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giovedì 10 marzo 2011

Giuseppe Flavio: Davide e la pestilenza...

La lettura di Antichità Giudaiche fa pensare a quanto differente fosse la religione Ebraica da quella Cristiana...
Dio è forse lo stesso, ma è visto in modo totalmente diverso.
Volete un esempio? 
Eccovi un brano tratto dal libro VII delle Antichità che potrebbe essere intitolato sarcasticamente "Dio è caritatevole e ci perdona"...

Davide aveva commesso un grave peccato, ordinando un censimento (senza rispettare le regole imposte per questa azione) al che:
"I profeti informarono Davide che Dio era in collera con lui; ed egli si volse a supplicare e a domandarGli di avere misericordia e perdonargli il suo peccato. Allora Dio gli inviò il profeta Gad a offrirgli di scegliere fra tre alternative, quella che giudicava migliore: poteva scegliere tra l'avvento di una carestia su tutta la regione per sette anni; o tre mesi di guerra contro i suoi nemici e subire una disfatta; o un morbo che colpisse gli Ebrei per tre giorni."

Ecco dunque che la misericordia di Dio scese sul popolo di Davide... Dio infatti "mandò agli Ebrei morbo e pestilenza; essi morivano, ma non tutti nella stessa maniera, sicché la malattia si potesse facilmente individuare; ma mentre dilagava un unico male, innumerevoli erano le cause..."

Ecco come viene rappresentato Dio... non voglio certo dire che fosse giusto o sbagliato, forse era semplicemente il modo adatto a quei tempi antichi!

sabato 5 marzo 2011

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche e la potenza del suono

Cari amici,
proseguendo nella lettura del testo di Giuseppe Flavio mi sono imbattuto in un punto molto interessante.
Nel libro V,I,5 si parla della caduta di Gerico, e Giuseppe ci descrive come andarono le cose secondo i testi sacri:
"Aggirarono la città guidati dall'Arca e dai sacerdoti che col suono dei corni incitavano le truppe all'azione. Compiuto il settimo giro si fermarono un poco: le mura caddero giù senza che gli Ebrei facessero uso di alcuna macchina o altro ordigno del genere..."

La cosa più semplice e più immediata è quella di considerare questo passo alla stregua della fantasia... eppure, se non fosse così?
Nelle religioni orientali il suono è considerato molto potente ed alla stregua di un'arma.
Chi ha studiato fisica conosce bene il fenomeno per cui se si agisce su un corpo con dei colpi alla frequenza di risonanza del corpo, i colpi vengono amplificati fino a poter causare, potenzialmente, la distruzione del corpo stesso.
Nikola Tesla asseriva di poter creare i terremoti e anche distruggere il pianeta facendolo risonare.
In teoria ciò é possibile e sempre in teoria anche il suono è un'onda di pressione, dotato di frequenza... ciò significa che se si usa un suono è possibile, in teoria, distruggere un muro o qualunque altro corpo, se si usa la giusta frequenza.
Fantasie?!?

Credo proprio di no... solo scienza!

martedì 1 marzo 2011

Giuseppe Flavio: il significato di Adamo ed Eva, il Diluvio e la lunghezza della vita

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche
Cari amici,
oggi voglio condividere con voi un'altra piccola parte dell'opera di Giuseppe Flavio: Antichità Giudaiche.
Qualche giorno fa abbiamo visto la sua vita e il significato del Sabato Ebraico, Oggi vi riporto un'altro brano, tratto sempre dal Libro I, in cui parla di Adamo...

I, 34 "Dio formò l'uomo prendendo della polvere dalla terra e immise in esso spirito e psiche. Quest'uomo lo chiamò Adamo che nella lingua ebraica significa 'rosso', perché venne impastato con terra rossa; tale appunto è la terra vergine e pura..."

Giuseppe ci informa che la prima donna venne chiamata 'Essa' che in ebraico significa 'donna' e 'Eva' che significa 'madre di tutti i viventi'.
Vi è un cenno anche al Paradiso, che viene individuato ad Oriente, chiuso tra quattro fiumi: il Feison (ovvero il Gange), il Foras (l'Eufrate), il Diglat (Tigri) e il Gheon (Nilo) ovvero ciò che spunta per noi dall'altro mondo!

E' veramente interessante scoprire, pagina dopo pagina il significato di tanti termini secondo la tradizione Ebraica.
Secondo Giuseppe Adamo aveva previsto che il futuro avrebbe visto la terra e l'umanità colpite da due immense catastrofi, una ad opera dell'acqua ed un'altra ad opera del fuoco. Allo scopo di preservare la conoscenza vennero dunque costruite due stele, una in mattoni ed una in pietra, su queste stele vennero scolpite le scoperte dell'uomo.
Chissà se esistono ancora...
Adamo ebbe numerosi figli, uno di questi si chiamava Seth. Per sette generazioni i figli di Seth rispettarono Dio e le leggi, poi cambiarono e divennero cattivi. Molti angeli di Dio si unirono a donne e generarono figli orgogliosi, disprezzanti ogni virtù, pieni di fiducia nella propria potenza; le stesse cose che i greci attribuiscono ai giganti sono da Giuseppe attribuite a questi "angeli di Dio".

Così Dio decise di annientarli per mezzo del diluvio che secondo Giuseppe è ben identificato nel tempo:

I,III,74 "Dal tempo nel quale ebbe luogo la creazione del primo uomo Adamo (al diluvio) erano passati 2262 anni: la data è ricordata molto accuratamente nei libri sacri..."

2262 dal primo uomo...

" ...a seguito del Diluvio il genere umano fu annientato e Dio si prese cura anche di "accorciare" gli anni della vita umana, riducendola dai tanti che vivevano prima, a soli 120 anni". La vita prima del diluvio era infatti circa di mille anni.

Curiosa indicazione, che viene ripresa poco oltre, al libro II, VII,6 [187], mentre racconta la storia di Giacobbe alla corte del Faraone.
"Quando Giacobbe fu in presenza del re lo salutò e gli presentò le felicitazioni per il suo regno; Faraothe lo interrogò da quanto tempo viveva, ed egli rispose che aveva 130 anni: il re si meravigliò di quell'età così avanzata; al che Giacobbe aggiunse che i suoi anni erano inferiori a quelli dei suoi antenati".

Per oggi é tutto...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 

lunedì 28 febbraio 2011

Giuseppe Flavio: Antichità Giudaiche

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche
La ricerca storica alcune volte è favorita dalla curiosità... in pratica la curiosità è talvolta la molla che spinge il lettore verso un libro di storia, così gli scrittori antichi guarnivano le loro opere storiche con curiosità di tutti i tipi proprio per attirare i lettori.
Uno storico dei nostri giorni forse non approverebbe questo comportamento ma, si potrebbe dire, il fine giustifica i mezzi!
Ho appena iniziato la lettura di una opera fantastica, Antichità Giudaiche, di Giuseppe Flavio...
Ma prima di andare avanti occorre spendere qualche riga su questo autore antico.
Giuseppe Flavio visse ed operò tra il 37 e il 100 d.C. circa. Appartenente ad una famiglia sacerdotale tra le più importanti di Gerusalemme, in qualche modo legato alla casa reale, le sue opere più importanti sono:
- Guerra Giudaica;
- Antichità Giudaiche;
- Vita (Autobiografia);
- Contro Apione.
Tra il 56 e il 59 frequenta le tre principali scuole religiose, quella dei Farisei, dei Sadducei e degli Esseni, preferendo quest'ultima. Nel 64 si reca a Roma in qualità di ambasciatore. Nel 66 lo troviamo come Governatore della Galilea dove scenderà in lotta contro i Romani. Nell'anno successivo si arrende ai Romani e viene condotto prigioniero da Vespasiano, Giuseppe deve forse a questo incontro sfortunato la sua fortuna successiva. Interrogato infatti da Vespasiano gli predice il suo futuro da Imperatore. Qualche anno dopo, nel 69, Vespasiano diviene effettivamente Imperatore e non si dimenticherà di colui che glielo predisse. Giuseppe acquista la semi-libertà. Diviene amico di Tito, figlio dell'Imperatore. nel 70 si trova a Gerusalemme, ma si trova questa volta dalla parte dei Romani, Gerusalemme viene conquistata e il Tempio distrutto.
Tra il 75 e il 79 pubblica la Guerra Giudaica. Qualche anno dopo, nel 94 e 95, pubblica le Antichità Giudaiche ed è qui che mi fermo.
Questo testo è un testo storico, in venti libri, che parte dalla creazione del mondo fino alla casa regnante di Adiabene. Sembra quasi di leggere la Bibbia, anche se condita con particolari quali il significato di termini della lingua ebraica, cenni di geografia, storia antica, usi e costumi del suo popolo: d'altra parte Giuseppe scrive soprattutto per far si che i greci e i Romani possano conoscere e apprezzare il suo popolo.
Un esempio per tutti:
Libro I, 33 "Nel settimo giorno Dio alzò le sue mani dall'opera riposandosi; per questo motivo anche noi sospendiamo le nostre fatiche in questo giorno e lo chiamiamo Sabato, parola che nella lingua ebraica significa 'quiete'... "
Ecco così spiegato il perché il Sabato (per noi la Domenica), il settimo giorno della settimana, ci si ferma dal lavoro!

Ora vi lascio ma credo proprio che Giuseppe Flavio ci terrà compagnia per un bel pezzo!