Quasi per caso, chiaccherando del più e del meno tra vicini di ombrellone... si riscoprono ricordi e tradizioni...
Devo ringraziare Paola Fadda per questa antica preghiera... questa versione viene da Osilo (SS). Chiedo scusa in anticipo a tutti coloro che conoscono e sanno scrivere in dialetto di Osilo, io non sono in grado... ma mi sembra giusto salvare questo piccolo pezzo di tradizione della Sardegna. La preghiera veniva recitata dalla mamma Antonina per mettere a letto i figli...
"Su lettu meu est de batteros cantones, battero anghelos si bi ponede, duoso in pese e duoso in cabitta, sa Regina a costau m'istada. Issa mi narada: "Drommi e riposa, no appas paura de mala cosa, no appas paura de mala fine, s'anghelu Serafine, s'anghelu biancu s'ispiritu santu sa Vergine Maria, tottu a costazu t'istana."
La traduzione dovrebbe essere più o meno così:
"Il mio letto è fatto da quattro blocchi, quattro angeli ci si mettono sopra, due ai piedi e due in testa. La Regina mi resta al fianco. Lei mi dice: "Dormi e riposa, non aver paura delle cose cattive, non aver paura di fare una brutta fine, l'angelo Serafino, l'angelo bianco, lo Spirito Santo e la Vergine Maria, tutti ti stanno a fianco."
Un'altra versione, in dialetto logudorese, mi è stata segnalata da Salvatore Scanu, che ringrazio. La preghiera fa parte della raccolta pubblicata a Cagliari il 2 febbraio 1863, l'autore è Giovanni Spano che afferma di non conoscerne l'autore e di averla sentita raccontare dalla nonna. La preghiera dovrebbe essere intitolata "Aspirazioni agli Angeli custodi".
"Su lettu meu est de battor contones, et battor anghelos si bei ponen, Duos in pès, et duos in cabitta, Nostra Segnora a costazu m'ista, e a mie narat, dormi e reposa, no happas paura de mala cosa, no happas paura de malu fine s'Anghelu Serafine, s'Anghelu biancu, s'Ispiridu Santu, sa Virgine Maria, totu siant in cumpagnia mia mia. Anghelu de Deu custodiu meu custa nott'illuminami guarda e difende a mie, ca eo m'incumando a tie."
A differenze dalla prima versione Giovanni Spano riporta un'ultima frase che più o meno si può tradurre: "Angelo di Dio, mio custodequesta notte fammi luce, custodiscimi e proteggimi, io mi raccomando a te."
Se conoscete altre versioni...
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
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