Cos'è
la DARPA?
DARPA
è una sigla che sta per "Defense Advanced
Research Projects Agency", ovvero Agenzia per i progetti di
ricerca avanzata per la Difesa.
Si
tratta di una agenzia creata negli Stati Uniti nel 1958, dietro la
spinta della guerra fredda e del superamento nella ricerca spaziale
avvenuto ad opera della Russia con la messa in orbita dello Sputnik
1. L'agenzia fu chiamata inizialmente ARPA e solo qualche tempo dopo
la si associò alla Difesa nazionale e divenne DARPA.
Tra
i programmi sviluppati eccone alcuni che sono ormai noti a tutti:
-
progetto HAVE BLUE: nei primi anni settanta portò alla realizzazione
di aerei di nuove tecnologie stealth, gli F-117;
-
la miniaturizzazione dei Global Positioning Sistems (GPS), realizzata
negli anni ottanta, ha consentito lo sviluppo dei GPS che conosciamo
oggigiorno, integrati in ogni genere di dispositivo portatile e a
basso consumo;
-
ARPANET (Advanced
Research Projects Agency NETwork)
è stata sviluppata come rete di computer per il supporto della DARPA
ed è, in pratica, la rete che ha dato vita ad Internet.
Ogni
anno la DARPA finanzia programmi di ricerca e studio nei più
disparati campi della conoscenza.
Uno
dei progetti che ha portato a recenti successi è conosciuto come
SyNAPSE Program Develops Advanced Brain-Inspired Chip. Attraverso il
programma SyNAPSE (Systems
of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable Electronics (SyNAPSE),
finanziato dalla DARPA, i ricercatori dell'IBM hanno realizzato il
più complesso Chip ispirato ai principi di funzionamento della
struttura del cervello. Il chip, chiamato TrueNorth, contiene più di
5 miliardi di transistors e permette di programmare 256 milioni di
punti logici programmabili, equivalenti alle sinapsi. Certo, ancora
molto lontano dal numero di sinapsi del cervello umano, ma comunque
un risultato di tutto rispetto. TrueNorth
è un nuovo tipo di processore, costruito secondo una nuova
architettura, che è stata sviluppata a partire dalle più avanzate
conoscenze sulla struttura e sul funzionamento del cervello. Tra i
"padri" del nuovo processore troviamo Dharmendra
Modha,
Dharmendra
Modha,
immagine
tratta dal sito IBM
|
un
IBM Fellow, uno dei più importanti scienziati dell'IBM, a capo del
progetto di Cognitive Computing. La disciplina del Cognitive
Computing è quella disciplina che si occupa di studiare e risolvere
problemi di elevata complessità, caratterizzati da ambiguità ed
incertezza, problemi che normalmente vengono "risolti"
dagli esseri umani, è il caso del riconoscimento di un volto, per
esempio.
Per
l'IBM un sistema di Cognitive computing" svolge i seguenti
compiti: "learn and interact naturally with people to extend
what either humans or machine could do on their own. They help human
experts make better decisions by penetrating the complexity of Big
Data".
Ma
perchè tutto questo interesse nel costruire una macchina che abbia
delle capacità che già hanno gli uomini?
Per
lo stesso motivo per cui sono nati i computer che già conosciamo.
L'uomo era in grado di far di conto anche prima dell'arrivo dei
computer, ma se le operazioni sono ripetitive e lunghe è difficile
trovare qualcuno che se ne occupi e che, magari, non commetta errori.
Ecco
che un computer, ottimizzato per fare calcoli, prende il posto di uno
o più uomini, che in vece che far calcoli si preoccupano di scrivere
le istruzioni per il computer e di verificare che funzioni bene.
Allo
stesso modo, se abbiamo da controllare milioni di volti su un monitor
e confrontarli con delle schede per verificare l'identità delle
persone, possiamo mettere 100.000 persone dietro i monitor a
verificare chi sta passando sotto di noi, oppure possiamo creare dei
software che, eseguendo un numero molto grande di operazioni
semplici, siano in grado di "riconoscere" le persone già
schedate. Questo è già stato realizzato. esistono tanti sistemi di
riconoscimento in funzione che si basano su computer costruiti
secondo l'architettura von Neumann.
E'
facile rendersi conto, se si è mai entrati in un data centre, della
enormità di risorse occorrenti per fare certe operazioni e salta
subito all'occhio che i computer classici, mentre sono molto veloci
nel fare operazioni semplici ripetitive, sono molto inefficienti nel
trovare soluzioni a problemi complessi, come quello indicato prima.
L'inefficienza si riflette sulle risorse necessarie per svolgere il
compito, risorse che possiamo misurare in vari modi, uno di questi è
il consumo di energia.
Un
computer, da questo punto di vista, è molto meno efficiente di un
cervello.
Ecco
da cosa nasce l'idea di costruire nuovi computer di struttura simile
al cervello.
L'accoppiata
di computer classici e computer di tipo Cognitive, potrebbe essere in
grado di creare nuovi super computer in grado di svolgere velocemente
calcoli ripetitivi e anche di riconoscere velocemente nella persona
affianco a noi, il volto di un caro amico.
Vedremo
cosa ci aspetta il futuro prossimo.
Per
ora cerchiamo di capire meglio come è fatto, quali nuovi campi di
ricerca e studio, anche in ambiente militare, che ci apre il nuovo
processore IBM. Infatti la nuova tecnologia necessita di nuovi
linguaggi di programmazione, di nuove logiche di memoria... insomma,
un mondo nuovo si sta aprendo agli ingegneri e agli informatici, un
nuovo mondo che necessita di esploratori capaci e curiosi.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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