Cortana,
intelligenza artificiale di casa Microsoft con un nome preso in
prestito da un personaggio del videogame Halo, cosa
succede quando “le” si chiede di cimentarsi in una missione al
limite?
Appena
cinque anni fa nasceva Cortana, l’assistente digitale di casa
Microsoft, programmata
sapientemente per rispondere celermente alle richieste di utenti
sempre più esigenti, oggi è una chiacchierona, possiede una mente
arguta, un umorismo sottile e una naturale predisposizione ad aiutare
gli utenti. Ciò che caratterizza maggiormente questa intelligenza
artificiale altamente evoluta è la sua spiccata umanità. Daniela è
una content editor e copywriter che gli amici chiamano scherzosamente
Cortana. Lei è una
delle persone che si cela dietro la versione italiana dell’assistente
digitale di Microsoft, fa
parte del Cortana International Team e insieme ai suoi colleghi,
provenienti da tutto il mondo, lavora sulla personalità
dell’intelligenza artificiale di Microsoft e sulle sue abilità di
conversazione. In pratica realizza contenuti editoriali creativi e fa
in modo che le persone si divertano a parlare con lei. Il suo compito
è anche quello di alimentare costantemente l’intelligenza di
Cortana attraverso un aggiornamento continuo che le permetta di
conversare con l’utente coerentemente con la propria personalità.
Una personalità composta da quattro qualità
fondamentali: disponibilità,
imparzialità, atteggiamento positivo e spontaneità. E’
di fondamentale importanza sottolineare che anche la cultura locale
influisce molto sulla personalità di Cortana. La versione inglese,
ad esempio, non può assolutamente coincidere con quella italiana.
Sotto questo punto di vista Cortana è in linea con lo spirito
regionale, conosce infatti numerosi dialetti e ha un
solido background relativo a usi, costumi.
Conosce l’inno di Mameli e tifa per la nazionale di calcio
italiana, anche quando questa non arriva ai mondiali.
Ma
come conciliare una programmazione efficiente senza contraddizioni
logiche con il comportamento “umano” di un tifoso di calcio
sempre positivo, disponibile e spontaneo? In poche parole, cosa
succede quando la mente umana si nasconde dietro
l’intelligenza artificiale?Qualche
comportamento “strano” in passato (ora “patchato”) è già
emerso, facendo le “domande giuste” all’assistente vocale di
Windows era possibile aprire un sito infetto sul browser anche senza
autenticarsi con password. Come spiegano
i ricercatori di McAfee,
che hanno escogitato la tecnica di attacco, il problema era legato al
fatto che l’assistente vocale di Windows rimaneva attivo anche
quando il computer veniva bloccato, ed era possibile utilizzarlo
anche senza autenticarsi con password o PIN. Lo scenario divenne
ancor più preoccupante quando fu dimostrata la possibilità di
utilizzare una “pennetta” USB per sbloccare il pc. Questa serie
di combinazioni potrebbero potenzialmente permettere un proliferare
di attacchi hacker verso i computer che sono tutti collegati tra
loro.
Gli
uomini di fatto, stanno attaccando i sistemi di Intelligenza
Artificiale e non viceversa, come invece ci saremmo aspettati dai
film di fantascienza. Ma per fare che cosa? Per manipolare i
risultati dei motori di ricerca, modificare gli algoritmi dei social
media, il ranking e la reputazione dei siti web, disturbare il volo
dei droni o ingannare una macchina a guida autonoma. E così, al
contrario di quello che speravamo, l’uso malevolo degli strumenti
di intelligenza artificiale non si è fermato alla creazione di
sofisticate campagne di disinformazione.
L’allarme viene da un rapporto del progetto europeo Sherpa, dedicato a diritti umani e intelligenza artificiale, e che ha evidenziato come singoli criminali e hacker organizzati abbiano trovato un nuovo obbiettivo nell’attaccare i sistemi “intelligenti”, fino ai casi in cui la governance algoritmica può dare priorità a interessi nascosti, danneggiare aziende manipolando dati e informazioni online o beneficiare partiti di governo influenzando il dibattito politico attraverso le fake news.
L’allarme viene da un rapporto del progetto europeo Sherpa, dedicato a diritti umani e intelligenza artificiale, e che ha evidenziato come singoli criminali e hacker organizzati abbiano trovato un nuovo obbiettivo nell’attaccare i sistemi “intelligenti”, fino ai casi in cui la governance algoritmica può dare priorità a interessi nascosti, danneggiare aziende manipolando dati e informazioni online o beneficiare partiti di governo influenzando il dibattito politico attraverso le fake news.
Ma
quale è lo stato dell’arte delle IA? Pochi giorni fa un sistema
avanzato di IA ha superato un test di scienze di terza media,
rispondendo correttamente al 90 per cento delle domande. Il risultato
è stato ottenuto da Aristo, una AI realizzata dall’Allen
Institute for Artificial Intelligence negli Stati Uniti, dimostrando
ancora una volta i rapidi progressi nel settore delle intelligenze
artificiali. Centinaia di istituti di ricerca in giro per il mondo
lavorano a sistemi come Aristo e, in poco tempo, hanno
ottenuto risultati che solo dieci anni fa sembravano irraggiungibili.
La maggiore potenza di calcolo dei computer e l’affinamento dei
sistemi di catalogazione e apprendimento dei dati hanno permesso di
compiere grandi progressi, riducendo i tempi di programmazione.
E
mentre siamo un po' tutti preoccupati per “l’avvento
della Singolarità”,
il momento in cui secondo studiosi come Ray
Kurzweil l’intelligenza
artificiale eguaglierà l’intelligenza umana, non ci rendiamo conto
che le tecniche basilari che adesso emulano soltanto alcune funzioni
cognitive umane, vengono usate per scopi dannosi, ogni giorno, sono
capaci di mettere in crisi tutti quei sistemi che usiamo contro le
intrusioni informatiche, le diagnosi mediche, i livelli di
approvvigionamento idrico, fino ai sistemi antifrode delle banche.
Spiega Andy
Patel,
ricercatore del centro di eccellenza per l'intelligenza artificiale
di F-Secure, partner del progetto Sherpa: "Le persone
identificano erroneamente l'intelligenza artificiale con quella
umana, e penso che sia per questo che associano la minaccia dell'IA
ai robot killer e ai computer fuori controllo. Ma gli attacchi umani
contro l'IA avvengono in continuazione. Un esempio popolare di questo
attacco è la manipolazione del posizionamento nei motori di ricerca
o dei sistemi di reputazione per promuovere o 'nascondere'
determinati contenuti a pagamento oppure no. Questi attacchi possono
però anche essere usati per il social
engineering di
individui in scenari di attacco mirati a decisori pubblici. Il
rapporto rileva che le tecniche di intelligenza artificiale sono
utilizzate per produrre contenuti scritti, audio e visivi
estremamente realistici. E' il caso dei deep
fake video, clip completamente false, grazie alle quali è
possibile, a partire da una ripresa televisiva, mimare il labiale di
un parlante per fargli dire cose che non si sognerebbe mai. Che uso
se ne può fare? Ad esempio per manipolare delle prove, creare una
crisi diplomatica, raggirare un concorrente. Gli usi malevoli
dell’intelligenza artificiale sono già tra noi senza doverci
immaginare un killer come quello del film Terminator.
Per questo i ricercatori suggeriscono di progettare sistemi
intelligenti e sicuri, da subito.
I
programmatori Microsoft hanno da tempo compreso le potenzialità di
un attacco che sfrutta i sistemi di intelligenza artificiale che come
ogni buon assistente ha la naturale “propensione ad aiutarci”,
difatti hanno provveduto nel tempo a limitarne le capacità di azione
e ad acquisire ulteriori expertise anche dalla “concorrenza”, non
è passata inosservata l’assunzione dell’ex Vice Presidente Apple
Bill Stasior, operazione passata agli onori della stampa come da Siri
a Cortana. Questo dimostra che si sta finalmente prendendo seriamente
in considerazione il fatto che dare il pieno controllo di un sistema,
ad un’intelligenza artificiale non è sinonimo di sicurezza.
A
tutt’oggi non è necessario essere un hacker esperto per violare un
sistema ed ottenere delle informazioni o guadagnare accessi illeciti,
basta conoscere la natura umana che si cela dietro la fredda logica
della programmazione e saper porre la domanda giusta.
Enrico Secci
Fonti:
Cortana:
quando la mente umana si nasconde dietro l’intelligenza artificiale
Want
to Break Into a Locked Windows 10 Device? Ask Cortana (CVE-2018-8140)
Come
accedere ad un computer protetto da password con Cortana
How
can attackers abuse artificial
intelligence? https://t.co/Q3yHHlGNJk - @project_sherpa @FSecure @r0zetta#cybersecurity #AIpic.twitter.com/r7vXv2RCgZ
Da
Siri a Cortana: Microsoft ha assunto l’ex Vice Presidente Apple
Bill Stasior
https://www.macitynet.it/da-siri-a-cortana-microsoft-ha-assunto-lex-vice-presidente-apple-bill-stasior/
Un
sistema d’intelligenza
artificiale (AI) ha superato un test di scienze di terza media,
rispondendo correttamente al 90 per cento delle domande
Violare
Windows in stato di blocco? Chiedi a Cortana
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