E'
impossibile fare riferimento al Primo Soccorso in caso di eventi
“catastrofici”, di qualunque natura ed origine, in cui il numero
delle vittime superi di gran lunga quello dei soccorritori, senza
ricordare l'inventore del Sistema per affrontare in termini di
efficacia, efficienza ed economicità questo tipo di eventi avversi
caratterizzati dalla discrepanza tra richiesta ed offerta di
assistenza.
Come spesso accade nella storia umana, da fatti
drammatici e sanguinosi, di esclusiva responsabilità antropica come
le guerre, sono derivate competenti e felici intuizioni di uomini e/o
donne “speciali” circa il modo di affrontare, “domi
bellique” (in pace come in guerra), i devastanti effetti di
situazioni critiche che con la guerra poco o nulla hanno a che
spartire! Se oggi sappiamo come affrontare al meglio disastri ad
elevata magnitudo d'impatto lo si deve ad uno di questi “benemeriti”:
Jean Dominique de Larrey.
Egli
nacque l'8 luglio 1766. All'età di tredici anni iniziò gli studi di
medicina. Giunto a Parigi verso la fine del 1787, fu selezionato come
chirurgo ausiliario imbarcato sulla fregata “La Vigilante”. Le
cure fornite nei casi di malattia e le precauzioni da lui adottate
circa l'igiene durante il viaggio ottennero un tale successo che, al
suo rientro, la nave non aveva perso un solo uomo!
Quando,
nel 1792, la Francia entrò in guerra contro l'Austria, il
Cittadino Larrey rispose alla Leva in Massa per soccorrere “La
Patrie en danger” (la Patria in pericolo), where
ideology "not only mobilized manpower for the regular armies,
but also inspired ordinary people to fight on their own account.”1. Fu nominato Capo-chirurgo dell'esercito del Reno.
Qui entrò per la prima volta a contatto con il mondo militare rimanendo profondamente colpito dal divario esistente tra le necessità reali e
l'organizzazione effettiva del sistema. Questa discrepanza era tanto più evidente nella cura e trasporto dei feriti attuato con carri che arrivavano sul campo di battaglia addirittura giorni dopo lo scontro.
Al loro arrivo, gli uomini feriti gravemente erano ormai quasi tutti
morti. In tali circostanze i comandanti divennero più che mai
interessati a preservare la loro forza numerica e i servizi sanitari
militari assunsero un'importanza del tutto nuova nell'economia di
guerra. Per porre fine a tali situazioni, Larrey ideò un sistema di
ambulanze “volanti” con cui i chirurghi militari potessero
seguire tutti gli spostamenti delle truppe e dare aiuto immediato ai
feriti. Avendo a disposizione un simile sistema, Larrey ebbe la
possibilità di organizzare il primo sistema di triage direttamente
sul campo di battaglia. I feriti potevano o essere trattati sul posto
(attualmente si parla di “stay & play”) ed, eventualmente,
essere immediatamente rispediti a combattere, o recuperati e
trasportati (“scoop & run”) in tempo utile presso le strutture
sanitarie arretrate. Ogni ambulanza venne specificamente progettata e
dotata di personale medico e paramedico e di materiali di primo
soccorso necessari secondo una politica di sgombero “ante
litteram”. Tale ambulanza funzionò come prima unità
sanitaria di pronto soccorso.
Nell'arco
di dieci campagne, Larrey operò costantemente sul campo di battaglia
facendo notevoli scoperte ad esempio modificò la forma degli aghi di
sutura per permetterne la migliore maneggevolezza, e avendo occasione
di dimostrare, contro l'opinione di famosi Chirurghi, la necessità
dell'amputazione immediata al fine di evitare l'insorgere di
infezioni che molto spesso, a quel tempo, portavano alla morte.
Nel
1796 fu nominato professore alla Scuola Militare di Medicina e
Chirurgia a Parigi. Per gli strabilianti risultati ottenuti, lo
stesso Napoleone volle Larrey alle sue dirette dipendenze durante
tutte le successive campagne militari.
Il
chirurgo quindi tornò al servizio attivo, partendo il 1º maggio
1797 verso l'Italia. Dopo aver visitato le provincie conquistate,
Larrey ispezionò gli Ospedali e istituì in diverse città Scuole di
chirurgia; organizzò le ambulanze e formò uno speciale Corpo
Sanitario attagliato alle esigenze della “moderna” guerra “di
popolo” ed alla politica espansionistica napoleonica. Tra il
“piccolo Caporale” ed il suo Chirurgo in Capo, da questo momento
in poi, si creerà un profondo legame.
Nel
1798 Larrey fu al seguito delle truppe napoleoniche in Egitto ed in
Siria. Nel 1802 fu nominato Medico generale della Guardia dei
Consoli, mentre, nel 1804, ricevette la croce di Ufficiale della
Legion d'Onore e, nel 1805, fu nominato Ispettore Generale della
Sanità dell'esercito.
Una
volta Imperatore, Napoleone lo richiamò sul campo di battaglia:
Larrey parteciperà alle battaglie di Ulm e Austerlitz, alle Campagne
di Polonia, Spagna. A Wagram, dopo la battaglia, ricevette da
Napoleone il titolo di barone.
Nel 1812 venne nominato Chirurgo in
Capo della Grande Armée con cui prese parte alla disastrosa campagna
di Russia. In particolare nella battaglia alle porte di Mosca, privo
di personale e di mezzi, cercò di riportare l'ordine stabilendo la
sua ambulanza generale al centro della linea di battaglia, dove
passarono ben due terzi dei feriti, praticando durante le prime 24
ore più di duecento amputazioni di uno dei quattro arti nonostante
mancassero garze, coperte, forniture, uccidendo i cavalli per il
nutrimento dei feriti, la cui maggioranza morì più tardi durante la
ritirata.
Rimanendo
fedele all'Imperatore, rientrò in Francia e lo seguì anche durante
l'avventura dei “100 giorni” culminata nella sconfitta definitiva
di Napoleone a Waterloo. Larrey seguì l'Esercito in ritirata. Fu
catturato da soldati Prussiani e corse il rischio di essere fucilato.
Lo stesso Comandante in Capo dell'Esercito prussiano, il Generale von
Blucher, il cui figlio era stato salvato dal Chirurgo durante la
Campagna d'Austria, impedì l'esecuzione e lo fece liberare.
Considerato
come uno dei più devoti sostenitori di Napoleone, alla caduta
dell'Imperatore, fu privato del suo titolo di Barone e della
retribuzione di Ispettore Generale della Sanità militare; perse
inoltre le pensioni e il reddito da parte della Legion D'Onore.
Conservò soltanto il posto di Capo Chirurgo all'Ospedale militare.
Nel
1818 una legge lo reintegrò e ciò gli diede il coraggio di
ricostruire la sua scuola. Pubblicò un quarto volume delle sue
Campagne, scrisse il trattato di "Clinica Chirurgica", nel
1820 fu eletto Membro dell'Accademia di Medicina e nel 1829 fu
chiamato all'Accademia delle Scienze.
Dopo un viaggio in Belgio nel 1832 per organizzare il servizio
sanitario militare di quel Paese,
riprese
il posto di Capo chirurgo all' Hôtel des Invalides di Parigi e fu
nominato Membro del Consiglio Generale della Sanità.
Morì
di ritorno da un viaggio di studio in Algeria, il 25 luglio 1842. La
sua statua in bronzo si trova nel cortile esterno dell'Ospedale
militare di Parigi.
Larrey ha lasciato al mondo della Medicina
diverse opere, nate soprattutto da una serie di osservazioni dirette
durante il servizio medico attivo sui campi di battaglia.
Bibliografia:
-
Bayle M.M., Thillaye, Biographie Médicale par ordre chronologique d'après Daniel Leclerc, Eloy, etc., Tome second, pp. 837-844, Parigi, Adolphe Delahays Libraire, 1855.
-
Bégin L.J., Dictionnaire des sciences médicales: Biographie Médicale, Volume 5, pp. 524-529, Parigi, C.L.F.Panckoucke éditeur, 1822.
-
Cantarano E, Carini L, Storia della Medicina e della Assistenza per le Professioni Sanitarie, UniversItalia, Roma, 2013, pag 151.
-
Cosmacini G, Guerra e Medicina, Bari, Laterza Editori, 2011.
-
Weiner Dora B. , "Dominique Jean Larrey", in W.F.Bynum and H. Bynum (eds.), Dictionary of medical biography, Westport-London, Greenwood Press, 2007, Volume 3, p. 774
Luisa
CARINI, Enzo CANTARANO, Federico BIZZARRI