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domenica 8 giugno 2008

Platone: Fedone - Socrate e la Terra...

Fedone - Socrate, Simmia e la Terra vista dall'alto, così recita il titolo di un mio precedente intervento, legato alla lettura del libro "Il mulino di Amleto". Allora dissi che sarei tornato sull'argomento quando avessi letto il testo originale di Platone, Fedone, ebbene, ora l'ho fatto e dunque come promesso, eccomi qua!

Di cosa ci parlerai? Direte voi pazienti lettori...
Di cosa potrei parlarvi se non di conoscenze andate perdute e che di tanto in tanto riemergono in passi oscuri e, talvolta, non capiti o male interpretati?
O, più modestamente, della mia personale interpretazione di un testo letto e riletto purtroppo non nella lingua originale ma in italiano...
La premessa è per dire, "Non vi fidate di me e delle mie parole perché potrei sbagliare, visto che so veramente poco, ma in compenso, sono molto confuso!"

E' dunque arrivato il momento di dichiarare l'oggetto del contendere...

Cos'è il Tartaro di cui Omero e altri antichi Poeti ci hanno parlato?

Per Socrate e Platone la Terra è cava...
"all'interno di essa, ci sono tutto intorno, in relazione alle sue cavità, molte regioni, alcune più profonde e più aperte di quella in cui abitiamo noi, altre più profonde ma che hanno apertura minore di questa nostra, e ce ne sono di quelle che hanno minore profondità della regione di qui, ma più aperte. Ora, sotto terra, tutte queste regioni, dicono, sono perforate in molti punti da condotti, dove più stretti dove più larghi, che portano dall'una all'altra, ed hanno quindi vie di comunicazione per dove scorre molta acqua da una regione all'altra come in grandi vasi; e sotto terra ci sono smisurate masse di fiumi perenni di acque calde e fredde; e gran quantità di fuoco e grandi fiumi di fuoco, e molti fiumi di fango liquido, ora più puro ora più melmoso, come in Sicilia quei fiumi di fango che scorrono davanti la lava e la lava stessa; e di questi fiumi invero si riempie anche ogni regione secondo che in ciascuna regione venga a trovarsi ogni volta la corrente."

Se si legge con attenzione e si tiene presente ciò che Platone ci ha già detto in altri testi, il Timeo per esempio, si capisce subito che dove si parla di fiumi d'acqua si intende più genericamente fiumi di sostanze liquide e in particolare della lava. Platone ci sta dunque descrivendo l'interno della terra come solo oggi noi sappiamo com'è...
Ma come è possibile?
Da dove arrivavano le conoscenze dell'interno della Terra?

Ma non è finita...
"E tutte queste acque, si dice, le mette in movimento, una specie di oscillazione che è nella terra. Ora, questa oscillazione si verifica a causa di una condizione naturale che è la seguente. Tra le voragini della terra ce n'è una che oltre ad essere la più grande, anche attraversa la terra da una parte all'altra tutta quanta, ed è quella voragine di cui ha parlato Omero, quando dice:

''ben lontano, là dove profondissimo sotto terra un baratro s'apre''

e che anche altrove Omero e molti altri hanno chiamato Tartaro. Giacché in questa voragine confluiscono tutti i fiumi e anche da questa di nuovo si riversano fuori. E ciascuno di essi diviene tal quale è la terra in cui si trova a scorrere. Ora la causa del riversarsi fuori da lì e anche del confluire di tutte le correnti è il fatto che questa massa liquida non trova né fondo né base; e quindi oscilla e fluttua su è giù, e l'aria e il vento intorno fanno lo stesso; perché vi si accompagnano sia quando essa si dirige verso quelle regioni là della terra sia quando si dirige verso queste qui, e, come chi respira il fiato viene espirato e inspirato fluendo continuamente, così anche là il soffio, sollevato insieme con la massa liquida, produce venti terribili e irresistibili entrando e uscendo. Quando dunque l'acqua si ritira verso la regione che, come sai, è chiamata inferiore, si riversa attraverso la terra in quelle regioni lungo le correnti che sono là e le riempie come quando si irriga; e quando, invece, recede di là e muove verso questa parte, riempie di nuovo le correnti di qui, e queste, riempite, scorrono attraverso i condotti e attraverso la terra..."

Movimenti del nucleo terreste... oscillazioni...


Ecco dunque anche la spiegazione delle eruzioni vulcaniche...


E ripeto la domanda... da dove gli arrivavano queste conoscenze?


Chissà... in ogni caso continuando a leggere le opere di Platone conto di trovare qualcosa e se così sarà vi farò sapere...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 1 marzo 2008

Fedone - Socrate, Simmia e la terra vista dallo spazio


Mentre leggo un libro, "Il mulino di Amleto", mi imbatto in una frase, ripresa dal Fedone, che mi lascia perplesso e contribuisce a rafforzare le mie convinzioni... soprattutto perché detta in un momento particolare... in punto di morte... Ma leggiamo assieme...

Socrate: "Dunque, o Simmia, se anche dire una favola é bello, val bene la pena che tu ascolti come siano le cose sopra la terra subito al di sotto del cielo"
Simmia: "Ma certo, noi avremo gran piacere ad ascoltare questa favola, o Socrate"
Socrate: "Anzitutto dunque, o amico, dicono questo che la vera terra, chi la guardi dall'alto, ha l'aspetto delle nostre palle di cuoio a dodici pezzi, iridescente, e come intarsiata di diversi colori; e di codesti colori perfino quelli che adoperano i pittori qui da noi sono immagini appena...

Il racconto continua e credo che al più presto mi procurerò una copia del Fedone per leggerlo per intero ma, per ora, ciò che a me interessa è capire chi sono questi che dicono che la terra guardata dall'alto ha l'aspetto di una palla iridescente? Ricordiamo infatti che Socrate visse tra il 470 e il 389 a.C., ben prima che la tecnologia ci permettesse di osservare la terra dall'alto...
Ma è vero ciò che ho appena detto?
Forse è meglio riformulare la frase...
Ben prima che, per quanto ne sappiamo oggi, la tecnologia ci permettesse di osservare la terra dall'alto... se non teniamo conto delle testimonianze di Socrate, dell'apocalisse di Giovanni e così via... ecco, ora è meglio!
Ma perché siamo così poco inclini a credere nella possibilità che sulla terra, prima di noi ci siano state altre civiltà, magari evolute? Molti testi antichi "rivelano" la discesa degli dei sulla terra, ne parlano come di esseri provenienti dalla via lattea... esseri evoluti che hanno portato spesso la civiltà...
Oggi alcune civiltà del mondo affermano che gli extra terrestri esistono... fono forse tornati quegli antichi dei?
Domande senza risposta...
Ma cosa accadrà quando, un giorno non più troppo lontano, l'Uomo, nel corso della sua esplorazione dello spazio, dovesse incontrare una civiltà primitiva e magari contribuire al suo sviluppo?
Come sarebbe visto l'Uomo... se non come un dio?!?
E così, forse, la storia si ripeterà!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO