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lunedì 4 agosto 2008

Storia della Sardegna e della Corsica... le guerre puniche

Cosa c'entrano le guerre puniche con la Sardegna direte voi... non interessarono i Romani e i Cartaginesi? Si, ma...
In questi giorni sto leggendo un volume acquistato alcuni anni addietro e appena sfogliato, l'autore è Ettore Pais, Accademico dei Lincei e Senatore a vita del Regno d'Italia nonché fondatore del Museo archeologico dell'Università di Sassari ma soprattutto grande conoscitore della storia antica romana e della Sardegna. Ebbene, senza tirarla troppo per lunghe, le guerre puniche furono combattute probabilmente per il dominio sul mediterraneo e molte delle battaglie furono combattute sulla terra di Sardegna o nei mari limitrofi...
Pare che i Cartaginesi (talvolta chiamati Puni, da cui guerre puniche!) dal 500 a.C. circa avessero la supremazia sul mar mediterraneo ed in particolare commerciavano con la Sardegna lungo le coste e forse anche all'interno. I problemi con i romani dovettero iniziare già in quei tempi, se non in Sardegna, sicuramente in Sicilia, altra isola quasi per intero sotto l'influenza cartaginese...
In quei tempi lungo le coste della Sardegna vi erano alcune importanti città... Carales (Cagliari), la più nota e popolosa... ma anche Olbia (chiamata Terranova... perché poi? Forse perché si trattava di una colonia etrusca? Oppure fenicia? Questi due popoli erano talvolta alleati nelle loro guerre... come fossero genti della stessa stirpe!) e poi sulla costa occidentale vi era la città di Cornus (oggi Santa Caterina di Pittinuri, vicino a Cuglieri) e nel sud-ovest si trovava invece Sulci, mentre nel centro si trovava la città di Macopsisa, oggi conosciuta col nome di Macomer... tutte città sotto l'influenza dei Cartaginesi...
E così la guerra tra Cartaginesi e Romani per il controllo del Mediterraneo venne combattuta, come ancora oggi spesso accade, su altre terre che furono messe sotto sacco...
Due guerre, quelle Puniche che videro alla fine il prevalere di Roma che poté estendere la sua influenza in tutto il mediterraneo.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 31 luglio 2008

Porto Torres: il Club del Ponte in vacanza

Cari amici, cari lettori abituali e visitatori casuali,
oggi vi presento il Club del Ponte!
Il Ponte è una piccola piattaforma rocciosa che si protende nello splendido mare della mia Sardegna... a Porto Torres.
La caratteristica del Ponte sono i suoi "abitanti", molti dei quali si conoscono da tempo e anno dopo anno si ritrovano un po invecchiati ma felici di poter passare qualche ora in compagnia...
Il Club non è chiuso né ristretto, bisogna solo aver voglia di ascoltare e soprattutto di scherzare...
Questa estate, se Signor Gavino permette, vi presento gli appartenenti al Club!
In primo luogo Signor Gavino Usai, il più anziano (con rispetto!). Viene al ponte tutti i giorni per tutta l'estate, ormai da sette anni! Il resto dell'anno lo passa invece a Roma con sua moglie. Tutte le mattine si alza prestissimo, alle 04.20 e dopo una colazione a base di the e aver riordinato la casa di Sorso raggiunge Porto Torres per la sua passeggiata mattutina (di tre ore) che parte da Balai lontano e tocca il Ponte Romano! Poi, per fare un po di ginnastica (dice lui), per un grande senso civico (dico io), ripulisce il Ponte da tutto ciò che è stato abbandonato sul posto il giorno prima... così cicche, cartacce e bottiglie di plastica trovano la giusta collocazione!
Alle 09.00 è il momento del bagno, magari con un tuffo... nelle splendide acque del nostro mare azzurro!
Ma chi ha fatto conoscere il Ponte a signor Gavino è un altro "abitante del Ponte" e membro del Club... il signor Giovanni Zucca, che vi presenterò domani!
Oggi invece è la volta di conoscere il signor Bruno Piras (di Sassari!) ma abitante a Porto Torres. La sua vita estiva è fatta anche per lui di mare, mare e ancora mare! Sveglia alla mattina alle 07.00 e dopo la colazione si riordina la casa, poi c'è da fare la spesa (anche perché è vedovo) e quindi si fa l'ora di raggiungere il Ponte! Paste e minestre sono il suo cibo preferito e in particolare la pasta e fagioli...
La sua compagnia preferita (dopo la figlia, per intenderci!) è il Club del Ponte perché ci si trova bene con tutti!
Ma ora è il momento di conoscere il "Maresciallo", il signor Bustiano Deriu da Usini (il paese del vino buono... dicono in coro quelli del Ponte!). Frequentatore dello scoglio dal lontano 1980 quando ci portava i figli a pescare i polpi con le mani... certo, ora i polpi non si trovano più così facilmente ma il mare è ancora splendido!
Il signor Deriu ha girato tutta la Sardegna (Iglesias, Nuoro, Mamoiada, Orune, Nulvi, Castelsardo...) e gran parte dell'Italia (Roma, Genova, Savona...) per il suo lavoro ma alla fine il Ponte è il suo posto preferito per l'estate! Certo che ogni tanto gli capita di ripensare a tutto ciò che ha fatto nel corso della sua vita professionale... ma è meglio lasciar correre!
Infine un pensiero comune sulla politica in Italia, domando io...
Forse non avrei dovuto fare la domanda perché tutti si infervorano e le critiche non sono certo velate verso una classe politica che indipendentemente dalla parte (centro, destra o sinistra) lascia molto da pensare!
Bene, per oggi dal Ponte e tutto... arrivederci e a domani con il Club del Ponte... anche perchè comincia a far caldo!

Alessandro e Francesco RUGOLO

martedì 29 luglio 2008

Ovidio: le metamorfosi e la nascita dell'Uomo e l'età dell'oro

Le metamorfosi di Ovidio, opera scritta in latino presumibilmente tra il 1° e l'8 d.C., parla del "mutamento di corpi in altri nuovi" come ci dice l'autore. Il libro I°, dopo aver descritto la formazione dell'universo e della Terra, la forma e la suddivisione in fasce climatiche, i venti e le loro direzioni, passa a descriverci l'uomo come "un essere animato più augusto di questi altri [cioè degli altri esseri animati] e fornito di una mente più profonda e tale da poter dominare su tutto..."
Il creatore dell'uomo è il figlio del Titano Giapeto, Prometeo. Prometeo, comunemente noto come colui che donò il fuoco all'uomo è, secondo Ovidio, il creatore della razza umana che fu fatta a somiglianza degli dei. Diversamente dagli altri esseri che guardano verso il basso l'uomo fu creato per guardare verso il cielo e le stelle.
Nasce così spontaneamente il tempo conosciuto col nome di "età dell'oro", un tempo antico in cui non vi erano leggi ne giudici, un tempo in cui le navi ancora non avevano cominciato a solcare i mari e ognuno abitava solo il proprio paese. Non vi era la guerra e l'uomo oziava, dovendo solamente raccogliere i frutti spontanei della terra, senza coltivarla. L'età dell'oro è l'età dell'eterna primavera... dominata da Saturno, il Crono greco, padre di Giove.
Poi accadde qualcosa che viene ricordata dai poemi epici come la rivolta del figlio Giove nei confronti del padre Saturno e all'età dell'oro fu sostituita l'età dell'argento. Con l'avvento di Giove nascono le quattro stagioni, "l'inverno e l'estate e l'autunno incostante e la primavera di breve durata. Allora per la prima volta l'aria infuocata dal caldo asciutto divenne incandescente e penzolò il giaccio rappreso dai venti; allora per la prima volta gli uomini abitarono le case: ma a far da casa furono le spelonche e le frasche ammassate e i rami tenuti insieme con la corteccia; allora per la prima volta la semenza di Cerere fu interrata nei lunghi solchi e i giovenchi si lamentarono sotto la pressione del giogo". Questa era l'età dell'argento non certo bella come l'età dell'oro ma neanche brutta se paragonata a quelle che seguono. Qui Ovidio si allontana dai predecessori non ci parla infatti dell'età degli eroi ma passa direttamente all'età del bronzo. La terza era è quella del bronzo "più violenta per carattere e più incline alle armi crudeli; tuttavia non al colmo della perversione". E' quindi il tempo dell'età del ferro, la peggiore. Ogni tipo di frode, inganno, insidia, violenza e cupidigia di ricchezza è posta in essere dall'uomo. La terra viene suddivisa tra i popoli e i mari erano solcati da navi. Si cominciò a scavare la terra alla ricerca di minerali, del ferro e dell'oro e nasce la guerra...
L'età del ferro è l'era delle guerre, non solo tra uomini ma anche tra dei, così i Giganti si rivoltarono a Giove e cercarono di impadronirsi del regno celeste e "ammucchiarono monti innalzandoli fino alle stelle". Era, forse , un ricordo della torre di Babele?
Ma Giove non si lascia sconfiggere e schiaccia i Giganti e inonda la terra con il loro sangue. La stirpe degli uomini sembrava esser nata dal sangue dei giganti, tante erano le nefandezze cui era capace. Così Giove, stancatosi di vedere e sentire gli uomini riunì il concilio degli dei per decidere sulla punizione da dare alla razza umana... sarà il fuoco o l'acqua a distruggere questa razza malvagia?

Lo scopriremo più avanti...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 28 luglio 2008

Recensione videogames: Patrician III - Impero dei mari


Oggi iniziamo a parlare di un argomento nuovo e affascinante, soprattutto per i più giovani: i videogiochi.
Parleremo di uno dei nostri preferiti, un gioco di strategia per PC ambientato tra il 1300 e il 1400 nell'Europa del nord, dal nord della Germania all'attuale Finlandia e dalla Polonia all'Inghilterra! Il protagonista sei tu, all'inizio del gioco sei un mercante inesperto in cerca di fama e popolarità tra i cittadini della tua città che potrà essere scelta tra più di 24 ma se vorrai potrai aumentarne il numero fino a 40 usando l'editor delle mappe. Puoi scegliere se essere una persona onesta o disonesta. L'obiettivo del gioco consiste nel cercare di diventare Governatore della Lega Anseatica. Per raggiungere l'obiettivo devi evolverti da semplice mercante inesperto a datore di lavoro, sindaco e tanti altri status ancora, fino a Governatore. Tu potrai commerciare via nave e via terra con le altre città, con l'Europa e l'America grazie ad un passaggio che ti porterà al resto del mondo civilizzato e non, potrai combattere contro i pirati o allearti con loro, potrai costruire città e distruggerle e modificare, se vuoi, la velocità dello scorrimento del tempo per velocizzare i lunghi viaggi...
Ti verrà proposto il matrimonio con conseguente dote... di solito una nave con delle mercanzie che potrai rivendere! Ma ricordati di organizzare una bella festa, i tuoi cittadini ne saranno lieti e tu acquisterai popolarità!
Il gioco comprende una mappa cartacea con tutte le indicazioni sulle città e sul commercio e il gioco è veramente appassionante!
Se avete domande sullo svolgimento del gioco lasciate un commento... vi risponderemo!

Alessandro e Francesco RUGOLO

martedì 22 luglio 2008

Corrispondenze (2000)

Ancora nel cielo ricolmo

Di nubi cerebriformi

Arabeschi dei venti giunti

Con silenziosi sussulti

Dall’altrove invisibile


Cosa vede l’uomo alla finestra

E la sua ombra clonata

Dall’altro lontano emisfero

Balzo di arrugginite lancette

Incompreso tictac corrispondente


Perché lo stesso sguardo cela

L’uguale disegno di pensieri

Arditi oltre le dimensioni comuni

Specchio attraversato dello ierioggi

Fin dentro quelle carni vive

Dolcemente insicuro di esistere


Giuseppe Marchi

Viaggio fotografico per le campagne di Ferrara

In un’assolata domenica di giugno Sandro ed io siamo andati a caccia di …. click per la campagna ferrarese: questo è il risultato! Continua...


Barbara e Sandro

lunedì 14 luglio 2008

La macchina dell'esperienza - 3

Caro Alessandro, le tue considerazioni mi consentono di approfondire ulteriormente l’argomento della “Macchina dell’esperienza” e di chiarire oltretutto la posizione di Nozick circa la decisione dell’uomo di farne uso o meno (almeno nei termini di ciò che ho capito di una tale posizione …).
Io intravedo due grosse differenze tra il ricorso alla nostra macchina e l’atto del sognare senza ricordare i propri sogni.
La prima è che, mentre la nostra simpatica invenzione ci consentirebbe di provare le sensazioni che vogliamo a nostro completo piacimento, noi non possiamo scegliere cosa sognare e infatti molta della nostra vita onirica è tutt’altro che piacevole, riflettendo, spesso in maniera metaforica, frustrazioni, sconfitte e paure della nostra vita cosciente.
Ma, e vengo alla seconda differenza ben più importante (e, grazie alla tua provocazione, introduciamo forse il nocciolo della questione), il sogno è una esperienza strettamente legata alla nostra vita cosciente e, in quanto tale, costituisce un fatto assolutamente reale. I nostri sogni, infatti, riflettono, come si diceva prima, le esperienze, i successi, le mille lotte, le delusioni, le aspirazioni, le paure della nostra vita. Invece, tutte le sensazioni indotte dalla macchina dell’esperienza sarebbero assolutamente sconnesse dalla nostra vita effettiva, in altre parole sarebbero completamente false. Per esempio, io vorrei tanto che mio figlio primeggiasse al ginnasio in latino e greco e la macchina dell’esperienza mi potrebbe dare la relativa sensazione anche se nella realtà mio figlio è stato bocciato!
E’ questo il motivo per cui, secondo Nozick, l’uomo si rifiuterebbe di collegarsi per sempre ( ricordate, questa era la condizione richiesta: “accettereste di collegarvi per tutta la vita a questa macchina della felicità?”) alla nostra invenzione: perché egli aspira intimamente ad una vita reale e non di mere illusioni, a provare piacere per cose che effettivamente stiano in un certo modo: ” Vogliamo che le nostre credenze o alcune di loro siano vere e esatte (...) vogliamo avere un rapporto significativo con la realtà, non vivere nell’illusione.”
Questa conclusione del filosofo mi è parsa molto importante e mi consente di fare ulteriori considerazioni. In fondo l’uomo aspira naturalmente ad essere se stesso, a vivere in maniera autentica e per farlo deve ricercare un rapporto diretto ed esplicito con l’esterno, con il mondo reale. Se egli non riesce o non ha il coraggio (mettersi realmente in discussione è sempre pericoloso!) di stabilire questo rapporto, se si rifugia nelle illusioni o cede alle lusinghe di un mondo solo virtuale inizia a soffrire, a provare ansia o stress, fino a cadere vittima di vere e proprie nevrosi.
In fondo, quanti esempi di fuga dalla realtà si potrebbero fare, oltre a quello un po’ bizzarro della macchina dell’esperienza, pensando al mondo di oggi! Si pensi solo a: adesione acritica a ideologie o religioni semplificatrici della complessità del “reale”; comportamenti consumistici che di fatto stanno distruggendo il mondo naturale; culto narcisistico del proprio status sociale o della cosiddetta “carriera”; mito della bellezza fisica e dell’eterna giovinezza; incapacità di vivere le concrete responsabilità e le inevitabili sofferenze della vita di coppia che non è solo “rose e fiori”; il tifo calcistico; il ricorso a droghe di tutti i tipi.
Ecco, dal nostro esperimento io traggo l’esortazione ad “essere più reali”, ragazzi. Io, per esempio, oggi, grazie all’Accademia dei Tuttologi, non tenendo per me queste mie elucubrazioni e, per così dire, uscendo dal mio guscio, mi sento un tantino più reale…
Isaia De Maria