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domenica 29 luglio 2012

Atlantide e i suoi misteri, di Dimitri Merezkovskj

Voglio iniziare queste poche righe esattamente come ha iniziato l'autore:

"In un cattivo giorno e in una notte malvagia, l'Atlantide isola, inabissandosi nel mare, scomparve".

Chiunque abbia letto Platone sa che queste parole sono scritte nel discorso conosciuto come "il Timeo" e sa pure cosa abbiano significato nel tempo, per storici, mitografi, esploratori e scrittori!

Atlantide rappresenta molto anche per me, avendo letto tanto e riflettuto a lungo. Tempo addietro ho anche tradotto il Crizia da una versione inglese di alcuni secoli fa, e l'ho pubblicata su questo blog (se vi interessa leggere il Crizia eccovi il link: Il Crizia)

Di Merezkovskj (1865-1941) avevo letto, tempo fà, la splendida biografia di Leonardo da Vinci ed ero restato colpito dal modo in cui questo scrittore sembrava entrare nella vita del personaggio, un libro che impressionava! Così, quando ho visto il titolo "Atlantide e i suoi misteri" e il nome dell'autore italianizzato, Demetrio Merezkovskj, ho subito acquistato la mia copia e mi sono immediatamente gettato nella sua lettura.

Un suggerimento, approfondite la vita di questo autore, è veramente interessante!

Il libro rispecchia l'autore, non è semplice da leggere e non è facile da capire ma ogni pagina è una continua sfida.

"Chi l'ha creata l'ha anche distrutta". Questo il giudizio sarcastico di Aristotele su Atlantide e, probabilmente, su Platone stesso, con questa frase Aristotele giudicò Atlantide un parto della fantasia di Platone e niente più. Io credo invece che non sia così, ma poco importa cosa credo io, ora importa ciò che pensava il nostro autore... sul mito di Atlantide.

"Nude rimangono il Platone soltanto le verità più basse; quelle più alte si ammantano del mito, in modo che la verità traspaia dalla 'fiaba', come il corpo dal velo". Se riteniamo vere queste parole, Atlantide doveva far parte delle verità meritevoli di essere ammantate dal mito, per consentirne la sopravvivenza.

Atlantide - Atlantico, due parole così simili... Richard Herming che supportava l'ipotesi della Atlantide reale disse: "Mettere in rapporto la descrizione di una regione del tutto favolosa con nomi geografici esattamente noti è una cosa senza riscontro nella letteratura universale...". Platone lo fece!

Ma è vero che solo Platone ci ha parlato di Atlantide, dando vita a una infinita catena di voci e racconti? Secondo Dimitrj no, Platone non è stato l'unico, ma solo il più noto!
"Lo storico greco Marcello [..] riferisce , richiamandosi a storici più antichi, che nell'Oceano esterno si trovavano sette isole minori, consacrate a Proserpina, e tre grandi; una di esse della lunghezza di mille stadi, era consacrata al dio Poseidone.
Sembra che Marcello, nella sua opera (Aethiopika), dicesse che "Gli abitanti di questa isola hanno conservato il ricordo, giunto fino a loro dai progenitori, intorno all'Atlantide, un'enorme isola che un giorno esisteva in quei luoghi e aveva dominato sul corso di molti secoli tutte le isole dell'Oceano esterno e che era pure consacrata a Poseidone.

Sappiamo questo grazie a Proclo che parlò anche di come Crantore vide coi suoi occhi le colonne su cui era scritta in geroglifici la storia di Atlantide.

Liberi di credere o meno, non sarò certo io a cercare di convincervi in un senso o nell'altro, una cosa però è certa, che il libro merita di essere letto... e riletto con attenzione una seconda volta, cosa che stò per l'appunto facendo in questi giorni!

A presto, dunque, e buona lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Potere invisibile e democrazia

Cosa direbbe Norberto Bobbio della situazione attuale dell’Italia?
Parlo della situazione politica ed economica, naturalmente.

Si chiederebbe, forse, da dove partire per cercare di dare un senso a ciò che sta accadendo.

Che strada segue la politica in questi tempi di crisi?

Che fine hanno fatto i politici di un tempo, quelli della cosiddetta prima Repubblica?

Quali poteri forti si muovono all’ombra di uno stato debole e ormai troppo lontano dagli italiani?

Non ho una risposta!

Non possiamo dare noi le risposte che ci avrebbe potuto dare un così grande pensatore di nome Norberto Bobbio, ma possiamo provare a sondare le sue opere, i suoi scritti, i suoi insegnamenti, alla ricerca di un lume in grado di dissipare il buio di questi tempi…

Il 23 novembre 1980 Norberto Bobbio pubblicò un articolo sulla Stampa nel quale spiegava cosa fosse la democrazia, intesa come “il governo del potere visibile, cioè del governo i cui atti si svolgono in pubblico, sotto il controllo della pubblica opinione”. A trentadue anni di distanza mi chiedo se una tale definizione possa ritenersi ancora valida per la democrazia italiana ovvero, secondo tale definizione di democrazia l’Italia è ancora una democrazia?

E ancora, occorre chiedersi se in Italia esista oggigiorno una “pubblica opinione”, o è scomparsa anch’essa?!

A questo punto qualcuno potrebbe chiedere: a cosa ci stiamo riferendo di preciso? A quale problema, tra i tanti che assillano l’Italia, dobbiamo dirigere il famoso lume, qualora ne possedessimo uno, dove dobbiamo dirigere la nostra attenzione? Noi, “pubblica opinione”, non capiamo…

Ebbene, proprio questo è il punto, il problema, il nodo da sciogliere. L’impossibilità di capire!

Non si capisce chi abbia ragione e chi torto. Non si capisce come si sia finiti nella palude economica della recessione. Non si capisce quale tra i politici sia onesto e chi invece disonesto. Non si capisce dove voglia traghettarci il governo Monti come non si capiva quale fosse la politica del governo Berlusconi. Non si capisce cosa stia facendo l’Unione Europea…

Non capire è diventata la regola piuttosto che l’eccezione!

Norberto Bobbio, nello stesso articolo precedentemente citato scrisse: “Non si capisce nulla del nostro sistema di potere se non si è disposti ad ammettere che al di sotto del governo visibile c’è un governo che agisce nella penombra (il cosiddetto sottogoverno) e ancora più in fondo un governo che agisce nella più assoluta oscurità, e che possiamo permetterci di chiamare <<criptogoverno>>.”

Governo, sottogoverno e criptogoverno, e se fosse realmente questo il problema? E’ forse necessario, per cercare di capire cosa sta accadendo in Italia (e forse nel mondo intero), ricorrere a questi concetti e a ciò che lasciano appena intravvedere? E’ forse necessario cercare il potere invisibile che si muove all’ombra del governo visibile?

Un’ultima domanda: se in uno stato democratico per cercare di capire cosa accade occorre introdurre i concetti di sottogoverno e criptogoverno, siamo sicuri di essere ancora in uno stato democratico?

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo