Quella volta, oltre a recensire il sito, avevamo segnalato la presenza di alcuni possibili graffiti.
Questa volta ci siamo avvicinati alle antiche rovine seguendo la strada sterrata che porta nella parte superiore del pianoro.
La prima cosa che ci si domanda, giunti all'ingresso del sito è: sarà qua?
Infatti nessun cartello accoglie il visitatore curioso e stanco per il viaggio. Nessuna indicazione della strada da percorrere a piedi, nessuna informazione sugli studi fatti (che sappiamo esistere), nessuna pianta del posto che illustri le strutture esistenti e le loro possibili funzioni, niente di niente.
Ma naturalmente noi sardi siamo abituati a questo stato di cose, non è certo il primo sito che visitiamo.
La dimensione dei massi abbandonati al suolo, le mura ciclopiche, le porte aperte sulla scarpata... il silenzio!
Monte Baranta è uno di quei posti magici, in cui ci si immerge nella natura e si può pensare ai nostri predecessori, che hanno realizzato e abitato il sito millenni fa!
La Sardegna è un museo a cielo aperto, purtroppo gestito malissimo.Ancora una volta facciamo un appello a chi dovrebbe gestire questo sito. Niente di complicato, niente di astronomico o di costoso.
Semplicemente la richiesta di mettere dei cartelli indicatori lungo il percorso e dei cartelli esplicativi nel sito.
E' forse chiedere troppo?
Alessandro Rugolo e Giusy Schirru
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