Traduttore automatico - Read this site in another language

venerdì 29 maggio 2020

NATO Defence Planning Process: cos'è e perchè è o dovrebbe essere importante

NDPP, un acronimo più o meno sconosciuto per un processo ancora più sconosciuto.

NDPP significa NATO Defense Planning Process ed è uno dei processi più importanti tra quelli impiegati nell'Alleanza Atlantica. 
Il NDPP infatti ha come scopo di offrire un framework in cui le attività di pianificazione capacitiva militare nazionale e NATO possono essere armonizzate per far si che l'Alleanza nel suo complesso possa disporre delle forze necessarie e delle capacità richieste per affrontare le sfide future.

Si potrebbe pensare dunque, a prima vista, che il NDPP sia una cosa che riguarda la NATO, ma in effetti non è proprio così.
Il processo di allocazione delle risorse all'interno del budget della Difesa è considerato dagli studiosi di questioni strategiche "Grand Strategy".
In un interessante articolo dell'amico Jordan Becker e di Robert Bell (1), gli autori sostengono la tesi che in un periodo quale quello che viviamo in questi anni, definito come ambiguo (fog of peace), le considerazioni di carattere militare operativo, in merito alla allocazione di risorse, sono subordinate a politiche nazionali, regionali e solo alla fine a quelle dell'Alleanza.

Viene dunque da chiedersi, se è vero che il NDPP è il processo impiegato in ambito Alleanza Atlantica per pianificare le risorse e le capacità ottimali necessarie per fronteggiare le sfide emergenti ma gli Stati sono interessati in primo luogo a soddisfare i propri bisogni interni e solo in seguito a soddisfare le richieste della Alleanza, quale sia la reale efficacia del processo messo in piedi.

La domanda non è banale, non me la sono posta io, sia ben chiaro, ma è una domanda che si pongono tutti gli studiosi americani di Grand Strategy.
Ricordiamo che gli impegni in ambito Alleanza sono presi dai capi di Stato o di Governo dei paesi Alleati e non dall'ultimo venuto. 
Nel 2014, per esempio, i Paesi dell'Alleanza si sono impegnati ad incrementare le spese per la Difesa portandole almeno al 2% del PIL entro il 2024. Se è vero che un aumento della spesa nazionale nella Difesa non è detto che conduca ad una crescita capacitiva allineata a quanto deciso in ambito NDPP, è però vero che il continuo decremento del budget nazionale degli ultimi anni compromettere seriamente la possibilità di raggiungere gli obiettivi fissati.

Senza alcuna presunzione di esaustività, proviamo a capire qualcosa di più sul NDPP.

Il NDPP è un processo organizzato su cinque passi, che copre un periodo di tempo di quattro anni.

Il primo passo consiste nello stabilire la guida politica del processo (Political Guidance). Si esplicita in un documento, revisionato ogni quattro anni a cura del Defence Policy and Planning Committee Reinforced - DPPC(R) - che stabilisce scopi e obiettivi generali che devono essere raggiunti dall'Alleanza nei quattro anni successivi. E' redatto a partire da documenti di policy di livello superiore (Strategic Concept) ed ha un livello di dettaglio sufficiente affinché i pianificatori possano determinare chiaramente le capacità necessarie. Al suo interno deve essere riportato il "Level of Ambition" dell'Alleanza, le capacità richieste in termini qualitativi e una indicazione dei tempi e priorità per la realizzazione. 

Il secondo passo consiste nel determinare i requisiti capacitivi (Determine requirements) necessari per assolvere agli scopi e obiettivi indicati nella guida politica. Ad identificare la lista dei requisiti (Minimum Capability Requirements) sono i due Comandi Strategici: Allied Command Operations (ACO) e Allied Command Transformation (ACT).
 
Il terzo passo consiste nel suddividere i requisiti capacitivi individuati tra gli alleati (Apportion requirements and set targets), tramite assegnazione individuale o per gruppi di Stati. I Comandi Strategici, sotto la guida di ACT, e aiutati dal NATO International Staff preparano un pacchetto di capacità da assegnare per lo sviluppo ad ogni alleato, con associate priorità e tempi. Per fare ciò si applica il principio del "fair burden sharing" (2). Una volta che il Ministro della difesa del paese assegnatario accetta di sviluppare il pacchetto capacitivo assegnatogli in ambito Alleanza, questo viene inserito nel processo di pianificazione nazionale.

Il quarto passo consiste nel facilitare la realizzazione del piano di sviluppo capacitivo (Facilitate implementation) complessivo e delle nazioni. Questo passo è trasversale a tutti gli altri e non sequenziale come gli altri. 

Il quinto passo consiste nel revisionare il processo (Review results), a partire dall'esame del livello di raggiungimento degli obiettivi politici iniziali, del livello di ambizione della NATO e delle capacità militari allo scopo di offrire un utile feedback per il ciclo NDPP successivo. Il responsabile della revisione è il Defense Planning Capability Review a guida NATO International Staff.

E' chiaro che il NATO Defense Planning Process è complesso e richiede impegno costante da parte di tutte le nazioni alleate, la NATO infatti si basa su capacità e forze rese disponibili di volta in volta dalle nazioni alleate e non come qualcuno pensa su forze della NATO (spesso letto come USA!).

Se è vero, come discusso dall'amico Jordan Becker, che gli Stati sono più propensi a soddisfare esigenze nazionali, poi regionali e solo dopo dell'Alleanza, allora il rischio è che l'Alleanza prima o poi si trovi nell'incapacità di affrontare le sfide per le quali è stata creata ed ancora esiste.

Allora bisogna fare attenzione a ciò che si dice quando si parla.

Le osservazioni critiche del Presidente americano Trump che bacchetta gli Alleati per non aver mantenuto l'impegno del 2%, come le risposte stizzite dei partners europei verso una Alleanza incapace di adattarsi alle nuove esigenze non servono a niente, o probabilmente sono controproducenti, meglio è allora lasciar parlare la diplomazia, più usa a cercare il compromesso! 

Una Alleanza rispecchia infatti i rapporti di forza esistenti tra elementi di un dato ambiente internazionale, non è certo uno strumento magico per la risoluzione di problemi che esistono da sempre.


Alessandro Rugolo.  


Per approfondire:

1. Jordan Becker & Robert Bell (2020): Defense planning in the fog of peace: the transatlantic currency conversion conundrum, European Security, DOI: 10.1080/096628 39.2020.1716337 al link https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/09662839.2020.1716337;

2. Con "burden sharing" si intende la distribuzione dei costi e dei rischi tra i membri di un gruppo nel processo di raggiungere un obiettivo. Foster & Cimbala, The US, NATO and military burden sharing, 2005. 

- https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_49202.htm;

- https://foreignpolicy.com/2009/04/08/what-is-grand-strategy-and-why-do-we-need-it/;

- https://www.nato.int/cps/en/natohq/events_112136.htm;

Nessun commento:

Posta un commento