sentito poco prima proveniva proprio da quella massa informe... sembrava l'odore della morte... odore di sostanze in decomposizione...

Mia moglie restò immobile, qualche metro dietro. Io e mio figlio ci avvicinammo ad osservare meglio quello strano essere. Raccolsi un bastone da terra e rivoltai la carcassa.
Il fetore aumentò! Era sicuramente morto... ma ancora non capivamo di cosa si trattasse!

"Andiamo via... ho paura!"
Mia moglie aveva parlato con voce tremante, sembrava realmente spaventata...

"Dai, che ti prende?
Non vedi che è morto? Di cosa hai paura?"

Era una situazione strana...
Ricordo come fosse ora quel momento. Sembravo tornato bambino... sollevai quel corpo maleodorante col bastone e, con uno strano sorriso sulle labbra, spinto da uno stupido irrefrenabile impulso che non provavo da anni, lo lanciai verso i suoi piedi, godendo della vista di mia moglie spaventata.

"Attenta, ecco il mostro che arriva in volo!"

Una smorfia di terrore era apparsa sul suo volto. Il corpo era caduto ai suoi piedi con un rumore sordo.
Ci girammo e ancora ridendo come ragazzini cattivi ci dirigemmo verso l'angolo che nascondeva il garage alla nostra vista. Per noi lo scherzo era finito.

Lei era restata li, come di ghiaccio. Non sapeva neanche lei perché era così spaventata... era più forte di lei!
Il cervello correva veloce indietro nel tempo, alla ricerca di ricordi e sensazioni... era un incubo!
Un incubo che l'aveva torturata tante volte in passato e che questa volta si stava realizzando.
Guardò il corpo immobile ai suoi piedi... sapeva benissimo cosa stava per accadere, l'aveva vissuto tante volte in sogno!

Il corpo scuro ai suoi piedi si rianimò. Una scossa elettrica sembrava percorrerlo per dargli nuova vita.
L'odore sembrava più intenso (o si trattava, della sua paura?).
La massa elastica di quell'essere mostruoso si arrampicò su per i piedi, verso le caviglie... cominciò ad  allungarsi e arrotolarsi intorno alle sue gambe.
Strettamente, come una grossa benda elastica...

Lei era sempre immobile, terrorizzata.
Poteva sentire il battito del suo cuore che correva all'impazzata cercando di scappare, almeno lui, da quella stretta mortale... le costole lo trattenevano a malapena!

Sarebbe bastato un urlo, un rumore qualunque...
Sarebbe stato sufficiente cadere a terra, per attirare l'attenzione di chi aveva appena girato l'angolo.
Erano li, suo marito e suo figlio, a dieci metri di distanza... li sentiva armeggiare con le chiavi per cercare di aprire la serranda un po arrugginita. Sentiva il loro respiro amplificato... poteva quasi vederli, ma non riusciva a trovare la forza per chiedere aiuto.
Sapeva che tra qualche istante, non vedendola arrivare, sarebbero tornati indietro a cercarla, a vedere cosa fosse accaduto... ma sarebbero arrivati in tempo?

No, il suo cuore non avrebbe retto, lei lo sapeva.
Le sue ossa scricchiolavano sotto la stretta tremenda di quell'essere mostruoso... sentiva la pressione sulla pelle, sulle gambe, sulla pancia, sui polmoni... sentiva la morte che avanzava lungo le sue membra.
Quel corpo mostruoso e possente continuava ad allungarsi come un enorme serpente. Sarebbe morta schiacciata, se lo sentiva... oppure di paura, l'infarto era li, proprio dietro l'angolo.

L'essere aveva ormai raggiunto il collo e le si stringeva attorno come una sciarpa d'inverno... un gemito involontario le uscì dalla bocca... era stato solo un sospiro, pochi decibel che avrebbero potuto significare la salvezza o la morte... chissà se loro l'avevano sentita... ancora qualche istante di agonia e poi tutto sarebbe finito, come nel sogno, in quell'incubo ricorrente che...

"Giusy, sveglia.
Va tutto bene...
Il tuo solito incubo, vero?"

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 4 giugno 2011

Uno strano incontro...

E' un giorno come tanti altri,
un giorno di primavera inoltrata che a causa dei capricci del tempo sembra piuttosto appartenere ad un fresco autunno.
Parcheggio la macchina sotto casa e mi dirigo verso il cancello, le chiavi in mano...

- Hei, paesà...

Non capisco subito, mi guardo intorno.
A pochi metri da me un vecchio, capelli brizzolati, mossi, tagliati corti, di bassa statura, leggermente gobbo e tremolante, mi osserva.

- Paesà, vedi quelle cose... là?

Indica con la mano dei cartelli stradali, ammucchiati lungo il marciapiede... fino al giorno prima erano sistemati ad indicare una modifica dei sensi di marcia. Parla con un accento forte del sud...

- Beh, compaesani è difficile..

Gli rispondo, stressando ancora di più il mio accento Sardo (magari così se ne va, penso).

 - Come no, paesani, italiani siamo...

Per un attimo resto senza parole. Ha ragione... questa risposta non me l'aspettavo!

- Li vedi quelli?

Insiste lui indicandomi ancora una volta il mucchio di cartelli stradali ormai inutili.

- Li ho messi io... perché le macchine... non riesce... parcheggio... ora si, è tutto libero, vedi?

Sul viso gli si legge un'aria soddisfatta, come di chi abbia appena vinto la sua battaglia più importante. In effetti i cartelli davano fastidio a chi doveva parcheggiare. Quell'uomo aveva reso un buon servigio, e lo sapeva...

- Armando mi chiamo, di Catanzaro...

Aveva fatto tutto lui, balbettava e ripeteva le parole. Sicuramente non aveva tutte le rotelle a posto, poveretto!

- Paesà, che mi presti venti centesimi?

Ecco... ora chiedeva la giusta ricompensa per il lavoro svolto! Lo osservo meglio, sembra innocuo. I suoi abiti sono vecchi ma puliti, lisi dal tempo. Non puzza d'alcol ne di sigaretta... forse i soldi gli servono per mangiare. Cerco nel taschino qualche moneta e gliela porgo.

- Grazie paesano... grazie!

Ora sono io che guido...

- Armando... ti chiami Armando, ho capito bene? Che ci fai qui, a Legnano?

Armando mi sorride e comincia a raccontare, lentamente, balbettando e ripetendo parole e concetti.

- Diciassette... diciassette anni avevo. la prima volta a Legnano...

Racconta di essere arrivato a Legnano tanti anni prima, aveva diciassette anni. Ne saranno passati almeno cinquanta. Mi racconta del suo lavoro di allora, un po' a parole un po' a gesti. Lavorava in un altoforno per la ghisa. Produceva tombini e grate...

- La ghisa è forte, ma debole... forte ma debole...

E' proprio vero, la ghisa è forte ma debole allo stesso tempo! Mi racconta che ogni tanto la ghisa esplodeva, come i fuochi d'artificio.

- Buummm... e poi cadevano i pezzi, ti buca un piede... anche con lo scarpo!

Armando si ferma ogni parola, per riflettere. Mi guarda in faccia per vedere se io lo capisco. Sorride e, felice, prosegue il suo racconto a gesti.

Percorriamo assieme qualche metro, quindi lo ringrazio per le spiegazioni sulla lavorazione della ghisa e lo saluto rumorosamente, come avrebbe fatto probabilmente un suo vecchio amico della sua Catanzaro.

Mi allontano, felice, per avere aiutato un paesano... Armando, un italiano...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 2 giugno 2011

Monologo

La morte sta alla vita come la pornografia sta all’amore.
Bastasse dire off.
Evitando le lacrime di quelli che restano.
Perdere lo struggente ricordo e il senso di abbandono.
Ma ricominciare  a camminare  e a vivere
Perché la morte non è mai esistita.
Anestesia del silenzio.
Bastasse dire on.
Ma la vita è solo miracolo.
Il piacere può essere ricercato o evitato.
Solo la vita c’è quando s’accende al giorno.
Col suo respiro affannoso.
Con la paura della notte.
Il nostro sguardo perduto nel labirinto
Giorni e città.
Non ho paura più.
La coscienza di padre e di uomo
è sopra la morte e il dolore
è seconda solo alla sorgente
meravigliosa che disseta la vita
e la fa splendere.
Quella mattina di sole e inverno.
Quando è bastato dire amore.
Chissà se ce ne ricordiamo più.
La libertà è nei tuoi occhi
Le mie mani piene di denaro
Non valgono un minuto
Davanti al mare.
A riposarci del troppo ridere
Del lungo e periglioso viaggio.
Mangio sapendo di farlo
Bevo il nettare del vino
Mi fumo un avana
Ricordando un posto
Remoto del cuore
Assaporando la speme
Del ritorno
Perché c’è sempre quel momento
In cui la strada curva
Tu guardi il cielo
E non è più lo stesso
Nubi umide hanno coperto il sole
Il vento ha infranto il vetro
E ci siamo rifugiati dentro un bar
A guardare la tempesta lasciare
Il posto di nuovo al sereno.
Così sarà alla fine.
Perché vivere è confondere
Il ricordo col sogno
Ma conoscere benissimo
Il proprio destino.
Che non è parlare
Ma pensare.

Giuseppe MARCHI

domenica 22 maggio 2011

Suoni

Che c’è oltre il rumore delle parole
Una siepe disegna un muro sullo sfondo
Si erge una torre che ti sembra
La fine del treno e del viaggio
Urla certe volte il mare e tu dormi
Cullato dalla risacca che muove le barche
Nere ferme all’approdo
Che c’è quando le apparenti parole
Sussurrate per sbaglio a non dir niente
Celano l’abbaglio dei pensieri profani
Occulto ci sembra allora il segno del tempo
Salta su una giostra mossa da questi suoni
M’appare solo adesso il gioco oscuro
La parabola maligna dei sentimenti
che sono la paura e il ricordo.

Giuseppe MARCHI
(Cecina  giugno 2007)

sabato 14 maggio 2011

Escursione del 1° maggio nel supramonte di Orgosolo


1° maggio.
Meravigliosa escursione nel supramonte di Orgosolo. 

Lasciata Orgosolo
iniziamo a salire, attraversiamo un fitto bosco di lecci e querce.
Dopo un tratto di strada sterrata arriviamo ai piedi del monte novo
San Giovanni, quota 1316, tacco calcareo del mesozoico.

Lasciate le macchine,(siamo un gruppo di 40/50 persone, ci addentriamo
in un bosco, dove in questo periodo è in atto la fioritura della rosa peonia.

Un tripudio di colori, circondati da vari esemplari di querce plurisecolari.
Si è fatta ora di pranzo, arriviamo nell'ovile del pastore Antonino.

Splendido personaggio.
Ovile pittoresco, stretto trà lecci secolari,è una
pinnetta integra sormontata da sapiente copertura di frasche e ramaglie.

Abbuffata megagalattica...



Il pomeriggio siamo saliti sul monte San Giovanni, faticoso, dall'alto del 
quale abbiamo potuto ammirare un panorama mozzafiato,fantastico.

Esperienza meravigliosa,da ripetere. 
Un saluto dalla compagnia

Paola e Gavino FADDA

venerdì 13 maggio 2011

CONCLUSA LA SPEDIZIONE EARTH MATER 2011

L'8 maggio 2011 si è conclusa con successo la spedizione scientifico-alpinistica Earth Mater 2011, dedicata a Franco Varrassi e Gabriella A. Massa. Dal 17 aprile all’8 maggio 2011 è stata effettuata una traversata dell'Himalaya di oltre 151 km, dalla remota valle del Rolwaling alla valle del Kumbu (regione-area dell'Everest). Partendo da un’altitudine di 968 m, i componenti della spedizione hanno attraversato numerosi canali ghiacciati con un dislivello complessivo di 9.969 m e in durissime condizioni climatiche.
Sul Passo di Tashi Lapca (lett. “Luogo dove si depositano le pietre in onore degli Dei benevoli”) a 5.780 m, durante una fortissima nevicata, è stata depositata una pietra prelevata dal giardino del Vittoriale degli Italiani con sopra incisa la frase del Vate Gabriele D'Annunzio “Ove la pietra è figlia della luce”.
I componenti della spedizione hanno effettuato ulteriori campionamenti di rocce per conto dell’Esperimento Ermes dell'INFN (Istituto Nazionale Fisica Nucleare del Gran Sasso).
Al termine della spedizione il gruppo degli alpinisti si è riunito a Kathmandu con il Team della Perigeo International Onlus. Nei giorni successivi si sono svolti degli incontri formali con il Prof. Prem Kumar Khatry, rappresentante della Society for Resource Conservation, Disaster Management and Community Development (SRDC). Nel corso di questi è stato firmato un Memorandum d'intesa tra la Perigeo Onlus e la SRDC. Si è inoltre tenuto un incontro con il Sottosegretario per i Beni Culturali della Repubblica Federale Democratica del Nepal, Jal Krishna Shrestha.
Il 4 maggio il è stato effettuato un collegamento in diretta telefonica con il convegno “XXXVI INCONTRO MACROPROBLEMI 2011: UNA ROAD MAP SULLE PRIORITÀ PER L’AMBIENTE DISEGNATA DAI GIOVANI” organizzato dalla Prof.ssa Augusta Busico della Presidenza del Consiglio dei Ministri presso la Biblioteca Nazionale di Roma.
Si ringraziano per la collaborazione e il supporto la Ditta Mico Sport per i materiali d'abbigliamento per l'alta quota, il CAI di Teramo, Intermatica, il Consiglio Regionale dell'Abruzzo, il Dott. Alessandro Rumori L.P.M., il Dott. Pierluigi Caruso e i componenti del Team Earth Mater in Italia: il Dott. Roberto Madrigali, il Dott. Alessandro Pini, la Prof.ssa Augusta Busico e il Prof. Giordano Bruno Guerri.

Dott.ssa Alessandra Poggi

Perigeo International Onlus (www.perigeo.org)
Responsabile per le relazioni esterne e istituzionali, analista politica e press officer
tel. +393282617058 +393938829149  fax  +390670495701

mercoledì 11 maggio 2011

Fantasmi... e altri racconti

Cari amici,
sono lieto di presentarvi il mio libro di racconti. 


Questa è la terza edizione riveduta e corretta, spero vi piaccia.


Se avete voglia di leggere l'anteprima potete trovarla al seguente link.


Buona lettura e attendo vostri commenti.



Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 7 maggio 2011

Silenzio Futuro

Solo.

Scende la sera
estiva con un prolungato
gemito di pioggia.
Il silenzio dello spazio
aperto è rotto dal respiro
tecnologico del computer.
Aspetto. Ma sembra già
un tipo di futuro.



Giuseppe Marchi

Gita a Orvieto

Orvieto,
piccola cittadina dell'Umbria, quasi ai confini col Lazio... ecco la meta della nostra gita.
Seguitemi, con alcune foto vi farò visitare la città e, spero, farò in modo che diventi anche destinazione per una vostra prossima gita.


All'ingresso della città si trovano i parcheggi e, sulla destra, una bella villa. 

L'aquila di guardia ci saluta... quasi minacciosa.
Forse col suo sguardo vuol semplicemente dire: 
"ospiti, siete i benvenuti".

Sull'altro lato si trova un giardino pubblico e così ne approfittiamo per vedere il panorama dall'alto delle mura che circondano la città! La città è costruita su una rupe di tufo naturale.
Sulla sinistra si intravvede una struttura circolare... sarà il pozzo di San Patrizio? La mappa ci conferma l'intuizione...



Decidiamo però di proseguire nella visita e lasciare il pozzo per ultimo.

Lungo la strada il monumento ai caduti... 
un'opera d'arte, piccolo omaggio a chi ha dato la propria vita per la Patria!







Seguiamo la mappa alla ricerca del Duomo... immensa cattedrale gotica. La cattedrale, intitolata alla Madonna dell'Assunta fu iniziata alla fine del 1200 e terminata solo nella seconda metà del 1500.


Tutta la facciata è ricoperta di splendidi bassorilievi...








E che dire del rosone centrale?


Realizzato dall'Orcagna nel 1300, semplicemente fantastico... 










San Luca
Nella facciata è possibile ammirare anche le statue in bronzo, simbolo dei quattro evangelisti...






San Luca nella veste di un toro alato...






San Giovanni nella forma d'aquila... 



San Marco, il leone...



San Matteo
E  sulla sinistra l'angelo, che rappresenta il quarto dei grandi evangelisti, San Matteo.


Sopra il portone centrale, una raffigurazione della Madonna con bambino...


Vergine con bambino
Visitiamo il Duomo, l'interno è ricco quanto l'esterno, purtroppo è in corso una funzione religiosa e non riesco a fare le foto...



Proseguiamo la visita per la città, le stradine strette, i palazzi antichi, le chiese...
Una città che merita di essere visitata. 


Pian piano si fa sera e la temperatura fresca ci ricorda che è ancora primavera.










Ultima visita al pozzo di San patrizio, opera ingegneristica del 1500, realizzata da Antonio da Sangallo per il papa Clemente VII.


La caratteristica scala a doppia elica fa si che chi scende e chi sale non si incontrino mai... i percorsi sono infatti diversi. In questo modo era possibile scendere al pozzo, profondo più di 50 metri, con 
gli asini e poi risalire per l'altra strada senza problemi.
Alla base del pozzo la temperatura è più bassa di almeno dieci gradi... 



Guardiamo in alto ancora una volta e poi via, si riparte, verso la luce.
Pronti per decidere la meta della nostra prossima gita... 

Addio, bellissima Orvieto!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 


lunedì 2 maggio 2011

Tonara - Caminos de monte 2011

Cari amici, ho appena ricevuto le informazioni su Caminos de Monte 2011.L'attività è già alla quinta edizione e consiste in una camminata non competitiva per i monti di Tonara. Tale attività trova il giusto completamento nel pranzo (vedi dettagli e quota più sotto).
Ma lascio a voi la lettura di tutte le informazioni e se volete potete visitare il sito o chiedere informazioni via e-mail ai responsabili della proloco.

A presto e partecipate numerosi.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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TONARA
DOMENICA 22 MAGGIO 2011

Caminos de Monte 2011
5edizione

UNA GITA A TONARA
PER CAMMINARE  TRA  I MONTI

Part. - Partenza da Viale della Regione – Raduno ore 8,00
01 - Km 1.200 – Località “Sa Luta”
02 - Km 2.900 + 300 mt 1° rientro breve per S. Giacomo tot. km 3.200
03 - Km 3.300 – Punto panoramico
04 - Km 3.600 + 700 mt 2° rientro breve per S. Giacomo tot. km 4.300
05 - Km 4.400 – Località “Sa pirarba”
06 - Km 5.450 + 1.100 km 3° rientro breve per S. Giacomo tot. km 6.550
07 - Km 6.300 + 1.600 km 4° rientro breve per S. Giacomo tot. Km 7.900
08 - Km 7.200 – “Leccio Secolare”
09 - Km 7.500 + 2.600 km 5°rientro breve per S. Giacomo tot. km 10.100
Arrivo - Km 11.00 – Arrivo Località San Giacomo

· SEDE DI RADUNO: ORE 8,00 SEDE PRO LOCO IN PIAZZA PEPPINO MEREU;
· ORARIO PARTENZA:ORE 9.00;
· QUOTA ISCRIZIONE: 15.00 EURO COMPRENSIVA DEL PRANZO A BASE DI
PIETANZE LOCALI E L'ASSISTENZA DURANTE L’ESCURSIONE;
· LUNGHEZZA TOTALE DEL PERCORSO CIRCA 11.00 KM;
· PERCORSI BREVI DA KM 3,200, 4,300, 6,550, 7,900 e 10,100 IDEALI PER
FAMIGLIE E CAMMINATORI NON ABITUALI.
· ARRIVO: LOCALITÀ SAN GIACOMO (SEDE DEL PRANZO);
· SI CONSIGLIA L’USO DI SCARPE DA TREKKING E DI PORTARSI DIETRO
UNA BOTTIGLIA D’ACQUA.
· SI DECLINA OGNI RESPONSABILITA’ NEL CASO DI NON RISPETTO DELLE
REGOLE IMPARTITE DALLE GUIDE E DALL’ORGANIZZAZIONE

SI RINGRAZIANO LA PROTEZIONE CIVILE “S’ALASI”, L’AVOS E TUTTE LE PERSONE CHE HANNO COLLABORATO
PER LA BUONA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE.

E’ gradita prenotazione: Tel. 078463811 - 3319878485

Camminata non competitiva nei bellissimi paesaggi di Tonara. Aperta a tutte le fasce di età!!
Non mancate!!!!!

www.prolocotonara.it
 E-mail info@prolocotonara.it


sabato 30 aprile 2011

Gita a Gubbio

Gubbio,
bellissima cittadina umbra, di origine antica...

Gubbio - Panorama
Mi aggiro per le sue vie pensando a come dovessero essere quando in Italia non c'era la crisi... e rifletto.

Chiesa di San Francesco
La chiesa di San Francesco, ci si presenta proprio di fronte, così iniziamo la visita.  


Dal basso ammiriamo le torri di un bellissimo palazzo del XIV secolo, sopravvissuto al tempo...

Gubbio - Palazzo dei Consoli
L'architettura è in stile Gotico, si tratta del bellissimo palazzo dei Consoli, 

oggi sede del museo civico. Ed ecco la sua piazza, da cui è possibile vedere i tetti di tutta la cittadina.



Stemmi araldici in pietra sulle facciate delle case più antiche ricordano la storia della città e della nobiltà, forse oggi non più così ricca come una volta. Tutta la città da un po l'impressione di decadenza, anche se ben vissuta...

Anche le vetrate delle chiese dimostrano una certa ricercatezza e ricchezza, rosoni e vetrate multicolori cui queste foto purtroppo non rendono giustizia, arricchiscono le chiese. 

E che dire delle opere d'arte? Semplicemente stupende... 

con i loro colori sgargianti, le cornici in legno dorato, gli affreschi, i crocifissi...


 Tutto ricorda la vocazione religiosa della città. D'altra parte Assisi è solo a pochi chilometri e non dimentichiamo che San Francesco passò qui parte della sua vita!





E non dimentichiamo il centro storico arricchito dall'arte ceramica dei suoi artigiani, esperti forgiati da secoli di esperienza, è ricco di piccole botteghe i cui colorati tesori non aspettano altro che un ricco estimatore. 

Ma anche questa volta, come sempre, il tempo a disposizione per la gita arriva alla fine. Così cerchiamo di consolarci come si può...


Poi, lasciando da parte la malinconia della partenza salutiamo lui, un piccione che, curioso, sporge la testa fuori dal suo rifugio.


Alla prossima!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO