- Nonno, nonno, mi racconti com'è finita la cena con i Numeri? Disse Giulia sulla porta di casa, accogliendo il nonno a braccia aperte.
- Mi farebbe molto piacere - rispose lui sorridendo - andiamo a sederci in salotto così cerchiamo di metterci in contatto con il nostro amico estronauta e vediamo di farci raccontare il seguito delle sue avventure.
- Si nonninno, andiamo in salotto. E mentre parlava tirava il nonno per i pantaloni dirigendosi verso la sua poltrona preferita, quella in pelle scura vicino al caminetto. Il nonno si accomodò e presa in braccio la piccola Giulia cominciò a parlare.
- Il nostro amico Gionzo aveva appena finito di mangiare con gusto il suo pasticcio di Pesciolzo Brucante quando in lontananza si sentì uno strano rumore, come di una banda musicale stonata che avanza rumorosamente. All'udire quel frastuono i Numeri si allarmarono e senza dire una parola sparirono velocemente. Nel giro di qualche secondo il nostro amico Giovanbattistamarialorenzo si ritrovò solo con in mano la forchetta e il suo piatto di Pesciolzo Brucante.
- Nasconditi, presto - gli disse Uno con una vocina sottile sottile, riapparendo solo per un istante - stanno arrivando i terribili Calderoni, se ti trovano sei perduto! E detto ciò sparì alla sua vista per non tornare più.
- Ruggero, amico mio, chi sono questi Calderoni? Disse Gionzo rivolgendosi all'amico camaleone che non lo abbandonava mai.
- Ma nonno, questa domanda volevo farla io! Protestò vistosamente Giulia, incrociando le braccia e mettendo su il broncio.
- Mia cara Giulia, devi capire che anche il nostro amico estronauta ha il diritto di parlare, e visto che ora nelle nostre storie si è aggiunto anche il nostro amico Ruggero, di tanto in tanto occorre dargli la parola, altrimenti rischiamo di perdere un amico. Facciamo così, da ora in poi chi vuole porre una domanda deve prima alzare la mano e io gli concederò la parola non appena possibile. Siete tutti d'accordo? Disse il nonno rivolgendosi non solo a Giulia ma a tutti i personaggi delle sue storie.
- Va bene! Disse Giulia.
- Bene, allora visto che siamo tutti d'accordo possiamo proseguire e diamo la parola a Ruggero. E col dito indice puntò verso la posizione della luna.
- Grazie - disse Ruggero prendendo la parola - dovete sapere che i Calderoni sono dei lunimali veramente terribili. Sono rumorosi, scorbutici e famelici. Vanno in giro in gruppo e cucinano tutto ciò che trovano lungo la loro strada. Non possono farne a meno, si dice, a causa della maledizione di una strega cattiva che ogni anno arrivava sulla luna per creare delle pozioni potentissime. Un giorno i Calderoni, stufi di lavorare per la strega, si ribellarono. Strapparono le catene e cacciarono la strega. Da allora continuano a girare sulla luna senza pace.
Mentre Ruggero il camaleone parlava la piccola Giulia si strinse al nonno spaventata.
- Che succede piccola mia? Non mi dire che hai paura! - Disse il nonno con tono scherzoso - Non devi aver paura, non dimenticare che il nostro amico estronauta è molto in gamba, non si farà certo cucinare da una banda di Pentoloni...
- Calderoni! Lo corresse Giulia a cui nel frattempo era tornato il sorriso.
- Si chiamano Calderoni! Ribadì con soddisfazione.
- Ma si, hai ragione, volevo dire Calderoni naturalmente.
- Io penso che per sconfiggere i Calderoni occorre inventare un'arma potentissima - aggiunse Giulia - secondo me il nostro amico dovrebbe indossare il casco potenziante!
- Come fai a saperlo? Infatti Gionzo, si sedette all'ombra di una grande Quercella con al suo fianco il fedele Ruggero il Camaleone e indossò il casco senza indugio.
- Nonno, nonno, chi è questo Indugio? Non me ne hai mai parlato. Disse la piccola Giulia con preoccupazione.
- Ma no, cos'hai capito, senza indugio significa senza perder tempo. Io pensavo che tu mi avresti chiesto che cosa fosse una quercella.
- No no, io so cos'è una Quercella, me l'ha detto ieri la mamma - e senza attendere proseguì ridacchiando - la Quercella è l'albero della nutella, è un albero tipico della luna, si trova un po' dappertutto, soprattutto nei pressi dei cartieri...
- I cartieri? Disse il nonno stupito.
- Si, i cartieri nonno, quei buchi grandi che sono sulla luna.
- Vuoi dire i crateri, disse il nonno.
- Si dai, volevo dire i crateri.
- Come faceva la mamma a sapere delle Quercelle? Chiese il nonno incuriosito.
- Devi sapere - spiegò Giulia con pazienza - che l'altro giorno la mamma ha chiamato al telefono il nostro amico estronauta perchè io non volevo fare merenda e lui gli ha suggerito di farmi una fetta di pane con la nutella di quercelle lunari, una nutella molto più buona di quella che abbiamo noi.
- Capisco, disse il nonno ridacchiando. Ma ora proseguiamo la nostra storia. Gionzo aveva appena indossato il casco potenziante che un'idea gli si parò davanti. L'idea aveva la forma di una grossa spazzola in acciaio, di quelle che si usavano un tempo per strofinare le pentole.
- Ottima idea! Pensò, e cominciò a costruire una grossa spazzola con quello che aveva a disposizione. Così, armato dello strano spazzolone, attese senza paura l'arrivo dei Calderoni. Il povero Ruggero era spaventato e prima che arrivassero i Calderoni si allontanò tremante e si mimetizzò in mezzo alle foglie di Quercella. Visto da lontano sembrava proprio una grossa ghianda nutellifera.
- Ma così rischia di finire in pentola! Lo interruppe Giulia. E' meglio se si mimetizza da sasso.
- Si, hai ragione, ma non ci aveva pensato. Comunque sia i Calderoni si avvicinarono rumorosamente fino a quando, ormai a pochi metri da Gionzo, non videro lo spazzolone.
- Haaaa - cominciarono a urlare tutti in coro - aiuto! Si salvi chi può!
- E così, prima ancora che Gionzo potesse provare a dire una parola erano tutti scappati a gambe levate!
- Come mai sono scappati tutti nonnino caro? Chiese Giulia.
- Devi sapere - rispose il nonno con fare serio - che la strega cattiva per costringere i Calderoni a ubbidire, li minacciava di spazzolarli con una spazzola di ferro. E loro non avevano dimenticato quella antica tortura e continuavano a temere tutti i tipi di spazzole e spazzoloni. Nessuno poteva immaginare una cosa del genere ma da quel momento, grazie a Gionzo e a Ruggero, le famiglie di Numeri non avrebbero mai più temuto i Calderoni.
- Nonno, nonno, mi disegni un Calderone da appendere nella mia cameretta? Chiese Giulia tendendo una mano con un pennarello.
- Certo piccola mia, però mentre io disegno tu chiudi gli occhietti e riposa.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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