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giovedì 8 dicembre 2022

Colonizzando Marte - Cap. 1

Capitolo I

Era da tanto tempo ormai che passando di fronte alla vetrina della libreria centrale, vedevo sempre lo stesso libro: "Cronache Marziane", di Ray Bradbury. 


Dopo tanti anni in cui avevo desiderato leggerlo esclusivamente per piacere, come si fa per un romanzo del proprio autore preferito, l'avrei acquistato proprio ora che la possibilità di colonizzare il pianeta Rosso era diventata realtà, con la speranza di trovarvi qualche spunto utile al mio lavoro.

Il progetto "Colonizzando Marte" era diventato realtà dopo anni di discussioni e tentativi sempre abortiti di creare un team internazionale di paesi volenterosi e problemi di budget che si erano dimostrati quasi insormontabili. 

Poi di colpo le cose si erano appianate da sole. Se ne era parlato talmente tanto che i decisori erano stati presi per sfinimento e senza ammetterlo ufficialmente avevano cominciato a comportarsi come se la cosa fosse già stata decisa da altri, prima di loro, per cui non si doveva far altro che andare avanti verso la meta. 

Ancora qualche anno e i principali paesi industrializzati avrebbero infisso le loro bandiere sul terreno polveroso del pianeta rosso.

Quella mattina entrai nella libreria, con l'idea fissa che qualcosa, forse il Destino inesorabile, avrebbe potuto cambiare il futuro.

- Buongiorno signore, come posso servirla?. Mi disse il commesso appena entrai.

L'avevo visto tante volte dietro il bancone, attraverso le vetrate della libreria. Era un uomo alto e magro, cui non riuscivo ad attribuire un'età, forse a causa del ciuffo di capelli bianchi in mezzo a una folta chioma bruna. Dal vivo sembrava ancora più magro di come appariva dal di fuori. Il colorito della pelle era scuro, come fosse abbronzato da un sole cocente che l'aveva quasi disseccato. Gli zigomi alti e sporgenti in un viso allungato e leggermente schiacciato ne facevano un tipo molto particolare, una di quelle persone che non si possono dimenticare. L'avrei potuto scambiare tranquillamente per un maratoneta etiope se non fosse per i modi ostentatamente italiani e per la voce squillante quasi da bambino.

- Cerco Cronache Marziane, di Bradbury. Risposi guardando negli occhi il commesso che mi fissava da sopra i suoi occhialini a mezzaluna che gli conferivano un'aria da intellettuale d'altri tempi.

- Glielo devo ordinare signore. Rispose con voce impersonale e un sorriso di circostanza che mi fece pensare, per un attimo, ad un uomo falso.

- Ma ho notato che ne avete una copia proprio in vetrina, nell'angolo, in basso a destra...

- Mi scusi. E' sicuro? Verifico subito anche se il terminale dice che non abbiamo il volume che lei cerca. A volte però anche le macchine possono sbagliare...

- Guardi pure! Ribattei con stizza. Come si fa a non sapere cosa si espone in vetrina?

- Sa che ha ragione? Non l'avevo notato. E ancora quel sorrisino stupido.

- Pacco regalo?

- No grazie, non occorre. Pagai e uscii dalla libreria senza voltarmi. Non vi sarei più entrato, pensai.

Cronache Marziane, finalmente... L'avrei letto durante la pausa pranzo, in Ufficio. L'Ufficio Centrale per la pianificazione della Colonizzazione di Marte.

Anche se scritto da Bradbury nel 1950, quasi ottanta anni prima, e senza le conoscenze di oggigiorno sul pianeta e sul volo spaziale, magari avrei potuto comunque trovarci qualcosa di utile per il mio lavoro. D'altra parte la colonizzazione di un pianeta era qualcosa di assolutamente inusuale e senza precedenti, almeno a dar retta alla storia ufficiale e l'ausilio di grandi pensatori e di scrittori di fantascienza era ormai comune per la realizzazione di grandi progetti. Certo, Bradbury era passato a miglior vita nel 2012, ma ciò non significava che non avesse potuto avere qualche intuizione e che l'avesse riportata nel suo romanzo.

Bradbury scrisse che su Marte vi era un'atmosfera respirabile dall'uomo, anche se povera di ossigeno. Oggi sappiamo che non è così, l'ossigeno è solo lo 0,13 per cento, non sufficiente ad ospitare la vita umana.

Scrisse di estati calde e inverni freddi. Noi sappiamo che la temperatura oscilla tra i -140 e i +20 gradi Celsius. Non proprio il massimo per la vita che conosciamo ma in qualche modo gestibile con le tecnologie di cui disponiamo.

L'acqua è presente, anche se quasi sempre allo stato solido a causa delle temperature rigide, ma anche questo non è un problema a patto di avere un'ottima fonte di energia e di calore.

Ma quali siano gli effetti di queste condizioni estreme sull'organismo umano e sugli esseri viventi di cui avremo bisogno per sopravvivere non possiamo dire niente perché non sappiamo niente! E' vero che negli ultimi quarant'anni sono stati effettuati esperimenti per studiare il comportamento umano e la condizione di salute di piccoli gruppi isolati dal mondo e in condizioni estreme, ma in ogni caso queste persone potevano contare sulla possibilità di soccorso in caso di necessità. Una volta installati i primi insediamenti su Marte un eventuale soccorso non sarebbe stato così immediato.

Come si poteva pianificare la colonizzazione di un pianeta senza le minime informazioni necessarie?

Era stata la mia prima domanda al momento in cui mi avevano chiamato a ricoprire l'incarico appena creato di responsabile della pianificazione della missione.

- Non lo sappiamo! Era stata la risposta. - Per questo ci rivolgiamo a Lei, professor Ruffoli. Lei è uno scienziato di chiara fama e...

- Ha detto bene, scienziato. Non uno stregone! Completai la frase con ironia.

Eppure, cosa avrebbero potuto fare quei burocrati se non rivolgersi ai migliori centri di ricerca?

Così, dopo un fine settimana di discussioni animate con la mia coscienza, accettati l'incarico. Per lo meno avrei avuto la possibilità di scegliermi la squadra di lavoro. Cosa che non capita tutti i giorni, pensai. Venti persone per iniziare. Poi diventate quaranta e avevo anche la possibilità di assumere temporaneamente chiunque avessi ritenuto necessario per la buona riuscita dell'impresa. Budget considerevole e soprattutto niente burocrazia per un progetto di tale livello.

La colonizzazione di Marte aveva avuto la benedizione del Presidente in persona che ci aveva voluto incontrare per discutere le sue idee in proposito. Indiscutibilmente un onore per noi tutti!

Il lavoro procedeva incessante e frenetico. L'industria si era buttata sullo sviluppo di nuovi materiali e dei processi di purificazione dell'aria e di produzione dell'acqua e dei vegetali sintetici che ci sarebbero occorsi nei prossimi vent'anni.

I progressi nello sviluppo di materiali resistenti al calore e ultraleggeri si potevano vedere e misurare ma i problemi erano altri e su questi non si facevano passi avanti. Occorreva infatti creare una nuova specie vegetale a crescita accelerata che fosse in grado di sopravvivere con bassissime quantità di ossigeno e assorbisse molta anidride carbonica.

Eravamo partiti dalla canna da zucchero, una delle specie a crescita più rapida sulla Terra ma ci eravamo arenati subito sulla sua possibilità di adattamento alle basse temperature. Qualunque modifica si facesse al suo DNA il risultato era sempre lo stesso: nulla di fatto!

Il problema era legato alla sintesi degli zuccheri, simulando le condizioni di luminosità del pianeta e del terreno particolarmente ricco di ferro le proiezioni indicavano che - a meno di un qualche miracolo - non si sarebbe riusciti ad aumentare considerevolmente la presenza di ossigeno se non dopo almeno un millennio. E un millennio non era un lasso di tempo compatibile con i piani di colonizzazione...

(Continua...)

Alessandro RUGOLO

venerdì 2 dicembre 2022

Da Information Warfare a Cognitive Warfare

A coloro che seguono l'evoluzione del campo militare non sarà sfuggito che dopo Cyber Warfare, Information Warfare e Hybrid Warfare, è sempre più comune leggere di Cognitive Warfare, allora ho pensato che potesse essere utile fare un po' di chiarezza, per quanto possibile.

Per prima cosa è necessario richiamare alla mente il significato dei termini e le definizioni di base. 

Se guardiamo sulla Treccani, leggiamo che cosa significa "Cognitivo": "Che riguarda il conoscere; in psicologia, processi c., i processi implicati nella conoscenza (percezione, immaginazione, memoria, tutte le forme di ragionamento), intesi funzionalmente come guida nel comportamento; psicologia c., lo stesso che cognitivismo; scienza c., campo di studio interdisciplinare (costituito da intelligenza artificiale, psicologia, linguistica, neuroscienze e filosofia della mente) che ha per oggetto i processi cognitivi umani, dalla percezione all’apprendimento, dalle strategie inferenziali all’elaborazione dell’informazione.

Detto ciò, cerchiamo ora assieme una definizione attendibile per "Cognitive Warfare" nei siti istituzionali militari dei principali paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Russia, Cina e delle principali organizzazioni internazionali come la NATO, e proprio da quest'ultima iniziamo. 

Sul sito Innovation Hub è possibile trovare diversi riferimenti agli studi in corso relativi al "Cognitive Warfare Project", tra questi è interessante leggere "The Cognitive Warfare Concept" di Bernard Claverie e François du Cluzel che parlano chiaramente di "sesto dominio" e danno la definizione seguente di Cognitive Warfare:

"Cognitive warfare is the art of using technological tools to alter the cognition of human targets, who are often unaware of any such attempt - as are those entrusted with countering, minimizing, or managing its consequences, whose institutional and bureaucratic reactions are too slow or inadequate."

Nello stesso studio si dice che il termine Cognitive Warfare è stato usato con questo significato per la prima volta negli Stati Uniti,  nel 2017. In quell'anno il generale americano Vincent R. Stewart (USMC, director, Defense Intelligence Agency), nel corso di una conferenza parlò di come le guerre moderne siano delle guerre cognitive in cui il controllo delle informazioni serve a manipolare il nemico. Per dirla con parole semplici: "...it is to know what to do and when to do it... and if you don’t control information or your decision-making cycle is disrupted, or your cognitive ability is degraded, then you are not able to win or fight effectively.”

Per gli autori dello studio, la guerra cognitiva è possibile sfruttando al meglio l'intersezione di due aree: "...PSYOPS and influence operations (soft power)" e "cyber operations" (cyber defence) intended to degrade or destroy physical information assets on the other."

In questo specchio, tratto dallo studio, si capisce quali siano le differenze tra il dominio delle PSYOPS e quello della Cognitive Warfare.  

Come si può notare la Cognitive Warfare è in qualche modo una evoluzione delle PSYOPS, grazie alle possibilità offerte dall'impiego di nuove tecnologie e di nuove conoscenze sui processi cognitivi umani.
Naturalmente gli studi sulla Cognitive Warfare sono solo agli inizi, per cui avremo modo di approfondire.

A questo punto credo sia chiara l'importanza di studiare questo nuovo dominio non fosse altro che per essere in grado di capire meglio cosa accade intorno a noi e cosa potrebbe accadere con l'introduzione di alcune nuove tecnologie, una per tutte, gli impianti cerebrali recentemente annunciati tra gli altri da Elon Musk. 

Alessandro Rugolo

Per approfondire: 

cognitivo in Vocabolario - Treccani

CW documents | Innovation Hub (innovationhub-act.org)

Cognitive Warfare Will Be Deciding Factor in Battle | AFCEA International

China using ‘cognitive warfare’ to intimidate Taiwan, says president Tsai | Taiwan | The Guardian

The Future of China's Cognitive Warfare: Lessons from the War in Ukraine - War on the Rocks

Elon Musk’s company aims to test brain implant in people (breakingnews.ie)

sabato 26 novembre 2022

Lockheed Martin e Microsoft, cloud classificato e nuove tecnologie per la Difesa americana

E' di qualche giorno fa l'annuncio che i due giganti, Lockeed martin e Microsoft, hanno deciso di stringere una alleanza strategica mirata a supportare il Departement of Defense statunitense in alcuni campi considerati critici, in particolare:

- innovazioni nel cloud classificato;

- Artificial Intelligence/Machine Learning e capacità nel campo del Modeling e Simulation;

- programmi MIL, in campo R&D;

- Digital Transformation.

Cerchiamo di capire qualcosa di più di queste quattro macroaree.

L'accordo prevede che Microsoft, per Lockeed Martin, realizzi entro il 2023 una struttura cloud secondo lo stesso standard impiegato per realizzare il cloud segreto del DoD. In questo modo si dovrebbero velocizzare tutte le procedure di "Compliance" per i progetti classificati, abbreviando i tempi di realizzazione dei programmi militari. Secondo le dichiarazioni pubblicate in diversi giornali, Lockeed Martin sarà la prima organizzazione non governativa a operare in modo indipendente all'interno del Microsoft Azure Cloud governativo segreto. 

Per quanto riguarda la seconda area -Artificial Intelligence/Machine Learning e capacità nel campo del Modeling e Simulation - i due giganti hanno stretto un accordo biennale per migliorare le capacità del DoD. In particolare nel settore conosciuto come GEMS (Gaming, Exercise, Modeling and Simulation) la Lockeed Martin potrà testare le proprie tecnologie e piattaforme riducendo i rischi e offrendo una alternativa alle esercitazioni militari.

L'accordo con Microsoft nel campo del 5G.MIL è parte della strategia aziendale di Lockeed Martin che nell'ultimo anno ha visto stringere rapporti di collaborazione anche con Intel, Verizon, Radisys e Keysight Technologies. 5G.MIL dovrebbe consentire di integrare le comunicazioni militari con capacità di tipo tattico, rendendo tra l'altro le comunicazioni più affidabili e sicure a supporto di operazioni Joint in tutto il mondo.  

La quarta macroarea mira a trasformare e sviluppare i processi di business sfruttando al meglio le capacità del mondo digitale per migliorare i processi interni e di riflesso la competitività della società.  

Come si può vedere le sfide sono tante e gli interessi in campo sono enormi, sia economici che strategici, in quanto tutte queste alleanze sono sicuramente parte della strategia nazionale di sicurezza americana.


Alessandro RUGOLO

Immagine: Lockheed Martin, Microsoft Demonstrate 5G.MIL Networking Technology (defensedaily.com) 

Per approfondire:

- https://techcommunity.microsoft.com/t5/core-infrastructure-and-security/introduction-to-microsoft-azure-government-secret/ba-p/2043581

Lockheed Martin to use Microsoft classified Cloud - InfotechLead

Lockheed Martin teams up with Microsoft on classified cloud services for Pentagon (msn.com)

5G.MIL® | Lockheed Martin

FACT SHEET: The Biden-Harris Administration’s National Security Strategy | The White House

National Security Strategy Aims to Address New Challenges > U.S. Department of Defense > Defense Department News

martedì 15 novembre 2022

Il dominio cyber: la sua importanza, in un percorso guidato attraverso le sue tante nature: cyber security, cyber intelligence, cyber warfare, cyber influence, cyber deterrence...


Mi capita sempre più spesso che amici o semplici conoscenti mi rivolgano delle domande sul mondo cyber. Spesso si tratta di domande volte a chiarire qualche aspetto particolare del quinto dominio, altre volte si tratta di domande che mettono in evidenza la voglia di capire qualcosa di più di un mondo che è ormai necessario conoscere.

Alla prima categoria appartengono per esempio: "Alessandro, che cos'è una APT1?", oppure: "Cosa pensi della sicurezza del 'tale' sistema di messaggistica?" o ancora: "quale algoritmo di cifratura è più performante?". Tutte domande la cui risposta seppure apparentemente semplice non lo è affatto e che richiede una profonda conoscenza degli argomenti ma soprattutto la capacità di spiegare in modo elementare argomenti che facili non sono.

Alla seconda categoria appartengono invece alcune domande di base come "Ma si può sapere cos'è il cyberspace?", oppure "Mi puoi indicare un corso di cyber per principianti?" o ancora più semplicemente "Mi spieghi qualcosa sulla cyber?".

Queste apparentemente semplici domande sono talmente generali che spesso mi trovo invischiato in spiegazioni troppo lunghe e per niente alla portata di chi ho di fronte. Allora mi rendo conto che ciò che a me sembra scontato, per la maggior parte delle persone con cui interagisco normalmente non lo è affatto!


Ecco perché è nato questo libro, in primo luogo per soddisfare curiosità.


Se volete potete trovarlo su Amazon in formato cartaceo ed ebook


Buona lettura.



Alessandro Rugolo

  


Amazon.it: Il dominio cyber: la sua importanza, in un percorso guidato attraverso le sue tante nature: cyber security, cyber intelligence, cyber warfare, cyber influence, cyber deterrence... - Rugolo, Alessandro - Libri

domenica 13 novembre 2022

Qui est l'ennemi?

Chi è il nemico?

Questo il titolo dell'ultima  opera che sto leggendo: "Qui est l'ennemi?", edito da Nouveau Monde, primo volume annuale del "Centre de recherche 451", guidato da Christian Harbulot anche direttore della "école de guerre économique" (EGE) di Parigi.

La EGE è nata nel 1997 e da allora si occupa di studiare i fenomeni legati all'influenza e alla guerra economica. In quest'opera sono poste in evidenza, senza peli sulla lingua, le contraddizioni di parte del mondo occidentale che vede diversi stati alleati militari su alcuni fronti e contemporaneamente competitors sul fronte economico.

Per trovare il parere degli studiosi non è necessario leggere tutto il libro o interpretare ciò che è scritto "tra le righe", ma è sufficiente arrivare a pagina 3, dove con uno specchio esplicativo a barre colorate si dice chi sono i primi cinque "nemici" economici della Francia, ovvero, nell'ordine: 

- Stati Uniti d'America;

- Cina;

- Germania;

- Russia;

- Regno Unito.

Come è facile vedere a colpo d'occhio, tre stati su cinque sono alleati militari, ma non per questo meno combattivi nel campo della guerra economica.

In particolare gli Stati Uniti si trovano al primo posto tra i "nemici" economici della Francia. 

Nell'ottobre 2021 l'EGE ha pubblicato un report dal titolo: "Comment le Etats-Unis contribuent-ils à affaiblir l'économie française?" (Come gli Stati Uniti contribuiscono ad indebolire l'economia francese?) nel quale sono presentati più di duecento casi di influenza economica esercitata contro gli interessi francesi, molti di questi sono stati utilizzati per costruire una carta cronologica veramente interessante, riproposta a pagina 44 e 45.


Opera interessante, ricca di spunti sulle nuove forme di guerra ibrida e di curiosità storiche ben documentate.

In Francia ormai non si parla più infatti di guerra o pace, ma di tre elementi: "competition, contestation, affrontement", che si sviluppano attraverso tutti i campi delle attività umane (economico, militare, tecnologico...) e non sempre in modo palese o coerente. Questo significa, solo per fare un esempio, che seppure alleati militarmente gli USA non si sono certo posti remore nel contrastare il programma franco-australiano sui sottomarini.      

Sarebbe interessante uno studio simile incentrato sui nemici economici dell'Italia, sicuramente aiuterebbe a guardare le cose che accadono da noi e nel mondo da un punto di vista differente... 


Alessandro Rugolo

Per approfondire:

À lire : Guerre économique - Qui est l'ennemi ? - Inter Ligere (inter-ligere.fr)

mercoledì 2 novembre 2022

Browser fingerprint, con buona pace della privacy!

Browser fingerprint, ovvero impronta del browser.

Penso che tutti sappiano cosa sia un browser, per cui lo dò per scontato e chiedo invece se sapete cosa sia una browser fingerprint.

Se proviamo a tradurre otteniamo "impronta del browser" ed in effetti si tratta proprio di una impronta, una traccia che identifica con una elevata precisione un utente di internet sulla base delle caratteristiche del browser impiegato.

Siamo talmente abituati a utilizzare internet che non sempre ci rendiamo conto delle informazioni che lasciamo dietro di noi quando navighiamo.

I più tecnologici sanno che occorre fare attenzione ai "cookies", non hai biscotti inglesi, ma ai piccoli software che permettono ai siti web di riconoscerci tra tanti clienti e di personalizzare la nostra esperienza.

E' poi possibile installare sui browser altri software che svolgono specifiche funzionalità, per esempio gli ad-blocker.

Ma siamo sicuri che i nostri dati personali e le nostre abitudini siano al sicuro?

Sappiamo bene che non è così.

Ma dopo questa premessa torniamo alla nostra "browser fingerprint".

Come dice il nome si tratta di una impronta, che chi naviga su internet lascia dietro di se, a disposizione di chi raccoglie i dati per professione e li utilizza per i propri scopi. Quando è nato il web capitava spesso di avere delle pagine in cui la visualizzazione non corrispondeva all'originale. Le differenze erano dovute alle caratteristiche tecniche dei differenti conputer. Per cercare di ridurre questo problema fu introdotto un pezzo di informazione (scambiato tra browser e server) chiamato "user agent header". In linea di massima nei primi tempi (anni '90) i dati che venivano forniti al server riguardavano le caratteristiche del browser, col tempo e la crescita di complessità dei siti web, le informazioni incluse nello user agent header sono diventate molte e consentono di profilare gli utenti, con buona pace della nostra privacy!

Esiste un servizio sul sito AmIUnique che ci permette di vedere molto semplicemente la nostra fingerprint. 

Uno dei test che vi consiglio di fare se volete rendervi conto di quale sia la vostra fingerprint e di cosa significa realmente è molto semplice. 

Installate due o tre browser e eseguite il test con ognuno si essi su sito AmIUnique. Ogni volta otterrete un risultato differente in alcuni elementi. Potete anche provare ad installare degli add-on, come per esempio degli ad-blck o altre funzionalità aggiuntive e rieseguire il test. Vi accorgerete che la vostra fingerprint è cambiata. In pratica, più personalizzate il vostro browser e più divenite "unico" e perciò tracciabile. 

Ecco perché, per esempio, gli sviluppatori di TOR browser sconsigliano l'installazione di qualunque estensione sul browser. Inoltre TOR browser (se non modificato da noi) fornisce una fingerprint standard per tutti gli users, in modo tale da far sì che essi siano più simili per limitare la possibilità di essere tracciati.

Ricordate, essere consapevoli di ciò che accade quando usiamo un browser ci rende più sicuri!

Alessandro RUGOLO

Per approfondire:

https://blog.torproject.org/browser-fingerprinting-introduction-and-challenges-ahead/

https://amiunique.org/fp

On the Robustness of Mobile Device Fingerprinting | Proceedings of the 31st Annual Computer Security Applications Conference (acm.org)

The Dangers of Human Touch: Fingerprinting Browser Extensions through User Actions | USENIX






sabato 17 settembre 2022

L'importanza della divulgazione nella società digitale

Quest'anno assieme ad alcuni amici abbiamo creato una associazione di promozione sociale chiamata "Società Italiana per lo sviluppo della cultura cyber e delle nuove tecnologie" il cui scopo è quello di promuovere la cultura cyber, delle nuove tecnologie e dell’intelligence a favore della società italiana, attraverso webinar, corsi on-line o in presenza, convegni, la creazione o il finanziamento di una squadra per la partecipazione alle competizioni del settore, partecipazione a convegni nazionali e internazionali, lezioni presso le scuole di ogni ordine e grado, con lo scopo di avvicinare i giovani al settore maggiori (informazioni sul sito SICYNT).

Il convegno sarà l'occasione per incontrarsi finalmente di persona e approfondire diversi argomenti, nel modo più semplice possibile a da differenti punti di vista, con esperti delle nuove tecnologie. 

Mi fa piacere invitare chiunque fosse interessato e soprattutto i giovani, a partecipare all'evento che si terrà presso l'Aula 1 - Facoltà di Ingegneria e Architettura dell'Università degli Studi di Cagliari in via Is Maglias 196 a Cagliari.  

Di seguito gli interventi ad oggi previsti:



L'evento é gratuito e la partecipazione per la mattina è aperta a tutti, previa registrazione sul sito:

L'importanza della divulgazione nella società digitale Tickets, Sat, Sep 24, 2022 at 9:00 AM | Eventbrite


E' possibile anche seguire l'evento via web su questo link.

Alessandro RUGOLO