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venerdì 7 dicembre 2012

Pendolari: l'avventura del giorno sette dicembre 2012

Questa mattina alle 06,40 a Santa Palomba (stazione di Pomezia) la temperatura si aggirava sugli zero gradi.
Raggiungo il binario e aspetto il treno delle 06,40 che era annunciato con 15 minuti di ritardo... il monitor indicava che non era l'unico treno in ritardo, come spesso accade sulla tratta per Roma.
Aspetto con pazienza l'arrivo del treno, raccogliendo in silente ascolto le impressioni degli altri viaggiatori (che non riporto solo perchè non mi piacciono le parolacce!).
Intorno alle 07.00 arriva un treno notte, si ferma, è quasi vuoto e tutti noi pensiamo che l'attesa sia finita!
Ma purtroppo la delusione è grande quando ci accorgiamo che le porte non vengono aperte. Un treno quasi vuoto, diretto a Roma, fermo sul binario due... così vicino eppure così lontano!
 
Dopo alcuni interminabili minuti di critiche (e di #!!?@#) all'indirizzo di chi gestisce il servizio ferroviario il treno se ne va per la sua strada, seguito dagli sguardi sconsolati della maggior parte dei pendolari in attesa.
 
Un altro treno in arrivo, quello delle 06,52... naturalmente è già pieno. Eppure qualcuno riesce a salire, spingendo e sgomitando... io attendo ancora, il treno delle 06,40 è stato annunciato in arrivo con 25 minuti di ritardo!
 
Si fanno le 07,30 e i pendolari come me, ormai congelati, riescono finalmente a prendere il treno... purtroppo!
Purtroppo perchè proprio così inizia la seconda Odissea.
Il treno parte e si ferma decine di volte... senza sapere cosa accade chiaramente!
Arriviamo infine circa 45  minuti dopo a Termini, salutati dalla voce suadente dell'altoparlante che annuncia l'arrivo e si scusa per il ritardo!
Scuse... cosa ce ne facciamo noi pendolari delle scuse?
Possono forse essere utilizzate per recuperare il tempo perduto?
 
Un fastidio profondo mi attanaglia il ventre al pensiero che solo alcuni giorni prima, in tv, l'Amministratore Delegato di Trenitalia reclamizzava i nuovi treni ad alta velocità, fiore all'occhiello dell'azienda. Treni che verranno utilizzati probabilmente dall'1% dei viaggiatori italiani e forniranno un servizio di tutto rilievo... a fronte del restante 99% che continua ad usare il servizio "sardine in scatola" nell'indifferenza di tutti i nostri politici e amministratori!
 


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 18 marzo 2008

Il pendolare in scatola inizia a puzzare...

Aprilia-Roma,
un treno all'ora circa, sei carrozze ci portano giornalmente al lavoro...
il treno dei pendolari dimenticato da Dio!
Viaggio giornalmente da più di cinque anni e i passeggeri sono, forse, raddoppiati!
Ma il treno è sempre lo stesso!
E allora, come viaggiano i pendolari?
Benissimo...
Il treno delle sei e venti del mattino che parte da Nettuno alle sei meno dieci ad aprilia è già pieno, solo pochi posti sparpagliati per i vagoni e giù, nella banchina del binario uno, centinaia di persone si accalcano nella speranza di conquistare un posto libero...
Per la maggior parte il viaggio finirà così come inizia, in piedi nell'ingresso!
Ma non è un problema, è sicuramente in buona compagnia... Infatti, pressati come sardine sotto olio si viaggia tutti in allegria... è sufficiente guardare le facce per capirlo!
Ma è certamente un caso.
Allora prendiamo il treno al ritorno, 17 e 07 da Roma Termini, binario dodici, la temperatura, come al solito è alta quando fa caldo e bassa quando fa freddo...
L'unica cosa sicura è il posto in piedi, come le sardine della mattina...
e che dire del profumo... anche non volendo è impossibile non scoprire quello usato dal nostro vicino di viaggio!
Ma va bene così, bisogna essere ottimisti...
tutto sommato, le mucche che viaggiano strette come noi pendolari, nel loro ultimo viaggio vanno al macello... e non al lavoro!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO