Oggi è una bella giornata, adatta ad una passeggiata lungo il Tevere e, magari la visita di un museo.
Decidiamo così di vedere il Museo Napoleonico, che si trova di fronte alla Corte di Cassazione.
Lungo la strada ammiriamo la chiesa del Sacro cuore di Gesù in Prati
e il palazzo della Cassazione.
Ma eccoci arrivati al museo.
L'ingresso è gratuito.
Quando entriamo ci troviamo circondati da quadri e mobili che ricordano la magnificenza di una delle famiglie più potenti dell'Europa dell'800: i Bonaparte.
Osservando i quadri, vien da pensare alla grandezza della Francia ma anche a come, dovunque Napoleone andasse, l'arte veniva saccheggiata!
Napoleone arricchì le collezioni del Louvre senza farsi alcuno scrupolo. Non solo l'Egitto fu suo territorio di caccia, ma anche Roma.
Questa incisione del 1797 di Jean-Jérome Beaujean immortala la partenza delle opere d'arte di Roma per il museo Nazionale di Parigi.
Passeggiando per le stanze ci si rende conto di quanto sia facile dimenticare.
Duecento anni sono niente nella storia dell'uomo, eppure è facile dimenticare cosa accadeva duecento anni fa in Europa. Come è altrettanto facile dimenticare che allora l'Italia era una entità geografica ma non politica.
Napoli era un regno e il suo Re fu, per alcuni anni, un certo Murat, generale francese, cognato di Napoleone.
Napoleone imperatore, diviene anche Re di Roma, dopo lo scontro con il papa Pio VII, da lui imprigionato.
Bartolomeo Pinelli rappresenta, con questo disegno, il Tevere personificato che consegna all'aquila imperiale le armi per il Re di Roma, Napoleone.
Ma la fortuna dell'imperatore giunge al termine e viene esiliato prima sull'isola d'Elba e poi, nel 1815, definitivamente sull'Isola di Sant'Elena, nell'Oceano Atlantico, dove dal 1815 al 1821 Napoleone vivrà in esilio.
La sua fine è rappresentata in questo quadro:
Il Museo è un piccolo gioiello, se paragonato ai Musei romani, ma merita sicuramente una visita, anche perchè in questi giorni è possibile ammirare una mostra di micromosaici veramente stupendi, tra cui questo paesaggio dei templi di Paestum.
Napoleone, arcigno, forse deluso per i tradimenti che subì, vi saluta!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO