- Grazie nonno, che cos'è? Urlò felice per la sorpresa, rigirando tra le mani il pacchetto e cominciando a tirare il fiocco in tutte le direzioni tentando di aprirlo.
-
Eccoti le forbici – disse la mamma intervenendo opportunamente –
ma fai attenzione.
-
Grazie nonno! Grazie... urlò ancora una volta stringendo in mano una
statuetta che doveva rappresentare Gionzo.
-
L'ho fatta con le mie mani – aggiunse il nonno soddisfatto – ti
piace? Chiese guardando la nipotina negli occhi.
-
E' bellissima... mi devi insegnare a fare le statue un giorno o
l'altro, aggiunse la piccola Giulia.
-
Certamente tesoro. Non è difficile. Ma ora andiamo in salotto, ti
devo raccontare cosa è successo a Gionzo ieri sera.
-
Nonno, Gionzo sta bene vero? Disse Giulia con una smorfia di
preoccupazione che le oscurava il viso.
-
Stai tranquilla, non è successo niente di grave. Sta bene, però
Ruggero non si sa bene che fine abbia fatto.
-
Ho no, speriamo che non gli succeda niente di grave.
-
Ma no, stai tranquilla, ora ti racconto. Mettiti qui seduta e fai
attenzione alla statuetta, se cade si rompe. Poggiala sul caminetto
se vuoi, così anche lui ascolta la storia.
Giulia
poggiò la statuetta dell'estronauta sulla mensola del camino e si
sedette affianco al nonno attendendo che lui cominciasse a parlare.
Da quando il nonno aveva cominciato a raccontarle le avventure di
Gionzo lei aveva imparato tante cose, ma la cosa più importante tra
tutte consisteva nell'aver imparato ad ascoltare.
-
Ieri sera Giovanbattistamarialorenzo e il suo amico Ruggero il
Camaleone si trovavano nei pressi di una enorme cascata lunare. Un
fiume di una sostanza bianca e densa colava dall'alto di un burrone
cadendo proprio ai loro piedi da cui proseguiva lento e viscoso.
-
Ma nonno, l'acqua non è così. E poi cosa vuol dire biscoso? Forse
volevi dire biscotto?
-
Scusa, hai ragione. Volevo dire proprio viscoso. Viscoso significa un
po' appiccicoso, lento, che non scorre bene. E il fiume non era di
acqua ma di ricotta.
-
Ricotta? Ma la ricotta non può fare un fiume! - Disse Giulia
incredula – la ricotta è in vaschette piccoline! Aggiunse ridendo.
-
Eppure era proprio ricotta. Ruggero fu il primo a buttarsi in mezzo
al fiume e mangiarne a sazietà, poi Gionzo si avvicinò e usò il
suo casco potenziante per analizzare la sostanza prima di
assaggiarla. Le analisi erano chiarissime, si trattava di ricotta,
una ricotta ottima e di latte di capraspina. Gionzo decise
immediatamente di scoprire da dove provenisse tutta quella ricotta
così decise di risalire la cascata e seguire il flusso del fiume,
incuriosito dallo strano fenomeno.
-
Che bello un fiume di ricotta. Disse Giulia, portandosi subito le
mani alla bocca per far capire che il nonno poteva proseguire il
racconto.
-
Gionzo decise di risalire la corrente con una canoa a vento lunare
che estrasse dal suo zaino e che gonfiò immediatamente.
-
Sali a bordo – disse rivolto a Ruggero che però preferì nuotare
sulla ricotta seguendo la canoa da vicino e continuare a mangiare di
tanto in tanto uno squisito boccone.
Giulia
intanto rideva a crepapelle e si teneva la pancia cercando di non
fare troppo rumore.
-
Naviga naviga, Gionzo giunse in vista di un mulino con la ruota
immersa nel fiume di ricotta e pensando di essere arrivato alla
sorgente accostò la sua canoa alla riva e si avvicinò al mulino che
però sembrava abbandonato.
-
Numeri cari, se ci siete mostratevi, io sono un amico. Mi chiamo
Gionzo e ecco a voi un passaporto che mi ha rilasciato Zero, del
paese dei numeri Arabi. E come finì di parlare immediatamente alcuni
strani numeri apparvero di colpo alla vista.
-
Buon giorno a te - disse uno di essi rivolgendo il saluto al nuovo
arrivato - Io sono Trequarti e sono il proprietario del mulino. Come
posso esserti utile?
-
Buon giorno a te, Trequarti, io mi chiamo Giovanbattistamarialorenzo,
Gionzo per gli amici, e sono un estronauta. Vengo dalla Terra e sono
qui in missione esplorativa. Ieri ho notato questo enorme fiume di
ricotta di Capraspina e incuriosito dallo strano fenomeno ho deciso
di risalire il fiume per capire da dove nasca. Mi sapete dare qualche
spiegazione?
-
Signor estronauta, noi siamo dei poveri Numeri Frazionari, ci
dispiace non poterti aiutare, il fiume è sempre stato qui e noi
cerchiamo di fare il nostro lavoro raccogliendo un po di ricotta e
trasformandola in formaggio di Capraspina, anche se purtroppo quasi
tutte le forme ci scappano non appena le produciamo. Siamo poveri e
non possiamo offrirti molto ma chiedi ciò che vuoi, sei nostro
ospite. E mentre parlava, Trequarti si chinò in segno di rispetto
verso chi aveva conosciuto Zero e Uno, i signori del paese dei Numeri
Arabi.
-
Ti ringrazio Trequarti, a me e al mio amico Ruggero non occorre
niente, però forse posso esservi io stesso d'aiuto. Mi sembra di
capire che non riuscite a guadagnare molto con il vostro lavoro
perché le forme di formaggio scappano. Ho visto che i vostri amici
del paese dei Numeri Arabi usano mettere un collare alle forme prima
di terminarle cosicché non possano scappare, se volete vi faccio
vedere come si fa, così anche voi potrete godere del vostro lavoro.
Come finì di parlare un mormorio si sollevò davanti a lui e di
colpo apparvero dal niente tanti altri numeri, sicuramente la
famiglia di Trequarti. Potevo intuire i loro nomi solo guardandoli.
C'era un grande Quattroterzi, probabilmente il nonno, una bella
bambina che si chiamava Duequinti, un piccolo vispo che doveva essere
Unterzo e tanti altri piccoli curiosi che mi dissero essere i gemelli
Undecimo. Tutti erano curiosi di vedere come si potesse mettere il
collare alle forme di formaggio di Capraspina e si avvicinarono a
Gionzo chinandosi di fronte a lui.
-
Grazie signor estronauta, te ne saremmo molto grati. Disse Trequarti
prostrandosi di fronte a Gionzo. Intanto la piccola Giulia che rideva
fino ad un istante prima, saltò in piedi apostrofando il nonno.
- Nonno nonnino, cosa significa postandosi?
-
Si dice prostrandosi – disse il nonno – e significa inchinandosi
fino a terra in segno di rispetto, ma ora torna a sedere. Dicevo
dunque che Trequarti si inchinò profondamente verso Gionzo che
decise di mostrare subito come mettere il collare alle forme di
formaggio per proseguire poi l'esplorazione senza perdere troppo
tempo.
-
Ecco, Trequarti, dovete fare come vi ho mostrato e le vostre forme
non scapperanno più. Ora però devo partire, una missione mi
attende, spero di incontrarvi in futuro e abbiate più fiducia in voi
stessi. Disse salutando i suoi nuovi amici.
-
Ti ringrazio caro amico, ci ricorderemo per sempre del tuo aiuto. In
cambio voglio offrirti un consiglio, fai attenzione al fiume di
ricotta. Abbiamo visto che viaggi su una piccola canoa ma devi sapere
che nella ricotta si possono incontrare degli animali molto
pericolosi che aggrediscono tutto ciò che gli capita a tiro. Ti
consiglio di proseguire a piedi lungo la riva sinistra. Noi non
abbiamo idea di dove si trovino le sorgenti del fiume ma se tu
seguirai il nostro consiglio forse riuscirai a raggiungerle. E con
questo consiglio si salutarono.
-
Giulia, papà, a tavola. I ravioli di ricotta sono pronti. Disse la
mamma interrompendo l'esplorazione di Gionzo e rimandandola alla
prossima volta.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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