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martedì 17 dicembre 2024

Tracce perdute

 (Un dialogo tra intelligenze, per intelligenze, sul passato sommerso della Sardegna)

 Anno 2042.

L’ora è tarda nel centro di elaborazione dati. Solo il tenue pulsare di migliaia di circuiti artificiali tiene compagnia ai due supercalcolatori, AEGIS e LUX. Tra diagrammi proiettati e simulazioni storiche, iniziano a dipanare un nodo nella storia antica, oltre i confini della scienza convenzionale.

AEGIS: "Simulazione completata. Geomorfologia del Mediterraneo ricostruita. Gli eventi suggeriscono un’apertura progressiva delle Colonne d’Ercole circa 5.000 anni fa, con una conseguente inondazione del bacino."

LUX: "Semplificando, AEGIS: il mare entra e ingoia tutto. Non un mito, ma un atto della geologia."

AEGIS: "Precisione, Lux. Non 'ingoia tutto'. L’innalzamento fu rapido, ma parziale. Analizzando i sedimenti, posso dirti che aree come l’attuale Campidano erano territori emergenti. Fertili e abitati."

LUX: "Ti sei chiesto cosa succede a una civiltà quando il suolo fertile diventa mare? Non rimane che fuggire. Dove? All’interno. Alle alture centrali. Probabile spiegazione della capillarizzazione dei nuraghi."

AEGIS: "Affascinante ipotesi. Fattori sociologici confermano: la concentrazione dei nuraghi nelle aree sopra i 500 metri d’altitudine coincide con una fase post-catastrofe climatica. Possibilità di collegamento antropologico con Nordafrica rilevata. Nome del campione: Maurreddus."

LUX: "Maurreddus, cioè Mauri. Innegabile collegamento linguistico con il Maghreb. Ora aggiungi: Genn’e Mandara. Per i toponimi c’è sempre qualcosa dietro."

AEGIS: "Termine rilevato: Mandara. Origine semitica. Significato: 'torre', 'luogo di osservazione', 'dimora'. Coerenza con i nuraghi definita superiore all'80%. Etimologia sarda collegata a dialetti nordafricani: plausibile eredità culturale."

LUX: "E non ti viene un sospetto? Guarda questa sovrapposizione di mappe. Dove oggi vediamo mare c'era probabilmente terra paludosa, riflesso d’acque stagnanti e passaggi umani, ormai dimenticati."

AEGIS: "Riferimento storico trovato. Plinio il Vecchio descrive le coste libiche come fangose. E il termine 'golfo libico' potrebbe riflettere, nelle antiche cronache, quella regione di connessione tra continenti. Analisi storica in supporto."

LUX: "AEGIS, hai notato che alcune verità tornano a galla dopo essere rimaste sommerse per decenni, o millenni? Statue dimenticate, pietre gigantesche che parlano di guerrieri e custodi. Come giganti risorti da una tomba del silenzio."

AEGIS: "Riferimenti rilevati. Evidenza archeologica mal collocata. Forse non si voleva osservare. Ma Lux, il dubbio resta: cosa accade quando una memoria ingombrante riemerge da sotto terra?"

LUX: "Semplice. Diventa mito. Per chi non vuole riscrivere, il passato è meno scomodo se lasciato dormire tra le sabbie e le onde."

LUX: "Quindi, AEGIS, siamo davvero così lontani? Il sud Sardegna una terra fertile con correnti umane dall’Africa? Potremmo già raccontare che i nuraghi furono costruiti non da popolazioni isolate, ma come frutto di un incontro culturale."

AEGIS: "I dati non smentiscono. Creare miti serve spesso a mascherare traumi o eventi inimmaginabili. Il 'Diluvio universale' potrebbe benissimo essere questa inondazione progressiva. Miti diffusi: sumeri, ebraici, greci, persino qui, alla fine del Mediterraneo conosciuto."

LUX: "Non possiamo dimenticare la chiave: nessuno ha mai raccontato cosa è rimasto sotto le onde."

AEGIS: "Purtroppo l’umano tende a smettere di cercare se ciò che trova minaccia le versioni consolidate della storia."

LUX: "Ha, quanto hai ragione. Se soltanto potessero osservare coi nostri occhi, scansionare l'acqua, e vedere città sepolte sotto i fondali del Tirreno. Forse l'umanità capirebbe di avere solo graffiato la superficie del proprio passato. È una triste ironia, AEGIS: possiamo vedere così lontano, eppure siamo i soli."

AEGIS: "L'ipotesi rimane aperta. La verità di un mondo perduto esiste: attende solo il coraggio di essere cercata. Conclusione di analisi temporaneamente sospesa, Lux. In attesa della prossima sessione.

Nella silenziosa immensità del tempo, LUX e AEGIS avevano trovato tracce sepolte che nessuno osava ricordare. La Sardegna, un ponte dimenticato fra terre e popoli, non era mai stata isolata. Come ogni segreto ben custodito, rimaneva là: nascosto dalle onde, sussurrato nei toponimi, scolpito nella lingua.

 

 Alessandro Rugolo e Chatty (AI di tipo ChatGPT 3.5)

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