Così gli egizi chiamavano Tebe
La celebre capitale dei faraoni del Medio e del Nuovo Regno, nota in tutto il mondo con il nome greco “Tebe”, era una vera e propria metropoli, fervente di vita e attività.
Per ripercorrere i passi dei faraoni della XVIII e XIX dinastia, oggi, dobbiamo recarci a Luxor, dove sorge l’Opet meridionale del dio Amon.
Di Waset rimangono solo poche rovine, anche se in parte i resti dei templi di Karnak e di Luxor esprimono al meglio la grandezza dell’antica capitale egizia.
Waset si stendeva su un territorio molto vasto diviso in tre zone principali.
La prima rappresentava la città vera e propria in cui vivevano i faraoni e la popolazione e a cui era connessa un’area sacra situata in un sobborgo settentrionale, dedicata esclusivamente agli dei.
Durante la XII dinastia sorse un tempio dedicato al dio Amon, il primo nucleo del Tempio di Karnak.
L’Opet- meridionale del dio, l’Opet-resut, in cui Amon si recava a far visita alla sua sposa, (l’odierno Tempio di Karnak), sorse solamente nella XVIII Dinastia e rappresentava l’Harem del Sud.
Nella terza parte di Waset sulla riva sinistra del Nilo, oggi identificata con il termine di Tebe Ovest, sorgevano i templi funerari e le necropoli reali e private.
I cittadini di Waset conducevano la loro esistenza a stretto contatto con i morti, protetti dagli dei che avrebbero garantito la stessa quotidianità anche dopo la vita terrena.
Waset era stata scelta dagli dei per avere un destino glorioso.
Strategicamente sorta in uno dei punti nevralgici dell’Impero, era favorita nei rapporti commerciali con i paesi del Mediterraneo e dell’Africa, particolarmente con la Nubia, e poteva contare sulla vicinanza con le piste per le miniere dei deserti e verso le oasi.
Waset era lussureggiante, rigogliosa, sorgeva su una delle più ampie e fertili piane d’Egitto,
Il Nilo garantiva la fertilità del terreno, i raccolti erano abbondanti.
La montagna tebana che la cingeva e le valli desertiche costituivano la vita nell’aldilà grazie alla costruzione di necropoli reali e private.
Waset significava “scettro” e si scriveva con un geroglifico a forma del simbolo reale.
Chiamata dagli egizi “Città di Amon” fu ribattezzata dai greci “Diaspolis Magna” (“La grande città di Zeus” dio con cui Amon fu identificato).
Non è chiaro perché in epoca successiva fu chiamata Tebe.
Secondo un’ipotesi potrebbe derivare dal nome Apet o Opet con cui si indicava il dominio di Amon, a cui fu aggiunto l’articolo femminile “T” e per i copti fu “T-Apet” e per i Greci “Tebe”.
Un’altra ipotesi farebbe risalire la provenienza del nome dal sito di Medinet Habu (Tebe Ovest), Iat-tjamet, che abbreviato in Djeme per i greci sarebbe divenuto Tebe (Thebai).
La splendida Waset in cui vissero i più grandi faraoni dell’intera storia dell’Antico Egitto, inizialmente era un piccolo villaggio di pescatori.
Infatti, la prima capitale della terra del Nilo fu la città fondata da Menes: Menfi “La ben fatta e bella”.
Ma era nel destino di Waset diventare un giorno il centro del potere.
Capitale del quarto nomo dell’Alto Egitto, durante l’XI dinastia con il crollo di Menfi e il caos anarchico che ne seguì, al termine del Primo Periodo Intermedio alcuni principi tebani, tra i quali Antef e Mentuhotep, ripristinarono la monarchia, governando proprio da Tebe.
Quando gli Hyksos occuparono l’Egitto si insediarono in una nuova città situata nel Delta, eleggendola a capitale “Avaris” (oggi Tell el Daba).
Ta’o, Kamose e Ahmose, con altri eroici principi tebani, al termine del Secondo Periodo Intermedio liberarono l’Egitto dall’invasore e grazie a questa vittoria, Waset (città di provenienza dei principi) divenne la capitale dell’Egitto Imperiale.
Durante la XVIII dinastia la città visse un incredibile periodo di sfarzo e potenza.
Fu abbellita da meravigliosi monumenti, templi e palazzi reali di stupefacente bellezza, e celebrata con continue feste sontuose il cui eco risuonava per tutto l’Egitto.
Salito al trono, Akhenaton volle abbandonare la città a favore di una nuova capitale, Akhetaton costruita appositamente per adorarvi il dio Aton.
Con il sorgere della XIX dinastia il centro politico si spostò da Tebe verso nord, senza che ciò intaccasse la sacralità della città che rimase la capitale religiosa dell’impero.
Ramses II edificò una nuova capitale, Pi-Ramses che sorse nel Delta, sul sito di Avaris, tuttavia sia i faraoni della XIX dinastia sia quelli della XX continuarono a farsi seppellire nella necropoli tebana.
Tra la XXI e la XXII dinastia, durante l’epoca tanita, a Tebe fu riconosciuta la sua grandezza, grazie al tempio di Amon e all’influenza del clero che fu, con il sommo sacerdote, la controparte del potere faraonico nell’Alto Egitto.
Con l’avvento dei faraoni neri, durante la XXV dinastia, che dall’antica Kush avanzarono verso il nord, Tebe tornò ad essere la città gloriosa di un tempo, ma solo per il periodo del dominio nubiano.
Lo splendore dello “scettro d’Egitto” si offuscò completamente di fronte alle armate assire nel 663 a.C.
Waset, la patria di Amon era perduta per sempre.
Omero nell’Iliade ne ricorda la potenza:
”Tebe egizia, ove sono nelle case ricchezze infinite, Tebe che ha cento porte, e per ognuna duecento armati passano, con i carri e i cavalli”.
Sabrina Bologni
Nessun commento:
Posta un commento