Il buio era sceso per le strade di Londra.
Erano appena le cinque ma la pallida luce del giorno era già scomparsa dietro un velo di fitta nebbia.
Il vicolo era buio e sporco, bidoni di immondezza offrivano riparo a grossi topi di città.
Sulla sinistra tre gradini davano l'accesso ad una vecchia casa diroccata, lì, accucciata in un angolo, s'intravvedeva la sagoma di un uomo, avvolto in una vecchia coperta di lana grossa.
Solo una scarpa sporgeva dalla vecchia coperta, tirata fin sopra i capelli, come a proteggere il volto dal freddo pungente.
In terra una scodella sbeccata di ferro smalto, con dentro poche monete, fungeva da chiaro invito a fare della beneficenza.
Il vicolo dava su una strada ricca di luci e vetrine.
La gente passava di continuo senza mai voltare lo sguardo verso quello che era un angolo buio dell'umanità!
Ricchi signori accompagnavano eleganti signore alla ricerca degli ultimi regali di Natale, abbigliati con pesanti cappotti, colorati cappellini e grossi guanti di pelle. Abbagliati dalle vetrine colorate, preparate per prendere in trappola ricchi avventori, i passanti passeggiavano velocemente, stimolati dal freddo.
La ricca opulenza della strada contrastava fortemente con il buio sporco del vicolo, ma così è Londra, come tutte le grandi città in cui l'umanità si concentra.
Ricchezza e povertà, due facce della stessa medaglia: l'Uomo!
Se qualcuno avesse potuto guardare sotto la coperta, avrebbe visto due occhi grandi, lucidi, azzurri come il ghiaccio, in fervida attesa.
Avrebbe potuto vedere un uomo forte, nervosamente pronto all'azione, ben diverso dall'apparente fragilità dell'accattone che attende un obolo che non arriva mai. Avrebbe potuto toccare il freddo coltello che teneva stretto nella mano destra, in attesa della propria vittima.
Se qualcuno avesse potuto penetrare nel suo cervello vigile avrebbe letto una serie di immagini terribili, che si ripetevano simili nella sua mente. Un passante si avvicina, tende la mano verso la ciotola per attenuare i suoi sensi di colpa particolarmente vivi a natale. Una lama fredda come il ghiaccio si avvicina al suo collo. L'obolo si trasforma in rapina! Il mendicante si allontana rapidamente. Voltato l'angolo buio si libera della coperta e si allontana lentamente stavolta, confuso tra la folla.
Era il suo modus operandi, e rendeva abbastanza.
Talvolta capitava che lo sventurato urlasse, allora doveva scappare velocemente, ma accadeva raramente, solitamente tutto filava liscio.
Quella sera aveva scelto attentamente il posto, era un vicolo con una doppia uscita, alcuni bidoni dell'immondezza che impedivano il passaggio alle auto e buio a sufficienza per realizzare il suo intento, occorreva solo attendere.
Una coppia passava proprio in quel momento. Lo guardarono di traverso, lui infilò la mano nella tasca alla ricerca di qualche moneta ma lei lo tirò via, bruscamente, con sospetto, quasi presentendo il risultato di quell'atto di generosità!
Due mocciosi attraversarono di corsa il vicolo, rincorrendo un cane che si fermò un attimo ad annusargli le caviglie. Lo allontanò con un calcio e si risistemò la coperta sul viso, ritornando al precedente stato di immobilità. In vigile attesa come un pescatore in riva al fiume, come un cacciatore alla posta.
L'attesa era la parte peggiore, il freddo era sempre intenso e non ci si poteva muovere, occorreva stare immobili, come facevano quelli veri, di accattoni.
I due ragazzi tornavano indietro col cane al guinzaglio, questa volta tenuto saldamente dalla mano del più piccolo. Per un attimo il cane si avvicinò nuovamente alla sua scarpa, ancora un istante e l'avrebbe colpito nuovamente, ma non fece in tempo. Il più grande dei ragazzi gli era già addosso e con un coltello affilato gli trapassava il cuore.
Fece appena in tempo a capire che la morte lo portava via. I suoi occhi azzurri si scioglievano in lacrime; il ragazzo lo guardò dritto negli occhi, senza alcun rimorso. Infilò la mano sinistra nelle sue tasche, prese portafogli e orologio quindi estrasse il coltello pulendolo su un lembo della vecchia coperta.
Un fiotto di sangue caldo sgorgò violentemente dalla ferita, ma i due ragazzi erano già lontani.
Un rantolo sordo fu l'ultima cosa che sentì...
quella notte di Natale, l'ultimo!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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