La
domenica mattina il nonno era abituato a passarla con Giulia ma quel
giorno la piccola era andata al centro commerciale con i suoi
genitori e lui si sentiva solo.
L'ora di cena non era lontana e lui si sarebbe presentato puntuale, come ormai ogni sera da quasi quattro anni a questa parte, a casa della nipotina e mentre pensava alla storia da raccontare quella sera, qualcuno bussò alla porta.
L'ora di cena non era lontana e lui si sarebbe presentato puntuale, come ormai ogni sera da quasi quattro anni a questa parte, a casa della nipotina e mentre pensava alla storia da raccontare quella sera, qualcuno bussò alla porta.
-
Arrivo. Disse a voce alta alzandosi dal divano, stordito dal caldo
del camino acceso.
-
Chi sarà mai a quest'ora?
-
Nonno, nonnino, sono io! Non ne potevo più del centro commerciale e
ho convinto mamma e papà a portarmi da te! - Urlò Giulia non appena
si aprì la porta – Vero che posso restare con te? Mamma e papà
devono finire di fare la spesa. - Aggiunse Giulia guardando il nonno
con lo sguardo da piccola peste che le veniva così spontaneo.
-
Ma certo che puoi restare. Non immagini quanto sono felice di
vederti. E mentre parlava la prendeva in braccio come faceva sempre.
-
Ti chiedo scusa papà ma Giulia non stava più nella pelle. Spero che
non ti dispiaccia...
-
Ma figurati. Non vedevo l'ora di abbracciare la mia nipotina. Andate
pure a fare la spesa con tutta tranquillità. Quando finite venite a
mangiare a casa da me se volete.
-
Grazie papà, sapevo di poter contare su di te. Disse la mamma di
Giulia andando via. - A più tardi allora e non mangiate troppi
dolcetti, mi raccomando. Aggiunse salendo in macchina col marito.
-
E ora che si fa? Disse il nonno alla nipotina. - A cosa giochiamo
oggi? Fammi pensare. Se non ricordo male in questa busta c'è
qualcosa che potrebbe piacerti. - Aggiunse sornione frugando in una
busta di carta dentro la vecchia credenza della cucina. - Ricordo che
alla tua mamma piaceva tanto giocarci - e mentre parlava rovesciò il
contenuto della busta sul tappeto di fronte al camino invitando la
piccola Giulia ad inginocchiarsi di fronte ad un mucchio di
mattoncini lego di tutti i colori dimensioni e forme.
-
Ecco, scommetto che non hai mai giocato con le costruzioni. Vieni,
avvicinati e guarda come si fa. E in men che non si dica costruì un
cagnolino con le zampe rosse e il muso nero.
-
Che carino! - Disse Giulia prendendo il cagnolino e abbaiando
rumorosamente. - Nonno, si può costruire anche un Camaleone? Mi
piacerebbe vedere come si costruisce un Camaleone e anche il nostro
amico Estronauta e poi il drago Ladone, una Cervespa e poi...
-
Giulia. Per costruire tutte queste cose ci vorrà una serata.
Facciamo così, ora costruiamo assieme Ruggero il Camaleone e poi ti
racconto una storia di Giovanbattistamarialorenzo, va bene?
-
Certissimamente! - Urlò Giulia saltando sul tappeto e distruggendo
il povero cagnolino che finì sotto i piedi.
Così,
poco dopo nonno e nipotina avevano realizzato il più bel Camaleone
di Lego che sia mai stato costruito (anche perché non ne erano mai
stati costruiti altri!).
-
Ma è bellissimo! - Disse Giulia tenendo il Camaleone sulle mani
facendo attenzione che non si staccassero i pezzi.
-
Sono contento che ti piaccia. Ora però poggialo sul tavolino e vieni
a sederti vicino a me che devo raccontarti la storia di Gionzo nel
paese delle Idimarip.
-
Le Idimarip? Che tipo di lunimali sono nonnino caro? Disse Giulia
cercando di immaginare qualche nuovo animaletto strano come faceva di
solito il nonno. - Non riesco proprio a immaginarle queste Idimarip.
-
Se ti siedi qui vicino a me e ascolti vedrai che capirai subito -
Disse il nonno sorridendo – le Idimarip non sono dei lunimali ma
delle strane costruzioni che si dice si trovino solo sulla luna,
nella valle degli Er.
-
E chi sono questi Er? Almeno questi sono dei lunimali? E perché...
-
Giulia! - disse il nonno guardandola con severità.
-
Capito! Disse la piccola Giulia portandosi le mani alla bocca per
costringersi a star zitta.
-
Bene. Devi sapere che la valle degli Er è una valle gigantesca che
si trova lungo la sponda destra del fiume Ricotta. Abitata sin dai
tempi più antichi da una strana razza di lunimali molto intelligenti
e religiosissimi, oggigiorno è quasi disabitata. Gli Er
sopravvissuti sono pochi e le uniche tracce della loro civiltà sono
le stupende Idimarip di cui la vallata è costellata. Gionzo e
Ruggero arrivarono nella valle al sorgere del sole e quello che
videro li lasciò di stucco. Anche Ruggero che aveva visto tante cose
strane essendo un lunimale egli stesso, di fronte ai resti di questa
stupenda civiltà restò a bocca aperta lasciando intravvedere anche
un dente un po cariato che si trovava in fondo in fondo.
-
Nonno, che schifo!
-
Scusa Giulia, ma è stato Gionzo a raccontarmi anche questo. Comunque
sia, se vuoi sapere come sono le Idimarip puoi immaginare delle
enormi costruzioni che assomigliano a delle piramidi ma a testa in
giù o nelle posizioni più strane. Alcune solitarie, altre costruite
in gruppo o l'una sull'altra, offrivano ai visitatori uno spettacolo
veramente curioso.
-
Belle queste Idipamip. Me ne costruisci una con le costruzioni così
è più facile immaginarle?
-
Va bene, ecco qua. Questa potrebbe essere una delle Idimarip, e
questo un Er. E mentre parlava costruiva velocemente alcune piramidi
e un mostriciattolo stranissimo che poi appoggiò a testa in giù sul
tappeto.
-
Bravo nonno. Urlò Giulia per la contentezza prendendo una piramide
in mano con curiosità e subito lasciandola a terra per afferrare
l'Er.
-
Mentre Gionzo e Ruggero osservavano lo splendido spettacolo, un Er
che si trovava a passare li vicino li osservava a sua volta
pensieroso.
-
Chi siete, stranieri, cosa volete nella terra degli Er? Disse ad un
certo punto con voce cavernosa e un po incerta come di chi è da
tanto tempo che non parla con nessuno.
-
Gionzo e Ruggero fecero un salto all'indietro per lo stupore, infatti
non avevano sentito l'Er arrivare e inoltre non avevano mai visto un
Er di persona. Ruggero ne aveva sentito parlare dai suoi nonni quando
era piccolino. Gionzo invece non sapeva proprio niente di questo
strano popolo.
-
Buon giorno e te - rispose Gionzo con tono pacato, cercando di
nascondere il suo stupore – Io sono un estronauta e vengo dalla
terra. Mi chiamo Giovanbattistamarialorenzo e questo è il mio amico
Ruggero il Camaleone. Stiamo esplorando la zona alla ricerca delle
sorgenti del fiume Ricotta e ci siamo imbattuti in questa splendida
vallata – disse con un profondo inchino - Puoi dirci chi sei e dove
ci troviamo?
-
Benvenuti stranieri, noi eravamo un popolo molto ospitale un tempo.
Ma ora siamo restati in pochi. Io sono Rasa e sono uno dei pochi
sopravvissuti del popolo degli Er. Disse l'anziano Er pronunciando
ogni parola con grande tranquillità. Seguitemi nella mia modesta
dimora. Aggiunse indicando una tra le Idimarip più grandi della
valle.
Percorsero
la strada lentamente e in silenzio, come in processione. Una lunga
scalinata permetteva l'accesso alla Idimarip. Arrivati in cima alla
scala si trovarono in un ambiente enorme, poco illuminato e ricco di
disegni su tutte le pareti. Gionzo e Ruggero osservavano tutto con
stupore e passarono alcuni minuti con il naso all'insù.
-
Complimenti per la vostra casa – disse Gionzo al padrone di casa –
è stupenda. Anche i disegni sulle pareti sono molto belli.
Significano qualcosa? Disse Gionzo molto incuriosito dalle strane
forme disegnate sulle pareti.
In
quel momento qualcuno bussò alla porta.
-
Arrivo! - Disse il nonno alzandosi per aprire la porta – Giulia,
sono arrivati mamma e papà - disse il nonno dalla soglia di casa.
Giulia, temendo di dover andar via, scappò immediatamente a nascondersi sotto il letto della
camera del nonno, come faceva sempre in questi casi...
- Esci fuori piccola, oggi ceniamo qui da me. Aggiunse il nonno con voce rassicurante - e dopo cena ti racconto il seguito. Sentito ciò la piccola Giulia uscì dal suo nascondiglio e cominciò a correre e saltare per la casa per la gioia.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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