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sabato 9 febbraio 2008

Padova di notte...

Padova, città millenaria...
Le rive del Medoacus
ti diedero i natali,
33 secoli di arte e di storia!














Padova, città possente,
di mura fortificate
e palazzi e chiese,
e piazze magnifiche...


















Padova, meta di pellegrini
a Sant'Antonio,
custode di Sacre reliquie
incorniciate tra cieli stellati...





















Padova, splendida perla dorata
da Giotto affrescata
per il potente Scrovegni,
signore d'altri tempi...











Padova, e i suoi scorci notturni...





















Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO




sabato 2 febbraio 2008

Analisi di una nazione che invecchia


Oggi iniziamo a parlare dell'Italia, dell'Italia che invecchia, in particolare.



Credo che non vi sia bisogno di dimostrare che l'Italia è vecchia, è possibile vederlo in ogni istante ed in qualunque aspetto della società.


L'immagine a lato, elaborata sulla base dei dati dell'ISTAT del 2005, è tratta da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Demografia_dell) e ci permette di capire la distribuzione per età della popolazione. In celeste i maschi, in rosa le donne!
Ciò che salta subito all'occhio è il fatto che circa 14.000.000 di italiani hanno più di 60 anni d'età... quasi un quarto della popolazione!
Ma semplicemente guardando il grafico è difficile capire qualcosa, allora proviamo a fare delle considerazioni.


Cerchiamo di capire, per esempio, quale parte della popolazione è produttiva.

Secondo l'ISTAT il numero di occupati nel 2007 è risultato pari a 22.846.000 unità, con una crescita su base annua dello 0,4 % e con una percentuale di disoccupazione nazionale del 6,4% e apparentemente in discesa. Ma se è così, perchè tutti questi problemi in Italia?



Andiamo avanti con le nostre considerazioni... per esempio, vediamo quanti sono i frequentatori di cittadinanza italiana iscritti in una facoltà universitaria nell'anno accademico 2007-2008... i dati sono tratti dal sito del Ministero (http://anagrafe.miur.it/php4/home.php) ed è possibile vedere che 1.048.022 sono di cittadinanza italiana.
Vediamo ora come sono distribuiti per fasce d'età...
Si può vedere benissimo come, anche in questo caso, la popolazione degli studenti universitari sia vecchia... circa 450.000 studenti hanno più di 23 anni!
Per contro, nello scorso anno accademico si sono laureati solo 73.000 studenti, che su una popolazione di più di un milione corrisponde a meno del dieci per cento...
Ma tutto ciò cosa significa?
Andiamo avanti con le nostre considerazioni...
L'Università italiana ha circa 62.000 tra Professori Ordinari, Associati e Ricercatori (dati al 31 dicembre 2006, tratti dal sito ufficiale del MUR, all'indirizzo http://statistica.miur.it/scripts/visione_docenti), possiamo anche vediamo la distribuzione per anno di nascita e possiamo fare un calcolo veloce da cui vediamo che circa 30.000 hanno meno di cinquanta anni, meno della metà! Ma la cosa che colpisce maggiormente è che circa 20.000 hanno tra i 60 e gli 80 anni... un terzo della popolazione in argomento potremo considerarla anziana e vecchia!
Bene, è chiaro a tutti che queste poche righe non sono e non vogliono essere esaustive, ma credo che meritino considerazione.
Ma se prendiamo per buona la tesi che la popolazione italiana è vecchia, dobbiamo cercare di capire gli effetti che tutto ciò ha sulla società e sull'economia italiana... ma tutto ciò lo vedremo un'altra volta.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
 

martedì 29 gennaio 2008

Tutto scorre…niente cambia

Quando ero bambino, correndo per strada mi guardavo intorno e pensavo:
“quando sarò grande cambierò il mondo…
perché così non mi piace!”

Ora che sono grande, prendo un caffè al bar e penso:
“è inutile, non riuscirò mai a cambiare il mondo,
anche se così com’è non mi piace…”

Quando sarò vecchio,
seduto in riva al fiume a guardare lo scorrere dell’acqua,
sempre uguale da milioni di anni, penserò:
“quanto vorrei tornar bambino…
per illudermi di poter cambiare il mondo,
anche se so che è impossibile!”

E così sarà per mio figlio…

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 28 gennaio 2008

Talento e motivazione

Mi é capitato di recente di discutere con una maestra di scuola elementare la quale mi disse, a proposito di una ragazzina di otto anni di nome Alessia non proprio eccellente in educazione fisica, di voler far frequentare a quest’ultima delle ore di ergoterapia. Certo ergoterapia, quella tecnica grazie alla quale il miglioramento della coordinazione e delle capacità psicomotorie ti aiutano a comprendere le equazioni di primo grado, ad effettuare correttamente l’analisi grammaticale, di conoscere il nome degli stati componenti il continente europeo e sapere che l’ultimo sovrano dell’impero romano d’occidente fu Romolo Augustolo. Non mi risulta che Albert Einstein fosse un campione di ginnastica artistica alla Juri Chechi e se consideriamo che Steven Hawking, il più grande astrofisico vivente, é inchiodato ad una sedia rotelle da un grave male dovendo comunicare con il mondo circostante tramite un computer, qualche speranza per la piccola Alessia allora c’é. Ve lo ricordate Maradona? Disertava gli allenamenti dandosi spesso e volentieri alla vita mondana, eppure con il pallone faceva ciò che voleva. Il prodigio di qualche ergo terapeuta argentino? Esiste un approccio di spiegazione da parte di quella categoria di professionisti chiamati coach e trainer, che si occupano quotidianamente di sviluppare le nostre qualità mediante una formula matematica : capacità = talento x tempo x motivazione. Il talento é innato, un qualche cosa che madre natura ci ha regalato, come il palleggiare di Diego Armando Maradona o il comporre di Wolfgang Amadeus Mozart. Ma il talento deve essere coltivato, allenato, bisogna dedicargli del tempo. Ma come investire in un qualche cosa nel quale non credo ? Ed ecco il terzo fattore, la motivazione.
Ricapitoliamo, Maradona aveva l’innata capacità di giostrare con la palla così come Beethoven di capire la musica. Il tempo dedicato ad incrementare i propri talenti sopportato dalla voglia di farlo può portare all’apice nel proprio settore. La mancanza di talento innato non può però venir compensata da ore e ore di esercizi, quindi piccola Alessia, forse non diventerai una Nadia Comaneci ma sicuramente la natura ti ha dato una capacità non ancora identificata dalla tua cara maestra. Investiamo il nostro tempo là dove saremo in grado di massimizzare i nostri risultati e talenti e par far ciò, come diceva Socrate, iniziamo con il conoscere noi stessi.

Patrick Galimberti
Trainer e coach

domenica 27 gennaio 2008

Tito Lucrezio Caro e il Mondo

Lucrezio (98-54 a.C.) nel suo De rerum natura, ci parla tra l'altro, del mondo.
E' il "Liber quintus" quello che tratta del mondo.
Lucrezio afferma che tutto ha fine infatti a nessuna cosa del mondo è "dato violare la legge del tempo".
Tra queste cose, Lucrezio pone anche l'anima umana, la quale "composta di nessi corporei, nata col corpo, ne dunque può a lungo vivere intatta."
E' la ragione che lo porta a pensare che che il mondo è mortale, che gli atomi hanno prodotto il cielo e la terra e gli esseri viventi e il genere umano...
Lucrezio ci racconta "quale sia di natura la forza che muove e dirige il corso del sole e l'orbe lunare, perché non si creda che gli astri fra il cielo e la terra percorrano liberi sempre quel giro, docili questi e disposti ad accrescere messi e animali o si muovano per certi divini decreti".
E poi dice che così come gli esseri nascono, un giorno spariranno...
Infatti "cosa nuova davvero e stupenda sarà la rovina futura della terra e del cielo e del mare per chi resta a vederla. So bene quanto difficile é dimostrarla coi detti; e così é se ti portano all''orecchio cose incredibili [..] forse in breve vedrai per moti terrestri il tutto squassarsi e perire."
Perché ci parla di cosa incredibili a credersi?
Forse si tratta dei racconti delle catastrofi antiche?
Lucrezio ci dice che il suo mondo, inteso come la sua civiltà, è giovane infatti "alcune arti si vengono ancora formando e affinando; nuovi mezzi si apportano ancora ai navigli, inventarono i musici or ora nuove armonie e fu ancora da poco scoperta del mondo la natura e la legge, ed io stesso l'ho scoperta da poco, primo tra i primi..."
Ma subito dopo chiarisce che tutto ciò che esiste al mondo è già esistito in passato e che poi è andato distrutto... "Ogni cosa che vedi stare al mondo puoi ritenerla esistita già prima. Ma come una parte degli uomini andò liquefatta nelle fulgide spire del fuoco improvviso e antiche città ricordiamo nei grandi tormenti del mondo crollate e fiumi cresciuti da piogge lunghissime e campi e paesi affondati: similmente la rovina futura del cielo e della terra."
Dunque, così come fino ad allora il mondo fu distrutto varie volte, dal fuoco e dall'acqua, così di nuovo accadrà in futuro...
Così ci dice Lucrezio...
Ma perché? Vediamo cosa altro ci dice...
"La natura del mondo in cui siamo non é tutto materia compatta: nel mondo c'é il vuoto, e tuttavia non è come il vuoto; né mancano corpi che possano dall'infinito con violento impeto irrompere contro la terra e sprofondarla. Non manca certo lo spazio che rotolanti disciolte riceva le mura del mondo colpito dall'urto di forza invincibile: non é chiusa alla terra la porta della fine."
Corpi che arrivano dall'infinito e che con violento impeto colpiscono la terra... asteroidi...
Dunque la terra è stata colpita in passato da un asteroide e qualcuno, al tempo di Lucrezio, ne aveva ancora il ricordo...
Poco dopo infatti Lucrezio insiste sulle recenti distruzioni dell'umanità ad opera di fuoco ed acqua... "questi elementi spiranti tanto istinto guerriero di grandi cose debbon decidere: giacché il fuoco prevalse una volta, e l'acqua una volta, secondo la fama, regnò sulla terra. Infatti il fuoco prevalse e bruciò molte cose quando la forza distorta, rapace dei cavalli del sole per entro l'etere corse radendo terre distese [..] Lo stesso è dell'acqua: quando cominciano improvvisi i suoi propri elementi a raccogliersi, vince; e già seppellì molte città dei mortali; ma poi, quando la forza deviata, sorta dall'infinito, per ordine occulto scomparve, si fermaron le piogge e si abbassarono i fiumi"...
E Lucrezio, nel raccontarci queste due immani catastrofi, ci dice che furono provocate da forze provenienti dall'infinito...
Strano... o meglio, curioso...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Ravana il Re ateo, Gilgamesh e la torre di Babele

La lettura di testi antichi è spesso vista a se stante, separata dalle altre conoscenze, storiche, geografiche e scientifiche e ciò, a mio parere è sbagliato...
Oggi voglio provare a mettere assieme alcune interessanti letture di quest'ultimo anno con le mie conoscenze in campo storico e scientifico... e vediamo cosa accade!
Vorrei iniziare dai testi vedici, in particolare parlerò di Ravana, il Re ateo del SRIMAD BHAGAVATAM (di cui ho già parlato) che richiamo brevemente...
[Canto 1, Cap. 3, verso 22]
Come diciottesimo avatara il Signore apparve nella forma dell'imperatore Rama. Per compiere alcune imprese in favore degli esseri celesti, Egli mostrò poteri sovrumani dominando l'Oceano Indiano e annientando Ravana, re ateo che viveva al di là di queste acque.
La domanda é: Chi era questo "re ateo"?
Ma a questa domanda devo aggiungerne un'altra...
In che periodo ci troviamo?
Ed una terza...
Quali erano i mezzi tecnologici di cui disponevano i due "demoni" Ravana ed Hiranyakasipu?
Nelle spiegazioni del testo si dice che i due demoni atei Ravana ed Hiranyakasipu "guadagnarono grandi successi materiali per mezzo di ricerche scientifiche". Ravana, in particolare, tentò di raggiungere i pianeti celesti usando mezzi materiali... e quì entra prepotentemente in ballo la torre di Babele...
La torre, le cui tracce sono ancora visibili in ciò che resta della citta di Babilonia, doveva essere una immensa struttura simile ad uno Ziqqurat. Pare che raggiungesse l'altezza di circa 90 metri... ma quando fu costruità?
Non lo sappiamo...
Ciò che si sa con ragionevole certezza è che la Torre fu restaurata e riportata agli antichi splendori dal Re di Babilonia Nabopalassar che regnò tra il 626 e il 605 a.C. e poi da suo figlio Nabucodonosor II dal 605 al 562...
Ora, proprio in quegli anni i Babilonesi riescono a liberarsi dal giogo degli Assiri e ad annientare una potenza quale la loro... e parlo proprio di "annientare" perchè gli assiri "scompaiono" dopo essersi scontrati con i babilonesi... non se ne parla più in nessuna cronaca (almeno per quanto ho potuto vedere!).
I babilonesi, nel giro di 30 anni diventano così potenti da attaccare e conquistare tutti i popoli vicini, egizi compresi... e poi scompaiono anche loro, pare a causa della pusillanimità dei discendenti del grande Nabucodonosor II...
Ora, dopo aver raccontato in breve una cinquantina d'anni di storia antica (600 a.C e dintorni...) vorrei fare alcune considerazioni...
In primo luogo chi era Nabucodonosor II?
Beh, non si sa bene... ma in ogni caso doveva essere ben visto dai Caldei... (una parte dei popoli del Mare?) che lo appoggiarono... e si sa che i Caldei erano i depositari di conoscenze antiche...
Inoltre la restaurazione della Torre di Babele (Bab-ili, in accadico, significa "Porta del Dio" o "quartiere del Dio" e viene dalla traduzione del sumerico "ka-din-gir-ra" che ha quel significato... e non significa caos e confusione come è comunemente interpretato...), potrebbe aver portato gli autori a scoprire o riscoprire "cose" perdute da tempo... cose che potrebbero assumere significato per chi possiede le conoscenze die Caldei... ed è il caso dei nostri Re...
Ma cosa poteva essere la Torre di Babele?
Secondo lo SRIMAD BHAGAVATAM, come abbiamo visto e coloro che l'hanno interpretato, non era altro che una "scala" per raggiungere gli Dei...
Rama non permise che ciò potesse avvenire...sconfiggendo il suo nemico che si trovava oltre l'oceano Indiano, quindi potrebbe trattarsi dei costruttori della torre di Babele (che dunque sarebbero i due demoni Ravana ed Hiranyakasipu, che si trovavano oltre l'Oceano indiano e che avevano sviluppato estese conoscenze scientifiche!) Tutto ciò, a mio parere dovrebbe essere avvenuto prima del diluvio universale che per alcuni avvenne attorno al 3000 a.C. (ed io concordo) ma dopo un precedente diluvio che potrebbe essere avvenuto circa 4000 anni prima... (vedi forum "I misteri della storia" sul sito dei "turisti per caso").
Le mie "convinzioni" derivano dal fatto che se si legge l'epopea di Gilgamesh si vede che vi sono dei "resti" di conoscenze scientifiche ormai perdute (per esempio si parla di pietre che permettevano di galleggiare sull'acqua)... e Gilgamesh venne poco dopo il Diluvio!
Una "tecnologia" simile venne impiegata da Rama per distruggere i demoni... tecnologia che pare sia stata impiegata anche in precedenza dagli Dei che arrivarono dal mare sulle coste dell'America... ed erano Dei bianchi con folte barbe...
Ce ne parlano anche i testi sacri maya...
Vi sono inoltre delle forti somiglianze tra i testi vedici e l'epopea di Gilgamesh anche in merito ad altri personaggi... Hanuman era il fedele uomo-scimmia servitore di Rama, e anche Gilgamesh aveva un fedele uomo scimmia... che poi si è evoluto... ed era il suo aiutante in tutte le sue imprese!
Forse tutto ciò che ho scritto potrebbe essere sbagliato, forse si tratta di semplici fantasie... o coincidenze o cattive interpretazioni, ma io penso che si dovrebbero approfondire le somiglianze tra i diversi aspetti appena citati...
Penso che se ne potrebbero trarre molte interessanti considerazioni... e forse si potrebbe cominciare a riscrivere la storia antica!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 26 gennaio 2008

Notizie dal futuro (25 luglio 2012)

"...dopo la Guerra, questa è la prima volta che i grandi si riuniscono per discutere dei problemi ambientali...
La Terra è ormai inquinata per il 90% della sua superficie...
Il Presidente tunisino, il Re Giordano e il Principe ereditario di Cuba rappresentano i 50 milioni di abitanti del nuovo mondo e il loro futuro...
Ora è necessario affrontare i problemi della radioattività e trovare una soluzione alla degenerazione della razza umana..."

Abbiamo trasmesso "In diretta dal futuro"...
A domani, cari ascoltatori...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO