L'AI
ovvero l'Artificial Intelligence non è altro che tutto quell'insieme
di tecnologie adottate dall'uomo non solo nella ricerca in campo
scientifico ma anche nell'ambito della quotidianità nel tentativo
di creare dei robot in grado di facilitare la nostra vita, magari con
un sistema digitale che regola tutti gli elettrodomestici della casa
o che ci ricorda impegni, ricorrenze e ci consiglia il tragitto
migliore per evitare il traffico.
Appartiene ad una branca dell'informatica e più in particolare a
quella parte di essa che cerca di avvicinare il più possibile le
macchine alla figura fisica/psicologica dell'uomo; fisica in quanto
tutta la ricerca sull'intelligenza artificiale è rivolta a far
interagire attivamente le macchine con l'uomo e di conseguenza tutto
ciò che nasce dallo studio dell'AI è costruito a misura d'uomo;
mentre per ciò che riguarda la ricerca di un contatto tra macchina e
uomo questo è da intendere in termini di Machine Learning ovvero
quella capacità della quale si dotano alcune macchine per far si che
esse possano superare le informazioni fornite dalla programmazione per
poter sviluppare una conoscenza empirica. Questo ci riporta subito
alla mente la vicenda della IBM Deep Blue, ovvero la prima macchina
programmata per giocare a scacchi, che ricordiamo dopo una serie di
partite perse contro il campione mondiale in carica nel 1996, Garri
Kasparov, durante il 1997 riuscì a vincere dopo aver immagazzinato
tutte le informazioni delle partite precedenti. È proprio questo
dunque lo scopo dell'AI: cercare di creare macchine che come l'uomo
possano sperimentare, prendere decisioni al fine di conseguire i
migliori risultati o basare le proprie decisioni anche in base alla
situazione e non solamente rifugiandosi nella logica.
Detto così tutti potrebbero
immaginarsi qualcosa di impossibile; si potrebbe pensare ad un'idea
valida per arricchire la trama di una storia fantascientifica, con
robot che insegnano nelle scuole, lavorano nelle fabbriche e
costruiscono edifici, come se fossero al servizio degli uomini. Si è
vero, questo è esattamente uno scenario tipico del romanzo
fantascientifico. Ma se tutto questo, in realtà, fosse la direzione
verso la quale lo studio e la ricerca tecnologica stanno puntando?
Sebbene l'interesse per lo
studio dell'AI non sia stato del tutto stabile durante il corso degli
anni: con finanziamenti altalenanti di alcune aziende private, che a
più riprese nutrivano una qualche speranza di decollo per questo
settore, al giorno d'oggi l'Intelligenza Artificiale non è più un
sogno lontano, anzi, del tutto diverso da una qualsiasi concezione
utopistica, è ora, per certi aspetti, realtà.
Dove, in mezzo a noi, troviamo
l'Intelligenza Artificiale?
Senza
alcun dubbio nei computer, nei nostri smartphone e nei nostri tablet.
Vi
siete mai chiesti come mai dopo una semplice ricerca su un qualsiasi
motore di ricerca online, il vostro computer vi consiglia in
continuazione articoli simili a quelli di cui vi siete interessati
precedentemente?
Oppure
come credete sia possibile che nuovi smartphone riescano a consentire
lo sblocco dello schermo con il semplice riconoscimento facciale del
proprietario dell'apparecchio?
Ancora,
alcune nuove macchine (certe ancora in fase sperimentale) riescono a
guidare senza che ci sia un comando manuale di un autista proprio
grazie all'Intelligenza Artificiale con sensori di suono o con
videocamere che permettono la raccolta di informazioni che verranno
poi elaborate da un computer centrale che deve prendere
immediatamente una decisione attraverso il cosiddetto albero delle
decisioni, un ragionamento che si basa su un metodo di tipo
dicotomico che permette al computer di analizzare tutte le
possibilità e le loro conseguenze.
Perciò,
come dimostrato con alcuni esempi, possiamo capire quanto siamo
vicini a quegli scenari immaginari della fantascienza, almeno per
quanto riguarda il campo della produzione e della possibilità che la
forza lavoro possa essere sostituita dalle macchine.
Naturalmente
su questo tema si sono sollevate numerose critiche verso la ricerca;
critiche mosse comprensibilmente dal timore di un possibile
stravolgimento economico e perciò sociale. Certo questo non è da
escludere, anzi è uno dei punti deboli dello studio delle AI;
tuttavia è altrettanto vero che ad un così alto utilizzo di
macchinari tecnologici non può che seguire anche una maggior
richiesta di personale specializzato nella costruzione, nella
manutenzione e nella ricerca di altre tecnologie.
Altri
due sono i punti deboli di questo settore e per quanto riguarda
questi, dobbiamo parlare di sicurezza a livello globale e di etica.
Quando parliamo della sicurezza globale ci si deve preoccupare del
fatto che alcune nazioni, più di altre, avendo più denaro a
disposizione da riservare alla ricerca delle AI, potrebbero creare
delle nuove armi pericolosissime e sempre più potenti e innovative,
magari legate al nucleare. Già oggi alcune delle armi che vengono
dotate di AI sono droni, carri armati, sottomarini e molti altri.
Tuttavia sempre più nazioni come Cina, Russia e USA si mostrano
interessate alla produzione dei cosiddetti LAWS o Lethal
Autonomous Weapon System, vale a dire dei robot che sarebbero in
grado, in caso di guerra, di sopravvivere alle peggiori condizioni e
di riconoscere e neutralizzare i nemici con piccolissima percentuale
di errore. Contro un esercito di robot intelligenti si è schierato
l'ONU e il Parlamento europeo che varie volte hanno mostrato la loro
perplessità proponendo una linea comune internazionale che vorrebbe
limitarne l'utilizzo. La posizione di questi due importantissimi
organi globali deriva da un attenta e lunga analisi del tema delle
nuove tecnologie che hanno visto susseguirsi diversi Gruppi di
ricerca e Convenzioni che dopo aver studiato affondo il tema hanno
deciso di pronunciarsi in questo modo. A questo punto è vero che non
possiamo permettere che si possa correre un rischio di tale portata
pertanto una delle possibili soluzioni potrebbe essere la
decentralizzazione delle AI con la creazione di un centro di ricerca
internazionale unico controllato da numerose nazioni. Dal punto di
vista etico preoccupa invece la possibilità di creare dei robot che
siano identici ad un qualsiasi essere umano sia dal punto di vista
estetico che dal punto di vista psicologico anche se da questo
traguardo si è ancora lontani considerato che sebbene siamo già
riusciti a creare robot che riescono a eseguire comandi, muoversi,
parlare, ancora dobbiamo cercare di creare all'interno del computer
una coscienza, che è ciò che caratterizza l'uomo. Considerato il
fatto che ancora per noi, il cervello, il pensiero e la coscienza
umana possiedono dei misteri non ancora svelati, la strada per creare
dal computer un essere dotato di coscienza, è ancora lunga.
Tuttavia
la paura più ricorrente è che i nostri progressi in campo
tecnologico possano rappresentare, in futuro, la causa della nostra
stessa rovina. Si teme infatti che il risultato della creazione di
robot con una coscienza possa essere la nascita di una nuova specie
di androidi intelligenti che possano arrivare a superare l'uomo in
ogni sua azione. L'astrofisico Stephen Hawking diverse volte
sostenne:
«Un'AI
super intelligente sarà estremamente brava a raggiungere i suoi
obiettivi, e se questi non saranno allineati ai nostri, saremo nei
guai. Probabilmente non siete tra coloro che odiano le formiche e le
calpestano per divertimento, ma se siete responsabili di un progetto
idroelettrico sostenibile e c'è un formicaio nella regione che
dovete allagare, andrà a finire male per le formiche. Cerchiamo di
non mettere l'umanità nella posizione delle formiche».
E
ancora: "Non possiamo prevedere cosa riusciremo a raggiungere
quando le nostre menti verranno amplificate dalle AI. Forse, con
questi nuovi strumenti, riusciremo a rimediare ai danni che stiamo
infliggendo alla natura e forse potremmo essere in grado di sradicare
povertà e malattie. Ogni aspetto della nostra vita verrà
trasformato. Ma è anche possibile che con la distruzione di milioni
di posti di lavoro venga distrutta la nostra economia e la nostra
società".
Ora
tocca all'uomo capire come impiegare le nuove tecnologie e se siamo
pronti ad una novità di tale rilievo.
Filippo Schirru
Immagine tratta da https://steemit.com/cryptocurrency/@smaeunabs/the-rise-of-a-decentralized-network-for-artificial-intelligence-how-can-you-earn-from-it