-
Mamma, posso portare il mio amico estronauta a tavola? Anche lui
vuole assaggiare le frittelle. E mentre parlava guardava la mamma con
i suoi occhioni grandi che minacciavano pianto in caso di risposta
negativa.
-
Solo se gli lavi le mani. Disse la mamma senza farsi commuovere. Il
che voleva dire no, visto che si trattava di una sagoma di cartone di
Giovanbattistamarialorenzo disegnata con i pennarelli e ritagliata
dal nonno. Non poteva certo rischiare che si rovinasse.
-
Ho capito. Gionzo, tu devi aspettare qui, sul divano. Più tardi ti
porto una frittella. Disse con premura al suo nuovo balocco.
Giulia
adorava le frittelle di zucchina da quando aveva saputo che il suo
amico Gionzo le mangiava tutti i giorni e avrebbe fatto di tutto per
avere le frittelle tutti i giorni anche
lei ma la
mamma diceva che una volta alla settimana andava più
che bene.
Dopo
le frittelle, come tutte le sere, arrivò il nonno con la sua nuova
avventura.
-
Buona sera piccola Giulia. Come sta
il nostro amico estronauta? Chiese con interesse notando la sagoma di
cartone posata sulla poltrona con un piattino da caffè e
una frittella di zucchina sulle ginocchia.
-
Mangia, era affamato! Rispose Giulia, facendo finta di sparecchiare
la tavola.
-
Ottimo. Oggi ho parlato con Gionzo e mi ha raccontato la sua ultima
avventura, non immaginerai mai cosa gli sia capitato...
-
Su, dai, cosa aspetti? Racconta - e mentre parlava spiccò un salto e
si aggrappò al collo del nonno come una scimmietta alla mamma.
-
Siediti qui, da brava, che inizia la storia. Ricorderai sicuramente
che Gionzo da qualche giorno aveva
un nuovo amico, il camaleone.
-
Si si.
Disse Giulia annuendo con la testa.
-
Ebbene, devi sapere
che il nostro nuovo amico, che si chiama...
-
Ruggero! Urlò Giulia precedendo il nonno.
-
Si, brava. Devi sapere che Ruggero conosce benissimo la luna e mentre
parlava del più e del meno con Gionzo durante una passeggiata
lunare, gli parlò anche della famiglia Numeri, una grande famiglia
di lunimali caratteristici della regione lunare in cui si trovavano
ma difficilissimi da vedere.
-
Perchè? Chi sono questi Numeri? Non sono pericolosi vero? Disse
Giulia sempre un po' preoccupata quando si parlava di lunimali.
-
I Numeri sono degli animali lunari molto molto particolari. Vivono in
grosse famiglie fatte di cinquanta o cento elementi. Difficilissimi
da vedere.
-
Quanti sono cinquanta nonno? Sono così? E mostro la manina aperta ad
indicare cinque.
-
E no, principessina, molti di più! Per arrivare a cinquanta devi
mettere assieme le tue mani, le mie, quelle di Gionzo, quelle della
tua mamma e del tuo papà.
-
Allora sono veramente tantissimissime! Disse Giulia aprendo le
braccia come per abbracciare il mondo! Ma
perché sono così difficili da vedere i Numeri?
-
Perchè
quando sentono che qualcuno si avvicina si mettono di fianco e
siccome sono sottilissimi, per vederli occorre far finta di niente,
passare in mezzo a loro e poi girarsi di fianco a sorpresa. Questo è
l'unico modo.
-
Sono sicura
che Gionzo ci riuscirà. Disse la piccola Giulia che ormai conosceva
benissimo le capacità del suo amico estronauta.
-
Ne sono
convinto anche io. Dicevamo dunque
che
il più anziano della
famiglia si
chiama Zero ed è un tipino tondo tondo, con due braccia esili e un
naso a punta che sembra pinocchio, la moglie di Zero si chiama Uno ed
è una distinta signora, molto più alta del marito e anche lei con
un lungo naso, tanto lungo che quando piove il marito Zero si mette
sotto per ripararsi! Giulia intanto
guardava il
nonno e rideva.
-
Zero e Uno avevano nove figli, il più grande si chiamava Dieci ed
era tutto i suoi genitori, un
tipino molto particolare, precisino e molto intelligente.
Poi era
arrivata la prima femminuccia e l'avevano chiamata Nove, che però
era l'esatto opposto del fratello maggiore. Disordinata e
capricciosa. Poi erano arrivati tre gemelli che si chiamavano Otto,
Sette e Sei. Anche se erano gemelli non si assomigliavano molto. Otto
era un Numero tutto d'un pezzo, grande, grosso e anche rotondetto.
Sette invece era tutto spigoli ed era impossibile dividerlo dai
fratelli. L'unica che aveva un qualche ascendente su di lui era la
mamma, Uno. Sei invece era calma e tranquilla e passava le sue
giornate sulla sedia a dondolo. Cinque arrivò alcuni giorni dopo.
Per certi versi era spigoloso come Sette ma era il fratello
prediletto di Dieci e lo seguiva dappertutto.
Quattro
era il peggiore di tutti. Non stava fermo un attimo e andava a
sbattere dovunque. Tre era una Numerina bellissima, appariva
perfetta e
tutti le
volevano bene anche quando combinava qualche marachella. Due invece
era il più piccolino, quasi non si vedeva e se i fratelli
combinavano qualcosa di solito la colpa veniva data a lui, tanto era
il più piccolo e i genitori non gli facevano mai niente.
Mentre
il nonno
descriveva
questa
famiglia di
lunimali,
Giulia
contava
con
le dita delle
mani,
cercando
di seguire
quello che
diceva
il nonno.
-
Sai nonno,
sono un po'
confusa. Chi era
il Numerino più spigoloso,
Sette o
Quattro?
Chiese
Giulia ridendo
rumorosamente.
-
Facciamo
così – rispose
il nonno –
ora ti disegno
tutta la
famiglia
così te li
ricorderai
meglio. E preso
un foglio
e alcuni
pennarelli,
disegnò
tutta la
famiglia
che
divenne
subito
parte dell'arredamento
della
cameretta
di
Giulia.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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