Certo che fa un certo effetto leggere della propria terra i pensieri e le riflessioni di uno scrittore straniero... "unu strangiu", come si dice da noi!
Ma Ernst Junger, scrittore tedesco, nelle sue pagine ha lasciato il ricordo di una Sardegna che ora non esiste quasi più!
Mi ha colpito la sua ricerca di pace, l'averla trovata in un luogo nel sud Sardegna in cui in quegli anni (1954) non era ancora arrivata l'energia elettrica. Era un tempo in cui i contadini ancora usavano la zappa e i pastori sorvegliavano le loro greggi all'ombra di una roccia che fungeva anche da casa...
Tempi passati e che talvolta vengono rievocati da mio suocero, calato il sole, al fresco del cortile fino a poche ore prima infuocato.
Junger osserva la natura, le antichità dell'isola, la lingua, gli insetti... senza disprezzare cibi naturali e l'osservazione dei paesani, in attesa che anche in quell'angolo di paradiso arrivi l'energia elettrica a portare l'illuminazione artificiale, i motori per le pompe dei pozzi, la radio, il cinema... e la fine della tranquillità!
Mi colpisce la sua capacità di parlare con gli altri, usando una lingua, l'Italiano, da lui poco conosciuta, in mezzo a gente di lingua Sarda... gente antica!
E in mezzo al suo viaggio tra terre antiche i suoi pensieri, le sue riflessioni sul mondo, sul potere, sulla felicità, sulla poesia, sulla Patria...
Grazie Junger, per averci lasciato il tuo diario di viaggio... grazie per la tua testimonianza!
Ma Ernst Junger, scrittore tedesco, nelle sue pagine ha lasciato il ricordo di una Sardegna che ora non esiste quasi più!
Mi ha colpito la sua ricerca di pace, l'averla trovata in un luogo nel sud Sardegna in cui in quegli anni (1954) non era ancora arrivata l'energia elettrica. Era un tempo in cui i contadini ancora usavano la zappa e i pastori sorvegliavano le loro greggi all'ombra di una roccia che fungeva anche da casa...
Tempi passati e che talvolta vengono rievocati da mio suocero, calato il sole, al fresco del cortile fino a poche ore prima infuocato.
Junger osserva la natura, le antichità dell'isola, la lingua, gli insetti... senza disprezzare cibi naturali e l'osservazione dei paesani, in attesa che anche in quell'angolo di paradiso arrivi l'energia elettrica a portare l'illuminazione artificiale, i motori per le pompe dei pozzi, la radio, il cinema... e la fine della tranquillità!
Mi colpisce la sua capacità di parlare con gli altri, usando una lingua, l'Italiano, da lui poco conosciuta, in mezzo a gente di lingua Sarda... gente antica!
E in mezzo al suo viaggio tra terre antiche i suoi pensieri, le sue riflessioni sul mondo, sul potere, sulla felicità, sulla poesia, sulla Patria...
"le isole sono Patria nel senso più profondo, ultime sedi terrestri prima che abbia inizio il volo nel cosmo"
Grazie Junger, per averci lasciato il tuo diario di viaggio... grazie per la tua testimonianza!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO