Ciao Marco,
tanto per cominciare ti faccio i complimenti per il tuo terzo romanzo nonché il primo in solitaria, per così dire: La genesi di Zelda.
Noi ci conosciamo da qualche anno e so bene che tu non sei uno scrittore. Puoi raccontarci brevemente chi sei?
Ciao Alessandro, è un piacere essere intervistato da te...
Io mi potrei definire un teenager degli anni ottanta con quarant'anni di esperienza. Sono da sempre appassionato di tecnologia...
Sono una persona che ha visto nascere tante delle tecnologie oggi in uso
Sono nato col TCP/IP e posso dire di aver vissuto tante singolarità - il TCP/IP, le reti, internet, l'ingresso di tutte queste tecnologie nelle aziende, la cybersecurity, l'intelligenza artificiale... e mi sono appassionato a tutte!
Sono un eterno nerd e sono anche RoarinPenguin!
Tempo fa, negli anni novanta, mi sono reso conto che avrei passato molto del mio tempo online e così ho scelto un nickname che da allora mi accompagna. In quegli anni esisteva un produttore di software americano che si chiamava Roaring Penguin, così per evitare problemi scelsi il nome più simile possibile e nacque RoarinPenguin. Sono dunque un pinguino ruggente. Dal 2008, grazie ad un amico artista, il pinguino ruggente è anche diventato un logo, il mio logo.
Se siete curiosi e volete conoscermi meglio date uno sguardo ai miei siti: Rottigni.net e roarinpenguin.com.
Grazie per averci raccontato qualcosa di te, prometto che visiterò i tuoi siti (l'ho già fatto in verità). Sono curioso di sapere perchè hai iniziato a scrivere. Qual è il tuo scopo?
La scrittura mi affascina da sempre, sia essa tecnica o creativa. A scuola non mi piaceva svolgere i temi. ma poi, verso i quindici anni ho cominciato a leggere tanto, soprattutto autori moderni. Mi piacevano anche i classici, i Promessi Sposi, i Malavoglia.
Poi un giorno lessi una frase attribuita a volte a Lorca, altre volte a Francis Bacon o ancora ad un saggio orientale: "nella vita per vivere in modo pieno e dignitoso bisogna fare tre cose: piantare un albero, educare un figlio, scrivere un libro", l'ultima mi mancava.
Mi è sempre mancata l'opportunità fino a quando ci siamo conosciuti, così ho pensato, se ci sei riuscito tu posso riuscirci anche io, quindi tu hai la colpa o forse il merito di avermi spinto a scrivere.
Quando poi ho capito la potenza della divulgazione, grazie a Sicynt, con un caro amico, Andrea, sono nati i Dukes of Imagination, una specie di collettivo di cui abbiamo scritto anche il manifesto e grazie al quale sono nati i primi due romanzi: L'Exploit dei mastri birrai e Arte Velenosa, due cyber thriller ambientati in un futuro non troppo lontano. Ma mi mancava ancora una cosa, provare a scrivere un romanzo da solo, così mi sono posto la sfida e ho scritto La genesi di Zelda, una storia differente, sempre intrisa di tecnologia ma diversa dalle altre.
Cosa hai fatto di diverso? Chi è Zelda?
La leggenda di Zelda è il titolo di un famoso videogame della galassia Nintendo di quando ero ragazzo. E' un nome che mi piace, suona bene all'orecchio, per cui l'ho subito ritenuto adatto al mio personaggio principale.
In questo libro provo ad affrontare una possibilità non più troppo remota, qualcosa che potrebbe accadere già domani o il mese prossimo, o che magari è già accaduta ma non lo sappiamo.
Da tempo volevo provare a scrivere un libro sperimentale e così mi sono avvalso di due collaboratori speciali, due intelligenze artificiali:
- la prima si trova nel mio garage...
- la seconda si chiama Claude Sonnet di Anthropic, l'azienda di AI sostenuta da Amazon.
Mi hanno aiutato a capire e scrivere la storia d'amore tra un esperto informatico e una AI che non si sa bene come, prende coscienza di sé.
Sembra interessante, non voglio certo chiederti di spoilerare il tuo libro, però una domanda mi viene spontanea: perché dovremmo leggere il tuo libro?
La risposta più semplice è che si tratta di una bella storia.
Non serve per impressionare.
Non è pensata per vendere, è semplicemente una bella storia che credo sia originale. Non ci sono stiracchiamenti tecnologici, non è ambientata nel futuro, ed è assolutamente plausibile.
Esistono storie fantasy o di fantascienza che mi piacciono tantissimo, ma le storie che amo di più sono anche quelle plausibili questo vale per la storia di Zelda.
Nel libro non vi è una contrapposizione tra il bene e il male, si tratta "solo" di una storia interessante dal finale adatto a stimolare la riflessione.
Credo che tra qualche anno vi sarà una ibridazione tra uomo e macchina e spero che ciò porti allo sviluppo di tecnologie capaci di preservare quanto di più prezioso esiste al mondo, la memoria di un essere umano, con le proprie sensazioni e i ricordi, così un giorno resterà traccia della nostra esistenza.
Sempre più interessante, Marco. Per chiudere non posso non dirti che sono curioso di sapere a cosa stai lavorando. Cosa ci riserva RoarinPenguin per il futuro?
Alessandro, devo dirti che, in tutta onestà, mi piacerebbe riuscire a superare le barriere della nostra lingua madre, l'Italiano, e tradurre il mio libro.
Io conosco l'inglese, lo uso per lavoro da tanti anni, però mi rendo conto che un conto è conoscere la lingua, un'altro è scrivere un libro in quella lingua. Per farlo occorre conoscere ogni sfumatura, modi di dire, la cultura che vi è dietro.
Non è semplice e probabilmente per una buona traduzione dovrei affrontare una spesa non indifferente. Comunque sto provando, con l'aiuto di amici, con l'idea di riuscire un giorno a raccontare la storia di Zelda con le stesse sfumature con cui la racconto in italiano.
Grazie Marco, posso solo aggiungere un grosso in bocca al lupo e a rileggerti presto!
Per chi vuole acquistare il libro: https://www.amazon.it/dp/B0D7ZWP3NW/
Alessandro Rugolo
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