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venerdì 31 agosto 2007

L'Argentiera (Sassari)

L'Argentiera...
era una miniera... inferno in terra per l'Uomo...

ora è un paradiso...
d'acque trasparenti...

giornate rilassanti...
sotto l'ombrellone multicolore...


in una spiaggia quasi sconosciuta...
e perciò ancora bella...

incontaminata...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

giovedì 30 agosto 2007

Nebbia...

Si muoveva per la città veloce, silenziosa, strisciante e fredda, come la morte...

Le luci contribuivano non poco a render tetro il paesaggio.
Quella luminescenza verdastra che si diffondeva nell'aria avanzava con l'avanzare di quella strana nebbia...
Capitava spesso che la nebbia scendesse a valle dalle colline che circondavano il paese, eppure non era mai stata cosi...
Non so come descrivere quella strana sensazione.
Tutto sembrava impregnato di morte.
Le vie erano deserte e il silenzio quasi assoluto, rotto solo da qualche sempre più raro ululato di cani ormai selvatici...
Guardai il cielo...
non c'era la luna e le stelle, quelle poche che ancora si vedevano, erano circondate da quella foschia opaca e irreale, come fossero sul punto di spegnersi e morire anche loro.
Tutto era freddo e silenzioso, così irreale nella sua terribile realtà, così diverso dal chiasso di qualche giorno prima.
Ricordo ancora le strade affollate, il rumore delle auto in corsa, la gente che si ferma di fronte ad una vetrina.
Troppa gente - penso - che ci sarà di tanto interessante?
Ricordo di essermi avvicinato anch'io, incuriosito da tante grida di stupore...
Ricordo quel televisore sintonizzato su un telegiornale e le parole del cronista, incredibilmente cariche di preoccupazione:
"Sembra che sia nuovamente guerra, tra le grandi potenze..."
e poi più niente, il segnale era sparito!
Per un attimo il silenzio irreale della morte ci pervase.
Poi il silenzio si trasformò in consapevolezza e la consapevolezza portò con se il terrore...
Fu questione di istanti, il cielo si fece bianco, poi luminescente... accecante.
Si alzò un vento caldo che sapeva di morte, che veniva da lontano... poi da vicino... ... puzza di carni bruciate.
La gente cominciò a morire subito dopo.
La stessa sorte toccò ad animali e piante.
Erano bastati pochi giorni per sterminare sette miliardi di esseri umani, ben poca cosa, comunque, rispetto le perdite della Natura.
Poche eccezioni si muovevano lentamente per quelle lande ora deserte, in attesa del loro destino.
Ora tutto poteva ricominciare, lentamente, ancora una volta, e chissà a chi sarebbe toccata stavolta la corsa all'evoluzione...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 29 agosto 2007

Filastrocca del pendolare


Con la testa ben pettinata,
Leone di fama a caccia
percorri Pontina
guidatore in gattabuia.

A velocità di lumaca
sul viale a serpentina
rimpiangi Laurentina.

Mira l’indole torva e arcigna
l’animo allegro della mattina.

La notte sogni Ardeatina
il giorno incontri Appia Antica.

Marica Di Camillo

martedì 28 agosto 2007

"Sarò simile all'Altissimo"

Con questo articoletto vorrei riflettere sul satanismo in epoca contemporanea. A tal proposito ricostruiamo i fatti. Se si parte dall’asserzione che Dio è il creatore di tutte le cose visibili e invisibili, si pone il problema di stabilire cosa è il male. Nelle religioni di ceppo Giudaico (intendendo Israelitica, Cristiana e Islamica) il male viene raffigurato come una creatura di Dio “caduta” che tradisce la fiducia del creatore, ponendosi in contrapposizione con esso. Nel contesto cristiano, la figura in netta contrapposizione con Dio è Satana o Lucifero. La storia riportata dalla Bibbia cristiana e dagli scritti dei Padri della Chiesa, racconta che in origine Lucifero fosse l'Arcangelo più bello, più splendente e più vicino a Dio, chiamato quindi Lucifero ("portatore di luce"), che però, proprio per questa sua vicinanza, credette d'essere non solo come Dio, ma più potente dell'Onnipotente stesso ( "Sarò simile all'Altissimo", Isaia). Radunò a sé un terzo delle schiere angeliche e mosse guerra contro l'Onnipotente, che ovviamente lo vinse e lo precipitò dal Cielo insieme ai suoi angeli devoti. La loro caduta durò nove giorni, ed infine l'Inferno si spalancò sotto di loro, inghiottendoli. In quel momento il vero nome di Lucifero venne "cancellato dai Cieli" e da allora fu chiamato "Satàn" (cioè, l'"Avversario"). I meravigliosi angeli, lontani dalla luce divina mutarono in orridi demoni, e da allora il solo scopo di Satana è quello di trascinare gli uomini, nella sua dimora di disperazione per l'eternità.
La visione del cosmo di Dante nella Divina Commedia
Quindi possiamo dire che la figura di Satana accompagna la visione cosmologica della religione cristiana, per riempire quel vuoto teologico necessario a giustificare il male. La figura del maligno rientra così nella visione universale della Chiesa, la quale per esaltare l’esistenza del male finisce anche per esaltare la figura di Satana, dando così l’immagine del demonio, se pur negativa, come di una divinità capace di influenzare il mondo, creando il presupposto di una religione di tipo politeista.

Il giudizio universale di Giotto


Ma ad onor del vero, come tutti sanno, questo non fu il più famoso dei tradimenti che fu perpetrato al Dio creatore, altri figli prediletti del Signore che vivevano presso di Lui, lo tradirono e cioè Adamo ed Eva, ma il loro tradimento fu ingenuo (per così dire umano) e non superbo e Dio si limitò a dargli una vita di affanni, cacciandoli dal paradiso terrestre. In tutti i casi il male o il dolore e la fatica, in questa visione, nascono da ribellione da un atto di insubordinazione, ma se riflettiamo un attimo, cosa ce di più vivo e intenso nella crescita di una persona o di una comunità della ribellione?
Il dolore e la fatica non sono proprio aspetti del nostro essere terreni? E se Satana appare come una figura divina e ribelle non può esserci il rischio che venga eretto a simbolo di questa protesta? Non potrebbero essere questi aspetti alla base del culto di Satana nell’epoca moderna?
Giosuè Carducci (1835 - 1907) è stato un famoso poeta. Fu il primo italiano a ricevere il premio Nobel per la letteratura (1906) e per il suo impegno Risorgimentale è considerato uno dei poeti della Patria. Scrisse un non tanto famoso poema dal titolo “Inno a Satana” di cui riportiamo uno stralcio:
………..
Salute, o Satana,
O ribellione,
O forza vindice
De la ragione!
Sacri a te salgano
g l'incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
Dei sacerdoti.



In questo poema Carducci concatena la ribellione con la ragione e con Satana interpretando quest’ultimo come una divinità pagana da contrapporre ad un Geova (Dio) falso perché inventato dai sacerdoti. Questo aspetto per così dire “colto” del satanismo lo si trova anche nella figura di quello che viene considerato il fondatore del Satanismo moderno. Aleister Crowley (1875-1947), britannico, è stato un mistico, poeta, artista e un agguerrito critico della società. Crowley anche se considerato un satanista si definiva ateo e disse: «il diavolo non esiste», «non c'è altro dio che l'uomo» e che Satana è semplicemente un nome inventato dalle religioni per i loro fini. Il motto di Crowley era “Fai ciò che vuoi”, un invito a godersi la vita senza limiti, nella continua ricerca della soddisfazione personale e del piacere. L’uomo, secondo, l’occultista inglese, ha il diritto di mettersi al posto di Dio e di scegliere le leggi della sua vita.
Anche senza scomodare il satanismo, la ribellione a Dio come metafora della ribellione alla società è stata utilizzata da molti pensatori moderni e contemporanei, ad esempio Fabrizio De Andrè (1940-1999) nella famosa canzone il “blasfemo” (di cui riportiamo alcune quartine) parla di un ubriaco che viene massacrato di botte da due gendarmi per aver considerato il peccato originale (e con esso tutti i peccati) come la ribellione legittima dell’uomo contro un padrone imbroglione e dispotico.


Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c'è' il bene e c'è il male.

Quando vide che l'uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.
Ma anche per De Andrè non si tratta di ribellione a Dio ma di ribellione verso quelle persone che ne amministrano il culto

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato,

A mio giudizio sono sufficienti queste poche citazioni per dire che esiste una letteratura moderna che interpreta la ribellione a Dio come ribellione al potere temporale della Chiesa, dove Satana può diventare un “eletto” portatore di questo desiderio di rivolta, come se il satanismo diventasse una forma estrema di “protesta” dell’uomo contro il “Dio dei sacerdoti”.

Alessandro Ghinassi

lunedì 27 agosto 2007

Dammi tre parole...


"...dammi tre parole...",
Era un chiodo fisso!
Quel vecchio ritornello continuava a tornarmi in mente...
senza che riuscissi a capire perché!
Erano mesi ormai che ci convivevo...
Mentre guidavo me lo sentivo nelle orecchie...
Durante il lavoro non sentivo altro...
La notte mi sdraiavo sul letto, chiudevo gli occhi... ed eccolo li, in tutta la sua insistente stupidità...
Non poteva andare avanti così... stavo impazzendo!
Quella notte era stata più movimentata delle altre... il ritornello mi penetrava nel cervello come uno spillone da cucito... immagini sconnesse di morti ammazzati si alternavano alle note stridenti...
"... dammi tre parole...",
teste mozzate,
"... cuore...",
sangue di Giuda... ancora,
"amore...",
la pistola è nel cassetto...,
"... dammi tre parole...",
mi infilai la canna in bocca...,
"... cuore, amore...",
non sentii niente...più niente!
solo... "... dammi tre parole...",
Pazzia...
Terrore...

Morte!
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

domenica 26 agosto 2007

Affetti del peccatore a Dio per ottenere la sua Misericordia

(Sexta lira serrada).

A sa tua magestade
Sas graves culpas nostras presentamus,
Segnore piedade
Cun su coro contrittu dimandamus,
Rispett’a tantos vissios
Sunt lezeras sa piaes, e supplissios.

Si bene riflettimus
A cantu male hamus fatt’e pensadu
Mancu est su chi patimus,
Penas pius graves hamus meritadu,
Est pius grave s’offesa
De sa chi tolleramus ricumpensa.

Abborrimus sa pena
Chi nos affliggit pro tantu peccare:
Ma sa dura cadena
Non resolvimus ancora truncare,
Pertinazzia tremenda
Chi nos minattat una morte horrenda.

Sa fiacca humanidade
Cun sos flagellos suos si cunsumit,
Però sa iniquidade
Cambiare, o abbandonare non presumit.
Su collu est inflessibile
Sende sa mente in tortura terribile.

Custa povera vida
Suspirat in dolore, e affissione,
Ma no incontrat bessida
Pro s’amendare in s’operassione,
Si ispettas, no emendamus
Si ti vengas, in grassia non torramus.

Cando semus correttos
Cunfessamus su male ch’amus fattu,
Ma sos bonos effettos
Nos durant solamente pro cudd’attu,
Su flagellu zessadu
Cun sa pena su piantu est olvidadu.

Si minattas gastigos
Promittimus emenda, e penitenzia :
Ma che sos falsos amigos
Solu pro su timore e apparenza,
Si suspendes s’ispada
Ogni promissa nostra est accabbada.

Si sa tua giustissia
Cun azzottas nos garrigat sa manu
Perdonu a sa malissia
Clamamus dai su thronu soberanu,
Però a pustis rebellos
Provocamus de nou sos flagellos.

Sos reos has, Segnore,
Cunfessos e convintos declarados :
Depimus pro su errore
Andare giustamente cundannados
Si non nos das in donu
Pro sa clemenzia tua su perdonu.

Sa grassia chi pregamus
Senza meritu, o Babbu onnipotente !
Ottenner disizamus
De te chi nos criesti de su niente
Pro cuddu Fizu amadu
Chi vida, e samben pro nois hat dadu !

a cura di Salvatore Scanu
preghiera di GIOV. BATTISTA MADEDDU (Ardauli)

Un nuovo collaboratore, Salvatore Scanu

Salve a tutti, amici e lettori dell'accademia. Oggi vi presento un nuovo collaboratore, Salvatore Scanu. Appassionato di tradizioni della Sardegna, ci propone una poesia antica in lingua. Ben arrivato Salvatore. E a voi tutti... buona lettura!

I Tuttologi

sabato 25 agosto 2007

La statua del Santo


In un paesino della Sardegna, Gesico, si racconta ancora una storia a mo' di barzelletta, senza sapere se sia mai accaduta...
Così come mi è stata raccontata ve la racconto... traducendola dalla lingua Sarda affinché possa essere capita da tutti...
Un giorno il prete del paese guardava le condizioni in cui versava la statua del santo patrono... Di li a poco, il 10 agosto, ci sarebbe stata la processione e la statua cadeva a pezzi, mangiata dai tarli...
Mentre il prete si lamentava, passò un paesano che, sentitolo, gli chiese se poteva essergli d'aiuto... nel suo campo infatti si trovava una piantina di buon legno che avrebbe potuto fare alla bisogna. Il prete lo ringraziò e si fece guidare sul luogo. Il paesano lo accompagnò alla pianta di pere che sia per forma che per dimensioni pareva fatta apposta per prendere il posto del santo!
Così la piantina venne tagliata e nelle mani sapienti di un artigiano del luogo divenne la nuova statua del santo.
Il dieci agosto la statua del santo fu portata in processione per il paese.
Arrivata nel piazzale di chiesa tutti i paesani, in segno di rispetto, si tolsero il cappello, tutti ad eccezione di colui che l'aveva conosciuta come pianta di pere...
Più tardi gli amici, incuriositi dalla mancanza di rispetto gli chiesero spiegazioni.
Il paesano non si fece pregare e disse: «Candu furiada una pranta 'e pira... no est arrennescia a fai una pira in tottu sa vida sua... immoi ca est unu santu no ada fai miracullusu... »
Che significa: «Quando era una pianta di pere non è riuscita a fare una pera, ora che è santo non farà miracoli... ».
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

lunedì 20 agosto 2007

Moto Perpetuo


Ogni mattina mi unisco alla valanga di pendolari che, lavorando nella capitale ed abitando in provincia a sud di Roma, sognano di andare a lavorare senza usare l’automobile. Purtroppo, i servizi pubblici ferrotranviari in periferia sono carenti, talvolta inesistenti. Quindi l’automobile è l’unico mezzo che mi porta sul posto di lavoro da una zona residenziale non direttamente servita da mezzi pubblici. Il tempo che trascorro in auto tra le 7 e le 8 di mattina, ora più ora meno non è rilevante, mi riconcilia con il mondo in uno scenario fantastico, frutto della mia accesa fantasia: posso riflettere sulla qualità della vita, sull’ingorgo che ogni mattina rinvigorisce il senso civico che si afferma non tanto sulle radici locali che mancano ai più, quanto piuttosto per un sentimento di amore e solidarietà verso il prossimo.
Il ritorno a casa dopo il lavoro avviene scegliendo l’itinerario stradale estraendo dal bussolotto la scelta tra Ardeatina, Appia, Laurentina e Pontina. Una rete di sms, una specie di isoradio tra colleghi, avverte su eventuali interruzioni sul percorso che dovrai assolutamente escludere e talvolta ti consiglia su alternative possibili per evitare gli intoppi incontrati. La mia puntualità è solo un’evento randomico, casuale, probabilistico, una eccezione. L’eccezione del ritardo che diventa regola. Quando si crea un varco libero sulla strada, ecco che si corre senza rispetto dei limiti di velocità, solo per recuperare il ritardo accumulato nella propria vita. La mia auto, una Saxo, è perdente nella corsa alla pole-position. E’ un disiel senza ripresa e la competizione non ha storia. Però, se avessi un fuoristrada gli altri automobilisti mi rispetterebbero di più. Sarà, ma anche lui è fermo davanti a me in agguato per guadagnare soltanto 3.50 metri, la distanza lunga quanto l’auto che lo precede. Magari avessi le ali per volare, fossi un onda, potessi usare la rete digitale, il telelavoro.
Questa città mi sta dominando. Mi rassegno? No, bisogna cercare un approfondimento di analisi del tessuto urbano ed extraurbano. Comincio a studiare il trend del traffico nella giornata tipica, così da individuare gli archi temporali più favorevoli, intendo quelli con minor accumulo di ritardo. Bisogna fissare appuntamenti lontani dai normali orari di lavoro. Insomma, fuori orario. Tuttavia, tutti i servizi, specie quelli pubblici, sono disponibili negli stessi miei orari di lavoro, non ricevono il sabato, né la sera dopo le 8 pomeridiane. Per l’appuntamento dal medico, dal dentista, dall’avvocato, presso gli uffici comunali, postali, al vostro primo appuntamento d’amore, insomma in caso di eventi ad alto rischio di perdita di priorità, come fare ad essere puntuali? A che ora avviarsi per minimizzare il possibile ritardo? Quali misure adottare per prevenirlo? E se avete figli da accompagnare a scuola, ad incontri sportivi e culturali, preparatevi a farvi perdonare se non arrivate in tempo. Fuori dal normale orario degli asili nidi, quasi sempre privati, devi pagare a parte, pagare ancora. Hai diritto a strutture pubbliche solo se rientri tra i primi in graduatoria. Si sa, i senza reddito hanno priorità acquisita su tutto e sono tanti, ma proprio tanti. Se lavori hai reddito ed i permessi durante l’orario di lavoro sono limitati come le ferie. E la tua responsabilità sul lavoro si tramuta in assenze continue, ritardi sulla consegna dei risultati; il capo ti riprende perché il tuo ritardo produce il suo ritardo e ha effetto domino su tutta l’organizzazione. Tutta la struttura organizzativa rallenta per il tuo ritardo. A questo aggiungi il ritardo degli altri e l’effetto è esponenziale. La sera esco tardi dall’ufficio per recuperare il lavoro, così troverò minor traffico per tornare a casa: è una soluzione per evitare le code all’uscita? Non lo è perché anche gli altri fanno tardi per recuperare i ritardi e ci si incontra tutti insieme appassionatamente sulla strada del ritorno. Che circolo vizioso, se continuo così entrerò in depressione. No, poi mi servirà anche lo psicologo. Meglio di no, altri ritardi e accumulo di stress.
Torno alle ricerca di possibili soluzioni, alla ricerca del benessere alla guida.
Le possibilità stradali per Roma sud sono principalmente due e si chiamano Laurentina e Pontina.
Preferisco la Laurentina perché è più fresca e verdeggiante in molti tratti, anche se più lenta e disagiata dell’altra essendo a due sole corsie nei due sensi di marcia. Il manto stradale è pieno di buche e gli slalom su scooter sono lo sport preferito dei motociclisti che padroneggiano sulle auto.
L’incrocio della Laurentina con la via del mare di Pomezia è un esempio di ring tra automobilisti all’ultimo sangue. I semafori sono stati installati, ma rigorosamente sempre spenti. Forse una rotonda sul mare, ops, sulla via del mare agevolerebbe il flusso e la serenità di molte famiglie.
La Pontina appare più sicura perché è a quattro corsie per i due sensi di marcia separati da gard-rail centrale. Nessuna corsia di emergenza, però. Il limite massimo consentito di 90 km/h è una velocità che a regime mi permette di arrivare a casa in soli 15 minuti. Inoltre, la Pontina comincia dove finisce la Cristoforo Colombo che raccoglie tutte le auto per la zona EUR di Roma e accumula, così, molto più traffico della Laurentina. E quando succede un benché minimo intoppo, questo diventa collo di bottiglia. La coda si allunga e in pochi secondi il flusso si blocca. L’unica voglia che hai è andar via da questo mare di auto, se ci fosse una via di fuga e una possibilità di invertire il senso di marcia. L’attesa è lunga e quindi imbastire una conversazione al telefono migliora le tue attività sociali; la radio è un utile passatempo tra radio giornali e notizie interessanti. Dopotutto il disagio stradale non capita tutti i giorni, solo a giorni alterni. E non chiedetemi di prendere l’auto il sabato e la domenica.
Marica Di Camillo

sabato 18 agosto 2007

Porto Torres...

Porto Torres, cittadina in provincia di Sassari, merita sicuramente una visita... Balai e il Delfino sono le spiagge più note e più frequentate, ma c'è dell'altro...

Se capitate in zona, non perdetevi la visita alla costa appena fuori paese...
Ecco cosa vi aspetta...

Questa località si chiama "Piscine"...

Il mare è limpido e color smeraldo...
Poco oltre, potrete visitare "il ponte"...


E non abbiate paura se non c'è la sabbia, portatevi un buon libro da leggere nel silenzio quasi assoluto e via... un bel bagno vi attende!


Alessandro Giovanni Paolo Rugolo











Ancora su "Questioni Naturali"...

In questo periodo sto leggendo "Questioni Naturali " di Lucio Anneo Seneca e vi sono dei punti che vi invito a leggere, in cui si parla senza ombra di dubbio, di conoscenze scientifiche avanzate! Per esempio, nel libro VI, cap. 30, Seneca parla dei terremoti e dice: "Non mi meraviglio che si sia spaccata una statua, dopo aver detto che le montagne e il suolo stesso si è squarciato dal profondo. Raccontano che questi luoghi un tempo si spaccarono sconvolti dalla violenza di un'immane rovina (così vasto mutamento e capace di determinare il lungo volger dei secoli), mentre l'una e l'altra terra costituivano un'unità senza interruzione. S'introdusse il mare con furia scatenata e infuriando staccò dalla Sicilia la costa dell'Esperia e coll'onda che ribolle nello stretto passaggio prese a bagnar da una parte e dall'altra le campagne e le città dopo averle separate coi suoi flutti".Strano, non è vero? Poi, non contento, poco dopo aggiunge: "Così il mare ha strappato anche le Spagne dalla stretta unione con l'Africa, così attraverso questa inondazione celebrata dai maggiori poeti la Sicilia è stata bruscamente allontanata dall'Italia".Chiaramente non è Seneca il problema... ma quali possono essere le spiegazioni a queste affermazioni?
In primo luogo: è possibile che un fatto del genere sia avvenuto alla presenza di esseri umani che hanno tramandato l'evento?
Secondo: Come è possibile che si parli anche di Spagna e Africa associandole al fenomeno?
Terzo: chi erano i poeti che raccontarono l'avvenimento?
Quarto: stiamo parlando di duemila anni fa!
Se però il fatto, come è probabile, non fosse avvenuto alla presenza di testimoni, le considerazioni da fare sarebbero altre, prima fra tutte: Chi aveva potuto ipotizzare che potessero esserci dei movimenti della crosta terrestre che avevano allontanato la Spagna dall'Italia doveva avere delle cognizioni scientifiche molto avanzate... doveva conoscere l'equivalente delle nostre teorie sulla tettonica!
Già in precedenza infatti ho parlato di Talete e di quanto sosteneva sul fluttuare della Terra su di un fluido...
I problemi sono sotto esame... ma se qualcuno vuol dire la sua...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

Un nuovo collaboratore, Alessandro Ezzis.

Salve a tutti, amici e lettori dell'accademia.
Oggi vi presento un nuovo collaboratore, Alessandro Ezzis.
Appassionato di lingue straniere e di viaggi ci propone la traduzione di un articolo sulla Sardegna tratto dal sito di viaggi e turismo http://italy.destinations.ru/sardinia in lingua russa. Voi direte, che senso ha? Ci sono tante cose scritte in italiano sulla Sardegna... Concordo, ma la cosa interessante è proprio questa: “Capire come ci vedono gli altri”... per, eventualmente, migliorare la nostra immagine!
Ben arrivato, Alessandro.
E a voi tutti... buona lettura!

Sardegna


La Sardegna è per dimensione la seconda isola del Mar Mediterraneo, regione italiana a statuto autonomo con una popolazione di 1.250.000 abitanti e una dimensione di 24.090 m2 situata tra l’Italia, la Spagna e la Tunisia, si trova nei pressi della Corsica.
La regione della Sardegna, il cui capoluogo è la città di Cagliari, è suddivisa in otto province: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano.
Disposta nel centro del Mar Mediterraneo, la Sardegna è uno dei luoghi più noti, sia per gli amanti degli sport acquatici che come località di riposo (sulle spiagge), non soltanto per la bellezza della natura o per la posizione geografica dell’isola, ma grazie anche alla sua storia, la quale ha inizio nei tempi antichi.
All’inizio, nell’era nuragica, nel 1500 a.c. circa, l’isola era conosciuta con il nome di Ichnusa, per altri era nota come Sandalia, probabilmente per la forma dell’isola che ricorda l’impronta di un piede.
L’isola fu sottoposta e diverse dominazioni, romani, fenici, spagnoli e francesi e grazie a questo processo di civilizzazione ora la Sardegna colpisce e meraviglia i turisti.
La Sardegna dei giorni nostri è il luogo prediletto di villeggiatura per le famiglie agiate italiane ( i prezzi sono abbastanza elevati). Questa sorprendente isola è particolarmente conosciuta da tutti gli italiani per le proprie spiagge così pulite e poco affollate. L’isola è anche nota per la bellezza delle città costiere e per le magnifiche rovine archeologiche.
I turisti vengono attirati in modo straordinario da due zone: la Costa Smeralda e il Gennargentu.
In questa isola c’è sempre qualcosa da fare o da vedere: si possono vedere i cavalli selvatici , i fenicotteri e le foche.
Potete facilmente andare a pesca (sia di giorno che di notte), passeggiare per le città, visitare antiche rovine romane e grotte mistiche (tra le quali la più nota è la grotta nuova, che si trova nella parte orientale nei pressi di Cala Gonone), rimanere incantati ad osservare i paesaggi dell’isola o rilassarsi in uno dei numerosi luoghi della costa.
Nella Sardegna è possibile, in tutta libertà praticare gli sport veristici, la pesca subacquea e lo sci nautico.
Se vi allontanate dalle coste dell’isola in barca potrete vedere gli effetti di colore delle rocce costiere che variano dal nero al color basalto, dall’argento al color granito a tutte le tonalità di rosso. In tal senso è notevole citare la spiaggia di porto Ferro.
Caratteristiche città sarde sono Nuoro, Oristano - caratterizzata dalle rovine della vicina città di Tharros e Porto Torres con il suo Tempio della Dea della fortuna.
A Cagliari, la maggiore città dell’isola, si possono visitare musei archeologici di rilevanza nazionale, dove sono custoditi reperti preistorici costituiti in particolare da lapidi funerarie e altre testimonianze dell’epoca fenicia e romana.
Un’altra interessante città è Alghero con le sue imponenti architetture e la sua cultura catalana, come è a suo modo impressionante la fortezza denominata Su Nuraghe situata a 60 km a nord di Cagliari.
Merita particolare attenzione la città di Olbia che è la porta della Costa Smeralda, una delle località di villeggiatura più nota (per gli elevati prezzi) d’Europa.
La località di villeggiatura della Costa Smeralda - lussuosa e opulenta - benché non destinata ai turisti “normali” merita una breve sosta.
Una visita alla città di Nuoro stupirà coloro che vogliono ammirare i monti del Gennargentu e godere del piacere delle antiche tradizioni e manifestazioni del luogo.
I paesaggi della Sardegna sono cosparsi dalle tradizioni costruzioni dell’antica civiltà nuragica. Queste uniche costruzioni in pietra sono certamente da visitare. Pur tuttavia raggiungere i siti in cui si trovano i resti della civiltà nuragica non è semplice, a causa della posizione isolata in cui sono collocati.
Nei negozi delle località sarde è possibile acquistare raffinati pizzi, oggetti in legno,tappeti e anche un miele amaro di color rame che viene raccolto in autunno quando si trovano fiori con il polline amaro.
Per pranzo provate il tradizionale piatto “porcheddu” – il maialino arrosto.
Gli abitanti della Sardegna sono rinomati per la loro spontanea ospitalità, e come tutti gli isolani bramano il contatto con tutto il mondo, per questo motivo le persone frequentano la Sardegna. Venite qui, sarà una indimenticabile vacanza, scoprirete uno dei luoghi più belli e unici della terra.

Alessandro Ezzis

giovedì 16 agosto 2007

Candu ses tristu...

Candu ses tristu non penzisti po tui
ni po sa zente tua
ma penza po tottu cussus
ca no teninti mancu pani.

Chi ses alligru no penzisti po tui
ni po is amigus tuusu,
ma penza po sa zenti
chi no tenidi alligria.

Chi ses poboru o arriccu
no penzisti po chini ista' mellus,
ma penza ca cià zenti
chi est morendi...

Questa breve poesia,
scritta tanti anni fa in lingua sarda,
è semplicemente un invito... ad essere seri, ad essere "Umani"...
Umanità... mi sembra che sia sparita dalla faccia della terra!
Ecco la traduzione:

"Quando sei triste non pensare a te stesso...
né alla tua gente,
ma pensa a tutti coloro
che non hanno da mangiare.

Se sei felice, non pensare a te stesso...
né ai tuoi amici
ma pensa a coloro
che non sanno cos'è la felicità.

Se sei povero o ricco,
non pensare a chi sta meglio
ma pensa che c'è gente che sta morendo...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
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Inglese (di Louise Bonzoni): When you're sad ...
Francese (di Louise Bonzoni): Quand tu es triste...
Francese (di Roberto Boccalatte): Quand tu es triste...
Francese (di Ennio Salomoni): Quand tu es triste...
Spagnolo (di Giovannina Pietraroia): Cuando estas triste.....
Portoghese (di Giovannina Pietraroia): Quando você estiver triste ...
Catalano (di Giovannina Pietraroia): Quan estiguis trist ...
Tedesco (di Luca Monaco): Wenn Du traurig bist ...
Napoletano (di Roberto Boccalatte): Si stai triste…..
Siciliano (di Tanto Per Campà): Quannu sì tristi
Polacco (grazie a Luca Monaco): Gdy jesteś smutny...
Lettone (grazie a Luca Monaco): ja tu esi skumjs, par sevi nedoma
Sardo Olianese (di Luca Lapia): Ando ses arraiolau
Olandese (di Nadia Conti): Als je verdrietig bent ...
Brindisino (di Rosa Cassese): Quann stè trist...

mercoledì 15 agosto 2007

Roma Termini...

(e il servizio pubblico che non c'è!)
I servizi igienici, si sa, dopo le pizzerie al taglio ed i Bar/caffè sono i locali più frequentati di Roma... ed essendo molto frequentati, purtroppo, si sporcano tanto!
Niente di nuovo... direte... ma non è così!
Alla stazione ferroviaria di Roma Termini hanno risolto una volta per tutte il problema dei bagni sporchi... Come?
Semplice... se ti scappa... devi pagare!
70 centesimi... dico io... quasi millecinquecentolire de na vorta... direbbe un romano de Roma!
Si... direte, basta andare al bar, prendersi un caffè o un cappuccino e il problema è risolto...
Ma neanche per idea! Ribatto, se andate la bar, o da Mc Donald o da Spizzico e ordinate qualcosa... e poi vi scappa... e avete l'ardire di chiedere dove si trova il bagno, vi sentirete rispondere innocentemente... "Non c'è... ma ci sono i bagni pubblici...".
Seguiranno le indicazioni precise per raggiungere i bagni pubblici a "PAGAMENTO", sempre quelli da 70 centesimi!!!
E così, per una famiglia di tre persone, in caso di gita a Roma mettete pure in conto la "Soprattassa Capitolina"... 2,10 euro!
Ma un tempo non c'era una legge che obbligava i locali quali i bar e ristoranti a fornire il servizio igienico gratuito?!?
In tutta Italia forse è così... ma a Roma... beh, a Roma se ne può fare a meno, non pensate?
E poi, sono più che sicuro che se si dovesse andare a fondo risulterebbe che è tutto in regola, che la legge c'è ma esistono le clausole... le eccezioni... i casi particolari... i motivi di ordine pubblico... la salute pubblica... e chi più ne ha più ne metta... ma alla fine, il pubblico cittadino, quello che paga le tasse... deve PAGARE!
Ma mi chiedo, i nostri rappresentanti, quei signori politici che, purtroppo, abbiamo votato noi... non vanno mai in bagno alla Stazione Termini?
Egregio signor Sindaco di Roma, ridia un po di dignità alla sua città... che almeno i servizi igienici siano gratuiti per tutti! Ci guadagneremo tutti e anche la città... perché chi non può pagare non si fa tanti scrupoli e così dagli angoli neanche troppo nascosti della stessa stazione Termini si elevano verso i nostri nasi olezzi inconfondibili di umanità... dei quali, noi pendolari che ci passiamo davanti tutti i giorni, faremo volentieri a meno!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

martedì 14 agosto 2007

Una nuova collaboratrice dell'Accademia... Sabrina

Salve a tutti voi, lettori,
solo due righe per presentavi Sabrina Bologni, la nostra nuova collaboratrice... Ma chi è Sabrina?
Sabrina è l'autrice del sito "Antico Egitto di Iside", è Guida Dada di "Storia, Antico Egitto e Piemonte"... e, come già detto, è la nostra nuova collaboratrice... che, spero, ci aiuterà a conoscere meglio l'Egitto e la sua "Storia"... ma ho già usato troppe parole, eccovi il suo primo pezzo!




La leggenda di Iside e Osiride

Iside era sposa e sorella di Osiride.
A lei si doveva l'istituzione della famiglia e l'insegnamento alle donne della tessitura e del ricamo.
I due sposi regnavano felici sull'Egitto. Ma la sorte aveva in serbo una sorpresa per loro.
Il loro malvagio fratello Seth, geloso del loro successo aveva ordito un inganno ai danni del fratello Osiride. Aveva fatto preparare un ricco scrigno, promettendo che ne avrebbe fatto dono a chiunque, entrandovi, l'avesse occupato interamente con il proprio corpo.
Lo scrigno aveva le misure esatte di Osiride. Osiride cadde nel tranello ed entrò nello scrigno-trappola preparato per lui. Subito Seth e i suoi complici serrarono il coperchio e gettarono lo scrigno nel Nilo.
A questo punto cominciarono le peregrinazioni di Iside alla ricerca del corpo del marito. Durante uno dei suoi viaggi venne a sapere che lo scrigno era stato trasportato dalla corrente del Nilo fino al mare. Qui, giunto a Biblo, si era arenato vicino a un cespuglio. Il cespuglio, come per incanto, si era allora trasformato in una splendida acacia, racchiudendo nel suo tronco lo scrigno. Il re di Biblo aveva visto l'albero e l'aveva fatto tagliare, ricavandone una colonna per il suo palazzo. Iside, giunta a Biblo, tutte le notti si trasformava in rondine e svolazzando intorno alla colonna lanciava gridi strazianti a cui però nessuno faceva caso.
Allora, dopo essere divenuta governante del figlioletto del re, riuscì ad avere in dono lo scrigno. Apertolo cercò di ridare vita allo sposo, ma invano. E' in questo momento che rimase fecondata da Osiride, quando, trasformatasi in falco, fece vento con le ali sul corpo senza vita dello sposo. Nascose allora la bara a Buto, in un luogo paludoso. Ma il malvagio Seth, mentre andava a caccia, trovò la bara del fratello e lacerò il corpo in quattordici pezzi che poi disperse.
Iniziò allora la ricerca di Iside delle parti del cadavere dello sposo. Furono tutte recuperate tranne il membro virile, mangiato dall'ossirinco del Nilo. In ognuna delle città dove furono recuperate le parti del corpo di Osiride sorse un tempio. Ricomposto il corpo di Osiride sì cercò di ridargli la vita. Il tentativo riuscì a metà, perché Osiride ricominciò a regnare ma non più sulla terra, bensì sul "Sito che è oltre l'Occidente", l'oltretomba.
Sabrina Bologni

lunedì 13 agosto 2007

Cixireddu e s'ascina...

(ovvero: “non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te stesso...”)

C'era una volta, in paese, un ragazzino piccolo e magro che, per il suo fisico, veniva chiamato cixireddu(1)...
Cixireddu era troppo piccolo per poter fare lavori pesanti e così, in quel periodo, era guardiano di una vigna.
Quando la gente del paese passava la vicino e gli chiedeva un trone(2) lui diceva che non poteva perché il padrone della vigna li aveva contati uno per uno... e la stessa risposta era data a chi gli chiedeva uno scricchillone(3) o un pibione(4).
E la storia era sempre la stessa per tutti. Cixireddu cercava di far bene il suo lavoro ma questo faceva arrabbiare i paesani e, alcuni di essi, cominciarono ad odiarlo...
Così un giorno, uno dei più cattivi, esasperato dalla solita risposta, decise di catturare Cixireddu e di fargliela pagare... Così, con l'aiuto della moglie, catturò Cixireddu e lo rinchiuse dentro una cassa con l'intenzione di ingrassarlo per poi farlo arrosto.
Ogni giorno Cixireddu veniva nutrito, quindi gli veniva chiesto di mostrare un dito dal buco che si trovava su un lato della cassa... dal dito si giudicava se stava ingrassando per decidere quando fosse arrivato il momento di mangiarlo... Un giorno un topolino entrò nella cassa e Cixireddu, acchiappatolo gli staccò la coda. Quando il carceriere venne a controllarlo lui sporse dal buco la coda del topo. Il carceriere, vedendolo così magro si lamentò con sua moglie e gli disse di aumentare le razioni... così Cixireddu veniva nutrito con quanto di meglio i suoi aguzzini potevano permettersi...
Un giorno una medrona(5) entrò nella cassa e Cixireddu, catturatala, le staccò la coda. Quando il suo aguzzino tornò a controllarlo, lui mostrò la coda del ratto. Visto che gli pareva fosse ingrassato, andò dalla moglie e gli disse “Domenica, mentre io sono a messa, lo ammazzi e me lo fai arrosto per pranzo”.
E così arrivò la domenica, la moglie aspettò che il marito uscisse per andare a messa, quindi aprì la cassa per uccidere Cixireddu che però fu più svelto di lei e la uccise, la fece a pezzi e la cucinò arrosto. Apparecchiò la tavola e si nascose in su stabi(6) e attese il ritorno del suo aguzzino che, quando tornò, trovando la tavola imbandita con l'arrosto ancora fumante decise di non aspettare la moglie... avrebbe mangiato da sola!
Così il carceriere cominciò a mangiare di gusto... finché sentì una voce... lontana... che diceva: “pappa... pappa... pappa pezza de pobidda tua...”(7)
L'aguzzino smise di mangiare... si guardò intorno... ma, non vedendo nessuno, continuò a mangiare di buona lena. Passò qualche minuto e la voce tornò più forte di prima...
“pappa... pappa... pappa pezza de pobidda tua...”
Questa volta la voce era chiara e proveniva dall'alto. Alzato lo sguardo, Cixireddu era li, appollaiato tra le travi del solaio...
“Cosa ci fai lassù? E come hai fatto a salire?” Disse con voce fioca... avendo capito cosa era successo... L'idea di salire lassù per vendicarsi... lo faceva sragionare...
Cixireddu gli rispose di aver accatastato delle sedie e di essersi arrampicato... Il carceriere, senza pensarci su due volte, fece lo stesso... ma, giunto quasi alla meta precipitò rovinosamente pestandosi per bene... Sempre più arrabbiato, chiese nuovamente a Cixireddu come avesse fatto ad arrampicarsi fin lassù... Cixireddu, gli disse allora di legare assieme degli spiedi e di arrampicarsi su di essi... Lo stupido, forse rintronato dalla caduta, gli diede retta e così, mentre si arrampicava scivolò e rimase infilzato nello spiedo che voleva usare per cuocere Cixireddu...
______________________________________
1. Cixireddu significa “piccolo cece”.

2. Per trone s'intende un grosso grappolo d'uva.

3. S'intende un piccolo grappolo d'uva.

4. Un acino d'uva.

5. Un grosso ratto.

6. Era il soffitto, vi si trovava di tutto, provviste, paglia, colombi e galline.

7. Mangia... mangia... mangia carne di tua moglie...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

venerdì 10 agosto 2007

Questioni Naturali... Genetica?

Certo che è strano trovare certi parallelismi tra le conoscenze di due millenni fa e le nostre...
Eppure, come interpretare questo pezzo ?
"Come nel seme è compreso il principio informativo di tutto l'uomo futuro e il bambino non ancora nato racchiude in se il codice che presiede allo sviluppo della barba e dei capelli bianchi (vi sono infatti miniaturizzate e nascoste le linee fondamentali del corpo nel suo insieme e di ogni successivo sviluppo)... (Lucio Anneo Seneca, Questioni Naturali, [libro III-29,3])
Pare che tale osservazione provenisse dai filosofi greci conosciuti come Pitagorici, parliamo dunque di circa tra il VI e il IV secolo a.C.
Possibile?
Credo che non possano esserci dubbi in proposito!

Ma vediamo un'altra osservazione, tratta sempre da Seneca:
"Quella che segue è l'insostenibile opinione di Talete. Egli dice infatti che l'orbe terrestre è sostenuto dall'acqua e che è trasportato come un'imbarcazione e che, allorquando si dice che trema, in realtà fluttua per la mobilità dell'acqua..."
Poco chiaro... direte...
Ma se vi dicessi che quando nel Timeo di Platone si parla di acqua s'intende "stato liquido della materia"... e che con Orbe terrestre s'intende la crosta terrestre... beh, allora diverrebbe...
"Quella che segue è l'insostenibile opinione di Talete. Egli dice infatti che la crosta terrestre è sostenuta da materia fluida e che, allorquando si dice che trema, in realtà fluttua per la mobilità del fluido..."
E' ancora tanto insostenibile? Forse per Seneca ma per noi?
Ma come poteva, Talete, anche solo ipotizzare una cosa del genere?

Mistero...
Tutto ciò non fa che confermare quanto ho già sostenuto... in passato si avevano delle conoscenze scientifiche molto approfondite... conoscenze che poi sono andate perse...
Centra forse qualcosa il Diluvio Universale?
Chissà...
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

giovedì 9 agosto 2007

Io sono...

Io sono come il vento
Quel vento gelido che spira al Nord
E porta da lontano le voci degli avi
E della ricchezza antica
Che racconta al fuoco boreale
Storie d’umili e fiere
Di maghi re e streghe
Che porta al mare
Con le piogge la leggenda
Barche velate di bianco
Che partono e scompaiono
Nel vento nella fantasia

Giuseppe Marchi

mercoledì 8 agosto 2007

Disney, Calipso e la statua della libertà

Tutti sanno che gli Stati Uniti d’America sono nati come atto di ribellione verso gli inglesi. La quasi leggenda sostiene che gli anglofoni delle Americhe ghiotti di tè come i loro cuginastri di oltre oceano erano stanchi di pagare troppe tasse a sua maestà sulla orientale bevanda e così scoppiò la prima guerra civile nella storia dell’uomo tra bevitori di tè. Nella fortunata serie Disney dei pirati dei Caraibi, i cattivi sono proprio gli inglesi della compagnia delle indie (i boss del tè) che tradiscono i vecchi e nobili valori del mare per pura avidità. Fino a qui niente di strano la Disney è per antonomasia la paladina della storia e dei valori americani, ma se ci volessimo spingere oltre?
Cosa ci vuole dire questa divertente saga di quattro pirati spiritati?
Nella mitologia greca Calipso, che nel film è la dea imprigionata dai pirati cattivi, è una ninfa, il cui nome potrebbe derivare dal verbo greco kalyptein (coprire). Secondo Esiodo, era una delle Oceanine, figlie del titano Oceano e della titanide Teti. Secondo il racconto dell'Odissea di Omero invece era figlia di Atlante e abitava in una grotta nell'isola di Ogigia. Un giorno Ulisse, scampato al vortice di Cariddi, approdò sull'isola e Calipso se ne innamorò. Per persuaderlo a rimanere presso di lei, la ninfa gli promise l'immortalità, ma l'eroe rifiutò. Ulisse restò ad Ogigia sette anni, finché Atena chiese a Zeus di intervenire. Il dio allora mandò Ermes per convincere Calipso a lasciarlo partire e lei a malincuore acconsentì.
Calipso e Ulisse in un quadro di Arnold Böcklin
Cosa potrebbe coprire, dunque, Calipso? Quella enorme statua che tutto il mondo chiama “La Statua della Libertà” e che invece si chiama “la statua della Libertà che illumina il mondo”, venne donata dalla Francia agli Stati Uniti per il festeggiamento del centenario dell'Indipendenza dall'Impero Britannico. L’ingegnere che la realizzò su disegno di Frédéric Bartholdi fu Alexandre Gustave Eiffel, lo stesso che pochi anni prima aveva realizzato la torre Eiffel di Parigi per festeggiare il centenario della rivoluzione Francese (quando si dicono le coincidenze). La statua posta sulla Liberty Island, raffigura una donna che indossa una lunga toga e sorregge fieramente in una mano una fiaccola e nell'altra stringe un libro recante la data del 4 luglio 1776, mentre ai piedi vi sono delle catene spezzate (simbolo della liberazione dal potere del sovrano dispotico) e in testa vi è una corona, le cui sette punte rappresentano i sette mari e i sette continenti. Anche Calipso, come figlia di Atlante re dei mari, è a sua volta una regina dei sette mari. Nel film di Disney una congiura di pirati traditori e di inglesi perfidi la tiene prigioniera con un incantesimo e solo una misteriosa “fratellanza”, non del tutto onesta ma dal cuore sincero e cavalleresco, con l’aiuto di una bellissima donna inglese figlia di colui che a sua volta fu schiacciato dall'avidità della compagnia, riuscirà a liberarla e di conseguenza a liberare il mondo dalla tirannide dei perfidi inglesi. Anche qui niente di strano, o perlomeno non più di tanto, ma resta da discutere che cosa rappresenta la “fratellanza”, al mondo solo una è la fratellanza che dice di operare per la costruzione della Libertà che illumina il mondo fatta di riti strani, sempre sul filo della legalità e che si rifà a valori cavallereschi, ed è la fratellanza massonica. Del resto personaggi come Washington, Thomas Jefferson, Benjamin Franklin e lo stesso Disney, avevano in comune proprio l’appartenenza a questa singolare fratellanza che se pur nata in Scozia e in Inghilterra (simboleggiata nel film sia dai pirati filo inglesi e quindi traditori dei veri valori della fratellanza stessa, sia dalla eroina inglese la quale non li tradisce) è radicata fortemente anche negli USA e in Francia.

Cartolina commemorativa della nascita di Disney,
con in evidenza il simbolo di appartenenza alla massoneria

Alessandro Ghinassi

martedì 7 agosto 2007

I Teoremi dell’Informatica

Dal 1 Teorema
In Informatica chi utilizza non sceglie; chi sceglie non paga e chi paga non utilizza né sceglie.

Dal 2 Teorema
Il sistema è chiuso, la chiave c’è l’ha l’amministratore e l’amministratore non si trova.

Dal 1 Teorema dell’obsolescenza
In Informatica, dopo i primi dieci minuti, qualunque hardware è sempre troppo lento....

Dal 2 Teorema dell’obsolescenza
Non importa quanto potente sia il computer che hai appena comprato, sicuramente domani ne costruiranno un’altro con performance almeno doppie rispetto a quello che hai appena comprato ed il tuo è già obsoleto.

Dal 1 teorema di windows
Nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si Copia ed Incolla.

Dal 2 teorema di windows
Tre sono i tasti che devi necessariamente conoscere: Ctrl Alt Canc.

Dal 1 teorema di Linux
Di quello che c’è non manca nulla, perchè tutto quello che funziona è a posto e tutto quello che trovi è in ordine.

Dal 2 teorema di Linux
In Informatica non funziona mai nulla al primo colpo.

Dal 1 Teorema del Virus
Un Virus ed un Computer si attraggono con una forza direttamente proporzionale alla loro distanza ed inversamente proporzionale al tempo di accensione del PC.

Dal 2 Teorema del Virus
Un Virus è in moto quando cambia la sua posizione rispetto ad un sistema di riferimento. La sua velocità di propagazione è direttamente proporzionale al disordine dei file nel computer.

Chiosa finale
Per una connessione (loghin) è necessario avere un nome utente (accaunt) ed una parola d’ordine (passvourd). Ovviamente serve anche un PC (Compiuter). Se non ricordi o ti dimentichi una cosa, scordati di fare una qualunque connessione in un qualunque sistema.

Paolo Cartillone

lunedì 6 agosto 2007

Mare...

Ancora una volta le vacanze... la spiaggia... ed il mare...
Vi invito a fermarvi un attimo...
fissare l'immagine del mare che avete di fronte a voi...
e rilassarvi...


Sentirete le onde del mare...
il sapore del sale sulle labbra...
il sole sulla pelle e qualche goccia di sudore vi imperlerà la fronte...
Va bene così?
Allora potete ricominciare a lavorare...
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

domenica 5 agosto 2007

Polpettone...

Chattando chattando, una sera di pioggia durante le mie vacanze in Sardegna, ho conosciuto due nuovi amici... assidui frequentatori di siti internet che forniscono suonerie ed mp3 gratis... O almeno così dicono! Chissà se è vero... cosa c'è dietro la parola gratis? La mia esperienza è che c'è sempre qualche fregatura... come nelle previsioni meteo... parti per le vacanze sempre dopo aver ascoltato attentamente il meteo... risultato? E' come chiedere un piatto di pasta, magari spaghetti al pomodoro e basilico in un Mc Donald... E allora come fidarti? Come decidere se partire o meno? Meglio un last minute acquistato dopo aver guardato fuori dalla finestra... Previsioni meteo... Poi viaggiando viaggiando ti accorgi che hai sbagliato tutto... pensavi di aver prenotato una camera singola in hotel, centro città a Roma, e ti ritrovi in un agriturismo... Possibile? Certo che si... è scritto tutto, ti fanno notare, sul contratto... in caratteri microscopici... E poi, come poteva essere diversamente? Venti euro a notte... in centro di Roma? E così dopo il danno anche la beffa... Avresti mai comprato un viaggio in crociera due settimane tutto compreso a cento euro? Ti senti dire... Ineccepibile... meglio lasciar perdere... penso... meglio tornare a casa... non sarei dovuto neanche partire... me lo diceva l'oroscopo di oggi "State a casa, se uscite portatevi la mappa della città... così almeno non vi perderete..." Solo che io credo agli oroscopi come agli Dei dell'antica Grecia! Era meglio andare al mare... nonostante il traffico!
Le parole ed il loro uso...
Le parole... si possono usare in modi differenti...
E' possibile mettere assieme, per esempio, delle parole molto diverse tra loro quali: chat, Sardegna, suonerie, mp3, meteo, pasta, last minute? Per Altavista.it è possibile... anzi, per Altavista.it queste sono tra le parole più cercate su internet... Ve ne sono anche altre ma ve le lascio immaginare...
Questo è un esperimento che ha lo scopo di provare quanto sia importante l'uso delle parole nel web...
Dopo chat, Sardegna, suonerie, mp3, meteo, pasta, last minute proveremo ad unire viaggi, agriturismo, crociera, mappa, Roma, hotel, mare e Grecia... e vedremo cosa accade...

In cosa consiste l'esperimento?
Semplice... misureremo il numero di accessi al blog e le variazioni avvenute nel periodo in cui il post è pubblicato...

Ma quanto contano le parole?
Sempre troppo...
Chiunque sia acceduto al blog per errore... per cortesia, spenda 15 secondi del suo tempo per dare uno sguardo... magari c'è qualcosa di interessante o semplicemente di rilassante...

Buona lettura...



Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

Progetto "Cambiamo l'Italia

Non vi siete mai sentiti stanchi di ciò che vi circonda?
Di ciò che vi viene imposto?
Non vi siete mai sentiti inermi e indifesi?
Insoddisfatti di come i vostri rappresentanti, quelli che avete votato, si comportano e agiscono?
Non avete mai pensato che si dovrebbe cambiare?
Non avete mai pensato di mettervi in politica per ricostruire tutto d'accapo?

E poi... cosa avete fatto?
Forse... niente?
Spaventati dalla enormità dell'idea di cambiare... o dalla consapevolezza di trovarsi tutti contro?
Eppure... se nessuno ha il coraggio, singolarmente, di farsi avanti... forse assieme si riuscirà a far qualcosa!
Ecco perchè nasce il mio progetto "Cambiamo l'Italia"...
Perchè sono stanco di stare a guardare... e, consapevole di non poter riuscire da solo, chiedo a tutti una mano... un aiuto, non per me ma per il futuro della nostra Italia!
Mi sono riproposto di usare i prossimi tre anni per studiare ciò che occorre sapere per entrare in Politica... e provare a dire la mia...
Come la penso? Vi chiederete...
Le pagine di questo blog vi aiuteranno a conoscermi...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

sabato 4 agosto 2007

TAU - Cap. II

12 agosto 1998, ore 18:40, diario di bordo del Maggiore Ben Stevens in missione sull’Oceano Pacifico.
Mi trovo al largo dell’isola di Emily Rock, le mie coordinate sono 29° Sud, 86° Ovest.
Da qualche minuto ho perso il collegamento radio con la base, tutto sembrava tranquillo quando mi sono trovato di fronte un fenomeno atmosferico simile all’aurora boreale... piuttosto strano per la latitudine alla quale mi trovo. Era quasi un muro di luce, potevo vedere distintamente le diverse sfumature, tutti i colori dell’arcobaleno scintillavano come non mai!
Il tutto è durato un attimo, poi mi sono ritrovato oltre, nel cielo azzurro. Le apparecchiature di bordo non funzionano più, solo l’altimetro mi da una indicazione, peraltro sicuramente sbagliata, mi segnala infatti un’altitudine di mille piedi, mentre fino a qualche secondo fa mi trovavo a circa ventimila piedi e non ho avuto alcuna variazione nell’assetto di volo. Sotto di me posso intravedere un gruppo di numerose isole, tutte uguali, di forma circolare e ricche di vegetazione dove fino a poco fa non c’era niente, solo mare!
I motori si sono fermati, ancora qualche secondo e mi lancio, lascio questa registrazione per chi dovesse trovare i resti dell’aereo... che Dio mi aiuti!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

Guardiamoci affianco

Possiamo pensare alla nostra vita futura...
immaginare sogni irrealizzabili,
possiamo sperare in una vita di agi...
rifugiarci tra sogni e chimere,
possiamo guardare al passato...
come ad un tempo che non tornerà.

Guardiamoci affianco...
qualcuno che muore ha bisogno di noi.

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

venerdì 3 agosto 2007

Vacanze...

Vacanze...

Si... vacanze,
quelle che... quando sei al lavoro aspetti sempre con ansia... e non arrivano mai!
quelle che... ti portano via le ultime forze... e torni al lavoro più stanco di prima!
Ecco... le vacanze,
quelle passate sulla spiaggia in mezzo a carni di diversi colori... e odori!
quelle vissute... in discoteca tutta la notte... a ballare
Finalmente le vacanze,
quelle vere... passate nello studio a leggere un bel libro!
quelle sane... trascorse in montagna passeggiando per i boschi!
quelle riposanti... spese al sole in una caletta isolata dal mondo e sconosciuta ai più...

Vacanze... come le vuoi tu, ma comunque... vacanze!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

Le Vacanze

Le vacanze finalmente sono arrivate !!!
Il sogno di tutto un inverno e di una lunga primavera finalmente si sta per avverare … e allora via, chi in aereo, chi in treno, chi in bicicletta (pochi) e chi in auto per raggiungere le mete di villeggiatura preferite, per ritrovarsi tutti in ferie ad Agosto ed assaporare la classica canicola delle spiagge, la gelida mancanza d’acqua potabile in molte località balneari e l’immancabile ingorgo alla circolazione! … e si, perché in vacanza ci vogliamo dimenticare delle code in tangenziale, sempre presenti nei nostri spostamenti in città ?!?
Qualche giorno prima della partenza ci si prodiga per decidere qual è il momento migliore per innestare la marcia e dirigersi verso le varie mete .. e quindi si preparano i panini, le bevande fredde, un po’ di biscotti e frutta e VIA alle partenze intelligenti.
Direzione NORD: Si parte alle 5 da Roma, alle 6 da Firenze, alle 7 da Bologna per incontrarsi tutti alle 8.30 a Padova, in coda per 40 km per oltrepassare la tangenziale di Mestre e sperare di essere a sera verso Quarto d’Altino !!!
Direzione SUD: Si parte alle 11 della sera prima da Milano e Torino, alle 2 di notte da Bologna, alle 5 da Roma per essere tutti all’ora di pranzo a Salerno ed affrontare una giornata di passione fino a Reggio Calabria !!!
Direzione Tirreno ed Adriatico, cambia poco…; il minor numero di chilometri è ripagato con la bella prospettiva di una sauna comune sulle spiagge della Versilia o del Riminate, in batteria di carni all’arrosto.
Beh, godiamoci queste meritate vacanze, per la coda del rientro c’è ancora tempo.
… mi viene un’idea: perché non fare le ferie alla tedesca, dove le regioni fanno a turno per andare in vacanza, … chi a Luglio e chi ad Agosto. Così magari si spende anche meno e si garantiscono più servizi a chi resta in città e a chi le vacanze non può permettersele ad Agosto ! … ma questa è un’altra cosa.
Paolo Cartillone

mercoledì 1 agosto 2007

Poetando... quasi per caso

Ci sono momenti particolari nella vita di un uomo...
momenti intensi... di piacere o di dolore...
momenti pieni di tristezza o di allegria...

E' in questi momenti che l'Uomo compie grandi imprese o grandi errori!
Io non so se compio grandi imprese o grandi errori... ma come tutti gli uomini vivo, gioisco e soffro...
In questi momenti particolari...
scrivo... scrivo poesie, se così le si può chiamare...
Io direi che scrivo pensieri... i miei pensieri... le mie sensazioni...
Pensieri Veri... reali quanto e più della realtà che ci circonda!

Forse ciò che scrivo può non piacere...
probabilmente ciò che penso può non essere condiviso...
qualcuno potrebbe pensare che i pensieri, quelli personali, devono essere tenuti privati...
ma io credo che si debba condividere ciò che si possiede e io cerco di condividere le mie idee...
i miei pensieri...
le mie poesie...

dedicate sempre e comunque a mia moglie...
a mio figlio...
ai miei cari...
e al mondo intero...
Spero di farvi cosa gradita o, per lo meno...
spero di non disturbare...

Alessandro Giovanni paolo Rugolo