Massimo d'Azeglio |
"Per fare in cinque parole la storia di tutti i poteri che rovinarono, serve mirabilmente un proverbio volgare, anzi triviale: Chi troppo la tira la strappa.
Ed infatti si scorrano gli annali del mondo; e ognuno dovrà persuadersi che tutti i poteri, tutte le autorità umane; le politiche come le religiose; tutte, per volerne troppo, furono artefici prima della propria decadenza, poi della loro totale rovina.
Nè la cosa può andare altrimenti.
Come si regge un potere, un'autorità qualunque?
Colla riputazione ch'egli ha; colla stima ed il rispetto che hanno per essa gli uomini; donde il concorso di tutte le volontà a mantenerla.
E questa stima, questa riputazione, come s'acquistano e come si mantengono?
Coll'operare secondo le leggi del giusto, dell'onesto, e del ragionevole.
Con questi modi una potestà sorge, si stabilisce, e si rassoda. Ma spesse volte, per non dir sempre, accade, che venuta a questo stato di solidità, e levatasi in superbia, trascurò i modi onesti e giusti che avean servito ad avvalorarla e fermarla; e tenendo modi al tutto contrari, ed abusando di una forza virtuosamente ottenuta, venne a perdere ogni riputazione fra gli uomini: ed alla prima scossa, non essendovi più chi facesse stima di lei, e della sua conservazione, fu costretta a rovinare.
Così caddero gli Stati, le dinastie, le sette, gli ordini monastici, le associazioni, le podestà umane d'ogni ragione; e così rovinerebbe la religione, se ciò che é in lei di divino, di vero, di generalmente benefico, fosse soppoposto alle leggi comuni delle umane cose, ed alle intemperanze degli uomini."
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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