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Nonnino nonnetto caro, questa sera mi devi raccontare la storia
dell'estronauta che incontra il volpesce. Come è fatto un volpesce
caro nonno?
Giulia
sembrava proprio eccitata. Quella sera aveva finito di cenare
velocemente e dopo aver dato un bacio al papà e alla mamma era corsa
dal nonno urlando che era ora di andare a letto.
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Così presto? Come mai nipotina cara, sei forse stanca? Domandò il
nonno che senza aspettare risposta la prese in braccio e la portò
nella sua cameretta dalle pareti rosa. Un nuovo disegno si trovava
appeso alla testata del letto, si trattava della lumallina verde
della sera prima.
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Allora allora, dove aravamo arrivati? Se non ricordo male il nostro
amico estronauta, come si chiamava...
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Giovanbattistamarialorenzo, Gionzo per gli amici. Proruppe la
piccola Giulia quasi saltando in piedi sul letto.
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E brava la mia piccola! Dicevamo dunque che Gionzo mentre salutava la
sua nuova amica lumallina verde, agitando la mano rischiò di colpire
un volpesce che passava per caso proprio li vicino mentre rientrava a
casa dopo una giornata di svago al Lunapark.
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Che bello il lunapark sulla Luna, ci voglio andare anch'io a giocare!
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Cara Giulia, può anche darsi che tu un giorno possa andare a
giocarci, ma ora parlavamo del nostro amico volpesce. Devi sapere che
il volpesce è un tipico animale lunare, un po' strano, con un grosso
naso all'insù, diversi tentacoli rosa, alcuni lunghi altri più
corti a seconda del giorno e del tempo. Ma devi sapere che la
caratteristica principale del volpesce è la sua ala, una grande ala
che circonda tutto il corpo e gli permette di volare per lunghe
distanze. Il volpesce è infatti un pesce lunare volante!
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Ma io pensavo che il volpesce fosse un pesce con la testa di volpe!
Disse Giulia un poco delusa.
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E no! Ti sei confusa, quello che dici tu si chiama pesciolpe ed è un
animale molto pericoloso. Spero che il nostro amico estronauta non lo
incontri mai altrimenti rischia di morire.
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Speriamo di no! Disse Giulia ancora più preoccupata, e mentre
parlava con le matite colorate provava a disegnare il volpesce appena
descritto dal suo caro nonno.
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Come ti chiami caro il mio astronauta? Disse il nostro amico volpesce
agitando la sua ala in segno di saluto.
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Non sai che sulla luna si deve tenere la destra quando si cammina?
Disse con serietà esagerata, quasi ci fosse stato un incidente
stradale.
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Veramente no, non lo sapevo e poi io ero fermo! Comunque ti chiedo
scusa per il mio errore. Farò più attenzione la prossima volta.
Però vorrei farti notare che io sono un estronauta e mi chiamo
Giovanbattistamarialorenzo, Gionzo per gli amici. E mentre diceva
questo allungò la mano come per stringere la mano del volpesce,
ritraendola subito dopo, rendendosi conto che il volpesce non aveva
una mano con cui ricambiare il saluto.
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Non preoccuparti. Non c'è problema non mi offendo. Devi sapere che
tra noi volpesci non ci si stringe la mano per salutarsi ma si agita
l'ala, in questo modo. E mentre parlava agitava sinuosamente la sua
ala, come se si trattasse di un leggerissimo e splendente vestito di
seta. Mentre l'ala si agitava in segno di saluto la luce del sole vi
si rifletteva sopra creando tanti piccoli arcobaleni che erano uno
spettacolo.
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Che bei colori! Disse Gionzo, affascinato e stupito allo stesso tempo
per quello spettacolo incredibile.
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E si, i miei colori sono belli. Anche se la luce quassù non è il
massimo, soprattutto dall'altra parte. E mentre lo diceva indicava
con gli occhi una qualche destinazione lontana.
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Devi sapere che io abito sull'altro lato della Luna, quello scuro e a
voi sconosciuto. Non che non sia un bel lato, sia chiaro, è casa
mia! Ma è un po più scuro di questo lato. Però ha i suoi lati
positivi. Per esempio, se vai a sbattere contro qualcuno nessuno ti
dice niente, visto il buio si è sempre giustificati! E poi, un altro
vantaggio consiste nel poter giocare a nascondino senza cercare il
nascondiglio più lontano e nascosto. Noi abitanti dell'altro lato
siamo bravissimi in questo gioco, non ci trova mai nessuno!
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Nonno, ma esiste davvero un lato della Luna così scuro? Domandò
Giulia incredula.
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E si, mia cara piccola Giulia, esiste eccome e il nostro amico
Giovanbattistamarialorenzo l'estronauta doveva proprio recarsi laggiù
per esplorare quel mondo di oscurità. Disse il nonno facendo
presagire chissà quali misteri.
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Però al momento il povero estronauta era sconvolto, infatti non
avrebbe mai immaginato che un volpesce potesse essere così
chiacchierone.
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Si, hai proprio ragione nonno, è proprio un chiacchierone, forse
perché ha due lingue! Disse ridendo la piccola Giulia.
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Brava! Te ne sei accorta anche tu allora. Immagina lo stupore del
nostro amico Giovanbattistamarialorenzo quando si rese conto che il
suo interlocutore aveva due lingue! E poteva usarle anche per dire
due cose diverse o in due lingue diverse contemporaneamente anche se
di solito le usava solo per dire il doppio delle parole.
Il
nostro amico estronauta rimase a bocca aperta di fronte alla scoperta
e estratto un taccuino prese subito un appunto che diceva:
“Ricordarsi di aggiornare l'enciclopedia lunare alla voce volpesce
indicando la presenza di due lingue”.
Mentre
il nonno raccontava la piccola Giulia rideva, tenendo una mano sulla
bocca per non interrompere il nonno.
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Ora però devo proprio andare via. Ti chiedo scusa ma non posso
proprio stare anche se mi farebbe veramente piacere continuare ad
ascoltarti - disse il volpesce all'estronauta – e mentre si
allontanava con la sua andatura altalenante, sospeso a mezz'aria come
ogni buon volpesce che si rispetti, continuava a parlare facendo
domande con la lingua di sopra e a rispondersi con la lingua di sotto
e quando non riusciva a capirsi perché parlava troppo velocemente,
ricominciava da capo il discorso confondendosi e correggendosi da
solo.
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Ma anche oggi, mia cara nipotina, è ora di chiudere gli occhietti e
fare la nanna, perché domani sarà un altro giorno e dovremo
accompagnare il nostro estronauta nella sua faticosa e
pericolosissima esplorazione della faccia scura della Luna.
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Buona notte nonno e sogni d'oro - disse la piccola senza lamentarsi,
già pregustando le avventure del giorno seguente...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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