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sabato 5 marzo 2011

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche e la potenza del suono

Cari amici,
proseguendo nella lettura del testo di Giuseppe Flavio mi sono imbattuto in un punto molto interessante.
Nel libro V,I,5 si parla della caduta di Gerico, e Giuseppe ci descrive come andarono le cose secondo i testi sacri:
"Aggirarono la città guidati dall'Arca e dai sacerdoti che col suono dei corni incitavano le truppe all'azione. Compiuto il settimo giro si fermarono un poco: le mura caddero giù senza che gli Ebrei facessero uso di alcuna macchina o altro ordigno del genere..."

La cosa più semplice e più immediata è quella di considerare questo passo alla stregua della fantasia... eppure, se non fosse così?
Nelle religioni orientali il suono è considerato molto potente ed alla stregua di un'arma.
Chi ha studiato fisica conosce bene il fenomeno per cui se si agisce su un corpo con dei colpi alla frequenza di risonanza del corpo, i colpi vengono amplificati fino a poter causare, potenzialmente, la distruzione del corpo stesso.
Nikola Tesla asseriva di poter creare i terremoti e anche distruggere il pianeta facendolo risonare.
In teoria ciò é possibile e sempre in teoria anche il suono è un'onda di pressione, dotato di frequenza... ciò significa che se si usa un suono è possibile, in teoria, distruggere un muro o qualunque altro corpo, se si usa la giusta frequenza.
Fantasie?!?

Credo proprio di no... solo scienza!

lunedì 28 febbraio 2011

Giuseppe Flavio: Antichità Giudaiche

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche
La ricerca storica alcune volte è favorita dalla curiosità... in pratica la curiosità è talvolta la molla che spinge il lettore verso un libro di storia, così gli scrittori antichi guarnivano le loro opere storiche con curiosità di tutti i tipi proprio per attirare i lettori.
Uno storico dei nostri giorni forse non approverebbe questo comportamento ma, si potrebbe dire, il fine giustifica i mezzi!
Ho appena iniziato la lettura di una opera fantastica, Antichità Giudaiche, di Giuseppe Flavio...
Ma prima di andare avanti occorre spendere qualche riga su questo autore antico.
Giuseppe Flavio visse ed operò tra il 37 e il 100 d.C. circa. Appartenente ad una famiglia sacerdotale tra le più importanti di Gerusalemme, in qualche modo legato alla casa reale, le sue opere più importanti sono:
- Guerra Giudaica;
- Antichità Giudaiche;
- Vita (Autobiografia);
- Contro Apione.
Tra il 56 e il 59 frequenta le tre principali scuole religiose, quella dei Farisei, dei Sadducei e degli Esseni, preferendo quest'ultima. Nel 64 si reca a Roma in qualità di ambasciatore. Nel 66 lo troviamo come Governatore della Galilea dove scenderà in lotta contro i Romani. Nell'anno successivo si arrende ai Romani e viene condotto prigioniero da Vespasiano, Giuseppe deve forse a questo incontro sfortunato la sua fortuna successiva. Interrogato infatti da Vespasiano gli predice il suo futuro da Imperatore. Qualche anno dopo, nel 69, Vespasiano diviene effettivamente Imperatore e non si dimenticherà di colui che glielo predisse. Giuseppe acquista la semi-libertà. Diviene amico di Tito, figlio dell'Imperatore. nel 70 si trova a Gerusalemme, ma si trova questa volta dalla parte dei Romani, Gerusalemme viene conquistata e il Tempio distrutto.
Tra il 75 e il 79 pubblica la Guerra Giudaica. Qualche anno dopo, nel 94 e 95, pubblica le Antichità Giudaiche ed è qui che mi fermo.
Questo testo è un testo storico, in venti libri, che parte dalla creazione del mondo fino alla casa regnante di Adiabene. Sembra quasi di leggere la Bibbia, anche se condita con particolari quali il significato di termini della lingua ebraica, cenni di geografia, storia antica, usi e costumi del suo popolo: d'altra parte Giuseppe scrive soprattutto per far si che i greci e i Romani possano conoscere e apprezzare il suo popolo.
Un esempio per tutti:
Libro I, 33 "Nel settimo giorno Dio alzò le sue mani dall'opera riposandosi; per questo motivo anche noi sospendiamo le nostre fatiche in questo giorno e lo chiamiamo Sabato, parola che nella lingua ebraica significa 'quiete'... "
Ecco così spiegato il perché il Sabato (per noi la Domenica), il settimo giorno della settimana, ci si ferma dal lavoro!

Ora vi lascio ma credo proprio che Giuseppe Flavio ci terrà compagnia per un bel pezzo!