Cos'è
FIWARE?
In
breve: si tratta di una iniziativa europea nata dalla Public Private
Partnership Future Internet, volta a aumentare la competitività
europea nel campo dell'Information and Communication Technology
(ICT). FIWARE è oggi una fondazione indipendente.
Ci
si potrebbe chiedere: come?
Per
mezzo di una infrastruttura tecnologica basata su OpenStack
(architettura open source per il cloud computing) e di un insieme di
specifiche di comunicazione basate su standard open in grado di
aiutare gli sviluppatori a creare smart app per la gestione di
servizi nei più disparati settori.
La
forza di FIWARE sta nella capacità intrinseca di semplificare la
creazione di smart application, consentendo un non indifferente
risparmio di tempo nella creazione di applicazioni e aumentando, di
conseguenza, la competitività di chi ne fa uso.
Il
successo dell'idea è testimoniato dall'immagine qui sotto, che
rappresenta la community europea.
Ma
FIWARE, dal 2016, si sta dimostrando competitiva in tutto il mondo.
FIWARE
mette a disposizione delle community di sviluppatori alcuni potenti
strumenti e i cosiddetti "Generic Enablers", ovvero dei
moduli base da utilizzare, come i mattoncini della Lego, per
costruire applicazioni complesse. La maggior parte dei Generic
Enablers è rilasciata sotto licenza open, ma esistono anche blocchi
proprietari.
Qualcuno
potrebbe pensare che si tratti di una iniziativa destinata a morire a
causa dei forti interessi delle industrie del software, ma sarebbe
subito smentito.
Attualmente
più di la fondazione conta oltre 100 membri (tra questi alcuni
giganti del mondo ICT europeo quali la spagnola Telefonica, la
francese Orange, l'europea Atos, l'italiana Engineering ma anche la
giapponese NEC).
Se
ciò non bastasse a far capire la magnitudo del fenomeno FIWARE,
posso aggiungere che nel progetto sono già stati investiti più di
400 milioni di euro!
La
fondazione gestisce diversi laboratori che possono essere utilizzati
per testare le applicazioni prodotte. Inoltre FIWARE fornisce anche
supporto e formazione a chi è interessato.
Tra
le iniziative più interessanti, dal mio punto di vista, vi è quella
relativa alle Open and Agile Smart Cities, iniziativa
che mira a sviluppare un mercato aperto basato sui bisogni delle
città e delle comunità che le compongono.
A
febbraio del 2017 più di cento città in Europa hanno aderito al
progetto.
Tra
queste ve ne sono otto in Italia: Milano, Palermo, Lecce, Cagliari,
Terni, Ancona, Genova e Messina.
Ma
quali possono essere i risvolti dell'iniziativa FIWARE nel mondo
della Difesa?
Per
provare a capirlo abbiamo incontrato il dottor Dario Avallone, Capo
del settore ricerca e sviluppo della Società Engineering e
responsabile dell'iniziativa FIWARE.
Dottor
Avallone, lei lavora per una grande società informatica italiana, la
Engineering1,
come Capo del settore ricerca ma allo stesso tempo segue il progetto
FIWARE2.
Qual è il suo ruolo nel progetto europeo?
Per
arrivare ad inquadrare il mio ruolo nel contesto FIWARE riassumo
brevemente i passaggi più importanti che hanno consentito di portare
FIWARE a quello che è oggi. Anticipo che Engineering ha giocato un
ruolo fondamentale fin dall’inizio, che sta continuando oggi, in
modo sempre più attivo.
Nel
2009 la Commissione Europea lancia il programma sulla Future
Internet come Partnership
Pubblico-Privato assieme alle industrie
europee. Nel 2012 nasce FIWARE come soluzione tecnologica composta
dai cosiddetti servizi generici (Generic Enabler). Nel 2014 i Geneic
Enabler sono messi a disposizione di chiunque li voglia provare
attraverso il FIWARE Lab, un ambiente cloud distribuito in tutta
Europa. Vengono sviluppati una serie di applicazioni pilota per aree
tematiche (es. energia, sanità, trasporti, sicurezza…). Nel 2015
inizia il programma di accelerazione
che vede un investimento di circa 80M€, rivolto alle start-up e
piccole-medie imprese europee3,
e che in due anni porta sul mercato un migliaio di applicazioni che
utilizzano FIWARE. Nel 2015 inizia la trasformazione di FIWARE da
progetto europeo a Community Open
Source; diventa un aspetto chiave per
l’Open & Agile Smart Cities
Initiative4;
nascono le prime offerte di piattaforma commerciale. Nel 2016, un
passo molto importante, con la creazione della FIWARE Foundation,
ente non-profit con la missione di garantire la sostenibilità
dell’ecosistema FIWARE.
Engineering
è uno dei membri fondatori della FIWARE
Foundation5,
assieme ad ATOS, Telefonica ed Orange; io sono un membro del Board
dei Direttori della fondazione.
Come
si capisce da questa rapida introduzione, parlare di FIWARE come
progetto europeo è, oggi, troppo riduttivo.
Difesa
on line si occupa del mondo militare sotto tutti i punti di vista ed
anche l'informatica ha la sua importanza. Secondo lei il progetto
FIWARE può rappresentare una opportunità per la Difesa? Vi sono dei
progetti in FIWARE dedicati al mondo della Difesa?
Considerando
le opportunità offerte dallo stack tecnologico messo a disposizione
da FIWARE e come questo è stato sfruttato con successo dal programma
di accelerazione citato in precedenza,
sicuramente è possibile immaginare che FIWARE possa rivelarsi una
soluzione vantaggiosa anche per alcune delle molteplici esigenze che
il sistema ICT della Difesa deve soddisfare. Aspetti portanti della
filosofia FIWARE quali la completa apertura delle interfacce di
programmazione dei servizi e la loro disponibilità in Open Source
sono a mio avviso delle caratteristiche di flessibilità e
trasparenza estremamente importanti per una soluzione da utilizzare
in ambito pubblico. Ovviamente, quando si affronta un utilizzo
concreto di qualunque soluzione software, non sono da sottovalutare
altri aspetti come la qualità dei componenti ed il supporto allo
sviluppo.
Analizzando
le mille applicazione che citavo in precedenza non possiamo dire che
ce ne siano di espressamente dedicate al mondo della Difesa. Questo a
mio avviso è principalmente dovuto a questioni di opportunità di
business ed alla vicinanza degli attori (start-up e PMI) a settori
quali industria, salute, trasporti e società per elencarne alcuni.
Ritengo che potrebbero essere di particolare interesse quei
componenti che facilitano l’integrazione tra l’ambiente reale e
quello digitale, ovvero i servizi dedicati all’Internet
of Things per interfacciare le
applicazioni con sensori ed attuatori che sono, ad esempio, presenti
negli ambienti in cui viviamo. A completamento di questo tipo di
interfaccia con il mondo
fisico, FIWARE sostiene fortemente l’importanza della ricostruzione
del contesto nel quale si opera. Solo con un’adeguata ricostruzione
del contesto è possibile attivare logiche di analisi e supporto alle
decisioni.
Detto
questo, la natura di servizi general
purpose di FIWARE non ne limita
l’utilizzo in settori specifici.
Tra
i paesi europei la Germania è forse quello che ha investito di più
nell'Open Source. L'Italia, secondo lei, come è posizionata nel
settore?
Considerare
il tema dell’adozione del software Open Source in generale
richiederebbe un’intervista dedicata solamente a quello.
Restringendo il tema all’esperienza FIWARE viene confermata la sua
visione relativa alla Germania, infatti la sede della FIWARE
Foundation si trova a Berlino. Per quanto riguarda il nostro paese
troviamo che sono più di 100 le imprese che hanno avuto successo nel
programma di accelerazione e che operano in settori come ad esempio
l’agroalimentare, l’energia, i trasporti e le smart city.
Contando anche tutte le imprese che hanno partecipato alle fasi
iniziali otteniamo una massa critica che porta con se una cultura
nell’utilizzo del software Open Source che è molto promettente per
il futuro. Mi lasci precisare che oltre al software altrettanto
importanti sono gli Open Standard e gli Open Data, per avere un
quadro completo.
Come
si capisce, non nascondo la predilezione per il software a codice
aperto.
Dal
punto di vista strategico FIWARE sembra essere una ottima opportunità
europea per interrompere (o almeno rallentare) lo strapotere delle
multinazionali statunitensi. Come è vista l'iniziativa nel mondo
politico italiano?
Dire
come è vista l’iniziativa FIWARE nel mondo politico italiano non è
sicuramente cosa semplice. Pur essendo FIWARE una risposta coerente
con la spinta politica data dalla Commissione verso l’adozione di
Piattaforme Aperte, in Italia queste raccomandazioni non trovano
ancora adeguata accoglienza da parte dei decision
makers delle nostre istituzioni
pubbliche. Concretamente, soprattutto per quanto attiene le gare
d’appalto tradizionali, ancora oggi, l’utilizzo di software e
standard aperti non sembra essere un elemento particolarmente
qualificante. D’altro canto, la sensibilità dei nostri
rappresentanti istituzionali verso le piattaforme e gli standard
aperti è molto più percepibile nelle iniziative a forte contenuto
innovativo. Ad esempio ad oggi nove città Italiane hanno aderito
all’associazione Europea denominata OASC (Open Agile Smart City),
alla quale facevo riferimento all’inizio, finalizzata esattamente a
promuovere l’utilizzo delle piattaforme e degli standard aperti. In
tale contesto, l’utilizzo di FIWARE è assolutamente ben visto
soprattutto per realizzare applicazioni sperimentali ed a forte
contenuto d’innovazione.
Personalmente
questo mi rende fiducioso che in un tempo ragionevole FIWARE possa
trovare riconoscimento ed utilizzo anche in contesti meno ristretti
proprio grazie ad i vantaggi, sia in termini economici che di
riutilizzo, che la sua adozione può garantire alle Pubbliche
Amministrazioni. In riferimento proprio a questo aspetto abbiamo già
condotto una prima valutazione di come FIWARE risponde al Modello
Strategico di evoluzione dell’ICT della Pubblica Amministrazione
presentato da AgID nel documento recentemente pubblicato che presenta
il Piano Triennale per l’informatica nella PA.
Il
mondo moderno si è risvegliato nel bel mezzo del cyberspace, forse
senza ben comprendere come ci sia finito. Ciò significa che oltre a
dover gestire l'aumentato rischio, si potrebbero creare tante
opportunità per lo sviluppo del settore legato alla sicurezza
informatica. FIWARE come gestisce la sicurezza? Quali best practices
sono impiegate nel processo di produzione di software?
Come
viene gestito il controllo di qualità? Quali sono i percorsi
formativi di FIWARE nello specifico settore?
Vediamo
un punto alla volta iniziando dalla questione sicurezza. FIWARE
affronta questo tema, mettendo a disposizione degli sviluppatori di
applicazioni, una serie di servizi (Generic Enabler) che consentono
la gestione dei profili utente e la protezione dei servizi web che
compongono l’applicazione. Ricordo che FIWARE ha scelto
l’implementazione delle interfacce dei Generic Enabler secondo il
paradigma architetturale basato su web service REST. La protezione di
questi servizi web (esposti dai Generic Enabler o dall'applicazione)
è consentita dall’utilizzo ed opportuna configurazione di
componenti che fruttano regole di autenticazione ed autorizzazione
per consentire l’utilizzo del servizio protetto. I profili degli
utenti sono gestiti da FIWARE con un Generic Enabler che fornisce le
funzionalità di un tipico strumento di Identity Manager.
Lo
sviluppo dei Generic Enabler è un processo continuo, almeno per la
maggior parte di quelli che sono pubblicati nel catalogo ufficiale.
Il modello di sviluppo generalmente adottato prende ispirazione da
quello Agile prediligendo lo sviluppo in base alle effettive esigenze
che si raccolgono dagli sviluppatori delle applicazioni. Per
favorire, appunto, il dialogo tra sviluppatori di Generic Enabler e
sviluppatori di applicazioni è a disposizione una serie di canali
che vanno da mailing list tradizionali a servizi di Question
and Answer fino ad un sistema dedicato
che consente di tracciare tutte le richieste e le relative risposte.
Per quanto riguarda la scelta del linguaggio di programmazione per
implementare i Generic Enabler, questa viene lasciata libera grazie
al livello di separazione fornito dalle interfacce REST.
All’interno
della FIWARE Community (ed attualmente in collaborazione con il
progetto FI-NEXT) è presente un gruppo di persone dedicate al test
dei Generic Enabler, il QA Team.
I test che sono presi in considerazione da questo team di persone,
indipendenti dagli sviluppatori dei servizi, sono, oltre ad i
tradizionali test funzionali e di prestazioni, anche quelli relativi
alla documentazione (installazione ed utilizzo), alle informazioni
pubblicate nel FIWARE Catalogue6
e nella FIWARE Academy7.
Una volta completate tutte le tipologie di test per un Generic
Enabler è possibili calcolare un indicatore sintetico di qualità
che a sua volta viene pubblicato, come informazione rilevante,
all’interno del catalogo.
Per
quanto riguarda la formazione, su come utilizzare i Generic Enabler,
sono stati organizzati nel corso degli anni ed in diverse sedi
europee, diversi eventi di formazione dove gli sviluppatori dei
componenti tenevano dei corsi. FIWARE mette comunque a disposizione
di chiunque fosse interessato un portale, la FIWARE Academy, che
raggruppa materiale formativo di varia natura (seminari, video,
presentazioni).
In
aggiunta al materiale liberamente accessibile, sono a disposizione
dei corsi strutturati in più giorni, con esercitazioni pratiche,
generalmente forniti dai membri della FIWARE Foundation, come nel
caso di Engineering.
Tra
i progetti di FIWARE, a suo parere qual è il più promettente,
quello che sicuramente avrà un grande impatto su tutti noi
consumatori di servizi digitali?
Per
diversi aspetti ci possono essere vari progetti sviluppati
utilizzando FIWARE e che concentrandosi su un’esigenza specifica
generano un impatto sugli utenti. Quello che vorrei citare invece è
CEDUS8
(City Enabler for Digital Urban Services), un progetto che consente
di raccogliere i dati, molto spesso già presenti, nelle città, di
organizzarli e di visualizzarli sotto forma di mappa interattiva.
Questo permette di supportare le decisioni in ambito urbano e
favorire la realizzazione di nuovi servizi basati sui dati raccolti.
Due vantaggi evidenti e derivanti dall'utilizzo di FIWARE sono:
primo, l’indipendenza dal fornitore, sia di dati che di sviluppo
dei servizi; secondo, la portabilità, e replicabilità presso
diverse realtà urbane.
Il
City Enabler sta già dando prova delle sue potenzialità di generare
l’impatto al quale lei fa riferimento, infatti, una conferma
dell’interesse verso questa soluzione arriva in ambito
internazionale, come primo risultato della partecipazione al bando
(di tipo pre-commercial procurement
- PCP) chiamato Select4cities9.
Questo bando è stato pubblicato a marzo scorso dalle città di
Anversa, Copenhagen e Helsinki per “comprare” una piattaforma
urbana innovativa, open, multi-dominio, scalabile e replicabile. Su
28 consorzi europei che hanno partecipato alla fase 1 della gara,
quello basato sull’utilizzo di CEDUS, e condotto da Engineering, è
risultato il migliore (con notevole distacco dal secondo), sia per
innovatività della risposta tecnica che per l’offerta economica.
L’aspetto
che rende questo caso interessante è che le tre città non sono solo
alla ricerca di un’unica soluzione da applicare a domini
differenti, che sono precisamente: mobilità, ambiente e sanità ma
si pongono anche come buyers
di innovazione per altre città. In sostanza un modello virtuoso da
studiare da vicino e, magari, da proporre e sviluppare anche nel
nostro Paese.
Dottor
Avallone, la ringrazio a nome di Difesa on line, ora abbiamo tutti un
po più chiara l’importanza del progetto FIWARE e dell’Open
Standard in generale sempre più utilizzati nel mondo civile e in un
prossimo futuro, magari, nel mondo della Difesa.
Alessandro
RUGOLO
2FIWARE
– www.fiware.org
4Open
& Agile Smart Cities Initiative - http://www.oascities.org
5FIWARE
Foundation - https://www.fiware.org/foundation
6FIWARE
Catalogue – https://catalogue.fiware.org
7FIWARE
Academy – https://edu.fiware.org
8CEDUS
- http://cedus.eu
9Select4cities
- http://www.select4cities.eu
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