Commentare un libro di poesie è sempre un'impresa.
Quando poi si tratta delle poesie di un amico, è ancora più difficile.
Naturalmente parlo di me, forse per altri non è la stessa cosa, forse c'è chi si trova a proprio agio con le poesie come con un romanzo o un saggio storico. Per me non è così.
Perché, potrete chiedervi.
Perché io stesso scrivo poesie e so bene cosa significhino quelle poche righe, spesso scritte di getto, sulla scia di un momento di malinconia, di tristezza o, talvolta, di gioia.
So bene che a volte le poesie sono incomprensibili se non a chi le ha scritte, perché cercano di esprimere con le parole ciò che con le parole spesso non è esprimibile.
Eppure, seppur consapevole delle difficoltà, mi accingo a commentare il libro di Carmelo e per farlo, partirò dall'ultima.
Epitaffio numero 53, è il titolo, e mi ha colpito per la sua asprezza e per la forza con cui Carmelo esprime la sua voglia di essere ricordato. Ne riporto una parte:
"Solo una lastra di travertino grezzo
col mio nome scolpito nella pietra,
colorato di rosso: Carmelo
senza date di nascita e di morte.
Quindi aggiungete:
Figlio di Anna e Salvatore
Marito di Marilia
Padre di Alessia e Alessandro
Nonno di Ludovica e Luigi
Questo è il compendio di tutta la mia vita."
Ecco, credo che questa poesia sia da prendere a riferimento per una vita saggia.
Tutto ciò che conta, alla fine, quando non ci saremo più, è la nostra famiglia e il ricordo che loro avranno di noi.
Ogni poesia è un pezzo di vita dell'autore e nelle poesie di Carmelo, si legge la sua vita. Nel bene e nel male, nella gioia e nella tristezza, nella buona e nella cattiva sorte...
Grazie, Carmelo,
perché ora, dopo aver letto le tue poesie, mi sento tuo complice, avendo vissuto (seppure in parte) le tue esperienze e i tuoi sentimenti.
Ti auguro ogni bene e che tu possa vivere a lungo, per vivere altre emozioni... e scrivere ancora Poesie.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
RispondiEliminaBuon Pomeriggio caro Carmelo, se ti fa piacere leggermi, non ho mai dimenticato quel briciolo di vita che un lontano giorno del 1962 ci vide vivere momenti di gioiosa gioventù. Oggi leggendo, per caso, dei passi d'intensa poesia mi ha portato indietro nel tempo a rincorrere il passato e le tue parole, anche se riportate dal tuo lettore, mi hanno messo addosso una commozione infinita. Ti ricordo sempre con affetto e rispetto insieme alla tua cara Marilia, Gino Ascione.
Ascione Luigi... anche io conservo un nitido ottimo ricordo di quei giorni e di te.Ti ricordo buono educato gentile, volenteroso lavoratore ed amico.Non ho mai dimenticato le vicende che definirei di stampo mafioso che ti impedirono di proseguire la carriera militante. Non mi dilungo. Ritroviamoci se vuoi... mi farà piacere . Ad una sola condizione: che non mi parlerai mai più di quella persona di cui ti eri innamorato... poi defunta... Lasciamo riposare i morti. A me dava immenso fastidio leggere i tuoi commenti davvero fuori luogo e fuori tempo... Mi facevano tanta impressione. Ti ringrazio dei sentimenti di affetto che ricambio... assicurandoti che da parte mia non sono mai cessati...Un caro abbraccio...
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