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giovedì 31 dicembre 2009

Il fantasma della libreria (II)

Precedenti: Il fantasma della libreria...

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"Ecco le frittelle... ed anche l'acqua..."

"Mamma... mi hai spaventato!"

"Ma come!?! Non hai appena detto che il nonno non sa raccontare storie paurose?

"Infatti... non é il nonno che mi ha spaventata, sei stata tu..."

Bene, se abbiamo finito io continuerei il racconto...

"Si nonno, scusa... prometto che non ti interromperò più!"


Niente promesse piccola mia... soprattutto quando sai che non le manterrai!

Dunque dicevo...
Mentre sfogliavo i volumi di uno scaffale più impolverato degli altri (seduto sulla panca che il mio amico Mario aveva messo apposta per me!) non m'accorsi che il nuovo commesso, chiudeva la libreria e andava via...

Nascosto dietro una fila di libri dalla copertina insapore, coperti da una polvere che doveva avere almeno vent'anni, avevo appena trovato un libro all'apparenza molto interessante...
uno di quei vecchi libri rilegati a mano, come facevano una volta!
Copertina in pelle marrone scuro, qualche strappo sul dorso, tante macchie di muffa che emanavano il tipico odore che ogni esploratore di librerie conosce bene...
Avevo sfogliato il libro come facevo sempre. Prima la copertina, usando i miei occhiali a mò di lente d'ingrandimento, poi le prime e le ultime pagine per scoprire casa editrice e data di pubblicazione... e questa fu la prima sorpresa: niente casa editrice, niente autore, niente date al di fuori di un - '97 - in alto a destra nella prima pagina, scritto a mano, probabilmente con un pennino ad inchiostro...

continua: Il fantasma della libreria (III)
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 30 dicembre 2009

Plutarco e il mito

Precedenti:

Iside e Osiride... di PLUTARCO

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Sono sempre più incerto se proseguire, solitario, la lettura dei testi antichi... mi sembra che ogni volta che arrivo a quella che consideravo una meta mi rendo conto di essere semplicemente arrivato ad un nuovo inizio... ogni testo che leggo nella speranza di capire meglio ciò che gli antichi pensavano mi fa precipitare più in basso nella voragine dell'ignoranza! Forse la mia è una ricerca senza fine e in quanto tale deve essere interrotta?

"Perché questi dubbi, Alessandro?"

Chi?!? Plutarco, sei tu? Perdonami, non ti avevo riconosciuto...

"Figurati... almeno tu mi conosci, ormai nessuno si ricorda di me! Eppure credevo di aver raggiunto una certa notorietà!"

Ora sono io a doverti chiedere: perché questi dubbi?

"Si, forse hai ragione, lasciamo perdere i dubbi, che ne dici? Parliamo invece di miti se ti va! O per meglio dire ti dirò cosa penso ci sia dietro il mito, perchè l'uomo crea i miti, quale sia la loro funzione nella società."

Dimmi, ti ascolto...

"Credi possibile che ciò che viene raccontato sugli Dei da tutte le popolazioni del mondo, si sia realmente verificato?"

Non saprei... forse in alcuni casi ci si può credere, ma più in generale credo che i miti servano a trovare giustificazioni per fenomeni inspiegabili... o più semplicemente per tener buona la gente...

"E' impossibile credere, come sostengono alcuni, che i miti raccontati dai sacerdoti siano basati su avvenimenti reali. Mi spiego meglio, secondo me dietro la nascita dei miti é racchiuso il tentativo di spiegare i propri dubbi, le proprie esperienze, quei fenomeni che non si capiscono, come dicevi giustamente tu!
Per noi mortali il mito non é altro che il riflesso di una realtà trascendente, che obbliga la nostra intelligenza a rivolgersi verso altri oggetti..."

Perché ciò? Perché non riusciamo a capire ciò che ci circonda? Perché l'universo é così complesso? O siamo forse noi troppo stupidi per capire?

"Alessandro, mi chiedi troppo, ma ciò significa che sei sulla buona strada! Poniti domande e cerca risposte... se sei costante nella ricerca e, devo dire, anche un pò fortunato, le tue ricerche ti condurranno alla meta.
Mi auguro di esserti stato d'aiuto, ma ora ti devo lasciare..."

Grazie Plutarco, grazie per le tue parole e a presto dunque, torna quando vuoi!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 28 dicembre 2009

Libero!

Il titolo...
ecco la sua unica preoccupazione! Sempre il titolo...
Io invece questo problema non l'ho mai avuto. Iniziavo a scrivere di getto, alcune volte addirittura senza pensare a niente, talvolta invece cercavo l'ispirazione in una parola, un oggetto, un odore, un sentimento...

Ma lui no, era tormentato dalla ricerca del titolo, se non aveva in mente il titolo del suo racconto non iniziava neanche... così gli capitava di passare ore seduto, con le mani nei capelli e di fronte una pagina bianca!
Sperava forse che la tastiera del suo Toshiba iniziasse a scrivere da sola, come quei programmi che ti inventano un testo, solitamente senza senso, sulla base delle tue impostazioni iniziali...

Allora sentivo la necessità di soccorrerlo... arrivavo io, la sua musa, e gli accarezzavo i capelli dietro le orecchie... gli soffiavo sul collo quella fresca aria di cui tanto aveva bisogno... mormoravo parole che solo lui poteva sentire, parlandogli la lingua del cuore...

Come per magia allora poggiava le mani su quei tasti neri e rumorosi... non aveva mai imparato veramente a scrivere a macchina ma comunque usava quasi tutte le dita ed era diventato abbastanza veloce. Qualche volta scriveva senza guardare la tastiera, ma gli errori sempre troppo frequenti gli riportavano subito lo sguardo sui tasti.

Scriveva per passione... con passione, cercando sempre di raccogliere le parole da ogni cosa che lo circondava... spesso scriveva cose senza senso apparente... chissà poi perché! Una volta lo contattò una casa editrice, volevano che lui scrivesse per loro, volevano imbrigliarlo con redini d'inchiostro, costringerlo verso pagine già vergate, solo da rinverdire con la sua fantasia... per fare soldi, dicevano... tanti soldi! Ma non avevano capito niente, lui scriveva solo per passione... i soldi erano utili per vivere, ma per lui scrivere era come vivere... e doveva vivere libero!

Il titolo lo guidava a riempire pagine e pagine di quel bellissimo romanzo, senza fermarsi mai se non per riflettere, di fronte ad un bivio più scuro degli altri, su quale strada percorrere... fino alla fine... libero!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 27 dicembre 2009

Curiosità dai "racconti meravigliosi" di Aristotele

Uno dei libri letti durante questo Natale é del filosofo Aristotele... almeno così qualcuno dice, altri attribuiscono questa raccolta di curiosità a vari autori in tempi diversi. Poco importa... avendo già incontrato il titolo durante mie precedenti letture ho deciso di acquistare il libro e di leggerlo! Cosa che ho fatto la sera stessa...
Ero sicuro che ci avrei trovato alcune curiosità sulla Sardegna e altre sulle colonne d'Ercole e così é stato...

Si tratta di brevi appunti su stranezze del mondo che fu...

Di solito cominciano con "Dicono che..." oppure "Si racconta...", seguito da una breve descrizione del fatto e talvolta da un tentativo di spiegazione. Stranezze, stravaganze, credenze popolari... e, chissà, forse anche qualcosa di vero?!?

"Raccontano che in Egitto i trochili volino fin dentro le fauci dei coccodrilli e ne puliscano i denti, estraendo con il becco le carni che si sono conficcate loro all'interno della bocca; i coccodrilli ne traggono giovamento e non fanno ad essi del male."
Come negare la veridicità di questo racconto? Per chiunque abbia visto un documentario sui coccodrilli non v'é alcun dubbio sulla veridicità del fatto!

Ma arriviamo alle Colonne d'Ercole, para. 37, quando si parla dei fuochi spontanei, Aristotele ci riporta:
"Si narra che anche al di là delle Colonne d'Ercole vi siano luoghi infuocati; alcuni ardono in continuazione, altri solo di notte, come scrive Annone nel Periplo. E il fuoco di Lipari non risulta visibile e risplendente di giorno, ma solo di notte. Anche a Pitecusa dicono ci sia materia infuocata ed estremamente calda ma non ardente."
Dunque, Annone ci parla di Colonne d'Ercole in un testo chiamato Periplo... se chi ha scritto il testo é realmente Aristotele (384-322 a.C.) probabilmente parla di Annone il navigatore Cartaginese (630-530 a.C.), di lui ce ne da notizia Arriano nel suo libro Anabasi. Interessante... e da approfondire!

Andiamo avanti con le curiosità...Para 55: "Nello stretto che separa l'Italia dalla Sicilia le acque aumentano e calano insieme con le fasi lunari", chissà se gli studiosi del fenomeno delle maree del XVI e XVII secolo avevano avuto tra le mani il testo di Aristotele!

Ma proseguiamo senza sosta...al para 81 Aristotele ci dice che nelle isole Elettridi, che si trovano all'interno dell'Adriatico, furono innalzate due statue, una in stagno e una in bronzo, costruite secondo una tecnica arcaica... "secondo antiche tradizioni", forse opera di Dedalo. tali isole sarebbero state formate dai detriti del fiume Eridano... ovvero il Po?!? Sembrava inoltre che nei pressi vi fosse una palude di acqua calda e puzzolente, in quanto secondo gli abitanti del luogo vi cadde Fetonte colpito dal fulmine! Curioso...

Ancora sulle Colonne d'Ercole, al para 84 si dice che i Cartaginesi abbiano scoperto un'isola deserta, oltre le Colonne d'Ercole, completamente ricoperta di foreste e dotata di fiumi navigabili, splendida anche per varietà di frutti. L'isola distava diversi giorni di navigazione e i Cartaginesi vi si recavano spesso e cercarono di tenerne nascosta l'ubicazione! Chissà di quale isola si trattava... la stessa indicata da Annone? Chissà...

Eracle... sempre lui! Sembra che attraversò l'Italia diretto nel territorio dei Celti ma anche in Iberia, dove Ercole condusse una guerra di conquista! In effetti, a ben guardare, il Mediterraneo é pieno di toponimi che lasciano pensare al passaggio di Eracle...

E della Sibilla, che dire? A Cuma sembra esistesse un antro sotterraneo in cui abitava la Sibilla, originaria di Eritre, chiamata dagli Italiani Cumana, da altri Melancrera.

Al para. 100 ecco che finalmente si parla della Sardegna... Aristotele ci dice che pare che sull'isola vi siano degli edifici costruiti secondo l'antico uso greco... Si narrava che fossero stati edificati da Iolao, figlio di Ificle, mentre alla testa dei figli di Eracle vi andò per fondarvi delle colonie. L'isola era chiamata Icnussa a causa della sua forma, simile a quella di un piede umano... L'isola di Sardegna era molto fertile, ma da quando passò sotto il dominio dei Cartaginesi non lo era più... secondo il racconto i Cartaginesi tagliarono tutti i frutti utili per l'alimentazione e decretarono la pena di morte per gli abitanti del luogo che intendessero praticare la coltivazione! Perché mai? Che senso ha una tale decisione? Era forse una questione strategica?

E che dire dei Fenici? Aristotele ci parla anche di questo popolo... secondo il racconto i Fenici presero il nome da un termine della lingua dei Perrebi che significa "spargere sangue" cioè "phoinixai"... Tale popolo abitava in Siria, lungo i litorali e dovunque si recasse aveva la cattiva abitudine di sterminare tutti! Cosa c'é di vero? Ciò che é testimoniato anche da altri é la crudeltà di alcuni riti Fenici...

Ancora Eracle... sembra che nella città di Ipate (?) nella regione Eniaca, venne trovata un'antica stele con una iscrizione in lingua arcaica... La stele venne inviata a Tebe perché fosse decifrata in quanto presso il tempio sembrava vi fossero delle dediche antiche con la stessa scrittura. La traduzione diceva che Ercole dedicò il tempio alla splendida dea di Citera, quando portò le greggi di Gerione ed Eritea. Eritea gli generò un figlio che chiamò Erithon. Ercole in cambio le donò il terreno sotto l'ombrosa quercia... Interessante... ma dove si trova Ipate?

E per finire alcune curiosità sui Fenici, fondatori della città di Utica di 287 anni più vecchia di Cartagine, che arrivarono fino a Tartesso, dove portarono olio ricevendo in cambio tanto argento da costruirsi anche le ancore delle navi di quel prezioso metallo! Sempre i Fenici abitavano Gades, città nei pressi delle Colonne d'Ercole...

Aristotele... che cose mirabili ci hai tramandato!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 26 dicembre 2009

Buoni propositi...

Cari amici,
Tuttologi e lettori,

quest'anno é ormai agli sgoccioli e occorre tirar le somme ma anche decidere cosa fare l'anno prossimo!

Quest'anno mi sono impegnato in prima persona, come anche lo scorso anno d'altronde, per portare avanti l'Accademia, dedicandovi buona parte del mio tempo libero...
Nessuno me l'ha chiesto, direte voi... vero, leggere e scrivere sono le mie due passioni per cui non occorre alcuno stimolo esterno!

Leggo e scrivo per il piacere di imparare, per conoscere il mondo e per conoscere meglio la natura umana...

Eppure, perché un'Accademia abbia un senso occorre qualcosa di più, occorre che vi siano altri disposti a dedicare parte del loro tempo libero... occorre discutere e condividere!
Da questo punto di vista credo proprio si sia fatto poco!
Ma comunque qualcosa é stato fatto, per cui grazie...

Grazie a tutti coloro che in qualche modo mi hanno aiutato, grazie a tutti coloro che hanno semplicemente letto, grazie a tutti coloro che hanno mandato suggerimenti, commenti o libri!

Grazie di cuore... e sperando che l'anno prossimo sia ancora più fruttuoso uguro a tutti Buon Natale e un felice Anno 2010!


Per L'Accademia dei Tuttologi

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 25 dicembre 2009

Alessandro Magno... secondo Nezami

Nezami, poeta mistico persiano del XII secolo, scrisse diverse opere sulla figura di Alessandro Magno.
Ecco alcune frasi che mi hanno colpito, tratte dal suo "Libro della Fortuna di Alessandro"... libro che vale la pena di leggere per intero!

Sul valore del Saggio e della virtù.

"...il giorno che Alessandro s'assise sul trono dall'alto di quel suo nobile scranno fu così proclamato: Solo il saggio ha valore presso di noi. Nessuno deve cercare di prevalere sul prossimo, se non sulla via dell'incoraggiamento alla virtù. Per quanto elevato sia il rango di chicchessia, quello del virtuoso sempre lo supera..."

Maria la Copta e la Pietra Filosofale.
"Quando il saggio visir comprese che senza denari non si diventa principi, a quel suo amatissimo gioiello concesse un dorato elisir, grazie a cui la rese una perfetta alchimista, e fu in virtù di quella pietra che Maria poté tornare sovrana e guadagnarsi il titolo di alchimista..."

Sulla superiorità di Platone verso Aristotele.
Aristotele riusciva a svettare su tutti... diceva di essere il sostegno dei sapienti in quanto non aveva bisogno della scienza altrui. "Io ho messo in circolazione la moneta della sapienza, nella quale su tutti vanto il primato. La tal scienza di sicuro l'ho inventata io, quel tale usa l'argomento che ha sentito da me! E non dico menzogne in questa disputa, ché a ragione io possa vantare il mio prestigio!". Platone se la ebbe a male ma non lo diede a vedere... si ritirò a studiare il cielo alla ricerca delle tracce "della sublime armonia delle sette cupole dell'universo. Colui che sa udire l'armonia di quelle alte sfere che ammaliano il cuore, ha la voce raddolcita - per una segreta risonanza - da quella di ciascuna celeste cupola..." Fatto sta che Platone "avendo preso posto nella botte celeste per seguire il moto della Ruota e degli Astri, riportò quaggiù un esemplare delle sublimi armonie che aveva colà udito..."
Aristotele, saputo cosa Platone aveva fatto, preso da invidia si ritirò a sua volta a meditare e quando pensò di aver raggiunto gli stessi risultati mostrò a tutti ciò che aveva ottenuto... ma si accorse di non riuscire a raggiungere Platone e "Infine sfibrato dalla mancata riuscita, comprese che non avrebbe dovuto allontanarsi dal suo vecchio maestro Platone".
Platone spiegò lui tutti i suoi segreti e "rinnovò la fedeltà al magistero del maestro e per lui mostrò considerazione oltre ogni limite."

Sulle miserie della ricchezza!
"O tu, sappi che con l'accumulazione di beni su beni la testa accumula soltanto capogiri, perciò se hai bisogno di usar la testa, gira al largo da simili miserie!"

Sulla superiorità di Socrate verso Alessandro Magno.
Socrate spiegò di avere un servo, chiamato "Passione" che riceveva ordini dal suo cuore. "Tu invece [Alessandro] sei colui che a codesto servo é servo, tu sei ubbidiente a colui che mi ubbidisce!"

Questi e altri argomenti furono trattati da Nezami... e meritano ancora oggi di essere letti, studiati e capiti!
A voi ripercorrerne la strada, e magari saremo compagni di viaggio!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 20 dicembre 2009

Avencast

Cari amici e lettori,

oggi vi presentiamo un videogioco di azione, ruolo, avventura e magia.

Un vecchio mago ci racconta la storia del suo unico allievo...

"Un giorno di tanti anni fa trovai un bambino appena nato sulla sponda di un fiume... lo educai come fosse mio figlio...
mi accorsi subito del suo talento per la magia...
gli insegnai tutto ciò che sapevo...
ma non riuscii a placare la sua sete di conoscenza così decise di partire per la prestigiosa Accademia di Magia di Avencast..."

Così inizia la nostra avventura che ci porterà attraverso spazio e tempo a combattere contro maghi e demoni al servizio del male, Morgath, il distruttore dei mondi.

Il nostro mago dovrà essere fornito di tutto ciò che gli può servire: il bastone da mago, l'armatura, potenti magie... ma ciò che farà la differenza sarà la vostra capacità di guidarlo e di aiutarlo nella soluzione di enigmi che di volta in volta si presenteranno lungo il cammino verso Morgath!

Così dovrete affrontare delle creature malvagie, insetti, creature demoniache, scheletri e fantasmi mostri e maghi di potenza sempre crescente, posseduti dal male...

Buona fortuna giovane mago... e che il potere della magia ti accompagni!


Francesco e Alessandro RUGOLO

(fxinteractive.com per ulteriori informazioni sul gioco)

Elementi di Euclide, a cura di Niccolò Tartaglia

Cari amici,
oggi voglio farvi partecipi della mia nuova impresa, inizio la lettura di Euclide (detto da alcuni Megarense, da altri d'Alessandria), conosciuto principalmente come l'autore degli Elementi.
L'approccio é stato il solito, dopo aver deciso di leggere il testo mi sono recato in libreria per acquistarlo, per scoprire che come al solito non esiste una versione recente e magari economica, ma solo una versione da 90 euro e che é pure molto difficile da reperire...
Ecco dunque che come già fatto in precedenza mi rivolgo ad internet, così mi scarico diverse versioni, in italiano ed inglese.
La versione in italiano mi colpisce subito perchè si tratta della versione di un grande matematico, Niccolò Tartaglia (Nicolo Tartalea Brisciano) pubblicata a Venezia nel 1565.

Ecco dunque il preambolo...
E se vorrete seguirmi in questa impresa, di tanto in tanto lascerò qualche commento, e inizio subito:

"Sicut aurum probatur ingni, & ingenium Mathematicis: cioè che si come la bontà de l'oro uien conosciuta, & approbata con il fuoco, così l'ingegno dell'huomo uien conosciuto & approvato con le Discipline Mathematice."

...ed io concordo appieno!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 19 dicembre 2009

Iside e Osiride... di PLUTARCO

Plutarco nacque a Cheronea, in Grecia, nel 47 d.C. e morì presumibilmente nel 127 d.C.
E considerato uno dei più grandi scrittori del tempo e la sua produzione é veramente immensa.
Mi sono appena avvicinato alle sue opere e per iniziare ho deciso di leggere il testo in cui Plutarco ci racconta la religione Egizia: Iside e Osiride.

Come ho fatto altre volte cercherò di intervistare direttamente l'autore, abbiamo appuntamento per oggi e dovrebbe essere qua da un momento all'altro...

Buon Giorno Maestro, ben arrivato nella mia casa...

"Buon giorno a te, Alessandro... come mi hai trovato?"

Mi sono lasciato guidare, come faccio sempre, da Curiosità, maestro... così mi sono imbattuto in una sua opera relativa alla giustizia divina e da li ho poi intrapreso la strada della ricerca...

"Bravo Alessandro, asseconda le tue curiosità, é il modo migliore per raggiungere la conoscenza... ma dimmi, perché mi hai cercato? Ti serve qualche chiarimento sulle mie opere o sul mio pensiero?"

Si Maestro, Iside e Osiride é l'argomento che vorrei trattare, mi può aiutare?

"Mmh... si, ti posso aiutare... ma non so se potrò dirti tutto ciò che desideri. Cercherò di essere chiaro ma é un argomento difficile anche per me... come lo é stato per i miei predecessori! Ma in ogni caso cercherò di essere il più chiaro possibile!"

Bene Maestro, grazie... allora la mia prima domanda é la più semplice, chi era Iside?

"Questa sarebbe una domanda semplice?!? Alessandro, il tuo concetto di semplice é molto differente dal mio... per me questa é un domanda difficile!
Iside é per tutti semplicemente la moglie di Osiride... colei che andò alla ricerca dei pezzi del marito, sparpagliati per il mondo dal suo nemico Tifone... ma queste sono solo favolette per il popolo che non é in grado di capire concetti difficili. Iside é un nome greco che fa riferimento alla sapienza e al desiderio di conoscenza per alludere alla sua natura di movimento animato e intelligente. Noi greci facciamo derivare la parola Iside dall'unione di scienza e movimento! In quanto alla favoletta di Tifone che avrebbe fatto a pezzi il marito, ci devi leggere che Tifone, nemico di Iside in quanto gonfio di inganni e di ignoranza straccia e cancella le sacre scritture, Iside le ricerca, ne ricompone i pezzi e le trasmette agli iniziati che possono capire e trasmettere..."

Ora capisco perché mi hai detto che la mia domanda non era per niente semplice... non avrei mai immaginato!

"Non ti preoccupare, é normale... la strada da percorrere verso la conoscenza é lunga... potrei dire infinitamente lunga. Solo pochi sono in grado di trovarne l'ingresso, ancora meno sono in grado di percorrerne una parte, credo che nessuno sia mai arrivato alla fine!
Ma ora devo andare..."

Ti ringrazio, Maestro... e se non chiedo troppo vorrei poterti rivedere, sono sicuro che avrò altre domande da porti sullo stesso argomento... se non disturbo troppo!

"Figurati Alessandro, é un piacere, chiamami quando vuoi..."

Allora a presto...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 12 dicembre 2009

Alla ricerca della "prisca sapientia"...

Aggiungo un tassello alle mie conoscenze e, spero, anche a quelle di chi legge...

Mentre leggo la biografia di Isaac Newton (by Michael White) mi accorgo che lui, come me, passò la vita alla ricerca di qualcosa di antico, di sfuggevole e misterioso, definito da White "prisca sapientia" ovvero la sapienza degli antichi.

Sono sempre stato convinto del fatto che l'umanità abbia acquisito e poi perduto chissà a seguito di quale rivolgimento, la sapienza, la conoscenza... forse anche scientifica, ma non avevo mai letto delle parole così chiare in precedenza.

White dice:
"Insieme a molti altri intellettuali prima di lui, Newton credeva che un tempo l'umanità avesse posseduto questa sintesi - la leggendaria prisca sapientia [..] La raison d'etre di Newton era proprio quella di riscoprire questa struttura della natura"...

Newton... una vita passata sui testi antichi per fondare (o riportare alla luce) la scienza moderna!?!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO